Chi ha vinto se stesso è un eroe molto più grande di chi ha sconfitto mille volte mille uomini.
Buddha
Le arti marziali consistono in un complesso sistema di tradizioni di combattimento codificate, le quali sono state praticate nel corso della storia come sistemi di difesa personale, come tecniche di combattimento in ambito marziale, come sistemi di allenamento corporeo o come puro intrattenimento.
Le grandi civiltà antiche hanno tutte elaborato pratiche e tecniche di lotta e di combattimento assai sofisticate, che in molti casi si sono evolute nelle arti marziali praticate oggi.
Siamo soliti associare le arti marziali al mondo culturale asiatico, dal quale effettivamente sono emerse le forme più celebri delle arti di combattimento come il il kung-fu, il karate o il kalaripayattu, ma non dobbiamo dimenticare che anche nel mondo del Mediterraneo e nelle Americhe sono state sviluppate tecniche di lotta e difesa molto importanti.
Scopriamo dunque le origini, la storia e lo sviluppo delle arti marziali nel mondo antico e i loro risvolti culturali, filosofici e spirituali.
Tecniche di combattimento nella preistoria e nel mondo antico
Le prime tracce di attività bellica umana risalgono al tardo Paleolitico e all'inizio del Neolitico.
Sono state infatti trovate tracce di tali attività nelle sepolture di massa emerse da numerosi scavi in Germania e in Sudan, mentre le opere d'arte più antiche raffiguranti scene di battaglia sono le pitture rupestri della Spagna orientale datate tra il 10.000 e il 6.000 a.C., le quali mostrano gruppi di persone che combattono con archi e frecce.
La lancia e l’arco sono stati utilizzati sin dal Paleolitico mentre le armi da taglio comparvero nel Neolitico: l'ascia di pietra fu infatti la prima arma da taglio di cui abbiamo traccia, e da essa si sono in seguito sviluppate diverse tipologie di armi a partire dall'età del Bronzo.
Scopriamo dunque le prime attestazioni artistiche e letterarie delle arti marziali nel mondo del Mediterraneo e nel Vicino Oriente.
Le antiche arti marziali in Egitto, Mesopotamia e Medio Oriente
La lotta corpo a corpo è molto probabilmente la forma di combattimento più antica al mondo: scene di lotta con la cintura sono presenti in opere d'arte della Mesopotamia e dell'Antico Egitto risalenti al 3000 a.C.
In Egitto si praticava inoltre il tahtib, una forma di lotta con il bastone che si è poi evoluta e conservata sino a oggi come forma di performance e di combattimento rituale accompagnato dalla musica. Le tracce più antiche dell’arte del tahtib sono state rinvenute su incisioni provenienti dal sito archeologico di Abusir risalente al periodo dell'Antico Regno. Su alcuni rilievi della Piramide di Sahure (2500 a.C.) sono presenti delle immagini molto accurate di ciò che sembra un addestramento militare basato sull’utilizzo dei bastoni.
Troviamo inoltre due interessanti riferimenti letterari nelle antiche letterature mesopotamiche e del vicino oriente circa le antiche forme di lotta:
- Nell’epopea di Gilgamesh, il grande capolavoro della letteratura sumera, l’eroe afferma la sua forza e la sua credibilità come leader dopo aver lottato con il rivale Enkidu: questo episodio e numerose testimonianze artistiche e letterarie dell'antica Mesopotamia mostrano dunque che la lotta corpo a corpo dovette essere un'attività piuttosto popolare.
- Nel libro della Genesi, il testo di apertura dell’Antico Testamento, troviamo un racconto piuttosto interessante. Nel testo sacro del popolo ebraico si narra di come il patriarca Giacobbe lotti contro un angelo, sconfiggendolo; l’angelo allora ribattezza Giacobbe con il nome “Israele”, ossia "lotta con Dio".
Le arti marziali in Grecia e a Roma
Nell’Antica Grecia la lotta era conosciuta con il nome di pále, ed era l’attività sportiva organizzata più popolare presso i greci: già nel 708 a.C. la lotta fu infatti aggiunta ai giochi olimpici. Le competizioni si svolgevano come tornei a eliminazione, fino a quando un lottatore non veniva incoronato vincitore. La lotta in Grecia era considerata la migliore espressione di forza tra tutte le competizioni ed era presente anche nella mitologia con il racconto di Eracle.
Un’altra arte marziale del mondo greco antico fu il pankration ("tutto il potere"), una forma di combattimento senza armi introdotto nei Giochi Olimpici nel 648 a.C. Il pankration combinava vari stili di combattimento e di pále. Gli atleti utilizzavano un insieme di tecniche di lotta e impiegavano calci, prese, leve e strangolamenti a terra: questa forma antica di lotta risulta dunque molto simile alle moderne arti marziali miste.
Nella mitologia greca l’invenzione del pankration è attribuito a Eracle e Teseo: quest’ultimo avrebbe infatti utilizzato quest’arte marziale per sconfiggere Cercione in un incontro di lotta, così come il minotauro nel labirinto. Anche il celebre Eracle è spesso raffigurato mentre sottomette il leone di Nemea o altri nemici e creature usando il pankration.
Durante il periodo imperiale, i romani adottarono pankration (in latino pancratium) nei loro giochi pubblici. In epoca repubblicana erano infatti sorti a Roma i celebri combattimenti dei gladiatori, combattenti armati che intrattenevano il pubblico con violenti scontri con altri gladiatori, animali e criminali condannati.
I gladiatori offrivano agli spettatori un esempio dell’etica marziale di Roma e, combattendo o morendo con onore, suscitavano stima e ammirazione presso il popolo.
I giochi dei gladiatori durarono quasi mille anni, raggiungendo il loro apice tra il I secolo a.C. e il II secolo d.C., per poi venire abbandonati con la conversione dell’impero al cristianesimo.
Le arti marziali in Asia: lotta e spiritualità
Le origini delle arti marziali asiatiche sono molto diverse e complesse, poiché le varie forme di combattimento hanno radici in varie regioni dell'Asia, anche molto distanti tra loro.
La caratteristica comune a tutte le arti marziali nate e fiorite in Estremo Oriente consiste nell'influenza del taoismo e del buddhismo Zen, che le distingue in modo marcato dalle innumerevoli tecniche presenti in tutte le culture del mondo antico e medievale.
Conoscere le origini culturali delle arti marziali è fondamentale per comprenderne il significato profondo e i risvolti filosofico-spirituali che le caratterizzano al di là della semplice esecuzione corporea delle mosse divenute celebri nella cultura di massa.
Antiche arti marziali del subcontinente indiano
In India troviamo un’attestazione della pratica delle arti marziali nella letteratura puranica, ossia i testi tradizionali della tradizione hindu: dhanurveda, "scienza del tiro con l'arco" è il termine più comune in questi testi antichi, in seguito applicato alle arti marziali indiane in generale. Tradizionalmente il dhanur-veda è considerato uno dei diciotto rami tradizionali della "conoscenza applicata", mentre yuddha kala è l’espressione con la quale si definiva l’ arte della guerra.
La più antica arte di combattimento a mani nude attestata nel subcontinente indiano è il malla-yuddha , “lotta di combattimento”, codificata in quattro forme già nel periodo vedico. Le leggende mitologiche hindu descrivono il dio Krishna impegnato in incontri di lotta nei quali impiega ginocchiate, pugni, tirate di capelli e prese con strangolamento.
Un’arte marziale piuttosto celebre a livello globale nata nel contesto del subcontinente indiano è il kalaripayattu, "pratica nelle arti del campo di battaglia", sviluppatasi nello stato del Kerala tra l’XI e XII secolo nell’ambito delle tecniche di combattimento marziale.
Le arti marziali indiane potrebbero essersi diffuse in Cina attraverso la trasmissione del Buddismo all'inizio del V o VI secolo dell'era volgare e potrebbero dunque aver influenzato il Kungfu Shaolin.
Le origini delle arti marziali in Cina
Le prime forme di arti marziali in Cina risalgono alla dinastia Zhou (1122-255 a.C.), durante la quale si svolgevano esibizioni di tiro con l'arco, scherma e lotta.
Le arti marziali cinesi, spesso chiamate con il termine generico di kung fu, sono tecniche molto diversificate di combattimento che si sono sviluppate nel corso dei secoli in Cina. Questi stili di combattimento sono spesso classificati in base a tratti comuni, identificati come “famiglie” di arti marziali.
Esempi di tali caratteristiche includono gli esercizi fisici (shaolinquan) che spesso consistono nell’imitazione delle movenze degli animali o gli innumerevoli metodi di allenamento ispirati alle filosofie, religioni e leggende dell'antica Cina.
Esistono inoltre due grandi distinzioni di stili di arte marziale cinese:
- gli stili di combattimento che si concentrano sulla manipolazione del qi (energia/soffio vitale), definiti come “interni”(nèijiāquán)
- gli stili di combattimento basati sul miglioramento della forma muscolare, definiti "esterni" (wàijiāquán)
Le basi delle arti marziali cinesi sono costituite da un allenamento caratterizzato da movimenti semplici eseguiti ripetutamente, stretching, meditazione, colpi, lanci e salti. Per praticare le arti marziali cinesi è dunque fondamentale sviluppare muscoli forti e flessibili e imparare a gestire il qi.
Meditazione: un’arma senza pari
Un aspetto molto interessante delle arti marziali cinesi e in generale dell’Estremo Oriente consiste nell’attenzione alla dimensione spirituale. Il primo monaco a diffondere il buddhismo in Cina fu Buddhabhadra, monaco itinerante indiano conosciuto come Batuo in cinese. I documenti storici suggeriscono che i primi discepoli cinesi di Batuo, Huiguang e Sengchou, possedevano eccezionali abilità marziali.
In molti corsi arti marziali cinesi, la meditazione è considerata una componente importante dell'allenamento di base. La meditazione può essere utilizzata per sviluppare la concentrazione e la chiarezza mentale.
Attraverso la meditazione, i praticanti e i maestri di arti marziali possono infatti imparare a:
- regolare il respiro
- rilassare il corpo
- entrare in uno stato di profonda concentrazione
- rimanere presenti nei movimenti e nelle tecniche
- migliorare la reattività e la coordinazione fisica
Le arti marziali cinesi hanno conosciuto un enorme diffusione a livello globale e a oggi, insieme alle arti marziali di matrice giapponese sono probabilmente le più note e praticate.
Le arti marziali: un fenomeno globale antico
Come abbiamo potuto scoprire in questo virtuale corso di arti marziali, nel mondo antico troviamo attestazione della pratica delle arti marziali in Europa, Africa, Asia e in innumerevoli culture sparse per il globo.
Le arti marziali sono infatti state praticate sin dagli albori dell’umanità, e le le origini sono da individuare nelle grandi civiltà del mondo che hanno lasciato traccia di sè attraverso l'arte e la letteratura. La loro storia è estremamente affascinante e complessa, profondamente legata e intrecciata alle necessità delle diverse civilità e ai loro convincimenti religiosi, sociali e culturali: le arti marziali infatti sono state al contempo una necessità di difesa e uno "spettacolo" attraverso il quale mostrare la propria forza e destrezza.
Ciò che è fondamentale ricordare è che spesso dietro alle discipline contemporanee praticate oggi da milioni di persone, frutto di una grande e complessa evoluzione, si celano filosofie, dottrine e culture millenarie, cui è importante dedicare la giusta attenzione, tributando a esse il rispetto dovuto.
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