La letteratura dell'antica Grecia è universalmente considerata una delle più alte e influenti produzioni culturali dell’umanità, della quale, purtroppo, è giunta sino a noi una porzione piuttosto esigua.
Fin dall'inizio della sua storia gli autori di questa antica tradizione letteraria appartennero a realtà geografiche anche distanti tra loro (Grecia, Asia Minore, Isole dell'Egeo, Italia meridionale). In seguito alle conquiste di Alessandro Magno il greco divenne infatti la lingua letteraria del Mediterraneo orientale e poi dell'Impero bizantino.
La letteratura greca antica giunta sino a noi è di altissima qualità e ha profondamente influenzato la letteratura del mondo occidentale. Per secoli gli scrittori europei si sono ispirati ai generi e alle tematiche della letteratura classica greca.
La letteratura greca è stata generalmente suddivisa in tre grandi categorie: epica, lirica e teatro.
In questo articolo scopriremo le caratteristiche, i generi e i grandi autori della letteratura greca classica.
La storia della letteratura greca
Ogni corso di greco antico inizia con la suddivisione della storia della letteratura greca antica in tre periodi:
- Periodo arcaico (X- VI secolo a.C,)
- Periodo classico (V -IV secolo a.C.)
- Periodo ellenistico (III-I secolo a.c.).
I greci iniziarono a comporre inni, poemi e liriche poetiche molto prima di utilizzare la scrittura per scopi letterari, e fin dall'inizio della storia letteraria dell’antica Grecia la poesia fu destinata ad essere cantata o recitata.

La scrittura non verrà impiegata in modo significativo prima del VII secolo a.C. In principio la letteratura greca fu caratterizzata principalmente da tematiche mitiche e leggendarie, talvolta basate su una vaga memoria di eventi storici, altre sulla speculazione religiosa. Un aspetto interessante della letteratura greca è frutto del fatto che i miti non erano associati ad alcun dogma religioso, anche se trattavano spesso di dei e di mortali eroici, potevano essere modificati e interpretati da un poeta per poter esprimere nuovi concetti e visioni.
La letteratura epica
Alle origini della letteratura greca troviamo due immensi capolavori della produzione epica mondiale, l'Iliade e l'Odissea. Queste due opere sono state tradizionalmente attribuite al poeta Omero e risalgono probabilmente all'VIII secolo a. C., sebbene alcune caratteristiche dei poemi risalgano con grande probabilità all'età micenea (1500 a.C. circa).
L'Iliade e l'Odissea sono i principali esempi del genere epico, ed essendo opere essenzialmente orali, furono tramandate, sviluppate e modificate lungo un lungo arco di tempo da numerosi poeti, i quali improvvisarono liberamente su una serie di temi narrativi che finirono per produrre le due opere giunte sino a noi.
I due poemi sono caratterizzati da trame avvincenti, presentate con un linguaggio semplice e diretto, ma allo stesso tempo drammatico e coinvolgente.
La narrativa epica continuò e si sviluppò in nuove forme durante i periodi classico, ellenistico e greco-romano, ma senza dubbio i due poemi omerici rimangono in assoluto i più noti, studiati e imitati.
Iliade
L'Iliade narra gli avvenimenti relativi alla guerra di Troia, un leggendario conflitto che vide contrapporsi i greci e troiani. Gli eventi narrati nell’opera sarebbero datati intorno al XII -XIII secolo a.C.

L'Iliade è la storia tragica dell'ira di Achille, figlio della Teti, dotato di tutte le qualità che rendono gli uomini ammirevoli. Con la sua disponibilità a sacrificare tutto per il proprio onore, Achille incarna pienamente l'ideale eroico greco: il contrasto tra le sue qualità eccellenti e la sua vita breve e travagliata riflette in modo sublime il senso della tragedia tipico del pensiero greco.
Odissea
L’Odissea è suddivisa in 24 libri e narra la storia di Ulisse, re di Itaca, eroe errante che naviga per dieci anni nel tentativo di tornare a casa dopo la guerra di Troia. Nell’Odissea viene descritta l’ultima fase del suo viaggio e il suo ritorno a Itaca, dove sconfiggerà i molesti pretendenti della moglie Penelope, che virtuosamente ha atteso il ritorno del marito.
Anche Ulisse, come Achille rappresenta un ideale greco. Anche se Ulisse è abile e forte in battaglia, egli è soprattutto un eroe astuto e furbo.
E sono proprio la sua intelligenza e la sua scaltrezza a consentirgli sempre di farla franca, di sopravvivere agli assalti e di sconfiggere tutti i suoi nemici.
La lirica greca
In Grecia la poesia lirica è sempre esistita. E, come potrai scoprire alle lezioni di greco perugia, ha accompagnato lo sviluppo della letteratura in lingua greca sin dal principio.
La lirica greca è dunque il corpus letterario poetico espresso nei dialetti della Grecia antica. È solitamente associata alla produzione poetica databile tra il VII e il V secolo a.C., periodo definito come "Età lirica della Grecia", sebbene il genere continuò a essere coltivato anche nelle epoche successive.
Con il sostantivo lirica si è soliti fare riferimento a molte tipologie di poesia. Poesia melica, metrica, giambi: sono innumerevoli le forme e i metri che questo genere assunse nella storia della letteratura greca. La lirica greca è solitamente descritta come “poesia occasionale”, composta per essere “cantata” pubblicamente o privatamente da un solista o da un coro al fine di celebrare occasioni particolari.
Il simposio (“banchetto”) fu il contesto privilegiato per poter cantare i propri versi, e in generale la lirica greca fu il frutto dell'ambiente politico, sociale e intellettuale delle polis greche, le celebri "città-stato" dell’Antica Grecia.
Ma quali furono le tematiche di questo genere?
- espressione di sentimenti d'amore
- esortazione dei soldati al valore in battaglia
- celebrazione delle vittorie degli atleti
- commemorazione dei defunti
- espressione della devozione religiosa sotto forma di inni
- diversi tipi di poesia lirica greca hanno avuto origine nel periodo arcaico tra i poeti delle isole dell'Egeo e della Ionia, sulla costa dell'Asia Minore.
Si è soliti considerare Archiloco, Alceo e Saffo i più importanti poeti lirici dell’antica Grecia.
Il teatro greco
Sebbene la tradizione teatrale fiorita nella Grecia antica abbia influenzato profondamente il teatro occidentale fino ai giorni nostri, è impossibile affermare con sicurezza come fosse il teatro prima della comparsa della prima opera esistente di Eschilo, I Persiani (472 a.C.) . Una buona approssimazione è quella che viene fatta al corso greco antico.

Il teatro greco nacque a tutti gli effetti presso la città-stato di ad Atene nel VI sec. a.C. con le celebrazioni pubbliche dedicate a Dioniso, dio della fertilità, dell’ebbrezza e della profezia. Le celebrazioni dionisiache, che si tenevano in primavera, erano tradizionalmente occasioni di grande divertimento, libertà sessuale e rituali estatici, e venivano organizzate con l’intento di “salutare” il ritorno della fertilità sulla terra dopo l'inverno. La Grandi Dionisia organizzate ad Atene erano un evento più formale, caratterizzato da competizioni teatrali, e la loro natura religiosa effettivamente rappresenta un’indicazione dell’origine rituale del teatro greco.
In tutta la storia del teatro greco gli attori saranno solo uomini, i quali interpretavano anche le parti femminili e indossavano vistose maschere e indumenti di scena pensati per essere riconoscibili con chiarezza anche a grande distanza.
La tragedia, la commedia e il dramma satiresco sono i tre generi di rappresentazione teatrale nati ad Atene, i quali caratterizzeranno sia la storia culturale dell’antica Grecia sia l’intera produzione teatrale latina ed europea.
La tragedia greca
La tragedia greca nacque ufficialmente con le opere di Eschilo, per poi proseguire con il contributo di Sofocle ed Euripide nella seconda metà del V secolo. Questi tre drammaturghi e il corpus a loro attribuito rappresentano il fondamento della tragedia greca.
L’influenza di Eschilo sullo sviluppo della tragedia fu enorme: il teatro greco prima di lui prevedeva solamente un attore e un coro impegnati in una recitazione statica. Aggiungendo un secondo attore con cui il primo poteva interagire, Eschilo aumentò la tensione drammatica della rappresentazione e consentì maggiore varietà e libertà nella costruzione della trama.
A Sofocle, invece, dobbiamo alcune interessanti novità nella storia del teatro greco, come l’introduzione dei "quadri di scena", dei supporti pittorici usati per creare un’atmosfera più specifica e precisa per le rappresentazioni. Sofocle introdusse inoltre un terzo attore nella rappresentazione drammatica, e questa innovazione consentì al drammaturgo di aumentare il numero dei suoi personaggi e di ampliare le loro interazioni.

Con Euripide, invece, la tragedia raggiunse vette davvero notevoli, in particolar modo per l’atteggiamento iconoclasta e cinico dell’autore. Le opere di Euripide introducono un atteggiamento razionalista nei confronti della religione e delle antiche leggende, le quali rappresentavano il tema fondante del teatro greco.
Queste storie non avevano per Euripide alcuna valenza sacra. Euripide mostrò un atteggiamento critico nei confronti degli dei gli dei, che egli descriveva come entità irrazionali e assolutamente ingiuste.
Euripide tratteggiò personaggi molto diversi da quelli eroici e straordinari di Eschilo e Sofocle. Euripide presenta uomini e donne comuni, con i difetti e i limiti degli esseri umani.
La commedia greca e il dramma satiresco
La commedia greca era caratterizzata da una satira esuberante e vivace avente come protagonisti i personaggi pubblici e loro affari. Le commedie prevedevano canti, danze, invettive personali e buffonerie di varia natura, e spesso esprimevano critiche politiche piuttosto esplicite.
I due grandi autori della commedia greca furono Aristofane e Menandro. Le commedie di Aristofane nacquero in un periodo successivo alla fioritura della tragedia, sebbene conservino in modo tracce più evidenti dell’origine rituale e religiosa del teatro greco. L’intelligenza e la sfrontatezza con cui Aristofane descrisse le questioni pubbliche tradiscono infatti la propria origine dionisiaca, caratterizzata da una certa indecenza e crudezza espressiva. Menandro rivolse invece il proprio interesse al mondo delle persone comuni.
Il genere del dramma satiresco, invece, consisteva in una rappresentazione scenica di natura comica, solitamente presentata dopo una tragedie, al fine di alleggerire l’animo degli spettatori.














