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Leggendaria, storica, mitologica… La questione dell'origine delle lingue è un argomento che ha suscitato ogni genere di ipotesi!
Sacro Graal della linguistica, questa complessa ricerca continua a interessare e in qualche modo a ossessionare gli antropologi, gli archeologi, i genetisti e ovviamente una infinita schiera di linguisti, i quali tentano da secoli di porre la nascita delle lingue in relazione alla storia dell'uomo e alla sua evoluzione sul pianeta terra.
Mentre i ricercatori sognano di individuare la "lingua madre" che ci ha uniti tutti come specie umana, nella speranza che essa sia realmente esistita, ovviamente! Mentre i devoti delle religioni del libro hanno abbandonato questa ricerca fin dalla storia della torre di Babele per concentrarsi sullo studio dei testi, gli umanisti si sono invece concentrati sulla storia delle lingue arcaiche, le quali parlano della nostra lunga storia.
In questo articolo ci occuperemo di analizzare brevemente la storia e l’evoluzione delle lingue parlate in Cina, argomento complesso quanto affascinante!
La scrittura cinese

Pittogrammi (象形 xiàng xíng), ideogrammi (指 事 zhǐ shì) e ideogrammi composti (会意 huì yì): come distinguerli tra loro?
Molto tempo fa, in un’epoca davvero remota e lontana da noi, oltre ventimila anni prima di Cristo, gli uomini hanno iniziato a lasciare le loro prime tracce grafiche nelle grotte.
Ci sono voluti circa 16.000 anni per tramutare questi "disegni" in veri e propri segni “intenzionali”, finalizzati alla creazione di un codice comunicativo scritto: con la creazione dei pittogrammi si entra finalmente nel mondo della scrittura vera e propria, la quale giungerà a tramutarsi nella scrittura ideografica.
Sono infatti tre le tipologie di scrittura ideografica che sono comparse nella storia dell’umanità: la scrittura sumera, la scrittura egizia e la scrittura cinese. La scrittura cinese si attesta quindi tra i sistemi di scrittura più antichi e importanti al mondo, e la sua influenza culturale e linguistica su tutta l’area dell’estremo oriente e del sud est asiatico è davvero incalcolabile.
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Volendo lasciare da parte le mille leggende e teorizzazioni che circolano intorno alla nascita e all'invenzione di questi grafemi, intesi spesso come traduzione simbolica degli elementi dell’ambiente circostante, ci sono molte prove archeologiche che dimostrano come questi segni siano cambiati davvero poco nei loro principi costitutivi e nella loro strutturazione sin dalla loro invenzione, avvenuta circa 7000 anni fa.
La scrittura cinese si basa su circa 60 000 caratteri suddivisi in tre categorie: i pittogrammi, gli ideogrammi e gli ideo-fonogrammi, e tra questi numerosissimi caratteri solamente 6000 sono di uso corrente. Questa scrittura può essere attribuita al gruppo etnico degli "Han", i quali costituiscono il 94% della popolazione cinese; i caratteri cinesi vengono chiamati "han zI".
Insomma la storia della scrittura cinese ha permesso lo sviluppo di molti stili calligrafici, in diverse regioni e nel corso dei secoli.

Oggi i caratteri sono stati semplificati e stilizzati, ma in passato ogni ideogramma doveva essere scritto nello stesso spazio quadrato indipendentemente dal numero di tratti che lo componevano, al fine di creare un piacevole equilibrio visivo.
Nel 1958 una riforma del governo cinese modificò circa 2300 ideogrammi complessi riducendone il numero di tratti per poterli rendere più accessibili e memorizzabili da tutta la popolazione e per rendere l’apprendimento di questa forma di scrittura più semplice sia per i cinesi che per gli stranieri.
Inoltre è stata creata una forma di trascrizione fonetica di questi caratteri, detta "pinyin", per rendere la scrittura cinese più accessibile a livello internazionale e soprattutto pronunciabile per mezzo dell’alfabeto latino, diffuso praticamente in ogni angolo del globo.
Il valore poetico della calligrafia cinese si fonda sul fatto che questi ideogrammi recano ancora una traccia di quei primitivi gesti universali che caratterizzarono la nascita dei codici scritti.
La formazione di idee o di pensieri profondi può essere creata attraverso l'associazione di diverse immagini che contribuiscono a formare un ideogramma unico, il quale può insegnarci molto sulle leggi energetiche e sull'equilibrio del corpo e dell'universo stabilite nell'antica Cina. Ecco tutto quello che devi sapere sui toni del cinese.
Ad esempio, se si associa il simbolo della stagione "autunno" con il simbolo del "cuore", si crea l'ideogramma del sentimento "tristezza". Si tratta di un codice comunicativo davvero ricco e se vogliamo “misto”, capace di coniugare le suggestioni visive a quelle linguistiche e fonetiche. Imparare la lingua cinese e la sua scrittura ci introduce a un mondo comunicativo altro, davvero distante dal nostro ma estremamente suggestivo!
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Il cinese antico
Il cinese antico, comunemente chiamato "cinese arcaico", è la più antica forma della lingua cinese.
Antenato della maggior parte delle lingue sino-tibetane odierne, come il cantonese o il tibetano, il cinese arcaico è una vera e propria perla per tutti gli amanti di questa immensa cultura!
Troviamo la sua prima presenza scritta sui gusci di tartaruga o sulle ossa di animali risalenti al 1250 a. C., epoca durante la quale si stava verificando la fine del regno della dinastia Shang.
La maggior parte dei caratteri che compongono questa forma di lingua scritta sono fonogrammi, cioè, come nel caso dei geroglifici egiziani, necessitano di essere letti al pari di un odierno rebus!
Ecco tutto quello che devi sapere su cos'è il pinyin.
La proliferazione di iscrizioni in cinese arcaico durante la dinastia Zhou influenzò notevolmente la letteratura classica cinese e le sue opere, arrivando a conservare intatti il suo incredibile fascino e la sua infinita capacità di suggestione!

La genesi del mandarino standard
Membro della famiglia sino-tibetana, il cinese include tante varietà linguistiche e dialetti. Discende direttamente dal cinese arcaico, la più antica lingua sino-tibetana conosciuta.
Per semplificare la complessità delle lingue "han" della Cina, possiamo dividerle in due grandi gruppi:
- Lingue dell’area centro settentrionale e occidentali: esse raggruppano i "dialetti settentrionali" i quali sono molto vicini al mandarino;
- Lingue meridionali e orientali: esse includono lingue e dialetti assai diversi tra loro, in genere molto distanti sia nella struttura che nel vocabolario, come il cantonese (yue), il min (Fujian, Taiwan) e il wu (Shanghai).
Caratterizzato da un gran numero di lingue e dialetti, è tuttavia il cinese mandarino a esser stato scelto come lingua comune "pǔtōnghuà" 普通話 / 普通话 dal governo della Repubblica popolare cinese in materia di istruzione, amministrazione e comunicazione mediatica.
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Questa lingua trae la sua origine - in termini di pronuncia e di grammatica - nei diversi dialetti parlati nelle province settentrionali del paese, con l’influenza principale data dalla parlata di Pechino, la capitale.
Chiamato “mandarino” dai viaggiatori europei in spedizione commerciale e diplomatica, questo linguaggio apparve per la prima volta a livello nazionale nel libro di poesie "Zhōngyuán Yīnyùn", il quale fu composto sotto la dinastia Yuan nel 13 ° e 14 ° secolo.
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Considerato come una sorta di "bibbia linguistica", questo libro segna un passaggio fondamentale nella storia delle lingue della terra di mezzo.
Molto più tardi, nel ventesimo secolo, nel 1956, per essere precisi, il mandarino standardizzato si impose con la forza e contro i dialetti millenari e le "lingue locali" che cercavano di sopravvivere nella Cina moderna e standardizzata.
La lunga strada percorsa dallo hànyǔ 漢語 / 汉语, che significa la lingua del gruppo etnico dominante Han, sta dando i suoi frutti nella vita quotidiana cinese contemporanea poiché è la lingua madre di oltre 800 milioni di persone, ossia il 70% della popolazione cinese.
Il cinese mandarino standard è divenuto il simbolo dello sviluppo economico della Cina ed è diventato indispensabile per poter avviare un'impresa o una qualsiasi attività commerciale nel paese del dragone. Non è quindi un linguaggio destinato a estinguersi poiché rappresenta la prima lingua parlata nel mondo, oltre a essere diventata una delle principali lingue del commercio su scala internazionale!
È quindi questa la lingua cinese che deve essere privilegiata nell'apprendimento se sei interessato a lavorare con le aziende cinesi!
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L’origine del cantonese

In genere si parla poco sulla carta stampata o in giro per il web delle origini della lingua yue, ossia il cantonese!
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Alcuni si sono arrischiati ad affermare che questo idioma si sarebbe formato dopo la caduta della dinastia Han nel III secolo d.C. Altri sono invece convinti che la presenza di questa lingua si sarebbe verificata molto prima nella storia dell'impero cinese, e che sarebbe figlia del cinese arcaico, proprio come il tibetano.
La parola "cantonese" deriva dalla parola Canton, il termine occidentale utilizzato per designare Guangzhou, la capitale del Guangdong, considerata la terra madre della lingua cantonese.
Tuttavia, dopo anni di influenza dei media e della cultura popolare, il centro nevralgico del cantonese si è trasferito nel territorio di Hong Kong.
Altamente politicizzato, il fatto che il cantonese sia - come la maggior parte delle lingue e dei dialetti cinesi - una lingua unicamente orale solleva la questione del suo status. Percepito dai suoi detrattori come una versione “storpiata” del mandarino, il cantonese è stato messo in un angolo per poter far emergere il cinese mandarino in modo più significativo.
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Quindi, sebbene sia ancora molto ben rappresentato nella provincia di Guangdong, a Hong Kong e a Macao - dove è una delle lingue ufficiali - il cantonese ha subito potentemente l'assalto dell'insegnamento mandarino nelle scuole.
Il cantonese si è però conservato ed è tuttora parlato dalle comunità cinesi della diaspora, sparse su tutto il globo.
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