Monica Vitti, scomparsa il 2 febbraio 2022, a 90 anni compiuti, è stata una delle più grandi attrici italiane di cinema e teatro. Con la sua caratteristica voce e una fisicità opposta a quella delle grandi dive mediterranee come Sofia Loren o Gina Lollobrigida, ha regalato al grande schermo interpretazioni che rimarranno per sempre nella storia del cinema.

Questo rende Monica Vitti una delle donne italiane più famose della storia.

Dopo un inizio in cui interpretava per lo più ruoli drammatici a teatro e al cinema, fece emergere anche tra i suoi personaggi quella che il suo maestro di teatro, Sergio Tofano, considerava la sua "naturale comicità".

Nella sua vita ci furono pochi, grandi amori e una passione per l'arte della rappresentazione che fece sua non solo come attrice, ma anche come regista, sceneggiatrice e scrittrice.

Una prima lezione di storia moderna dovrebbe parlare del cinema italiano: sei d'accordo?

La forza di Monica Vitti è nella sua elegante e spontanea ilarità. Scopriamo insieme chi era Monica Vitti e quale contributo ha dato alla storia del cinema italiano.

"Le donne belle invecchiando imbruttiscono. Le donne brutte invecchiando migliorano. È un gran sollievo."

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La nascita di "Monica Vitti"

La nascita del nome Monica Vitti si deve al cognome della madre e all'inizio della sua carriera a teatro, a Roma.
Il vero nome di Monica Vitti e Maria Luisa Ceciarelli!

Ecco una delle lezioni di storia del cinema più avvincenti: Monica Vitti nasce a Roma, il 3 novembre 1931 con il nome di Maria Luisa Ceciarelli. Aveva due fratelli che in seguito si sarebbero trasferiti a lavorare all'estero, in Messico e in Brasile.

Monica, invece, affermerà in una divertente intervista rilasciata a Oriana Fallaci nel 1962 e pubblicata per Rizzoli, di non volersi mai allontanare dall'Italia.

Il legame con le sue radici è ciò che la accomuna a Maria Montessori.

Quando, dopo la fine della scuola nel 1949, chiese ai suoi genitori di iscriversi all'Accademia d'arti drammatiche, incontrò la resistenza della madre. In successive interviste, Monica Vitti confesserà che la madre in realtà si vergognava di lei. In qualche modo la identificava con i suoi personaggi, cosa che anche i giornalisti e il grande pubblico tendevano a fare.

Superate le resistenze materne, l'allora Maria Luisa Ceciarelli si diplomò all'Accademia nel 1953 e iniziò a recitare nella compagnia teatrale di Sergio Tofano, il suo maestro. Fu proprio in quell'occasione che Maria Luisa iniziò a lavorare al proprio nome di scena.

Seduta in un bar del centro di Roma, prese a scrivere il nome della madre, Adele Vittiglia. Tagliò il suo cognome in due e si tenne Vitti. Il nome Monica ci stava semplicemente bene.

Ecco come nacque il nome d'arte Monica Vitti!

Il suo caratteristico timbro vocale apparve all'inizio come un problema, perché si temeva che la sua voce non reggesse sul palco. Inoltre, per lavorare a teatro aveva bisogno di un certificato medico che garantisse sul suo generale stato di salute e sulla solidità della sua voce. Il medico si dimostrò piuttosto riluttante a rilasciarle il certificato, ma la mancanza di mezzi termini di Monica, che lo minaccio scherzosamente di suicidio, gli fece cambiare idea.

Dal teatro al cinema il passo fu breve e nel 1955 arrivò il suo primo film, Ridere! Ridere! Ridere! Nel 1957 ebbe un ruolo di primo piano anche nel film Le dritte dove recitava Sandra Mondaini.

La svolta nella sua carriera di attrice avvenne con l'incontro con il regista Michelangelo Antonioni.

Monica Vitti e l'alienazione: i film di Antonioni

Nei film di Antonioni, Monica Vitti incarna l'alienazione delle donne della piccola e media borghesia.
Monica Vitti e Michelangelo Antonioni hanno dato vita a personaggi complessi!

Sempre nell'intervista concessa a Oriana Fallaci ne 1962, Monica Vitti racconta di aver incontrato Michelangelo Antonioni nel 1957 quando doppiava Dorian Gray nel film Il grido. All'epoca era fidanzata con un architetto con cui si sarebbe dovuta sposare.

Invano cerò di resistere all'affascinante regista, ma l'amore per l'uomo che aveva 19 anni in più di lei trionfò per circa 10 anni. Il loro sodalizio fu personale e artistico e diede vita ad alcuni dei film più noti della loro carriera e del cinema italiano:

  • L'avventura, 1959
  • La notte, 1961
  • L'eclisse, 1962
  • Deserto rosso, 1964

Il successo all'estero fu travolgente. In tutti questi celebri film Monica Vitti incarnava il ruolo di donne nervose, volatili, tristi, quasi incapaci di comunicare. Alla su figura venivano associate parole come alienazione, incomunicabilità, ma Monica non si è mai sentita rappresentata da questi paroloni usati dai giornalisti.

Nelle interviste, difese sempre con spontaneità e comicità il suo ruolo di attrice, spesso confusa con i personaggi che interpretava, in particolare Valentina in L'eclissi. Per lei parole come "alienazione" erano "parolacce" che non usava e che non la rappresentavano. La sua tristezza era dovuta alla pressione bassa, diceva sorridendo.

Di se stessa, in questo periodo "antoniano" parla come di una donna semplice, che, nonostante il successo non aveva una casa propria, o pellicce. Il suo nutrimento era l'amore.

Alla domanda di Oriana Fallaci sul rapporto con Antonioni e più in generale sul ruolo di donna e attrice, Monica Vitti risponde di essere sempre stata spinta a continuare a lavorare come attrice dai suoi compagni:

"E così, fra tante donne cui si chiede soltanto di saper fare il minestrone, io mi trovo a dover lavorare di più, a dover essere più bella, più brava, più famosa, sennò mi amano meno. Boh! Il bello è che da me vogliono anche il minestrone perché “se-una-donna-in-casa-non-sa-far-niente-io-che-me-ne-faccio?"

Se avesse parlato con Margherita Hack, l'astronoma le avrebbe detto senza mezzi termini che il lavoro in casa e fuori casa deve essere diviso al 50% tra gli uomini e le donne.

La relazione Vitti-Antognoni terminerà dopo il grande successo di Deserto rosso e anche la carriera di Monica prenderà un'altra svolta, assecondando quella comicità che non ha mai tenuto nascosto, senza mai dimenticare l'amore, un ingrediente fondamentale e mai scontato nei film e nella vita.

Non molto tempo dopo la fine della storia con Antonioni, Monica Vitti si lega sentimentalmente a Carlo di Palma, celebre direttore della fotografia, fino al 1972. Poi incontra Roberto Russo, regista, di 16 anni più giovane.

Pochi anni dopo, Monica Vitti sceglierà Roberto Russo come suo compagno per la vita e lo sposerà nel 2000. Russo le rimarrà accanto per tutto il periodo in cui si allontana dalla scene e dalla vita pubblica per via della malattia, fino alla sua morte il 2 febbraio 2022.

Monica Vitti: la gelosia e la commedia

Nei film con Alberto Sordi Monica Vitti lascia spazio al suo irresistibile lato comico, anche nei drammi.
Alberto Sordi e Monica Vitti, indimenticabili!

Nel relazionarsi con il pubblico e con i giornalisti, il lato comico di Monica Vitti faceva fatica a rimanere nascosto. Come raccontò spesso, Monica Vitti amava ridere con i grandi maestri del cinema italiano come Totò e Alberto Sordi.

A partire dal 1965 i ruoli drammatici iniziarono a lasciare il posto a quelli tragi-comici:

  • Alta infedeltà di Luciano Salce (1963)
  • Le bambole di Dino Risi (1965)
  • La ragazza con la pistola di Mario Monicelli (1968)

Nel 1969 è la protagonista Amore mio aiutami con Alberto Sordi, dove interpreta una donna sposata che cerca di coinvolgere il marito nella sua passione per un altro uomo. La gelosia e la reazione del marito che prima asseconda, poi cerca di dissuadere e infine punisce fisicamente la moglie, non impediranno alla protagonista di consumare il tradimento.

Nel 1970 è la protagonista del film Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) di Ettore Scola. I co-protagonisti sono Marcello Mastroianni e Giancarlo Giannini, impegnati in un triangolo amoroso dai risvolti tragici.

Il duo Monica Vitti-Alberto Sordi torna con un film indimenticabile, Polvere di stelle, dove Mimmo Adami e Dea Dani sono una coppia di comici itineranti che affronta mille peripezie durante la seconda guerra mondiale. Nel 1943 accettano di portare la propria compagnia teatrale in tourné in Abbruzzo e vengono scritturati perché sono gli unici ad accettare il posto.

I bombardamenti, l'occupazione tedesca, la divisione dell'Italia in due, lo sbarco degli americani sono il sottofondo in cui questa compagnia di avanspettacolo non particolarmente brillante cerca di sopravvivere tra sotterfugi e compromessi. Il loro spettacolo Stardust, appunto Polvere di stelle, è un grandissimo successo per i soldati americani di stanza a Bari e il teatro Petruzzelli li accoglie come grandi artisti. La loro canzone di scena Ma'ndo Hawaii viene acclamata da tutti.

Una volta partiti i soldati americani e finita la guerra, il celebre teatro torna a essere appannaggio dei grandi artisti. Mimmo e Dea ritornano alle umiliazioni da cui erano partiti, ma questa volta i sogni vengono sostituiti dal rimpianto.

Nel 1981, arriva un altro film con Alberto Sordi Io so che tu sai che io so. Interpretano una coppia in cui la moglie ha molti segreti con un marito che in realtà ama e cerca sempre di proteggere.

Trova qui le lezioni di storia del cinema con cui approfondire l'argomento!

Monica Vitti: dalla recitazione alla scrittura

In Italia come all'estero, la vita artistica di Monica Vitti è arrivata ai più alti riconoscimenti.
Monica Vitti è considerata una delle regine del cinema italiano!

Negli anni '80 Monica Vitti inizia a sentire il desiderio di scrivere e raccontare le proprie storie.

Nel 1983 scrive la sceneggiatura di Flirt per la regia di Roberto Russo che vinse un David di Donatello. Nel 1986 si occupa della sceneggiatura di Francesca è mia.

Nel 1989 diventa la regista di se stessa nel film Scandalo segreto, dove recita insieme a Elliott Gould e Catherine Spaak.

Otre che con il cinema, Monica Vitti si racconta tramite i libri che parlano della sua vita:

  • Sette sottane, pubblicato nel 1993
  • Il letto è una rosa, edito nel 1995

Il 1995 è anche l'anno in cui arrivò l'ultimo dei grandi riconoscimenti cinematografici che ha collezionato nel corso della sua vita, il Leone d'oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia.

Grazie al contributo dato alla storia del cinema in Italia, al grande successo ottenuto all'estero e ai grandi film drammatici e comici e ai personaggi complessi che ha saputo incarnare, Monica Vitti ha ottenuto 3 Nastri d'argento, 5 David di Donatello e altri premi cinematografici.

Il premio più grande per lei, sempre un po' riluttante a essere considerata una diva, era la semplicità con cui l'ha sempre trattata la sua città, Roma.

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Catia Dos Santos

Traduttrice e scrittrice con una passione per le lingue