Treccani definisce il Rinascimento un "periodo di rinnovamento culturale e artistico, che caratterizzò molteplici aspetti della società italiana ed europea tra l’inizio del XV secolo e la metà del XVI secolo."

Fulcro di questo movimento è stata l'Italia (in particolar modo le città di Firenze, Roma e Venzia) ma si diffuse in tutta l'Europa.

Fu un'età di cambiamento durante la quale si riscoprirono gli ideali classici dell'antica Grecia e Roma, si manifestò un interesse per l'umanesimo, vennero valorizzate la scienza e le arti, e vi fu un rinnovato apprezzamento per l'individualità e la creatività umana.

Fu un periodo in cui cambiò la concezione del ruolo dell'uomo, che poteva nobilitare la propria esistenza attraverso il sapere. La domanda che ci poniamo in queste nostre lezioni di storia è: che ruolo aveva la donna e quali sfide e opportunità si aprirono per la figura femminile?

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Le sfide e le opportunità delle donne nel Rinascimento e nell'età moderna

In questa epoca storica attraversata da cambiamenti nella sfera politica, sociale, economica, e culturale, come cambiò il ruolo della donna? E cambiò così tanto rispetto alla precedente epoca storica, il Medioevo?

Forse è scontato dirlo, ma le società del tempo presente dipendono sempre dalle società del tempo passato, quindi è impossibile pensare che il ruolo della donna possa essere mutato in modo radicale: nel Medioevo le donne erano subordinate agli uomini e questa impostazione lasciò la sua pesante impronta anche nel XV secolo.

La figura femminile continuava ad essere strettamente legata alla sfera domestica, all'accudimento dei figli e alla gestione della casa, le possibilità di autorealizzazione e di partecipare alla vita sociale rimanevano molto limitate per la maggioranza delle donne.

La figura della donna nelle diverse classi sociali

C'erano tuttavia delle differenze tra le classi sociali. Chi nasceva nelle classi medie o in famiglie nobili poteva ricevere un'istruzione, seppur l'investimento per l'educazione fosse comunque minore rispetto a quello destinato ai figli maschi. Fu così possibile per loro apprendere lettere, musica, scienza e filosofia. Questa formazione era utile a fornire referenze per andare in sposa (sempre attraverso matrimoni combinati dalle famiglie per ottenere prestigio sociale) e anche per lavorare come istruttrici presso le famiglie aristocratiche.

Chi non aveva il privilegio di ricevere un'istruzione veniva educata ai lavori domestici e la sua vita era limitata solo ai compiti da svolgere tra le mura domestiche.

come cambia la figura femminile nel Rinascimento
donne nel Rinascimento

Le donne non avevano autonomia economica: le loro proprietà e risorse erano controllate da padri o dai mariti, quindi non c'era quasi mai la possibilità di essere totalmente dipendenti. Quando una donna si sposava riceveva la dote dalla famiglia di origine ma non aveva voce in capitolo per decidere su come impiegare le risorse economiche della casa.

Possiamo quindi, in queste nostre lezioni di storia, riassumere in questo modo la condizione femminile nel Rinascimento:

per la maggioranza delle donne non vi furono segni di miglioramento né possibilità di prendere in mano la propria vita perché non veniva loro riconosciuta importanza o autonomia. Per le donne appartenenti alle classi sociali più alte vi furono invece leggeri miglioramenti: accedendo agli studi, avevano più possibilità di esprimere i propri talenti e trovare impieghi al servizio delle classi superiori.

In questi ceti sociali le donne iniziarono a godere di un maggior riconoscimento sociale. In città come Firenze e Venezia le donne delle grandi famiglie ad esempio guidavano alcuni circoli sociali. Per citarne alcune, la madre di Lorenzo de Medici, Lucrezia Tornabuoni, era una donna molto colta e rispettata. O ancora Cecilia Gallerani, immortalata da Leonardo nel dipinto La dama con l’ermellino, guidava a Milano uno dei primi salotti letterari.

Nel Rinascimento e nell'Età Moderna alcune donne hanno avuto la possibilità di trovare modi creativi per esprimere se stesse, diventando scrittrici, artiste, musiciste o filosofe e -seppur in forte minoranza rispetto agli uomini- ottenendo una dipendenza economica o maggiori riconoscimenti grazie al proprio lavoro.

Ecco, per iniziare, un approfondimento su una delle principali pittrici del Rinascimento, Sofonisba Anguissola (1535-1625):

Donne celebri della storia, la Regina della Golden Age: Elisabetta I

Delle lezioni di storia online sulle donne che hanno fatto la storia non possono non parlarne: una sovrana che trasformò l'Inghilterra in una nazione ricca e prosperosa, Elisabetta I fece fiorire non solo l'economia ma anche le arti durante il suo regno.

Elisabetta I quando salì al trono segnò l'inizio del Rinascimento e dell'età elisabettiana. Fu una donna intelligente, coraggiosa, saggia e capace di essere determinata, queste doti la resero una delle regine più ammirate e rispettate della storia.

Si distinse per la sua capacità diplomatica nel mantenere la pace e affermare il prestigio dell'Inghilterra all'estero e fu capace di dirigere con successo le dinamiche politiche e religiose del suo tempo.

La vita di Elisabetta iniziò nel 1533 a Greenwich. Nacque dal re Enrico VIII Tudor d'Inghilterra e Anna Bolena, seconda moglie del re che fu decapitata con l'accusa di stregoneria da re Enrico VIII stesso, quando Elisabetta aveva solo 3 anni.

Quando il padre Enrico VIII morì succedette al trono Enrico VI, fratello di Elisabetta, che morì quindicenne nel 1553. Dopo di lui il trono fu occuparo da Maria I (sorellastra di Elisabetta) che la fece rinchiudere per un anno nella torre di Londra per questioni di gelosia.

donne che hanno fatto la storia: la Regina Elisabetta I
una sovrana potente

La "Virgin Queen", questo era uno dei suoi soprannomi, venne incoronata nel 1559 e il suo regno durò fino al 1603.

Con lei fu ristabilita la supremazia regia sulla Chiesa e l'indipendenza della Chiesa anglicana da Roma. Inoltre Elisabetta I promosse politiche economiche per favorire l'espansione del commercio e dell'industria, basando l'economia sulla produzione della lana e i commerci attraverso l'oceano. Sostenne l'esplorazione marittima e favorì la nascita di una potente flotta mercantile, che portò all'incremento del commercio con l'America, l'Africa e l'Oriente. Nel 1600 nacque la Compagnia Britannica delle Indie Orientali con la quale la Regina firmò un accordo che dava all'Inghilterra per 21 anni il monopolio del commercio nell’Oceano Indiano.

Il suo ruolo fu anche di fondamentale importanza nel trionfo del 1558 contro la Spagna: Filippo II di Spagna aveva inviato un'armata per invadere l'Inghilterra e porre fine al protestantesimo, la Regina organizzò la flotta inglese che sconfisse gli spagnoli.

L'età elisabettiana inoltre come anticipavamo in precedenza fu un'età famosa per la rinascita culturale. La Regina incoraggiò lo sviluppo delle arti e delle lettere e per questo fiorirono opere di grandi scrittori e drammaturghi come William Shakespeare.

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Il teatro elisabettiano

è stato un fenomeno culturale che ha caratterizzato il regno di Elisabetta. Le produzioni teatrali erano in grado di influenzare la cultura inglese, celebravano la potenza della nazione e offrivano un intrattenimento accessibile a tutti.

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Donne che hanno cambiato la storia: Juana Inés de la Cruz

Non studio per saperne di più, ma per ignorare di meno.

Juana Inés de la Cruz

Chiedi al tuo professore di storia di parlarti di Juana Inés de la Cruz: nacque intorno al 1650 in Messico e fu una poetessa e suora messicana e allo stesso tempo molti la definiscono una delle prime femministe dell'America Latina.

Se oggi, a distanza di migliaia di anni, dovessimo immaginare il luogo preferito di Juana, siamo sicuri che non sbaglieremmo a vederla seduta in una biblioteca, circondata da volumi e volumi, intenta a leggere o forse a scrivere. Fin da piccola si dedicò alla lettura e alla scrittura anche ad una biblioteca presente nella tenuta del nonno dove crebbe.

Si interessò presto di metafisica, filosofia, imparò il greco, l'azteco e il latino, insomma riuscì a creare un pozzo di conoscenza a cui attingere e questo segnò il resto della sua vita.

Proprio grazie alla sua istruzione e alla sua conoscenza, più o meno all'età di 16 anni divenne dama di compagnia della moglie del viceré Antonio Sebasti Marquis de Manceravista, presso uno dei salotti culturali più ferventi del Messico. Per continuare a dissetare la sua sete di conoscenza e crescere nello studio Juana decise di prendere i voti e di entrare in un monastero. Le possibilità per lei erano infatti quella di sposarsi o di diventare monaca, e ciò che poteva consentirle di fare quello che più amava era la seconda via. Entrò quindi nel convento di Santa Paula e iniziò la sua vita come Sor Juana Inés de la Cruz.

Presto entrò nel convento di San Gerolamo, dove restò fino alla fine della sua vita.

Juana e la forza della parola

Juana fu una grande scrittrice, compose poesie d'amore, commedie, estratti di filosofia e teologia e molto altro.

Con versi, metriche, parole ben ordinate in fila, Juana lasciò scritti taglienti per quell'epoca e che aprirono un varco al pensiero femminista.

Nelle sue opere difese i diritti delle donne, battendosi per la posizione della donna e la parità dei sessi.

Il suo sguardo era in grado di mettere in luce le contraddizioni etiche della società in cui viveva.

Ad esempio con lo scritto Hombres Necios criticò il sessismo e in Respuesta a la muy ilustre Sor Filotea de la Cruz, sottolineò l’importanza dell’istruzione per le donne, vedeva la conoscenza come uno strumento per ottenere le stesse opportunità degli uomini.

Le sue idee anticonformiste per quel tempo, il suo spirito "ribelle" e indipendente attirarono però controversie e critiche da parte delle autorità ecclesiastiche. Le fu ordinato di rinunciare alla sua attività intellettuale, fu costretta a ritirarsi dalla scrittura e dagli studi pubblici e a vendere i volumi della sua libreria, che si stimano essere più di 4000.

Quando rinnovò i suoi voti, firmò i documenti con il sangue e ancora una volta con parole taglienti e che bruciavano: “Yo, la peor de todas” (Io, la peggiore di tutte).

Sor Juana morì nel 1695 a causa di un’epidemia che colpì improvvisamente Città del Messico e il convento di San Gerolamo.

Grandi donne della storia: Artemisia Gentileschi

Artemisia Gentileschi è stata una pittrice italiana del XVII secolo, considerata una delle più grandi artiste del suo tempo e una figura di spicco nell'arte barocca.

Nacque a Roma nel 1597 e fu la prima di quattro fratelli. La madre morì quando lei aveva poco più di 10 anni e si dovette così occupare dei suoi fratelli e della casa molto presto. Tra le mura domestiche però Artemisia trovò anche la sua passione e la sua vocazione. Passava gran parte della giornata nello studio del padre, Orazio Gentileschi, uno dei maggiori interpreti del caravaggismo. Artemisia ebbe la possibilità di lavorare in questa bottega insieme ad altri importanti pittori e ai suoi fratelli coltivando il suo talento.

Un brutto episodio di violenza sessuale però segnò la sua vita, Artemisia fu violentata dal pittore e Agostino Tassi, amico del padre. Il caso finì in tribunale e durante il processo Artemisia dovette subire un doloroso interrogatorio e una verifica della sua verginità. Tassi fu condannato a cinque anni di esilio ma grazie a delle conoscenze riuscì a rientrare a Roma dopo poco tempo.

Artemisia dopo il processo, per volere del padre, sposò Pierantonio Stiattesi e i due si trasferirono a Firenze.

Le sue opere diventarono famose e il suo nome iniziò a risuonare negli ambienti artistici. Intorno al 1615 eseguì l’Allegoria dell’Inclinazione di Casa Buonarroti per l’amico Michelangelo Buonarroti il Giovane, e la Conversione della Maddalena di Palazzo Pitti. Fu la prima donna ad essere ammessa all’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze (nel 1616).

Intorno al 1630 si trasferì a Napoli da sola (del marito a un certo punto si persero le tracce, probabilmente si separarono) dove diventò una delle artiste più influenti e dove ricevette importanti incarichi ed eseguì l'Annunciazione che oggi si trova presso il Museo Nazionale di Capodimonte.

Artemisia si contraddistinse per la sua arte caratterizzata da pennellate forti, ricche di colore e piene di luce, che rispecchiava la sua personalità. Fu una donna libera, forte ed emancipata, capace di far vivere il suo talento e di spiccare in un mondo prevalentemente maschile.

Conclusioni

Come abbiamo anticipato sopra, il Rinascimento non fu un'epoca facile per le donne. Nonostante questo vi furono alcune figure che riuscirono a lasciare il proprio impatto e a far conoscere il proprio nome attraverso la propria determinazione, la propria vocazione o la propria arte e che aprirono la strada per le generazioni successive e per altre donne influenti.

Scoprire le loro storie appassionanti può insegnarci molto ed essere d'ispirazione per tutti noi.

Attraverso questo video puoi scoprire la storia di altre 5 donne del Rinascimento:

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Alice

Colleziono quaderni e penne da scrivere, amo i fogli bianchi ma ancora di più amo riempirli con le mie parole. Copywriter di professione, da sempre innamorata della lettura e della scrittura.