Laureata in Biotecnologie propone ripetizioni ed aiuto compiti a Verona per studenti dalla scuola elementare alla scuola superiore

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• Da dove nasce la tua passione per la materia che insegni e per le lezioni private?

  La passione per ciò che insegno nasce sui banchi di scuola e si conferma all'università: la scienza è il linguaggio della vita, del mondo, e il suo fascino non fa che meravigliarmi. Chimica, biologia, genetica, matematica, fisica e chi più ne ha più ne metta, ogni disciplina ha qualcosa da insegnare riguardo il mondo che ci circonda e in cui viviamo. Dobbiamo essere curiosi!
  
  La passione per l'insegnamento, invece, si è sviluppata un po' più tardi, verso la fine delle superiori, e si è via via allargata dall'aiuto compiti per la scuola elementare al supporto per la preparazione ai test d'ingresso universitari. Aiutare chi ha difficoltà più o meno grandi, vedere i progressi nel tempo e infine i risultati dà una gioia che non si può spiegare.

• Quali sono le tematiche che preferisci trattare con gli allievi? E quali sono quelle che ti piacciono meno?

  Non ho tematiche preferite da trattare in particolare ma posso dire che preferisco affrontare quegli argomenti che richiedono di capire i concetti per poterli applicare in modo concreto. Mi piace poter interagire con lo studente durante la spiegazione, non solo enunciare regole e concetti statici. Di conseguenza, gli argomenti che mi piacciono meno sono quelli puramente mnemonici ma, si sa: quasi sempre sono fondamentali per poter affrontare gli altri più stimolanti e interattivi… senza alfabeto non possiamo certo scrivere libri! E con quest'ottica anche gli argomenti apparentemente noiosi diventano un'occasione per mettersi in gioco, consapevoli che stiamo mettendo le basi per poter procedere in modo sicuro.

• Quali sono i tuoi modelli o punti di riferimento? C'è stato un insegnante o un'opera in particolare ti hanno segnato e ispirato?

  Ci sono alcuni professori che mi hanno lasciato molto.
  
  C'è una professoressa di scienze che è stata ed è tuttora il mio modello per il lato empatico dell'insegnamento. Grazie a lei ho imparato che insegnare è prima di tutto un'attività a due vie: chi insegna impara a sua volta grazie ai propri studenti. Ho imparato, poi, che ogni studente va preso singolarmente, che ognuno ha caratteristiche di apprendimento diverse che vanno valorizzate in modo che si sviluppino al meglio e che bisogna sempre, in ogni momento, ascoltarsi a vicenda. L'insegnamento è una relazione insegnante-studente che deve basarsi su fiducia, empatia e comunicazione efficace. L'insegnante si mette a disposizione dello studente, si adatta alle sue necessità in modo da strutturare un percorso per raggiungere insieme gli obiettivi prefissati.
  
  Un professore di matematica, invece, è il mio modello per il pensiero che sta dietro l'insegnamento: il bravo insegnante è quello che, un domani, non sarà più necessario. Bisogna insegnare a fare da sé, rendere lo studente indipendente e capace di risolvere non solo i problemi che sta affrontando ora insieme all'insegnante ma anche quelli che gli si presenteranno in futuro. Per questo durante le lezioni punto molto sul ragionamento e sul capire perché si fa una cosa piuttosto che un'altra, come quel professore ha fatto con me. Può sembrare più difficile all'inizio, ma i risultati nel lungo periodo non hanno prezzo.

• Quali sono, secondo te, le qualità necessarie per essere un buon insegnante o un esperto nel tuo dominio?

  Penso che le qualità principali per essere un buon insegnante siano da un lato competenze sulla materia e dall'altro competenze umane, entrambe importanti in uguale misura. Bisogna avere una grande conoscenza di ciò che si vuole insegnare ma anche essere in grado di trasmettere queste conoscenze a chi si rivolge a noi per un aiuto. Ecco, allora, che entrano in gioco le competenze umane: ascolto, empatia, capacità di comunicazione, gentilezza, pazienza.
  
  Chi si rivolge a noi ha incontrato un ostacolo sul proprio percorso, a noi il compito non solo di aiutarlo a sorpassare tale ostacolo ma anche di dargli la sicurezza di poter superare i prossimi che si presenteranno.

• Raccontaci un aneddoto divertente o particolare relativo alla tua formazione o ad una esperienza di lezione!

  Ricordo un professore di inglese che, spesso, ci raccontava aneddoti divertenti della sua vita privata per spezzare un po' le lezioni. Quelle risate permettevano di allentare la tensione, di portare un po' di leggerezza prima di riprendere con la serietà e l'attenzione. Sono ricordi particolari perché mi fanno pensare e riflettere sul fatto che non possiamo prendere tutto, in ogni momento, con serietà: ogni tanto abbiamo bisogno di un momento di pausa per ricaricare le batterie e tornare completamente focalizzati.

• Rassicuraci, anche tu, come tutti noi, hai riscontrato qualche difficoltà a scuola.. ?

  È naturale! Le difficoltà ci sono per tutti, anche per gli insegnanti. L'importante è sfruttare la difficoltà come mezzo per migliorare: a volte la fatica eccessiva ci segnala che dovremmo cambiare metodo di studio, oppure le crisi in alcuni argomenti ci fanno capire che ci manca qualche tassello dei precedenti. È fondamentale non abbattersi mai. Prendiamoci una pausa per distrarre la mente e poi riproviamo, senza mai mollare.

• Quali sono le tue passioni, oltre alla materia che insegni?

  Ho varie passioni, ve ne racconto un paio.
  
  Una passione che c'è da sempre è quella per la cucina: mi piace la possibilità di usare un approccio scientifico seguendo alla lettera le ricette ma anche sperimentare cambiando dosi e ingredienti per ottenere piatti diversi.
  
  Recentemente, invece, è nata la mia passione per le piante: piante grasse, fiori, di tutto e di più. Mi piacciono la calma e il senso di connessione con la natura che provo quando mi prendo cura di loro che, giorno dopo giorno, crescono più forti. Con pazienza ma con tenacia, come si dovrebbe procedere nella vita.

• Cosa ti rende un grande Superprof (oltre al fatto di aver risposto a questa intervista :-P)?

  Credo che la caratteristica che più mi contraddistingue come insegnante sia l'empatia. Entrare in empatia con lo studente mi permette di capirne i bisogni e le necessità in modo da strutturare un percorso che sia il più possibile su misura per lo studente stesso.
  
  Un percorso in empatia basato sull'ascolto attivo dello studente mi permette di capire quando è meglio cambiare strategia o quando invece stanno arrivando i primi frutti, quando serve un aiuto maggiore o quando serve solo una rassicurazione.
  
  Questo tipo di approccio è fondamentale per costruire un percorso utile, efficace ed efficiente per raggiungere gli obiettivi stabiliti.