Nella mitologia greca, un eroe (dal greco ἥρως, Héros) è una figura che si colloca tra l’uomo e la divinità, dotato di straordinarie qualità fisiche o morali. Gli eroi greci, come Eracle, Achille e Teseo, affrontano imprese sovrumane per aiutare gli uomini o per compiacere gli dei, spesso vivendo una vita segnata da grandi prove e onori postumi. Queste figure rappresentano ideali di coraggio, forza e lealtà, incarnando i valori fondamentali della cultura greca antica.

Pur non essendo immortali come gli dèi, hanno delle qualità straordinarie che possono mettere a frutto per il bene dell’umanità, ma anche grandi vizi che li condannano, proprio come gli uomini. Il loro essere semidivini, rende gli eroi greci simili a Gilgamesh, il semidio raccontato dal poema epico dei Sumeri nel 2100 a.c., ben prima dei poemi omerici.

Le gesta dei personaggi della mitologia greca vengono prima cantate e trasmesse oralmente poi, a partire dal VII sec. a.c., vengono messe per iscritto. Nascono così l’Iliade e l’Odissea, i due poemi epici attribuiti alla figura di Omero, e la Teogonia di Esiodo, poeta forse poco più giovane di Omero che si sofferma sugli dèi greci.

Nel corso della civiltà greca anche i filosofi, gli autori del teatro, gli storici continueranno a trasmettere le affascinanti storie di questi eroi greci che ancora oggi influenzano la cultura occidentale.

Iniziamo questo viaggio fantastico raccontando le storie dei principali eroi della mitologia greca, a partire dai grandi guerrieri raccontati nei poemi epici.

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Achille: il piè veloce

Achille è uno protagonisti indiscussi dei libri di mitologia greca, in particolar modo l’Iliade. Qui si narra un particolare fatto della guerra di Troia durata dieci anni: l’ira di Achille che, costretto a privarsi della sua schiava Briseide per colpa di Agamennone, va via dal campo di battaglia.

L’epiteto di Achille è il piè veloce.
Achille è forse il più grande eroe della mitologia greca.

I Greci iniziano a soffrire gravi perdite e Achille, supplicato di non abbandonarli, invia il suo amico Patroclo al suo posto. Questi viene ucciso dal valoroso principe troiano Ettore e l’ira di Achille, questa volta, si dirige proprio verso i Troiani. Achille ucciderà Ettore, ma verrà ucciso dal fratello di questi, Paride che, guidato da Apollo, gli lancia una freccia nel suo unico punto debole: il tallone.

Alcuni miti su Achille nati dopo l’Iliade dicono che il principe Acheo capo dei Mirmidoni, in Tessaglia, fosse figlio dell'eroe greco Peleo e della ninfa Teti. Per proteggere il figlio, la dea marina lo immerse nel fiume Stige, tenendolo per il tallone, unica parte che rimase mortale. Secondo altre leggende Achille combatté contro le guerriere Amazzoni e nell’Iliade gli Etiopi, alleati dei Troiani e guidati dal semidio Memnone.

Odisseo: l'ingegno di un eroe greco

Odisseo o Ulisse, come lo chiamano i Romani, è il re di Itaca, una piccola isola dell’Egeo. Questo eroe ha un ruolo importante nell’Iliade ed è il protagonista dell’Odissea, il poema sul ritorno nella terra natale.

Alla prestanza fisica di Achille, Odisseo unisce l’astuzia e le doti oratorie. Protetto dalla dea Atena, usa l’ingegno e l’inganno per entrare a Troia di notte, costruendo un cavallo che i Troiani scambiano per dono divino e che invece nasconde i soldati greci che così distruggono la città.

Durante il viaggio di ritorno a casa raccontato nell’Odissea, come si studia al corso di greco antico, acceca il ciclope Polifemo, attirandosi le ire del padre di questi, il dio del mare, Poseidone, uno dei principali dèi della mitologia greca. La curiosità e la ricerca di soluzioni a problemi concreti sono le doti che questo eroe usa per sopravvivere al mare e ai personaggi che incontra sulle sponde del Mediterraneo, dalle Sirene ai mostri Scilla e Cariddi della Sicilia, dalla maga Calipso a Ceuta a Circe nel Lazio.

Odisseo sa anche essere vendicativo contro i nemici, che siano Troiani o i Proci, i nobili che usurparono casa sua nei dieci anni che impiegò per il ritorno a Itaca.

Teseo: tra Arianna e il Minotauro

Teseo, re di Atene, è un eroe simbolo della sua città. Sua madre Etra era figlia di Piteo re di Trezene, mentre suo padre Egeo era il re di Atene. Il padre già sposato, concepì Teseo quando era in visita a Trezene e lasciò sotto un macigno una spada e un paio di sandali che il figlio avrebbe dovuto portargli come segno di riconoscimento. A 16 anni Teseo sollevò il macigno e si presentò dal padre che nel frattempo conviveva con Medea, maga originaria del Mar Nero.

 La storia dell’eroe greco Teseo è anche quella di Atene che si libera dal dominio cretese.
Teseo riuscì a sconfiggere il Minotauro e a uscire dal labirinto con l’aiuto di Arianna.

Aiutò il padre a sconfiggere i 50 cugini, i Pallantidi, figli dello zio Pallante, e partì in missione per liberare Atene dal tributo che doveva pagare a Creta, uccidendo il Minotauro, il toro a cui ogni anno venivano sacrificati sette giovani uomini e sette giovani donne ateniesi.

Grazie al filo di Arianna, la figlia del re di Creta, Minosse, Teseo si introdusse nel labirinto in cui i giovani dovevano essere sacrificati al Minotauro, lo uccise e riuscì a tornare ad Atene.

Si dimenticò tuttavia di issare le bandiere bianche per segnalare al padre Egeo che aveva compiuto la missione. Vedendo le bandiere nere, Egeo disperato si buttò nel mare che prese il suo nome.

Teseo regnò su Atene respingendo l’invasione delle Amazzoni, le donne guerriere arrivate dalla Tracia per liberare Antiope (o Ippolita), la regina rapita da Teseo con cui ebbe il figlio Ippolito. Antiope morì in battaglia e le Amazzoni tornarono in patria.

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Eracle: le dodici fatiche

Le lezioni di greco perugia ci parlano di Eracle, in latino Ercole: era figlio di Zeus e Alcmena, e ha ispirato serie TV e film sulla mitologia greca. Ancora prima della sua nascita fu osteggiato da Era, gelosa del tradimento del marito con la mortale Alcmena.

Crebbe a Tebe dove era in esilio l’uomo che gli fece da padre, Anfitrione eroe legato ad Argo. A Tebe si sposò con Megara, una delle figlie del re Creonte, ma per via di un inganno di Era impazzì e uccise tutti i figli nati da quel matrimonio.

Per espiare le proprie colpe si mise al servizio di Euristeo, il re di Argo e Micene e iniziò le sue dodici fatiche. Tra le più avventurose in giro per il Mediterraneo e l'Africa, ci fu l’uccisione del leone di Nema da cui prese la pelliccia, la sconfitta della regina delle Amazzoni, Ippolita, la sconfitta di Cerbero il cane a tre teste che sorveglia il regno dei morti, l’Ade.

Una volta riguadagnata la libertà, Eracle si risposò con Deianira ma dovette più volte espiare le proprie colpe con altre fatiche per via di uccisioni involontarie, fino a che non fu ucciso dalla veste avvelenata del sangue di un centauro offertagli dalla moglie gelosa.

Orfeo e l'amore per Euridice

Orfeo era un re poeta e musicista, figlio della Musa Calliope e del mortale Eagro, re della Tracia. Grazie alla bellezza della sua musica in grado di calmare e incantare tutti gli esseri viventi, incluse le piante, Orfeo partecipò alla spedizione degli Argonauti, i 50 guerrieri guidati da Giasone intenzionati a trovare il vello d’oro.

Il viaggio di Orfeo nell’Ade per riprendersi Euridice.
Neanche l’amore di Orfeo per Euridice può superare le leggi del regno dei morti.

La sua musica riuscì a battere quella delle Sirene incontrate anche da Ulisse. Si sposò con Euridice, una ninfa dei boschi che, per sfuggire all’insistenza di Aristeo che ne era innamorato, morì accidentalmente.

Orfeo andò nell’Ade per potersi ricongiungere alla sua amata riuscendo a convincere il dio degli inferi Ade e la sposa Persefone a lasciarla andare. L’unico modo per tornare tra i vivi era che Orfeo non si voltasse verso Euridice prima di aver raggiunto la fine del viaggio.

Orfeo non resistette e fu così che perse per sempre la sua amata Euridice.

Perseo e lo scudo di Medusa

Il mito di Perseo, approfondito al corso greco antico, giovane bellissimo figlio di Zeus e di Danae, principessa di Argo, è legato a una figura mitologica molto conosciuta: la Medusa la Gorgone mortale che pietrificava chi la guardava.

Abbandonato insieme alla madre dal nonno Acrisio, re di Argo, Perseo fu allevato da un pescatore sull’isola di Sèrifo guidata dal tiranno Polidette. Il giovane Perseo fu costretto a portare al dispotico re, la testa di una delle Gorgoni, creature mostruose con la testa piena di serpenti che abitavano a ovest prima dell’Ade.

Perseo fu aiutato da due divinità della mitologia greca: Ermes, che gli diede i suoi calzari alati, e Atena, che gli regalò il suo scudo lucido come uno specchio. Perseo riuscì a sconfiggere Medusa, che rimase pietrificata vedendo la propria immagine riflessa proprio nello scudo di Atena.

Durante il viaggio di ritorno da questa impresa, Perseo passò per l’Etiopia dove incontrò Andromeda, figlia del re legata per essere sacrificata a un mostro marino. L’eroe pietrificò il mostro marino con la testa di Medusa e fece lo stesso al suo ritorno a Sèrifo, sconfiggendo il tiranno Polidette.

Terminate queste imprese restituì i calzari a Ermes e lo scudo con la testa di Medusa a Minerva per tornare ad Argo. Qui per sbaglio uccise il nonno Acrisio e divenne re di Argo.

Giasone: Medea e il vello d'oro

Giasone fu allevato dal Centauro Chirone ma era figlio di Esone il re di Iolco in Tessaglia, spodestato dal fratello Pelia. Una volta cresciuto, Giasone andò a reclamare il trono, ma lo zio Pelia gli promise la fine dell'esilio se avesse conquistato il vello d’oro, un dono di Zeus custodito nella lontana Colchide, sul Mar Nero, alla corte del re Eeta.

Medea è uno dei personaggi più controversi della mitologia greca.
Insieme Giasone e Medea sconfiggono il drago e prendono il vello d’oro.

Per superare la prova, Giasone si fece costruire dal carpentiere Argo una nave gigantesca e convinse i 50 guerrieri più famosi a seguirlo, gli Argonauti. Tra questi c’erano anche Orfeo, Eracle, Peleo, il padre di Achille, e i Dioscuri Castore e Polluce (figli di Zeus e Leda, come la bellissima Elena).

Con l’aiuto della maga Medea, figlia di re Eeta, Giasone riuscì a strappare il vello d’oro a un drago e, con un viaggio avventuroso attraverso i fiumi europei (probabilmente il Danubio), tornò a Iolco.

Giasone e Medea furono cacciati dal regno dopo aver fatto uccidere Pelia con l'inganno dalle sue stesse figlie. Furono costretti a fuggire a Corinto dove Giasone si sposò con la figlia di re Creonte, Glauce, scatenando la vendetta di Medea che, secondo la versione del tragediografo Euripide del 431 a.c. , arrivò ad uccidere i propri figli avuti con Giasone e fuggì via su un carro guidato da draghi.

Secondo Seneca, furono i Corinzi a uccidere i figli di Medea, mai accettata perché straniera. Alla fine, Giasone tornò a Iolco e riconquistò il trono di suo padre con l’aiuto di alcuni Argonauti, mentre Medea, secondo alcune versioni, fuggì a Tebe dove sposò Egeo.

La storia degli Argonauti è stata scritta da Apollonio nel III sec. a.c.

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Catia Dos Santos

Traduttrice e scrittrice con una passione per le lingue