Della vasta produzione letteraria dell'antica Grecia è sopravvissuta solo una parte relativamente piccola. Nonostante questo, ciò che è a noi giunto ha avuto un’influenza impareggiabile in ambito artistico e letterario: fino alla metà del XIX secolo la maggior parte della letteratura del mondo occidentale è stata prodotta da scrittori che avevano una grande familiarità con la tradizione greca.
Senza dubbio uno degli ambiti in cui la letteratura greca classica ha mostrato il proprio volto più luminoso è la lirica: poeti come Alceo, Saffo e Archiloco e Anacreonte hanno composto alcuni tra i componimenti più belli del mondo antico, influenzando enormemente la poesia latina successiva.
In questo nostro breve corso di greco antico letteratura scopriremo dunque l’origine, lo sviluppo e i principali autori della lirica greca!
Le origini della lirica greca
I diversi tipi di poesia lirica greca hanno avuto origine nel periodo arcaico tra i poeti delle isole dell'Egeo e della Ionia, sulla costa dell'Asia Minore. Con l’espressione “lirica greca” si è infatti soliti intendere il corpus della produzione poetica scritta nei dialetti del greco antico.
Solitamente questa produzione viene datata dall'inizio del VII sino all'inizio del V secolo a.C., e quest’epoca è definita "Età lirica della Grecia". La produzione lirica, però, proseguì nei periodi ellenistico e imperiale.

La lirica è una delle tre grandi categorie della letteratura dell'antichità, insieme al teatro greco e all'epica (secondo lo schema delle "forme naturali della poesia" proposto da Goethe all'inizio del XIX secolo).
Dal punto di vista culturale la lirica greca è il prodotto dell'ambiente politico, sociale e intellettuale delle polis greche, le celebri "città-stato" dell’Antica Grecia.
Gran parte della lirica greca, come spiegato alle lezioni di greco perugia, potrebbe essere definita come “poesia occasionale”, composta per essere “cantata” pubblicamente o privatamente da un solista o da un coro al fine di celebrare occasioni particolari.
Il simposio (“banchetto, festa”) era il contesto privilegiato per poter cantare i propri versi, e consisteva in una festa/banchetto durante il quale venivano proposte anche delle poesie.
Le tipologie di componimento poetico della lirica
La poesia lirica veniva talvolta cantata con l'accompagnamento di uno strumento a corda (in particolare la lira o kithara) o di uno strumento a fiato (il più delle volte la canna ad ancia, chiamata aulos).

Qualunque fosse lo strumento di accompagnamento, l’espressione utilizzata per definire questi componimenti era poesia melica , dalla parola greca melos, “canzone”. La poesia lirica poteva essere anche recitata senza alcun accompagnamento musicale, e in questo caso veniva definita metrica.
Nell’attuale visione accademica della lirica greca si tende a includere poesie piuttosto brevi composte per scopi o circostanze simili che non necessariamente possono essere considerate come "testi di canzoni" in senso moderno, come le elegie e i giambi.
Gli stessi Greci non includevano elegie né giambo nella poesia melica, poiché erano caratterizzate da metri e strumenti musicali differenti.
Secondo i grecisti moderni e i professori del corso greco antico, l’aggettivo melico sarebbe dunque una definizione musicale, mentre elegia sarebbe una definizione metrica, mentre con il termine “giambo” ci si riferisce a un genere e alle sue caratteristiche tematiche. Il fatto che queste categorie siano “create a tavolino” e potenzialmente fuorvianti dovrebbe spingerci ad avvicinarci alla poesia lirica greca con una mente aperta, senza preconcetti su quale tipo di poesia stiamo leggendo.
I temi della poesia lirica
I poemi lirici greci presentavano una vasta gamma di tematiche, tra le quali le più frequenti erano senza dubbio le seguenti:
- celebrazione delle vittorie degli atleti
- commemorazione dei defunti
- esortazione dei soldati al valore in battaglia
- espressione della devozione religiosa sotto forma di inni, peana e ditirambi.
- le Parteneia, "canzoni delle fanciulle", cantate da cori di fanciulle durante le feste.
- espressione di sentimenti d'amore
Quest’ultima categoria, i canti d’amore, merita un approfondimento speciale. I poemi lirici solitamente erano incentrati sulla lode della persona amata o sull’espressione di una grande insoddisfazione rispetto ai propri desideri.
In questi casi i componimenti fanno riferimento a tradimenti o delusioni e l’autore solitamente incolpa l’amato per una rottura. In questo stato d’animo, la poesia d’amore talvolta sfocia in invettiva,ossia un vero e proprio attacco poetico volto a insultare o denigrare un nemico o avversario in amore.

I temi della lirica greca sono dunque piuttosto vari: politica, guerra, sport, denaro, giovinezza, tradimento, ebbrezza, vecchiaia, morte, il passato eroico, i racconti relativi agli dei e l'amore etero e omosessuale.
I poeti più celebri
I diversi tipi di poesia lirica greca hanno avuto origine nel periodo arcaico tra i poeti delle isole dell'Egeo e della Ionia, sulla costa dell'Asia Minore.
Si è soliti sostenere che nessun poeta dell'antica Grecia riuscì a entrare in un rapporto così stretto con il lettore come riuscirono a fare Archiloco, Alceo e Saffo nei loro componimenti. All'inizio del VI secolo Alceo e Saffo, componendo nel dialetto eolico di Lesbo, produssero poesia lirica soprattutto nei metri che portano il loro nome (l'alcaico e il saffico), che Orazio, il celebre poeta latino, adatterà poi alla poesia latina portandola a livelli eccelsi.
Archiloco
Archiloco di Paro, del VII secolo a.C., fu il primo poeta greco a impiegare le forme dell'elegia, in cui il verso epico si alternava a un verso più breve, e della poesia lirica personale.
La sua opera era molto apprezzata dagli antichi greci ma sopravvive purtroppo solo attraverso brevi frammenti. Le forme e gli schemi metrici da lui impiegati, come il distico elegiaco e una varietà di metri lirici, furono ripresi e utilizzati dai successivi poeti ionici. Ad Archiloco successe Anacreonte di Teo, nella Ionia, che, come Archiloco, compose le sue liriche in dialetto ionico.
La lirica corale, con accompagnamento musicale, apparteneva alla tradizione dorica e al suo dialetto, e i suoi poeti rappresentativi in quel periodo furono Alcmane a Sparta e Stesicoro in Sicilia.
Alceo
Una raccolta delle poesie di Alceo in dieci libri (ora perduti, purtroppo) fu realizzata dai letterati di Alessandria d'Egitto, nel II secolo a.C., e ciò gli permise di diventare il modello poetico preferito del poeta lirico romano Orazio (I secolo a.C.), che prese in prestito gli stilemi della poesia di Alceo adattandoli alla lingua latina, rendendoli immortali.
Purtroppo dell'opera di Alceo sono sopravvissuti solo frammenti e brevi citazioni, circolanti nel mondo letterario a partire dal Medioevo bizantino e giunti a noi nel mondo moderno.
Fortunatamente però i testi su papiro scoperti e pubblicati nel XX secolo hanno ampliato notevolmente la conoscenza della sua poesia, consentendo agli studiosi di valutare i suoi temi principali e le sue qualità di poeta.
Le poesie di Alceo possono essere classificate in quattro gruppi:
- inni in onore degli dei e degli eroi
- poesie d'amore
- canzoni da cantare quando si beve durante i banchetti
- poesie politiche
Molti frammenti riflettono l’incredibile e vigoroso coinvolgimento del poeta nella vita sociale e politica di Mitilene, mentre altri esprimono in modo piuttosto netto ed eloquente un mondo chiuso, impregnato di valori aristocratici e conservatorismo, in cui tuttavia realismo e idealismo coesistono, sebbene l’idealismo sia limitato dalle norme e dagli obiettivi della fazione politica del poeta.
Saffo
Saffo visse nel VI secolo a.C. nell’isola greca di Lesbo, e fu molto ammirata fin dall'antichità per la bellezza del suo stile di scrittura poetica.

Il suo fraseggio era conciso, diretto e pittoresco e i suoi temi erano estremamente personali, riguardanti principalmente la comunità religiosa ed educativa femminile che si era riunita sotto la sua guida. Il suo linguaggio conteneva elementi del linguaggio vernacolare e della tradizione poetica eolica, con tracce di quel vocabolario epico familiare ai lettori dei poemi di Omero.
Saffo ebbe la capacità, nei suoi componimenti, di stare in disparte e giudicare criticamente le proprie estasi e il proprio dolore, e le sue emozioni non perdono nulla della loro forza.
Si sostiene che le poesie di Saffo abbiano riempito nove rotoli di papiro nella Biblioteca di Alessandria, e che solamente il primo libro contenesse più di 1.300 versi! Purtroppo oggi solo una delle poesie di Saffo è sopravvissuta intatta nella sua interezza, insieme ad alcuni frammenti provenienti da altre fonti che a fatica riuscirebbero a riempire un libro.
Le leggende sulla figura - enigmatica eppur amatissima -di Saffo abbondano, molte delle quali si vengono tramandate da secoli. Si dice, ad esempio, che fosse stata sposata con un uomo ricco dell'isola di Andros. Molti studiosi tuttavia contestano questa affermazione, trovando in quelle fonti una prova dello scherno dei poeti comici successivi.
La maggior parte dei critici moderni considera anche una leggenda il fatto che Saffo si sia lanciata da una roccia in mare a causa del suo amore disperato e non corrisposto per Faone, un marinaio più giovane di lei.
Saffo ebbe almeno due fratelli, Larico e Carasso, e potrebbe averne avuto anche un terzo. È infatti giunto a noi un frammento della poetessa dedicato a Carasso.
Una delle sue poesie menziona inoltre una figlia di nome Cleis o Claïs. La tradizione secondo cui Saffo sarebbe fuggita dall'isola per poi recarsi in Sicilia potrebbe essere vera, sebbene possiamo certamente affermare che la donna abbia vissuto gran parte della sua vita nella città natale di Mitilene, a Lesbo.









