Chi dunque assume il governo delle anime si fa servo dei servi di Dio.
Gregorio Magno, Regula Pastoralis
Nel momento in cui la sede papale diventa vacante, l’intera macchina della Chiesa cattolica si attiva per dare inizio a una delle procedure più solenni, ritualizzate e osservate del mondo: l’elezione del nuovo Papa. Da secoli, questo avviene attraverso il conclave, una riunione a porte chiuse in cui i cardinali elettori votano per designare il successore di Pietro.
Ma come funziona davvero questo processo? Quanti cardinali partecipano? Quali fasi lo scandiscono? E come si arriva all’annuncio che milioni di persone attendono con trepidazione: Habemus Papam? Ecco riassunte le varie vasi che portano alla proclamazione del nuovo pontefice:
Fase 1
Sede Vacante
Il conclave inizia solo quando la sede apostolica diventa ufficialmente vacante, ovvero dopo la morte o le dimissioni del Papa. In questo momento, il Camerlengo della Chiesa certifica la vacanza del trono pontificio e assume la gestione degli affari ordinari. Tutti gli altri capi dicastero decadono. La Chiesa entra in una fase di attesa e preparazione in cui il governo centrale è sospeso, tranne per le funzioni essenziali.
Fase 2
Congregazioni generali
Nei giorni successivi si svolgono le congregazioni generali, riunioni a cui partecipano tutti i cardinali (non solo gli elettori). In queste assemblee si discute la situazione attuale della Chiesa, si valutano i profili dei possibili candidati e si definisce la data di apertura del conclave. I cardinali elettori, ovvero quelli che non hanno compiuto 80 anni, vengono alloggiati nella residenza di Casa Santa Marta all'interno del Vaticano. Da questo momento si preparano a entrare in clausura.
Fase 3
Ingresso nel Conclave
Il giorno fissato, i cardinali si recano in processione verso la Cappella Sistina, cantando l'inno "Veni Creator Spiritus" per invocare lo Spirito Santo. Una volta all’interno, viene pronunciata la formula solenne "Extra omnes!", che impone l’uscita di tutti i non autorizzati e sancisce l’inizio della clausura. Da quel momento, i cardinali non possono più comunicare con l’esterno: la clausura è totale e sorvegliata con rigore. La Cappella Sistina viene bonificata da ogni possibile strumento di comunicazione o intercettazione.
Fase 4
Le votazioni
Il primo scrutinio può avvenire già nel pomeriggio dello stesso giorno. Nei giorni seguenti si tengono fino a quattro votazioni quotidiane, due al mattino e due al pomeriggio. Ogni cardinale scrive il nome del candidato su una scheda, che viene piegata, contata e letta da tre cardinali scrutatori. Per essere eletto Papa, un candidato deve ottenere i due terzi dei voti. Dopo ogni votazione, le schede vengono bruciate in una stufa, generando il famoso fumo che segnala l’esito: nero se nessuno è stato eletto, bianco se è stato raggiunto il quorum.
Fase 5
Accettazione e nome pontificale
Quando un candidato raggiunge la maggioranza richiesta, gli viene posta la domanda formale: “Accetti l’elezione canonica a Sommo Pontefice fatta su di te?”. Se accetta, viene poi invitato a scegliere il nome con cui sarà conosciuto come Papa. Il nuovo eletto viene vestito con la tradizionale veste bianca e trascorre qualche minuto nella cosiddetta Stanza delle Lacrime, un piccolo ambiente privato dove raccogliersi prima di mostrarsi al mondo.
Fase 6
Proclamazione e benedizione
A elezione avvenuta, il cardinale protodiacono si affaccia dalla Loggia delle Benedizioni della Basilica di San Pietro per annunciare al mondo: “Habemus Papam!”. Qualche istante dopo, il nuovo Papa si presenta pubblicamente per la prima volta e impartisce la benedizione "Urbi et Orbi", segno dell’inizio ufficiale del suo pontificato.
In questo articolo, spiegheremo passo dopo passo e più nel dettaglio la procedura di elezione del Papa, dal momento della morte o dimissione del pontefice uscente fino alla proclamazione ufficiale dalla loggia della Basilica di San Pietro.
La sede vacante: cosa succede quando un Papa muore (o si dimette)
Il processo di elezione del Papa non può iniziare fino a quando la sede apostolica è ufficialmente vacante. Questo può accadere in due modi:
- Per morte del pontefice, certificata dal Camerlengo (il cardinale che amministra la sede vacante)
- Per dimissioni, come nel caso di Benedetto XVI nel 2013
Una volta dichiarata la sede vacante, si attiva un periodo transitorio detto “interregno”, durante il quale:
- Tutti i capi dicastero decadono;
- Gli affari ordinari sono gestiti dalle congregazioni generali dei cardinali;
- Nessuna decisione di governo può essere presa.

Il collegio cardinalizio si riunisce in assemblee preparatorie (congregazioni), durante le quali si discute la situazione della Chiesa, si valutano profili e si pianifica l’avvio del conclave.
L’ingresso nel conclave: clausura, giuramenti e cappella Sistina
La data del conclave viene fissata tra il 15° e il 20° giorno dalla vacanza della sede. Il giorno stabilito, i cardinali partecipano alla Messa “Pro Eligendo Papa” nella Basilica di San Pietro, presieduta dal Decano del Collegio Cardinalizio.
Successivamente, i cardinali elettori (quelli con meno di 80 anni) si trasferiscono in Casa Santa Marta, una residenza all’interno del Vaticano appositamente dedicata al conclave. Da lì, in processione solenne, si dirigono verso la Cappella Sistina, intonando il tradizionale Veni Creator Spiritus, invocando l’ispirazione divina.
Possono votare nel conclave solo i cardinali della Chiesa cattolica che, al momento della morte o delle dimissioni del Papa, non abbiano ancora compiuto 80 anni. Il loro numero è stabilito in un massimo di 120 elettori. Per prassi, tutti i cardinali elettori sono anche vescovi, ma non è un requisito strettamente obbligatorio secondo il diritto canonico. La capacità di voto deriva infatti dalla dignità cardinalizia, non dall’ordinazione episcopale. Gli elettori devono essere presenti fisicamente in Vaticano e liberi da impedimenti gravi per partecipare validamente alle votazioni.
Una volta entrati nella cappella, ha luogo uno dei momenti più solenni: il Maestro delle cerimonie esclama “Extra omnes!” e le porte vengono chiuse. I cardinali restano completamente isolati dal mondo esterno per tutta la durata del conclave. Questo rito vanta una storia molto antica: risale infatti addirittura al XII secolo.
Clausura e segretezza
- È vietato portare dispositivi elettronici, appunti o materiale di comunicazione;
- L’area viene schermata e bonificata per impedire intercettazioni;
- I cardinali giurano solennemente di mantenere il segreto assoluto su quanto accade all’interno.
In caso di malattia, un cardinale può essere assistito da un infermiere scelto dalla commissione cardinalizia, anch’egli vincolato dal giuramento di segretezza.
Le votazioni: maggioranze, schede e fumate
Una volta iniziato il conclave, si procede alla prima votazione già nel pomeriggio dello stesso giorno o al massimo il mattino successivo. Le votazioni avvengono fino a quattro volte al giorno: due al mattino e due al pomeriggio, scandite da momenti di riflessione e preghiera.
Modalità di voto
Ogni cardinale riceve una scheda su cui scrive in latino il nome del candidato prescelto, mantenendo il massimo riserbo. Le schede vengono piegate e depositate in un'urna d’argento posta al centro della Cappella Sistina.

Tre cardinali — scrutatori — si occupano di:
- Contare le schede
- Leggere ad alta voce i nomi scritti
- Verificare la validità del voto
- Annotare e sigillare i risultati
Il tutto avviene sotto la supervisione di tre revisori e con l’aiuto di tre infirmarii, incaricati di raccogliere il voto dei cardinali eventualmente malati nella residenza. Approfondisci l'argomento con le nostre lezioni di storia!
Il quorum
Per essere eletto Papa, il candidato deve ottenere una maggioranza qualificata di due terzi. Con 120 elettori, ciò significa almeno 80 voti. Se nessun candidato raggiunge tale soglia, si procede con altri scrutini.
Solo dopo numerosi turni senza esito — e solo in circostanze speciali — può essere prevista una modifica al quorum, ma ciò richiede l’approvazione unanime dei cardinali e il rispetto delle norme vigenti.
La fumata
Dopo ogni scrutinio, le schede vengono bruciate in una stufa. A questa si affianca un secondo bruciatore con additivi chimici, che servono a colorare il fumo:
Non si è giunti a un accordo e nessun Papa è stato eletto.
È stato raggiunto il quorum e c’è un nuovo Papa.
In media, gli ultimi conclavi hanno avuto una durata di 3 giorni prima che si arrivasse all'elezione del nuovo pontefice.

Cosa succede quando viene raggiunta una maggioranza e un candidato viene eletto? Continua a leggere per scoprire la procedura passo per passo o segui le nostre lezioni di storia!
Dalla proclamazione all’Habemus Papam: il rito dell’annuncio
Continuiamo la nostra lezione storia: quando un candidato raggiunge la maggioranza richiesta e accetta l’elezione, il cardinale Decano gli rivolge la storica domanda:
“Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?”
Alla risposta affermativa, segue:
“Con quale nome vuoi essere chiamato?”
A quel punto, il neoeletto viene accompagnato nella Stanza delle Lacrime, dove indossa per la prima volta la soutane bianca da Papa. La stanza prende il nome dal momento di commozione e solitudine che molti neoeletti vivono di fronte all’immensità della responsabilità ricevuta.

Subito dopo, si affaccia dalla Loggia delle Benedizioni della Basilica di San Pietro. Il cardinale protodiacono annuncia:
“Annuntio vobis gaudium magnum: Habemus Papam!”
Viene pronunciato il nome civile e il nome pontificale del nuovo Papa. Qualche minuto dopo, il pontefice si presenta ai fedeli, pronuncia la prima benedizione “Urbi et Orbi” e dà inizio ufficialmente al suo pontificato.
Il primo Papa a pronunciare la benedizione in italiano è stato Giovanni Paolo II, nel 1978, rompendo la tradizione del latino per salutare il popolo nella lingua del Paese ospitante.
Il latino è comunque molto presente durante la cerimonia: non è solo la lingua liturgica, ma il codice che scandisce i passaggi più solenni e irrevocabili. Ecco alcune delle espressioni chiave che definiscono questo rito unico:
- «Habemus Papam!» – “Abbiamo un Papa!”: l’annuncio atteso da milioni di fedeli in tutto il mondo, proclamato dal balcone centrale della Basilica di San Pietro.
- «Extra omnes!» – “Fuori tutti!”: è l’ordine che segna l’inizio della clausura. Viene pronunciato dal Maestro delle Celebrazioni Pontificie per far uscire ogni estraneo dalla Cappella Sistina. Il conclave ha inizio.
- «Veni, Creator Spiritus» – “Vieni, Spirito Creatore”: è l’inno con cui i cardinali invocano lo Spirito Santo prima di iniziare le votazioni, chiedendo luce e discernimento.
- «Eligo in Summum Pontificem...» – “Io eleggo come Sommo Pontefice...”: è la formula scritta dai cardinali sulle schede durante il voto segreto.
- «Acceptasne electionem de te canonice factam in Summum Pontificem?» – “Accetti l’elezione canonica a Sommo Pontefice fatta su di te?”: è la domanda formale che viene rivolta al cardinale eletto, subito dopo aver raggiunto il quorum necessario.
- «Quo nomine vis vocari?» – “Con quale nome vuoi essere chiamato?”: domanda successiva, con cui si apre ufficialmente il nuovo pontificato.
In linea generale, sì: un Papa può scegliere liberamente il proprio nome al momento dell’elezione. Non ci sono regole formali o obblighi canonici che lo vincolino a nomi specifici o a una lista prestabilita. Tuttavia, ci sono alcune consuetudini non scritte che influenzano la scelta:
Tradizione: I Papi tendono a scegliere nomi già usati da predecessori che ammirano o vogliono evocare (es. Giovanni Paolo I e II, Benedetto XVI, Francesco).
Significato simbolico: Il nome può indicare il programma o lo spirito con cui intendono guidare la Chiesa (es. “Francesco” in riferimento a san Francesco d’Assisi).
Sobrietà: Nomi troppo inusuali, mitologici o estranei alla tradizione cristiana sono di fatto evitati.
Detto questo, nulla vieta teoricamente a un Papa di scegliere un nome mai usato prima — come ha fatto Giovanni Paolo I nel 1978 — o di coniarne uno nuovo del tutto.
L’elezione del Papa è uno dei processi più solenni e complessi della vita della Chiesa cattolica. Dietro la ritualità millenaria del conclave si cela un equilibrio sottile tra discernimento spirituale, responsabilità storica e dimensione umana. Ogni gesto — dalla clausura al voto, dalla fumata alla proclamazione — è parte di una liturgia che unisce passato e presente, dogma e dialogo, silenzio e voce. Approfondisci con le lezioni di storia on line di Superprof!
Comprendere come si elegge il Papa significa avvicinarsi alla struttura stessa della Chiesa, ma anche al cuore della sua identità spirituale. E forse, nel mondo della velocità e delle notizie istantanee, il conclave resta uno degli ultimi luoghi dove la decisione si prende in ascolto, nella lentezza, nel mistero della scelta.









