Per me le arti marziali non sono solo una disciplina corporea, ma riguardano la ricerca interiore.
Brandon Lee
Il mondo delle arti marziali e dei corsi arti marziali ti affascina? Sicuramente è estremamente vasto, ed è formato da mille sfumature e tradizioni che si sono intrecciate tra loro.
arti marziali
Si sono evolute nel corso tel tempo, racchiudendo al loro interno pratiche fisiche e spirituali, finalizzate sì alla difesa personale, ma anche al miglioramento del corpo e della mente.
Guardandole in superficie può infatti sembrare che si tratti solo di combattimenti, lotte, forza fisica, ma andando più in profondità si scopre che queste discipline sono spesso sorrette da principi filosofici e spirituali.
Chi le pratica può sviluppare forza, agilità, concentrazione, e allo stesso tempo esplorare valori fondamentali come il rispetto, la perseveranza e l'autocontrollo.
Karate, taekwondo, judo, kung fu, aikido... ogni branca ha la sua storia e i suoi principi fondanti. L'obiettivo di questo articolo è di scoprirle insieme per conoscerle meglio! Ecco intanto una tabella riassuntiva per mettere alcuni corsi arti marziali a confronto:
| Disciplina | Origine | Significato del nome | Tecniche principali | Stili di combattimento |
|---|---|---|---|---|
| Taekwondo | Corea | "La via del piede e del pugno" | Predominanza di calci alti, veloci e spettacolari | Movimenti circolari e calci rotanti |
| Karate | Giappone | "La via della mano vuota" | Bilanciamento tra pugni, calci e tecniche di mano | Movimenti diretti, potenti, e stabili |
| Kung Fu | Cina | ottenere una grande maestria attraverso un lavoro costante” | Ampia varietà di tecniche, inclusi pugni, calci, proiezioni e armi | Movimenti fluidi, spesso ispirati agli animali |
| Judo | Giappone | "La via della cedevolezza" | Proiezioni, prese e sottomissioni | Utilizzo della forza dell'avversario |
| Aikido | Giappone | "La via dell'armonia dello spirito" | Leve articolari, proiezioni e tecniche di controllo | Utilizzo dell'energia dell'avversario |
| Muay Thai | Thailandia | "Combattimento thailandese" | Colpi di gomito, ginocchio, pugni e calci | Combattimento in piedi con uso intensivo di gomiti e ginocchia |
| Krav Maga | Israele | "Combattimento a contatto" | Combattimento pratico e tecniche di autodifesa | Tecniche rapide ed efficaci |
Il Karate, tra le più importanti arti marziali giapponesi
Oggi il karate è molto praticato in Italia. Si è diffuso a partire dagli anni 60 nel nostro paese, ma la storia di questa disciplina è iniziata molto molto prima, ben lontano dall'Italia.

Dobbiamo andare indietro fino al XV secolo, il luogo di origine del karate è l'isola giapponese di Okinawa che a quel tempo era sotto il dominio della Cina che vietava l'utilizzo delle armi.
Questo portò all'introduzione di arti marziali cinesi, che si mescolarono con le tecniche di combattimento locali, conosciute come "te" (mano). Si svilupparono quindi diversi stili e pratiche di arti marziali che oggi conosciamo sotto il nome di karate. Uno dei padri fondatori di questa disciplina è Funakoshi che nel 1922 tenne una dimostrazione a Tokyo, suscitando grande interesse e portando alla formalizzazione del karate come arte marziale giapponese.
Negli anni successivi, il karate si diffuse a livello internazionale. Oggi è praticato in tutto il mondo, con numerosi stili e scuole che ne esaltano le diverse tecniche e filosofie. Dalla sua nascita come sistema di autodifesa a Okinawa, il karate si è evoluto in una disciplina globale, apprezzata sia per le sue qualità fisiche che per i suoi insegnamenti morali e spirituali.
La filosofia del karate
Il karate è anche un percorso di crescita personale: chi lo pratica lavora su come migliorare l'autocontrollo, impara il rispetto per gli altri e a controllare le proprie emozioni e reazioni. Infatti promuove la non-violenza e l'uso della forza solo come ultima risorsa. L'obiettivo è la difesa personale, non l'aggressione.
Tra i concetti chiave della filosofia del karate, troviamo i seguenti:
- Rispetto: verso se stessi, gli avversari e gli insegnanti. Questo principio si manifesta nel saluto (rei) all'inizio e alla fine di ogni lezione o combattimento.
- Disciplina: è richiesto un impegno costante e il rispetto delle regole. La disciplina aiuta i praticanti a sviluppare un forte senso di autocontrollo e responsabilità.
- Perseveranza: superare le difficoltà senza arrendersi è fondamentale, solo attraverso sforzi continui si può migliorare.
- Autocontrollo: cruciale sia nel combattimento che nella vita quotidiana. Il karateka insegna a mantenere la calma e a reagire con giudizio.
- Umiltà: riconoscere i propri limiti e continuare a migliorarsi è un altro aspetto importante della filosofia del karate. L'umiltà permette di apprendere continuamente e di rispettare gli altri.
- Miglioramento continuo: conosciuto come "kaizen" in giapponese, questo principio incoraggia i praticanti a cercare sempre di migliorare, sia nelle tecniche di karate che nel proprio carattere.
Le tecniche e gli stili pincipali del karate
Non esiste un solo stile di karate! Ci sono più varanti, ciascuna con le proprie tecniche. Tra gli stili più conosciuti emergono questi 4:
- Shotokan: enfatizza la disciplina, la perfezione tecnica e lo sviluppo del carattere attraverso l'allenamento rigoroso. Le tecniche sono potenti e dirette, le posizioni lunghe e basse per favorire la stabilità e la forza. I movimenti sono lineari con un'enfasi sullo sviluppo della massima potenza attraverso l'uso del corpo intero. I passi sono ampi e le posizioni profonde, i pugni distanti e i calci alti.
- Gōjū-ryū: si basa sull'idea di armonizzare la durezza e la morbidezza, sviluppando sia il corpo che la mente attraverso tecniche equilibrate. Combina movimenti circolari morbidi (Goju) con movimenti lineari duri (Ryu), ponendo enfasi sul controllo della respirazione.
- Wado-Ryu: si concentra sull'armonia e l'efficienza del movimento, promuovendo la pace interiore attraverso la pratica. Combina il karate con i principi del jujitsu, favorendo movimenti fluidi e adattabili.
- Shito-Ryu: comprende un vasto numero di kata, combinazioni di movimenti duri e morbidi, e una varietà di tecniche e strategie di combattimento. Viene posta grande enfasi sulla precisione e sulla correttezza dei movimenti. Unisce posizioni lunghe e stabili e usa movimenti circolari e diretti in otto direzioni.
Le tecniche possono essere suddivise prevalentemente in:
- tecniche di caduta
- tecniche di colpo
- tecniche di parata
- tecniche di calcio
- tecniche di percossa e a mano aperta
- tecniche di proiezione e di controllo
- tecniche di guardia
Ecco in questo video alcune tecniche di base:
Tra gli stili di arti marziali: il Takewondo
Per capire cos'è il taekwondo possiamo iniziare dal suo nome: tae significa «colpire con il piede», kwon «colpire con la mano» e do «arte, disciplina».
Per questo viene spesso soprannominata "l'arte dei pugni e dei calci". Gli atleti possono colpire l’avversario direttamente al tronco o al volto con il piede, o esclusivamente al tronco e al torace (non al viso), se si usa il pugno chiuso. Prevalentemente però i colpi vengono dati con i piedi.

Il taekwondo è originario della Corea antica, e si sviluppò durante il periodo dei Tre Regni (circa 57 a.C. - 668 d.C.).
I guerrieri coreani praticavano tecniche di combattimento come il Taekkyon e il Subak per l'autodifesa e l'addestramento militare. Queste tecniche furono particolarmente sviluppate dai giovani aristocratici di uno dei 3 regni, il regno di Silla, combinando abilità marziali con valori etici e morali.
Quando tra il 1910 e il 1945 la Corea fu occupata dal Giappone, la pratica delle arti marziali e di qualche corso arti marziali coreane venne limitata ma molti coreani ebbero l'opportunità di conoscere e frequentare corsi di arti marziali giapponesi come il karate e il judo. Dall'unione di queste discipline nacque il Taekwondo e, dopo la liberazione della Corea, diversi maestri di un corso arti marziali coreani promuovevano stili che integravano elementi delle due culture.
Nel 1955 queste scuole furono unificate sotto il termine Taekwondo da un gruppo di maestri guidati dal generale Choi Hong Hi. Negli anni 60, 70 il governo sudcoreano lo promosse come sport nazionale e nel 1973, nacque la World Taekwondo Federation, che contribuì a promuovere il Taekwondo come sport internazionale.
Oggi i principali tipi di Taekwondo sono regolati dal World Taekwondo (WT) e dall'International Taekwon-Do Federation (ITF).
Lo stile del World Taekwondo è quello presente nelle Olimpiadi, e si caratterizza per porre enfasi sui calci: le tecniche di calcio sono molto importanti e vengono eseguite ad alta velocità, con estrema precisione. Per allenarsi, le sequenze di movimenti (dette forme) vengono eseguite in autonomia, con un avversario immaginario, in modo da perfezionare la tecnica.
Se ti stai chiedendo quali sono le differenze con il karate, in questo video ce ne sono alcune. Guardalo prima di continuare il resto dell'articolo!
Il taekwondo nelle competizioni
Ma come si svolgono i combattimenti? Le regole stabilite dalla World Taekwondo (WT) sono mirate a garantire la sicurezza e lo spirito sportivo.
A seconda dello stile, delle federazioni e delle competizioni possono esserci delle differenze ma vi sono anche delle linee guida generali. L'area di combattimento è generalmente su un tappeto chiamato "mat" o "dojang" di 8x8 metri: qui gli atleti, supervisionati da arbitri e giudici, si battono indossando l'uniforme ufficiale (dobok) e alcune protezioni, tra cui casco, corazza, paratibie, parabraccia, guanti, paradenti e conchiglia.
Gli incontri sono solitamente divisi in 3 round di 2 minuti ciascuno, con 1 minuto di pausa tra uno e l'altro, ma la durata può variare in base alla competizione e alla categoria di età. Ogni round inizia con il comando dell'arbitro: “Shi-jak (inizio)”, e termina con il comando di “Keu-man (fine)”.
In linea di massima ecco come vengono assegnati i punteggi:
Calci al corpetto
Un calcio base al corpetto vale 1 punto, mentre un calcio girato o una tecnica più avanzata può valere due punti o più
Calci alla testa
Un calcio diretto alla testa vale 3 punti, mentre un calcio girato alla testa può valerne più di 3.
Pugni al corpetto
I pugni ben eseguiti e che colpiscono il corpetto valgono 1 punto
Ma oltre l'aspetto della lotta c'è anche quello della filosofia che riveste un ruolo centrale. Ecco i 5 principi sui quali si fonda:
- Cortesia: lo studente è incoraggiato a mostrare rispetto verso i compagni di allenamento, gli insegnanti e l'avversario. Per questo dovrà inchinarsi prima di entrare nel dojang (palestra).
- Integrità: è importante ammettere i propri errori e sforzarsi di migliorare continuamente, rispettare le regole e mantenere un comportamento etico.
- Perseveranza: fondamentale è perfezionare le proprie tecniche e raggiungere i propri obiettivi, superare le difficoltà e avere una mente positiva anche di fronte alle sfide e alle difficoltà.
- Autocontrollo: mantenere la calma quando si è sotto pressione evitando comportamenti impulsivi
- Spirito indomito: di fronte alle avversità bisogna mostrare coraggio e determinazione e non farsi abbattere.
Il Taekwondo ha alcune somiglianze con altri sport da combattimento come ad esempio il karate, ma anche con il kickboxing.
Principali discipline delle arti marziali: il Judo
Il Judo è un'arte marziale giapponese che combina elementi di sport, filosofia e tecnica per creare un sistema completo di difesa e sviluppo personale.
La parola “Ju-do ” è composta da due ideogrammi: “ju” significa flessibilità, cedevolezza, delicatezza, “do” si traduce con cammino o via, dunque la via della delicatezza/cedevolezza.
Questa arte marziale è nata in Giappone alla fine del XIX secolo. Possiamo ricollegare la sua nascita alla figura di Jigoro Kano (1860-1938), un giovane studente che entrò nel mondo delle arti marziali praticando il ju-jitsu per diversi anni, diventando anche maestro. Kano decise di creare un'arte marziale che fosse non solo efficace, ma anche sicura e applicabile come forma di educazione fisica e morale e che fosse meno rigida e dura del ju-jitsu.
Fu così che nel 1882, fondò il primo dojo di judo Kodokan, a Tokyo. Questa disciplina univa le tecniche del ju-jitsu (in particolare si ispira alle forme delle scuole Kito-ryu e Tenjin Shinyo-ryu) con principi filosofici e pedagogici moderni, ponendo grande enfasi sul controllo del corpo e della mente.

Oggi il Kodokan di Tokyo è un centro di eccellenza per lo studio e l'insegnamento del judo, e l'eredità di Jigoro Kano continua a vivere attraverso milioni di judoka in tutto il mondo.
Il judo è diventato sport olimpico per la prima volta nel 1964 ai Giochi di Tokyo, consolidando la sua posizione come una delle arti marziali più praticate a livello globale.
Da allora, atleti che vengono da tutto il mondo continuano a sfidarsi durante i Giochi Olimpici.
Kano introdusse due principi fondamentali che ancora adesso guidano alcuni stili del judo e che oltre a migliorare l'efficacia delle tecniche di combattimento, promuovono il rispetto reciproco e lo sviluppo personale:
- Seiryoku zenyo ovvero massimo effetto con minimo sforzo. Per ottenere sempre il meglio, le energie vanno impiegate nel modo giusto: bisogna sfruttare i movimenti e la forza dell'avversario impiegando la minima forza. Nella vita reale come nel combattimento.
- Jita kyoei ovvero mutua prosperità e benefici. Il judo allena a guardare sempre al benessere dell'altro. Attraverso la pratica con un compagno, entrambi migliorano e crescono insieme. Armonia e collaborazione sono fondamentali.
Le tecniche principali del judo
Per facilitare la comprensione, possiamo dire che le tecniche si suddividono in:
Tecniche di proiezione
Mirano a proiettare l'avversario a terra
Tecniche di controllo
Mirano a immobilizzare l'avversario a terra
Le tecniche di proiezione si suddividono ancora in:
- Te-waza (Tecniche di mano): utilizzano principalmente le mani per eseguire la proiezione. Esempi includono Ippon Seoi Nage (proiezione a una spalla) e Tai Otoshi (proiezione del corpo).
- Koshi-waza (Tecniche di anca): usano l'anca come punto di leva per proiettare l'avversario. Esempi includono O-goshi (grande proiezione con l'anca) e Harai-goshi (proiezione con spazzata dell'anca).
- Ashi-waza (Tecniche di piede/gamba): si basano su movimenti delle gambe per sbilanciare e proiettare l'avversario. Esempi includono De-ashi-barai (spazzata del piede avanzato) e O-soto-gari (grande falciata esterna).
Le tecniche di controllo comprendono:
- Osae-komi-waza (Tecniche di immobilizzazione): l'immobilizzazione dell'avversario avviene mantenendolo con la schiena a terra. Esempi includono Kesa-gatame (immobilizzazione a sciarpa) e Yoko-shiho-gatame (immobilizzazione laterale a quattro punti).
- Shime-waza (Tecniche di strangolamento): mirano a sottomettere l'avversario tramite strangolamenti. Esempi includono Hadaka-jime (strangolamento nudo) e Okuri-eri-jime (strangolamento con entrambi i revers).
- Kansetsu-waza (Tecniche di leva articolare): utilizzano leve per forzare le articolazioni dell'avversario, soprattutto il gomito. Esempi includono Ude-garami (leva al braccio) e Juji-gatame (leva a croce).
Qui puoi vedere la dimostrazione di alcune:
Kung Fu: arti marziali cinesi
Il Kung Fu è l'insieme delle arti marziali cinesi: lo puoi imparare nei corsi di arti marziali a milano. Abbraccia infatti una vasta gamma di stili e tecniche sviluppate nel corso dei secoli in Cina.
La sua origine secondo leggende e racconti è tuttavia legata ad un luogo molto spirituale e ben preciso della Cina: il tempio di Shaolin, che si trova nella provincia dell'Henan, sotto il Monte Song, una delle montagne più sacre della Cina.
La figura di un monaco buddhista conosciuto come Bodhidharma è stata cruciale per la nascita di questa disciplina. Si narra che arrivò nel tempio di Shaolin intorno al 527 d.C. e che, per migliorare la salute e la disciplina dei monaci che erano spesso deboli e malati a causa della mancanza di movimento fisico, introdusse una serie di esercizi fisici e pratiche meditative. Queste tecniche prendevano ispirazione dalle movenze degli animali e furono d'aiuto per difendersi dalle popolazioni esterne e dagli animali stessi.
Per arrivare ai tempi più recenti, possiamo affermare che è grazie ai film di Bruce Lee che il kung fu è ora conosciuto in tutto il mondo ed è diventato popolare in Occidente.
I diversi stili di kung fu
Come affermato prima, esiste una vastità di stili che possono suddividersi in interni ed esterni.

Gli stili interni si concentrano sull'energia interna, la meditazione e il controllo del respiro. Gli stili esterni si concentrano maggiormente sulla forza fisica, la velocità e la resistenza.
Ecco alcuni degli stili interni:
- Tai Chi Chuan (Taijiquan): caratterizzato dai movimenti lenti e fluidi, il Tai Chi è una sorta di meditazione in movimento. Combina esercizi fisici, respiratori e mentali per migliorare la salute e l'energia interna.
- Ba Gua Zhang (Baguazhang): movimenti circolari e tecniche di camminata lo contraddistinguono, questo stile enfatizza la flessibilità, l'agilità e l'energia interna.
- Xing Yi Quan (Xingyiquan): basato su movimenti lineari e potenti, il Xing Yi utilizza la mente per guidare l'energia interna attraverso il corpo, sviluppando forza e velocità.
Tra gli stili esterni invece:
- Shaolin Kung Fu: probabilmente il più famoso e lo stile di kung fu originale per eccellenza, è conosciuto per le sue tecniche di combattimento vigorose, le forme acrobatiche e l'allenamento fisico intensivo.
- Wing Chun: caratterizzato da movimenti rapidi e diretti, si concentra sull'efficacia nel combattimento ravvicinato, utilizzando la tecnica del "ponte" per controllare l'avversario.
- Hung Gar: basato su posizioni stabili e potenti, combina movimenti lenti e forti con tecniche di respirazione per sviluppare forza e resistenza.
- Choy Li Fut: combina tecniche di pugno e calcio con movimenti circolari e attacchi potenti. Efficace sia nel combattimento a lunga distanza che in quello ravvicinato.
Altre discipline delle arti marziali
Abbiamo dato uno sguardo ad alcune delle arti marziali più praticate ma ce ne sono ancora tantissime altre che meriterebbero di essere menzionate.
Ad esempio l'Aikido (un'arte marziale giapponese) è caratterizzata dalla non-resistenza: invece di opporsi direttamente alla forza di un attaccante, enfatizza il fatto di reindirizzare l'energia dell'attacco per neutralizzarlo. L'obiettivo è creare armonia piuttosto che conflitto, cercando di risolvere il confronto senza causare danni all'attaccante. Come quasi per tutte le arti marziali, fondamentale è il rispetto per il dojo (luogo di allenamento), per il sensei (istruttore) e per i compagni di allenamento è fondamentale.
Il principio di mushin (mente vuota) ha una grande rilevanza, e significa coltivare uno stato mentale libero da pensieri distrattivi, concentrato e reattivo, così come il principio di zanshin (consapevolezza totale) che consiste nel mantenere uno stato di allerta e consapevolezza dell'ambiente circostante.
Il Muay Thai, noto anche come boxe thailandese, è un'arte marziale e sport da combattimento originario della Thailandia come suggerisce il nome. È conosciuto come "l'arte delle otto armi" per l'uso combinato di pugni, gomitate, calci e ginocchiate.
Infatti le tecniche sono le seguenti:
- Pugni: tecniche di pugno simili a quelle della boxe occidentale
- Gomitate: utilizzo dei gomiti per colpi ravvicinati, efficaci e spesso decisivi.
- Calci: calci circolari alla coscia sono particolarmente caratteristici.
- Ginocchiate: utilizzo delle ginocchia in attacco, spesso nelle clinch.
- Clinch: tecniche di presa utilizzate per controllare l'avversario e aprire opportunità per colpi di ginocchio e gomito.
Potremmo ancora citare tantissime altre discipline, fai ancora un po' di ricerca e trova l'arte marziale che combacia maggiormente con il tuo carattere, i tuoi gusti e il tuo fisico. Ricorda che puoi affidarti ai nostri Superprof per le lezioni!











