Il carnevale in Italia è un periodo di grande festa e celebrazione, caratterizzato da grandi mangiate, bevute, feste, scherzi e travestimenti!

Nel periodo del carnevale si celebrano l’allegria e l’abbondanza che precedono le austerità, le limitazioni e le solennità della Quaresima. Per circa un mese prima del mercoledì delle Ceneri, infatti, in tutta Italia si festeggia il carnevale nei fine settimana con sfilate, maschere e fiumi di coriandoli.

Le origini di queste celebrazioni possono essere rintracciate nei culti pagani dell'antica Grecia e di Roma, nelle celebrazioni stagionali dedicate al dio Bacco e al dio Saturno, e alcuni ritengono che esse risalgano ad arcaiche cerimonie legate al passaggio dall’inverno alla primavera.

Nonostante le sue origini pagane, il carnevale è parte integrante delle feste popolari di molti paesi di cultura cattolica, come l’Italia, dove le celebrazioni culminano nel giorno di “martedì grasso”. Moltissime città italiane presentano celebrazioni uniche ed estremamente amate, come il carnevale di Viareggio, Ivrea o Venezia.

In questo articolo scopriremo dunque le origini storiche e culturali del carnevale e la sua importanza nella tradizione popolare italiana.

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Carnevale, le origini di un nome

La parola “carnevale”, seconda la teoria attualmente più accreditata, deriverebbe dall’espressione latina carnem levare, ossia "eliminare la carne": questa espressione farebbe ciò riferimento all’usanza di fare un pasto succulento (e che prevedesse laute porzioni di carne) in occasione del martedì grasso, subito prima del periodo di astinenza dal consumo della carne e dei numerosi digiuni previsti dalle prescrizioni quaresimali.

Le radico del carnevale risalgono all'antica Roma.
Quali sono le origini del carnevale?

Ma questa non è l’unica teoria relativa a questo nome: alcuni studiosi sostengono che la parola carnevale deriverebbe dal termine carnualia, ossia “giochi rurali", mentre altri invece ritengono che derivi dal’espressione latina locuzione carrus navalis, letteralmente “carro navale, ossia una nave trasportata sulle ruote, forse un richiamo all’usanza di portare in parata un carro a tema carnevalesco in occasione delle celebrazioni del periodo.

Ma quali sono le prime attestazioni della parola “carnevale”?

Troviamo questo termine nelle opere trecentesche del giullare Matazone da Caligano e nei testi di Giovanni Sercambi (XV secolo).

Le radici pagane del carnevale

Si è soliti far risalire la festa del carnevale ad antichi riti pagani risalenti al mondo classico, in particolar modo alle celebrazioni in onore del dio greco Dioniso e ai famosi saturnali di epoca romana.

Le radici pagane del carnevale.
Il carnevale ricorda da vicino i festeggiamenti dei saturnali romani.

Le celebrazioni dionisiache e saturnali prevedevano una sospensione temporanea dalle regole e degli obblighi sociali, basata su un “rovesciamento” dell’ordine gerarchico previsto dalla rigida organizzazione socio-funzionale del mondo greco-romano. Durante queste celebrazioni erano infatti consentiti comportamenti e atteggiamenti irriverenti e non convenzionali, scherzi e burle di ogni genere.

Storicamente il periodo dell’anno che coincide con il nostro carnevale ha rappresentato per millenni un importantissimo passaggio nell’anno solare, un tempo di caos e di rovesciamento necessari al rinnovamento e alla nascita di un nuovo ciclo annuale.

Nell’antica Mesopotamia, per esempio, intorno al periodo dell’equinozio di primavera, si celebrava una processione in occasione della vittoria del dio Marduk sulla dea primigenia Tiamat, con l’utilizzo di una nave con le ruote che attraversava la città fino a giungere al santuario. Durante la processione i partecipanti si lasciavano andare a danze sfrenate e a comportamenti irriverenti. In seno al culto della dea egizia Iside, invece, diffuso anche nei territori dell’Impero romano, si svolgevano processioni molto vivaci che prevedano danze, canti e travestimenti, molto simili alle sfilate di carnevale odierne.

Il significato simbolico delle celebrazioni carnevalesche

Proviamo allora a riassumere i significati simbolici che, secondo alcuni studiosi, rappresenterebbero il sostrato culturale e simbolico su cui si fonderanno le celebrazioni del carnevale nel mondo cristiano medievale.

Purificazione, rigenerazione e ritorno della luce

In generale gli studiosi ritengono che le celebrazioni di stampo carnevalesco presenti presso le popolazioni del Mediterraneo (e non solo) affondino le proprie radici in una necessità profonda di purificazione e di rigenerazione.

Per potersi dunque purificare e rigenerare collettivamente si ricorrerebbe a un sovvertimento dello status quo attraverso il rovesciamento delle gerarchie sociali e attraverso la messa in atto di comportamenti sfrenati e licenziosi, spesso di natura orgiastica, necessari per “rivivere” un tempo mitico caratterizzato dal caos primordiale, il quale precedette la creazione del mondo e dunque di un ordine costituito.

Distruggere e sovvertire per poter rinascere e per poter dare vita a un nuovo ordine, ecco il senso profondo dei riti e delle celebrazioni che precedettero il carnevale e dalle quali esso prese le mosse.

Le origini del carnevale affonderebbero inoltre le proprie radici in antichi riti di fertilità e nella celebrazione del passaggio dall’inverno alla primavera, dall’oscurità alla luce.

Il sovvertimento dei ruoli sociali

Da un punto di vista antropologico, il Carnevale è un rituale di inversione, in cui i ruoli sociali vengono invertiti e le norme sul comportamento desiderato vengono sospese: il re viene deposto, lo schiavo si comporta da padrone mentre il padrone deve prestare servizio ai suoi schiavi, etc.

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Il carnevale nel Medio Evo

Nel Medioevo ci si riferiva al carnevale come a quel al periodo successivo alla stagione dell'Epifania, che raggiungeva il suo culmine prima della mezzanotte del martedì grasso.

Quali sono le tradizioni medievali legate al carnevale?
Pieter Bruegel il Vecchio (1525-1569), Lotta tra Carnevale e la Quaresima

Molti storici, tra cui l’inglese John Bossy, ritengono che il carnevale sia nato nel medioevo europeo, senza alcuna influenza derivante dal folklore precristiano:

“Sebbene sia stato ampiamente supposto che [le celebrazioni carnevalesche] continuassero una sorta di culto precristiano, non c'è infatti alcuna prova che esistessero prima del XIII secolo."

Secondo lo storico, dunque, il carnevale rappresentava semplicemente un ultimo periodo di banchetti e di celebrazione prima dei rigori spirituali (e dei digiuni!) della Quaresima.

La quaresima è il periodo di quaranta giorni che conduce alla celebrazione della Pasqua. La quaresima nel Rito Romano inizia con il mercoledì delle ceneri, mentre nel Rito Ambrosiano inizia la domenica successiva. In quaresima le persone dovevano astenersi dal consumo della carne e praticare digiuni frequenti.

Durante il carnevale pertanto le persone potevano consumare in abbondanza la carne e i dolciumi tipici del tempo e dedicarsi gioiosamente a feste e celebrazioni prima dei rigori imposti dal periodo quaresimale.

Il cibo tra abbondanza e scarsità

Tradizionalmente, la festa di carnevale era inoltre l'ultima opportunità per la gente comune di mangiare bene e abbondantemente, anche perché di solito c'era una grande carenza di cibo alla fine dell'inverno quando le scorte di cibo iniziavano a terminare.

Alla fine dell’inverno- e dunque in concomitanza con il carnevale- tutte le rimanenze invernali di strutto, burro e carne venivano consumate, perché altrimenti avrebbero presto iniziato a deteriorarsi.

La carne del bestiame macellato (solitamente nel mese di novembre) non poteva essere conservata ulteriormente. Tutto il cibo “sopravvissuto” all'inverno doveva essere consumato per garantire che tutti fossero nutriti a sufficienza per sopravvivere agli ultimi rigori invernali, arrivando “sani” alla primavera, la quale avrebbe finalmente donato nuove fonti di cibo.

Carnevale: il piacere prima dell’austerità

Il carnevale nel Medioevo non durava solo pochi giorni, ma quasi tutto il periodo compreso tra Natale e l'inizio della Quaresima. In quei due mesi il popolo poteva dunque approfittare delle numerose festività per poter dare sfogo alle frustrazioni quotidiane. Tradizionalmente la festa rappresentava un momento ideale per abbandonarsi ai desideri sessuali, che avrebbero dovuto essere soppressi durante il successivo periodo di astensione dai piaceri del corpo.

Il ryuolo del cibo nel carnevale medievale.
I banchetti di carnevale diventarono centrali nel Medioevo.

Il periodo quaresimale del calendario liturgico, le sei settimane immediatamente precedenti la Pasqua, era storicamente caratterizzato dal digiuno, dallo studio e dallo svolgimento di pratiche devozionali e penitenziali, durante il quale non si potevano organizzare feste e banchetti ed erano scoraggiati comportamenti licenziosi.

La Chiesa cattolica tentò di osteggiare, frenare e ridimensionare gli eccessi del carnevale attraverso sinodi e concili, con risultati oggettivamente scarsi.

Vescovi e prelati si scagliarono contro l’usanza di travestirsi da animali o con indumenti del genere opposto -pratica considerata estremamente disdicevole!- e peccaminoso, che tuttavia perdurò, e che sopravvive fino a oggi.

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L’evoluzione del carnevale

Nel corso dei secoli la Chiesa cominciò a rendersi conto che il risultato desiderato non poteva essere raggiunto vietando le celebrazioni del carnevale, il che alla fine portò ad una certa cristianizzazione delle tradizioni.

Il carnevale fu in qualche modo istituzionalizzato, diventando parte del calendario liturgico. Nel corso del Medioevo carnevale e quaresima divennero in qualche modo due momenti necessari e inevitabili del ciclo dell'anno, folklorico, sociale e liturgico.

Nel corso dei secoli molte città si sono dotate di “maschere” tradizionali, i famosi personaggi caratteristici e tipici di ogni località d’Italia, andando ad arricchire una tradizione davvero ricca e semprein evoluzione.

Il carnevale oggi

Il carnevale oggi è un periodo di grandi festeggiamenti, amato soprattutto dai più piccoli, oggetto di lavori scolatici sin dalla prima infanzia e caratterizzato da festose e affollate celebrazioni pubbliche, con sfilate, feste di strada e balli in maschera.

Oggi il carnevale è una festa molto amata.
Fonte: comune.venezia.it

Oggi i costumi e maschere sono diventati estremamente curati ed elaborati, e consentono alle persone di mettere da parte la propria individualità quotidiana e giocare con il proprio aspetto, in modalità spesso grottesche e iperboliche.I travestimenti scelti dalle persone possono variare ampiamente, dalle maschere tradizionali italiane a fantasiose rivisitazioni di personaggi cinematografici!

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Il carnevale oggi continua a rappresentare un momento di grande convivialità e allegria collettiva, con un consumo (a volte eccessivo!) di alcool e di un’infinità di dolci e cibi tipici regionali che costituiscono uno degli aspetti più importanti e significativi di questo periodo così speciale nel folclore del nostro paese.

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Sandra

Educatrice, insegnante di meditazione, appassionata di storia, filosofia e di discipline spirituali.