Perché alcune persone si sentono a loro agio nel chiedere aiuto, mentre altre preferiscono cavarsela da sole? Perché c’è chi affronta i conflitti con calma e chi, invece, reagisce con chiusura o ansia?
Molte di queste differenze dipendono dal nostro stile di attaccamento — il modello interiore che guida il modo in cui ci avviciniamo agli altri e come reagiamo alla vicinanza emotiva.
La teoria dell’attaccamento, elaborata da John Bowlby e approfondita da Mary Ainsworth, mostra che le prime esperienze di accudimento influenzano profondamente il nostro modo di vivere i legami.
Secondo la psicologia, esistono quattro principali stili di attaccamento:
🟢 sicuro
🔵 evitante
🟡 ansioso-ambivalente
🔴 disorganizzato
Capire il proprio stile non serve per etichettarsi, ma per comprendere meglio le proprie reazioni e imparare a costruire relazioni più consapevoli.
Scopri il tuo stile di attaccamento rispondendo alle nostre domande:
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Quiz :Che cos’è lo stile di attaccamento
L’attaccamento non riguarda solo l’amore romantico: è la base su cui costruiamo tutti i legami significativi — con genitori, amici, partner o colleghi.
Lo stile di attaccamento è il modo in cui impariamo a percepire la sicurezza nelle relazioni. Se da bambini abbiamo sentito che qualcuno c’era per noi, da adulti sapremo chiedere aiuto e fidarci. Se invece il supporto è stato incostante o assente, potremmo sviluppare strategie di difesa emotiva.
Questo modello di fiducia – o di cautela – tende a ripetersi anche in età adulta, influenzando amicizie, legami familiari e rapporti di coppia.
I quattro stili di attaccamento
Ogni stile di attaccamento rappresenta una diversa modalità di vivere la vicinanza e la dipendenza emotiva. Nessuno di essi è “sbagliato”: sono adattamenti che, in origine, ci hanno aiutato a proteggerci e a sopravvivere emotivamente.

Durante l'infanzia si formano le connessioni neurali che determineranno il nostro principale stile di attaccamento.
Una persona può anche riprodurre diversi stili di attaccamento a seconda dei singoli rapporti, e in ogni caso il nostro stile di attaccamento non ci determina e può essere cambiato con la terapia se ci rende infelici.
Le persone con attaccamento sicuro vivono le relazioni con serenità e fiducia.
Sanno chiedere aiuto quando ne hanno bisogno e offrono sostegno senza timore di perdere la propria indipendenza.
Riconoscono il valore della connessione ma anche dell’autonomia, comunicano in modo chiaro e affrontano i conflitti con apertura. Si sentono degne d’amore e credono che gli altri, in generale, siano affidabili.
Questo equilibrio nasce da esperienze precoci di accudimento coerente, empatico e stabile, che insegnano che la vicinanza non è una minaccia, ma una risorsa.
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Questo stile si forma quando le figure di riferimento sono state incoerenti: a volte presenti e affettuose, altre volte distratte o imprevedibili. Il bambino impara così che per ottenere attenzione deve intensificare le proprie richieste, sviluppando una costante tensione emotiva.
Da adulto, chi ha uno stile ansioso-ambivalente tende a vivere le relazioni con passione ma anche con paura. Desidera la vicinanza, ma teme di non essere amato abbastanza. Ogni piccola distanza può sembrare un segnale di rifiuto, e il bisogno di conferme può diventare fonte di stress per entrambi i partner.
Queste persone amano profondamente e con dedizione: imparare a sentirsi sicuri anche senza un riconoscimento costante è la chiave per vivere legami più sereni.
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Lo stile evitante si sviluppa spesso in contesti in cui l’indipendenza è stata molto valorizzata o in cui l’espressione delle emozioni non era ben accolta.Per proteggersi da rifiuti o delusioni, queste persone imparano a contare solo su sé stesse e a limitare la dipendenza dagli altri.
Da adulte, tendono a minimizzare i propri bisogni affettivi e a mantenere il controllo, evitando di mostrarsi vulnerabili.
La vicinanza emotiva può generare disagio, spingendole a prendere le distanze o a chiudersi nel silenzio.
Dietro questa apparente autosufficienza c’è spesso la paura di essere feriti.
Aprirsi gradualmente e imparare a fidarsi può trasformare la distanza in un legame autentico e reciproco.
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Lo stile disorganizzato nasce in situazioni in cui la figura di accudimento è stata, al tempo stesso, fonte di amore e di paura. Il bambino sperimenta un conflitto: desidera la vicinanza, ma la teme. Questo paradosso lascia una traccia duratura nel modo di vivere i legami.
Da adulto, chi presenta questo stile alterna momenti di forte desiderio di intimità a periodi di chiusura e fuga emotiva. Le emozioni possono essere intense e contraddittorie: la persona cerca protezione ma, allo stesso tempo, teme di perderla.
Dietro la confusione c’è spesso una profonda ferita affettiva, che può essere elaborata con il tempo, la consapevolezza e relazioni sicure.
Riconoscere questa ambivalenza è il primo passo per costruire fiducia e stabilità.
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Come riconoscere e trasformare il proprio stile
Prendere coscienza del proprio stile di attaccamento non significa definirsi per sempre, ma accedere a una maggiore libertà emotiva. Capire i propri schemi relazionali aiuta a scegliere risposte più consapevoli invece di agire per automatismi.
1. Coltivare la consapevolezza emotiva 🧠💗
Osservare come reagiamo davanti alla vulnerabilità è il primo passo.
Chiedersi “Cosa sto davvero provando?” o “Sto reagendo al presente o a qualcosa del passato?” aiuta a dare un nome alle emozioni.
La consapevolezza permette di interrompere schemi automatici e di costruire nuove abitudini relazionali.
2. Costruire relazioni sicure 🤝💝
Le relazioni empatiche e coerenti hanno un forte potere trasformativo.
Stare accanto a persone affidabili, che ascoltano senza giudicare, ci insegna che la vicinanza può essere sicura.

Con il tempo, queste esperienze positive riorganizzano le nostre aspettative emotive, favorendo un attaccamento più stabile.
3. Allenare l’autonomia affettiva 💪💖
Essere indipendenti non significa negare il bisogno degli altri, ma saper stare in equilibrio tra vicinanza e libertà. L’autonomia sana nasce dalla sicurezza interiore: sapere che, anche se l’altro si allontana, noi restiamo interi.
Le neuroscienze hanno dimostrato che il cervello conserva per tutta la vita la capacità di cambiare.
Questo significa che gli stili di attaccamento non sono immutabili: possono evolversi grazie alla consapevolezza, all’introspezione e alle esperienze relazionali positive.
Ogni nuovo legame sicuro contribuisce a costruire una percezione più stabile di sé e del mondo.









