La pizzica te la porti intra lu core, quannu sona lu tamburreddhu, balla l’anima." (La pizzica te la porti dentro il cuore, quando suona il tamburello, balla l’anima.)

Detto salentino

La pizzica e il canto salentino rappresentano due tra le espressioni più autentiche e affascinanti della tradizione musicale pugliese, in particolare del territorio del Salento, nell'estremo sud della regione. Queste forme artistiche, profondamente radicate nella cultura contadina e popolare, affondano le loro origini in rituali antichi, legati alla terra, al lavoro, alla festa e persino alla guarigione, come nel celebre fenomeno del tarantismo.

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Cos'è la pizzica?

La pizzica è una danza popolare originaria del Salento (nelle province di Lecce, Brindisi, Taranto) e della Basilicata (provincia di Matera e, parzialmente, di Potenza). Il suo nome in molte località si intreccia e si confonde col nome più noto di tarantella, sul piano musicale e coreutico.

La pizzica, con il suo ritmo incalzante e la danza ipnotica, è molto più di una semplice musica da ballo: è un linguaggio ancestrale, carico di energia collettiva, capace di creare un ponte tra corpo e spirito, tra passato e presente. Al suo fianco, il canto salentino – spesso polifonico, eseguito in dialetto e tramandato oralmente – racconta storie di amore, fatica, emigrazione, devozione e resistenza, custodendo la memoria di un intero popolo.

In un’epoca segnata dall’omologazione culturale, queste tradizioni assumono oggi un ruolo fondamentale nel preservare l’identità e il senso di appartenenza delle comunità locali.

Grazie a festival come la Notte della Taranta e al rinnovato interesse per la musica popolare, pizzica e canto salentino vivono una nuova stagione di riscoperta, diventando simboli vivi e dinamici della cultura pugliese nel mondo.

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La pizzica: storia e tradizione

La pizzica è una danza popolare originaria del Salento, in Puglia, le cui radici affondano in tempi remoti e si intrecciano con riti arcaici di guarigione e liberazione.

Considerata una delle espressioni più vibranti della cultura musicale mediterranea, la pizzica è parte della famiglia delle tarantelle e si distingue per il suo ritmo incalzante e la sua forte componente rituale. La sua origine è strettamente legata al fenomeno del tarantismo, un'antica pratica di guarigione diffusa soprattutto tra i contadini e le donne del Sud Italia.

La storia del tarantismo.

Secondo la tradizione, coloro che venivano “morsi” dalla leggendaria taranta – un ragno simbolico – cadevano in uno stato di malessere psico-fisico che poteva essere “curato” solo attraverso la musica, il suono ipnotico del tamburello e una danza frenetica che portava alla catarsi.

Nel corso dei secoli, la pizzica si è trasformata, passando da rituale terapeutico collettivo a forma di espressione popolare, celebrata durante feste patronali, matrimoni e momenti di aggregazione sociale. Negli anni recenti, grazie al movimento della riproposta musicale e al successo di eventi come la Notte della Taranta, la pizzica ha conosciuto una nuova fase di valorizzazione e diffusione, divenendo simbolo identitario del Salento e attrazione culturale internazionale.

La storia della pixzzica salentina.

Oggi la pizzica è interpretata non solo come danza di festa, ma anche come simbolo di liberazione personale e spirituale, in grado di rievocare una connessione profonda con la terra, le emozioni represse e la memoria collettiva.

Nella sua espressione più autentica, la pizzica continua a rappresentare un ponte tra passato e presente, tra corpo e spirito, tra il dolore e la rinascita.

Per chi desidera approfondire il tema del tarantismo abbiamo preparato una piccola bibliografia di riferimento:

TITOLODESCRIZIONE
Ernesto De Martino, La terra del rimorso l testo più celebre e fondamentale sul tarantismo. Un'indagine antropologica e etnomusicale nel Salento degli anni '50, che ha contribuito a far conoscere questo fenomeno in tutta Italia.
Diego Carpitella, Materiali per lo studio della musica popolare in PugliaCollaboratore di De Martino, etnomusicologo che ha documentato canti e musiche del tarantismo durante la spedizione del 1959.
Annabella Rossi, Il tarantismo oggi Analisi dell’evoluzione del tarantismo da fenomeno rituale a evento simbolico e culturale, con fotografie e testimonianze contemporanee.
Gabriele Mina, La danza che cura: il tarantismo tra storia, rito e simbolo Approfondimento multidisciplinare: tra antropologia, medicina popolare, musica e psicologia del rito.
Paolo Apolito, Ritmi di festa: corpo, danza, religione Include un’analisi dei rituali del tarantismo nel contesto più ampio delle feste religiose e popolari italiane.

Il canto salentino

Il canto salentino è una componente fondamentale della tradizione orale del Sud della Puglia, profondamente intrecciato con la vita quotidiana, il lavoro nei campi, i riti religiosi e le feste popolari.

La storia del canto salentino.
Il canto del salento è caratterixzzato da una potente impronta mediterranea.

Caratterizzato da un'intensità emotiva marcata, il canto salentino si distingue per l'uso del dialetto locale, il timbro spesso ruvido e diretto, e una struttura melodica modale, che richiama antichi canti del Mediterraneo e dell'area balcanica.

I testi affrontano tematiche semplici ma universali: l'amore perduto o non corrisposto, la nostalgia, il dolore, la fatica della vita contadina, ma anche l'ironia, la satira sociale (similmente alla tradizione romana) e la devozione.

Il ritmo, pur variabile, è spesso sincopato, con una vocalità libera, a tratti quasi improvvisata, che accompagna la danza o il racconto. In particolare, i canti legati alla pizzica hanno avuto un ruolo centrale nel fenomeno del tarantismo, dove la voce non era solo mezzo di espressione, ma strumento di guarigione.

Il canto accompagnava la danza terapeutica delle “tarantate”, guidava il ritmo dei tamburelli e dava voce al dolore e al bisogno di liberazione interiore. Alcuni di questi canti erano veri e propri lamenti rituali, ripetuti in modo ossessivo per facilitare il processo di trance e di esorcismo simbolico.

Il ruolo del canto nel tarantismo.

Al di là del contesto terapeutico, il canto salentino si è diffuso nei momenti di lavoro collettivo (come nella raccolta delle olive o del tabacco), nei cortei nuziali, nei riti religiosi e durante le veglie funebri. Si cantava in gruppo o in duetto, con una forte componente partecipativa e corale (in modo simile alle tradizioni del nord Italia).

Oggi, grazie al recupero della musica popolare salentina, il canto ha assunto anche una valenza artistica e culturale più ampia, grazie al lavoro di gruppi come Officina Zoè, Canzoniere Grecanico Salentino, Nidi d’Arac e molti altri, che ne hanno valorizzato le radici mantenendo viva la sua funzione espressiva e comunitaria.

Il canto salentino, dunque, non è solo una forma musicale: è memoria sonora di un territorio, un modo per raccontare storie, emozioni e valori di una cultura che ha fatto della voce un mezzo di resistenza e bellezza.

Brani tradizionali della pizzica

Dopo aver scoperto le caratteristiche principali della pizzica e averne compreso le sue antiche origine, possiamo ora procedere scoprendo alcuni dei titoli più celebri appartenenti a questa tradizione.

Quali sono i brani più amati della tradizione della pizzica?
Ritmo incalzante, passione e divertimento: la pizzica travolge chiunque decida di danzarla!

Abbiamo infatti pensato di creare una breve lista di alcuni tra i brani tradizionali più amati appartenenti a questa antica e ricca tradizione musicale:

  • "Lu rusciu de lu mare"
    Una delle pizziche più conosciute, legata all'amore e ai desideri, caratterizzata da un ritmo avvolgente e ripetitivo.
  • "Santu Paulu meu de Galatina"
    Si tratta di un canto rituale legato al tarantismo che consiste in un' invocazione di guarigione al santo protettore delle “tarantate", San Paolo.
  • "Aria caddhipulina"
    Melodia tipica di Calimera (in grico), spesso cantata e ballata nei contesti tradizionali.
  • "Pizzica di San Vito"
    Una delle pizziche più ballate, originaria della zona di San Vito dei Normanni. Ha una struttura musicale molto energica.
  • "T'a pizzicata"
    Canto che rievoca il morso simbolico della taranta e il conseguente bisogno di danzare per liberarsi.
  • "Lu core meu"
    Brano d’amore struggente, con ritmo più lento ma sempre legato al repertorio tradizionale.
  • "Lu trainieri"
    Canto tipico del lavoro agricolo, ripreso in chiave pizzicata da molti gruppi folk.
  • "Pizzica di Torchiarolo"
    Variante locale della pizzica, molto apprezzata per la sua energia e le sue variazioni ritmiche.
  • "La Pizzica della Taranta"
    Versione tradizionale del ballo curativo, simbolo del tarantismo e spesso riproposta nei riti rievocativi.

Molti di questi brani sono stati ripresi da artisti come Canzoniere Grecanico Salentino, Officina Zoè, Uccio Aloisi Gruppu, e reinterpretati anche in contesti contemporanei durante la ormai celebre Notte della Taranta, di cui parleremo tra un attimo!

L'influenza della pizzica nella musica contemporanea

Negli ultimi decenni la pizzica ha vissuto una vera e propria rinascita culturale, subendo una vera e propria trasformazione da tradizione popolare locale a fenomeno musicale apprezzato a livello nazionale e internazionale.

Il mondo della pizzicca oggi.

Questo rinnovato interesse è stato favorito dalla riscoperta delle radici etniche e dalla crescente attenzione verso le musiche del mondo, in un contesto in cui la globalizzazione ha paradossalmente rafforzato il valore delle identità locali.

A partire dagli anni ’90, numerosi artisti e gruppi musicali contemporanei hanno reinterpretato la pizzica, fondendo le sue strutture ritmiche e melodiche con linguaggi musicali nuovi, come il rock, l’elettronica, il jazz e la world music. Queste reinterpretazioni non hanno snaturato la pizzica, ma ne hanno esaltato la forza ancestrale, trasformandola in un linguaggio musicale capace di comunicare anche con le nuove generazioni.

La voce, il tamburello e il violino restano centrali, ma si affiancano a chitarre elettriche, sintetizzatori, loop digitali e arrangiamenti sperimentali.

Un ruolo fondamentale nella diffusione contemporanea della pizzica è stato giocato dalla Notte della Taranta, festival nato nel 1998 e diventato uno degli eventi musicali più importanti d'Europa.

L'evoluzione della pizzica oggi.

Ogni anno, artisti italiani e internazionali – da Stewart Copeland a Ludovico Einaudi, da Mahmood a Fiorella Mannoia – collaborano con l’Orchestra Popolare della Taranta per creare nuove versioni dei brani tradizionali, attirando migliaia di spettatori e diffondendo la cultura salentina ben oltre i confini regionali.

Oggi, la pizzica è diventata non solo una forma d’arte da preservare, ma anche un simbolo dinamico di appartenenza e di apertura, capace di attraversare i generi e i continenti.

Dalle piazze del Salento ai festival internazionali di musica folk, la pizzica dimostra che la tradizione può non solo sopravvivere, ma evolversi e parlare con forza anche al mondo contemporaneo.

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Sandra

Educatrice, insegnante di meditazione, appassionata di storia, filosofia e di discipline spirituali.