Capitoli
- 01. Albert Bandura
- 02. Jean Piaget
- 03. Ivan Pavlov
- 04. Wilhelm Wundt
- 05. Melanie Klein
La malattia mentale sta finalmente perdendo lo stigma a essa associato. Non molto tempo fa, le persone distoglievano lo sguardo quando confessavano di essere in terapia. Coloro che hanno avuto qualsiasi tipo di esaurimento sono stati oggetto di atteggiamenti di pietà e forse di disprezzo. Oggi anche le celebrità promuovono una buona salute mentale, spesso annunciando di allontarsi dai riflettori per prendersene cura.
Molti credono che la psicologia inizi e finisca con Sigmund Freud, ma il dottor Freud ha violato la premessa dello studio psicologico includendo aspetti dell'inconscio nei suoi processi analitici. Ne parleremo più avanti.
La psicologia ha affascinato i più grandi pensatori della storia. Platone e Aristotele contemplavano i fenomeni psicologici. Così fecero Confucio e Lao Tzu. Per la maggior parte della storia umana, la psicologia è stata intrecciata con lo studio filosofico. All'inizio del 1800, la psicologia divenne però una disciplina a sé stante.
Oggi ogni aspetto dell'esperienza umana è radicato nella psicologia. Educazione, socializzazione, aggressività, come e perché conduciamo affari... Tutti questi aspetti della nostra vita hanno una teoria psicologica corrispondente. Ciò suggerisce che devono esserci stati molti grandi pensatori per definire tali teorie. Tra i pionieri di questa disciplina troviamo:
- Willhelm Wundt, che distinse nettamente la psicologia dalla filosofia
- Ivan Pavlov, il quale ha gettato le basi per la teoria del condizionamento classico
- Jean Piaget ha stabilito le fasi dello sviluppo cognitivo
- Albert Bandura, che ha sviluppato la teoria dell'apprendimento sociale
- Melanie Klein, che ha teorizzato la celebre terapia del gioco
Ovviamente questo non è un elenco completo di tutti gli psicologi che hanno contribuito alla disciplina, ma solo una lista di quelli che hanno avuto un certo impatto, non solo per la nostra comprensione della psiche umana, ma anche per le istituzioni che danno forma alle nostre vite. Dobbiamo saperne di più su questi pionieri! Scopriamoli insieme!
Albert Bandura
All'inizio della sua carriera, il dottor Bandura abbandonò la sua ricerca sulla teoria psicoanalitica per lavorare sull'apprendimento sociale, cercando di chiarire il ruolo del modello del comportamento nel pensiero e nell'azione umana. Si potrebbe dire che lui credesse che ogni azione avesse una reazione uguale e contraria e voleva capire perché: in questo modo giunse alla teoria dell'apprendimento sociale.

Le persone "reagiscono" a comportamenti “modello”. Se vediamo qualcuno al lavoro fare qualcosa che raccoglie lodi, intraprenderemo la stessa azione in modo che anche noi possiamo essere lodati. Al contrario, potremmo vedere qualcuno che ha bevuto una pinta di troppo al pub e ora è nel bel mezzo di una sbornia tremenda con annessa una rissa! Da lui impareremo a evitare il consumo eccessivo di alcol e l'aggressività eccessiva. Questo apprendimento sociale si applica agli esseri umani di tutte le età. Anche i bambini imparano dai loro contesti sociali. Ad esempio, se un bambino vede qualcuno agire in modo aggressivo, potrebbe imitare quel modello di comportamento. Soprattutto se non ci fossero conseguenze negative per quegli atti di aggressione.
Il controverso Bobo Doll Experiment di Bandura ha stabilito che i bambini imparano dai modelli di comportamento cui assistono. Lo studio ha comportato la divisione dei bambini in due gruppi. Uno sarebbe stato esposto a un adulto che ha attaccato violentemente una bambola, mentre l'altro gruppo avrebbe assistito a un partecipante adulto al test che giocava in modo pacifico con alcuni giocattoli, tra cui una bambola. Molti hanno trovato scioccante la sua metodologia, ma i risultati del dottor Bandura sono stati davvero importanti.
Jean Piaget
Se sei mai stato nello studio di un medico pediatrico o hai visto un film con dei bambini come protagonisti della storia, sicuramente già conoscerai le tappe dello sviluppo nella prima infanzia. Il bambino dovrebbe essere in grado di stare seduto a sei mesi, imparare a parlare all'età di due anni e diventare meno egocentrico a partire dall'età di sette anni.
Dobbiamo ringraziare Jean Piaget per aver stabilito queste fasi, che egli considerava un chiarimento del suo modello biologico di sviluppo intellettuale. Quel modello afferma che ogni comportamento che un essere umano intraprende e manifesta, dalla nascita e per tutta la vita, è il frutto di un tentativo di assimilazione. L'assimilazione si verifica quando un bambino risponde in modo coerente con uno schema, un modello di pensiero o comportamento stabilito.

Piaget ha suddiviso lo sviluppo intellettuale in quattro stadi: sensomotorio, preoperatorio, concreto e formale. Ogni fase corrisponde a un particolare gruppo di età. Tuttavia, il dottor Piaget non era del tutto soddisfatto della sua teoria dello sviluppo cognitivo. Si rese conto che le tappe erano troppo rigide e non consentivano alcuna flessibilità o continuum tra le fasi. Anche altri trovavano problematico il suo lavoro, criticandone il campione di verifica, relativamente piccolo. Il suo lavoro è inoltre carico di pregiudizi di selezione. Non aveva una metodologia prestabilita e non stabiliva condizioni per i suoi esperimenti. In breve, molti sostengono che i suoi studi più vicini a un’idea di osservazione casuale che alla sperimentazione formale. Ciò non significa che ogni teoria di Jean Piaget debba essere rifiutata, però!
Ivan Pavlov
Dopo il già citato dottor Freud, Ivan Pavlov è probabilmente lo psicologo più famoso. Sfortunatamente Pavlov è celebre soprattutto per uno studio del tutto secondario rispetto al suo lavoro effettivo. Il dottor Pavlov si è concentrato sui processi digestivi, in particolare sulle secrezioni gastriche. Saliva, in altre parole! Buffo… come in 'i cani sbavano quando sentono suonare un campanello'… ti suona familiare?
Pavlov fu principalmente un fisiologo: si laureò in medicina prima presso l'Università di San Pietroburgo e poi presso la prestigiosa Accademia medica militare. Come stagista, perfezionò la sacca di Heidenhai, una tecnica chirurgica che consiste nel posizionare una porzione di stomaco al di fuori del corpo. Quella sacca ha reso facile studiare i processi digestivi ma la ricerca era incompleta perché la sacca non aveva connessioni nervose. Questa è la parte che Pavlov ha perfezionato.
Ma ora arriviamo ai cani! Una volta stabilitosi nel suo laboratorio, Pavlov aveva esternalizzato una parte delle ghiandole salivari dei cani per osservare come secernevano e notò che i suoi cani salivavano ancor prima che comparisse del cibo davanti a loro. Iniziò dunque la sua indagine addestrando i suoi cani a rispondere ad alcuni stimoli. Il tecnico incaricato di nutrire i cani divenne anch’egli uno stimolo. La sua comparsa improvvisa provocava la salivazione sia che portasse cibo o meno! I cani ebbero la stessa reazione ad altri stimoli, piacevoli e forse anche meno piacevoli.
Pavlov fu dunque uno psicologo accidentale. I suoi studi sui meccanismi riflessi lo portarono a chiedersi se le risposte involontarie potessero essere condizionate. Ciò lo ha portato a formulare la sua teoria del condizionamento classico utilizzato oggi nella terapia di modifica del comportamento.

Wilhelm Wundt
Wundt definì e distinse la psicologia da ciò che non lo è. Per lui non si trattava di introspezione, né avrebbe dovuto esserlo. Non aveva niente a che fare con la metafisica perché la scienza non studia le anime. La psicologia non avrebbe dunque dovuto occuparsi di fenomeni inconsci, ma solo degli stati coscienti. Non è filosofia, è scienza.
Il dottor Wundt è venerato come il padre della psicologia sperimentale. Fu il primo a definirsi uno psicologo. Ma non fu il primo a considerare la psicologia come disciplina a sé stante, né fu il primo a riflettere sui fenomeni psicologici, come abbiamo accennato nell'introduzione di questo articolo. Egli fondò il primo laboratorio al mondo di psicologia sperimentale quando aveva solo 47 anni. Aveva circa 20 anni di esperienza sul campo e alcune idee molto solide sull'esame e la determinazione delle condizioni psicologiche. Wundt ha gettato le basi per tutti i futuri studi psicologici nella sua teoria dello sviluppo della mente.
A differenza di altri grandi pensatori del suo tempo, il dottor Wundt non ha avuto problemi a collegare gli aspetti biologici e psicologici dello sviluppo poiché scelse di sposare il realismo critico, ossia il concetto che gli studi naturali e umanistici debbano integrare la ricerca psicologica. Fu un fisiologo prima di dedicarsi alla psicologia, e la sua formazione in medicina gli mostrò come condurre legittime indagini scientifiche sui fenomeni psicologici.
Il libro “Caratteristiche principali della psicologia fisiologica” coinvolge entrambe le discipline, il primo testo relativo alla psicologia sperimentale. Il dottor Wundt ha definito la psicologia come campo di studio a sé stante nel momento giusto: la società era pronta e aperta all’idea che qualcuno fondasse su basi chiare questa disciplina. Nato dopo l'illuminismo e professionalmente attivo al culmine della rivoluzione industriale, Wilhelm Wundt era nella posizione ideale per prendere l'iniziativa negli studi psicologici e traghettarli nel mondo di oggi.
Melanie Klein
Melanie Klein, celebre psicanalista di origine ebraica nata a Vienna, iniziò il suo lungo, luminoso e tormentato viaggio nel campo della psicologia presentando nel 1919 alla Società ungherese di psicoanalisi la sua prima ricerca, dedicata al caso di Erich, suo figlio di 5 anni. La studiosa, come molti suoi colleghi del tempo, trasse le prime conclusioni relative al suo lavoro di analisi proprio dallo studio dei propri figli. La guerra spinse Klein e la sua famiglia a trasferirsi nel 1921 a Berlino, dove ebbero inizio ufficialmente le sue ricerche sulla psicanalisi infantile.

Melanie Klein si trovò sin da subito in disaccordo con le teorie relative all’Io e al transfert sostenute da Sigmund e da Anna Freud: Klein riteneva che l’Io fosse già formato e presente anche nei bambini e che proprio attraverso il gioco fosse possibile far emergere dall’inconscio quelle pulsioni, tratti e atteggiamenti che determinano stati psicologici definiti, che la studiosa chiamava “posizioni”. Le posizioni scoperte da Klein, quella schizo-paranoide e quella depressiva, potrebbero dunque affiorare nei bambini proprio attraverso al gioco. Per Klein sarebbe dunque possibile operare con successo sull’inconscio dei bambini grazie all’attività ludica.
Le sue due opere più celebri, La psicoanalisi dei bambini (1932) e Note su alcuni meccanismi schizoidi (1946) rappresentano due pietre miliari della psicanalisi, e ancora oggi i suoi studi mostrano un’influenza notevole nel settore dell’analisi infantile.
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