Il 25 novembre si celebra la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Questa giornata è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1999 con l'intento di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla violenza di genere e promuovere l'uguaglianza tra donne e uomini.
La scelta di questa data è simbolica: il 25 novembre ricorda il brutale assassinio delle tre sorelle Mirabal, attiviste politiche dominicane, avvenuto nel 1960. Le sorelle, conosciute come le Mariposas, erano impegnate contro la dittatura di Rafael Trujillo nella Repubblica Dominicana e furono uccise su ordine del regime. La loro morte divenne un simbolo della resistenza alla violenza e alle discriminazioni di genere.
La Manifestazione 25 novembre vuole quindi essere un'occasione per riflettere sul fenomeno della violenza contro le donne, che include abusi fisici, psicologici, sessuali, ma anche discriminazioni, molestie e tutte le forme di oppressione basate sul genere.
In molte parti del mondo, in questa data si svolgono eventi, manifestazioni e attività di sensibilizzazione per porre fine alla violenza e promuovere una cultura di rispetto e parità tra i sessi.
In questo articolo scopriremo insieme:
- l'importanza dell'educazione per combattere la violenza di genere,
- il linguaggio come strumento di cambiamento,
- il fenomeno della violenza digitale,
- consigli e risorse utili per donne vittime di violenza.
Violenza sulle donne: la situazione italiana
Secondo i dati più recenti (fino al 2023) in Italia, il fenomeno dei femminicidi continua a essere una grave emergenza sociale.
donne uccise, la maggior parte delle quali in contesti familiari o da parte di partner o ex-partner.
Questi dati riflettono una continua diffusione del fenomeno, con un aumento dei femminicidi 2024 legati a dinamiche di violenza domestica.
Sfortunatamente, i numeri non sono solo una questione statistica, ma evidenziano un problema di cultura della violenza di genere che persiste. Anche se sono stati fatti progressi legislativi e di sensibilizzazione (come la legge contro il revenge porn e il Piano Nazionale contro la Violenza sulle Donne), la lotta contro i femminicidi richiede ancora impegno su più fronti: prevenzione, educazione, supporto alle vittime e un rafforzamento delle misure di protezione.
Un altro dato importante è che, secondo il Centro Nazionale di Documentazione e Analisi per l'Infanzia e l'Adolescenza, più di 1 donna su 3 in Italia ha subito almeno una forma di violenza fisica o psicologica nel corso della propria vita. La maggior parte delle vittime di femminicidio (oltre il 90%) sono di nazionalità italiana.
Stop alla violenza sulle donne: il ruolo della formazione
L'educazione gioca un ruolo fondamentale nel cambiare le mentalità, le norme sociali e i comportamenti che perpetuano la violenza. In particolare, la formazione sulla parità di genere, sui diritti umani e sul rispetto reciproco può iniziare fin dalla giovane età, influenzando profondamente le generazioni future.

Molto si può fare a livello di famiglia ma anche di scuola. Prevenire la violenza di genere attraverso l'educazione è fondamentale; a questo proposito, esistono numerosi esempi di programmi scolastici e progetti educativi che hanno avuto un impatto positivo nella prevenzione della violenza di genere. Un esempio di successo è il progetto “Respect” che si è diffuso in molte scuole europee. Questo programma si concentra sul sensibilizzare gli studenti al concetto di relazioni rispettose, affrontando tematiche legate al consenso, all’uguaglianza e alla gestione non violenta dei conflitti. In alcune scuole, i ragazzi partecipano a workshop interattivi, giochi di ruolo e discussioni guidate in cui esplorano scenari reali di conflitto, imparando come riconoscere segni di violenza e come reagire.
Anche educatori e tutor hanno una responsabilità enorme nel trasmettere messaggi positivi riguardo la parità di genere. Sebbene il programma scolastico fornisca una base, è l’atteggiamento degli insegnanti e il loro approccio alle dinamiche di classe che possono fare la differenza nella formazione dei giovani.
È dunque utile organizzare sessioni di formazione per educatori, che li aiutino a riconoscere segni di violenza e a sapere come intervenire adeguatamente per evitare che degenerino.
Violenza domestica: le parole contano
Forse non diamo abbastanza peso alle parole, ma il linguaggio può svolgere un ruolo centrale nel perpetuare o contrastare la violenza di genere.

Parole e frasi possono non solo riflettere, ma anche rinforzare le disuguaglianze di potere tra uomini e donne, alimentando stereotipi e pregiudizi che giustificano la violenza. Tuttavia, il linguaggio ha anche il potenziale di costruire una cultura di rispetto, promuovendo l'uguaglianza e cambiando la percezione della violenza di genere.
Le parole pesano!
Nel corso degli anni, il linguaggio ha iniziato a evolversi in direzione di una maggiore inclusività e rispetto per la parità di genere. Questo cambiamento è il risultato di un movimento globale per i diritti delle donne e contro la violenza di genere, che ha messo in luce l’importanza della lingua nella formazione delle percezioni sociali. Ad esempio, espressioni come "violenza domestica" o "femminicidio" sono emerse per descrivere in modo preciso e serio le violenze specifiche che le donne subiscono all'interno delle mura domestiche o come risultato di una violenza di genere sistematica. Questi termini non solo hanno il merito di descrivere accuratamente il fenomeno, ma contribuiscono anche a una maggiore consapevolezza sociale, spingendo la società a riconoscere la gravità di questi crimini.
Il concetto di linguaggio inclusivo ha preso piede in molte lingue, tra cui l’italiano, attraverso l'adozione di pronomi neutri, l'uso di forme grammaticali che non privilegiano un genere rispetto all'altro e l'adozione di termini che non rinforzano gli stereotipi di genere.
Inoltre, l'adozione di un linguaggio inclusivo nelle politiche educative e aziendali può avere effetti diretti sulla riduzione della violenza di genere. Quando le istituzioni utilizzano un linguaggio che promuove il rispetto, la parità e l'inclusività, esse inviano un messaggio potente riguardo alla cultura che intendono costruire.
Tecnologia e violenza di genere: il fenomeno della violenza digitale
In un'epoca in cui la tecnologia permea ogni aspetto della nostra vita, il fenomeno della violenza digitale è diventata una delle minacce più pericolose e insidiose. Se, un tempo, la violenza fisica e psicologica erano considerate le uniche forme di abuso degne di attenzione, oggi l’evoluzione del mondo digitale ha dato origine a nuove modalità di maltrattamento. Questi abusi, che avvengono attraverso Internet e i dispositivi elettronici, possono avere conseguenze devastanti per le vittime.

Tra le strategie che possiamo adottare ci sono
- Educazione alla sicurezza online, compreso un corso online psicologia: una delle misure preventive più efficaci è l’educazione. È essenziale insegnare ai giovani, e non solo, come navigare in sicurezza online, come proteggere la propria privacy e come riconoscere i segnali di abuso.
- Impostare una privacy rigorosa sui social media: una delle difese più efficaci contro la violenza digitale è limitare le informazioni personali visibili online.
- Gestire le impostazioni di sicurezza sui dispositivi: utilizzare password sicure, abilitare l'autenticazione a due fattori...
- Monitorare l'attività online dei minori: i genitori e gli educatori devono essere consapevoli dell’attività online dei minori, aiutandoli a riconoscere i pericoli del mondo digitale e fornendo loro gli strumenti per affrontarli.
E, ovviamente, il consiglio più importante: rivolgersi alle autorità in caso di abuso!
No alla violenza sulle donne tutti i giorni: consigli utili per le donne vittime di violenza
Per chi si trova in una situazione di violenza, è fondamentale sapere a chi rivolgersi per ricevere supporto e per chi si accorge di queste situazioni è fondamentale sapere come offrire supporto a donne vittime di violenza.
Esistono diverse risorse che offrono aiuto pratico e psicologico:
- Centri antiviolenza: strutture specializzate che offrono supporto alle vittime di violenza domestica e di genere. In questi centri è possibile ricevere consulenza legale, psicologica e sociale.
- Numeri di emergenza: in Italia, uno degli strumenti più importanti per chi vive una situazione di violenza è il numero 1522, attivo 24 ore su 24. Si tratta di un numero nazionale di emergenza per le donne vittime di violenza e stalking.
È un servizio gratuito e confidenziale che offre supporto psicologico, informazioni su come uscire dalla violenza e orientamento verso le risorse locali. Il passo decisivo verso la creazione del numero 1522 è stato fatto nel 2001, con l’approvazione della legge 154/2001, che ha introdotto misure di protezione contro lo stalking e la violenza domestica.

- Servizi di assistenza psicologica: la violenza ha un impatto devastante sulla salute mentale delle vittime. I servizi di assistenza psicologica offrono supporto emotivo per affrontare traumi e stress post-traumatico, aiutando le vittime a ricostruire la propria autostima e a elaborare l'esperienza vissuta.
Vista la fotografia della situazione attuale, appare evidente l'importanza del 25 novembre come giornata di lotta alla violenza contro le donne. Anche se non si è direttamente coinvolti nell'organizzazione di eventi, chiunque può partecipare al 25 novembre, in vari modi:
- Condividendo informazioni sui social per amplificare il messaggio,
- Indossando il colore arancione come simbolo di solidarietà,
- Educando se stessi e gli altri sulla violenza di genere e sull'importanza del rispetto e dell'uguaglianza
- Approfondendo l'argomento seguendo dei corsi psicologia.
Il 25 novembre è molto più di una semplice data nel calendario: è un’occasione di impegno collettivo per cambiare la cultura, proteggere le donne e costruire una società più giusta e sicura per tutti.
Ognuno può fare la sua parte!