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Akhenaton

La scrittura era un pilastro fondamentale della società, della cultura e della religione dell'antico Egitto.

Gli antichi egizi svilupparono un sistema altamente sofisticato di scrittura, caratterizzato da geroglifici e da sistemi di scrittura successivi al fine di documentare ogni aspetto della propria civiltà.

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La scrittura nell'antico Egitto

I geroglifici costituivano il sistema di scrittura formale utilizzato nell'antico Egitto: essi combinavano elementi ideografici, logografici, sillabici e alfabetici, con oltre 1.000 caratteri distinti. I geroglifici corsivi venivano utilizzati per la letteratura religiosa su papiro e legno. Le successive scritture, ieratico e demotico, derivavano dalla scrittura geroglifica, così come la scrittura proto-sinaitica che in seguito si evolse nell'alfabeto fenicio.

La scrittura aveva sia un ruolo eminentemente pratico, fondamentale nell'amministrazione poichè consentiva di gestire le risorse del regno, dai tributi al commercio, sia uno simbolico e religioso. La scrittura era infatti impiegata come mezzo per immortalare i nomi e le azioni dei faraoni e per garantire in questo modo la conservazione e il mantenimento in equilibrio dell'ordine cosmico.

I testi venivano scritti e conservati dalla classe degli scribi, i quali erano membri di un'élite istruita, e che avevano il compito di preservare e tramandavare laconoscenza, rendendo la scrittura non solo uno strumento di potere, ma anche una chiave per la continuità culturale.

In questo articolo scopriremo la storia e l'evoluzione della scrittura nell'antico Egitto, dai geroglifici ai sistemi di scrittura successivi.

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Le origini della scrittura dell'antico Egitto: i geroglifici

I geroglifici potrebbero essere emersi dalle tradizioni artistiche precedenti alla nascita della scrittura in Egitto, indicativamente intorno alla seconda metà del IV millennio a.C., come le incisioni in argilla ritrovate ad Abido (moderna Umm el-Qa'ab) nel 1998 o la tavoletta di Narmer.

Come è nata la scrittura egizia?
L'intero corpus letterario dell'Antico Egitto, comprendente sia i testi geroglifici che quelli ieratici, consta di 5 milioni di parole.

La prima frase completa scritta in geroglifici è stata trovata su un'impronta di sigillo nella tomba di Seth-Peribsen a Umm el-Qa'ab, e risale alla Seconda Dinastia (circa 2700 a.C.).

Gli antichi geroglifici egizi si svilupparono in un sistema di scrittura maturo utilizzato per le iscrizioni monumentali nella lingua classica del periodo del Medio Regno. Durante questo periodo il sistema utilizzava circa 900 segni distinti. L'uso di questo sistema di scrittura continuò durante il Nuovo Regno e il Periodo Tardo, e fino ai periodi persiano e tolemaico.

Tardive sopravvivenze dell'uso dei geroglifici si trovano fino al periodo romano, estendendosi fino al IV secolo d.C.. Durante il V secolo, la chiusura permanente dei templi pagani in tutto l'Egitto romano alla fine portò alla perdita della capacità di leggere e di scrivere i geroglifici. Nonostante i tentativi di decifrazione, la natura della scrittura rimase sconosciuta per tutto il Medioevo e l'inizio del periodo moderno.

La decifrazione della scrittura geroglifica fu finalmente compiuta nel 1820 da Jean-François Champollion, con l'aiuto della Stele di Rosetta. La pietra presentava una versione geroglifica e una demotica dello stesso testo in parallelo con una traduzione greca. Champollion fu il primo egittologo a rendersi conto che alcuni dei segni erano alfabetici, alcuni sillabici e alcuni determinativi, che rappresentavano l'intera idea o oggetto precedentemente espresso. Stabilì anche che il testo geroglifico della Stele di Rosetta era una traduzione dal greco, non, come si era pensato, il contrario.

L'intero corpus dell'antico Egitto, inclusi sia i testi geroglifici che quelli ieratici, è lungo circa 5 milioni di parole; se si contano i duplicati come separati, questa cifra si avvicina ai 10 milioni.Il compendio più completo dell'antico Egitto, il Wörterbuch der ägyptischen Sprache, contiene 1,5-1,7 milioni di parole!

La Stele di Rosetta
Cos'è?
Una pietra di granito nero dalla forma irregolare, lunga 114 cm e larga 72 cm
Perchè è importante?
Su questa pietra sono presenti iscrizioni in diverse lingue e alfabeti; la loro decifrazione ha portato alla comprensione della scrittura geroglifica.
Dove è stata trovata?
Vicino alla città di Rosetta (Rashīd), circa 60 km a nord-est di Alessandria.
Dove si trova ora?
Al British Museum di Londra.

I geroglifici egizi erano un sistema di scrittura altamente simbolico e versatile: si trattava di un sistema che combinava elementi pittorici e fonetici: alcuni geroglifici rappresentavano suoni (fonogrammi), altri oggetti o idee (ideogrammi), e altri ancora fungevano da determinativi per chiarire il significato di una parola.

Questa scrittura, caratterizzata da grande eleganza estetica, poteva essere disposta in linee orizzontali o colonne verticali, letta da destra a sinistra o viceversa, a seconda della direzione in cui erano rivolti i segni.

Oltre alla loro funzione artistica e cerimoniale, i geroglifici avevano un significato sacro, in quanto considerati un dono del dio Thot, protettore della scrittura. Sebbene utilizzati principalmente in contesti religiosi e monumentali, ispirarono forme di scrittura più pratiche come lo ieratico e il demotico, sviluppate per esigenze quotidiane e amministrative.

Come in molti antichi sistemi di scrittura, le parole non erano separate da spazi vuoti o segni di punteggiatura. Tuttavia, alcuni geroglifici erano particolarmente ricorrenti alla fine delle parole, rendendo possibile distinguere facilmente le parole.

Ieratico e demotico: evoluzione della scrittura egizia

Durante le lezioni di storia non se ne parla sufficientemente. I sistemi di scrittura ieratica e demotica dell'Antico Egitto rappresentano due evoluzioni pratiche del complesso sistema geroglifico, adattate alle esigenze quotidiane, amministrative e legali di una civiltà in continuo sviluppo. Entrambi i sistemi coesistettero per millenni, servendo scopi distinti, ma rimanendo legati alla lingua geroglifica da cui avevano avuto origine.

Lo ieratico

La scrittura ieratica, il cui nome deriva dal greco hieratikós (sacerdotale), era una forma semplificata dei geroglifici sviluppata durante l'Antico Regno (ca. 2600 a.C.). Utilizzato principalmente per scopi religiosi, testi letterari e documenti amministrativi, ieratico era il sistema predominante per la scrittura su supporti leggeri come papiro, legno oppure ostraca.

A differenza dei geroglifici, i segni ieratici erano stilizzati e corsivi, consentendo una scrittura più veloce e fluida.Inizialmente utilizzato per tutti i contesti, nel Nuovo Regno lo ieratico si specializzò nella scrittura di testi religiosi, come il Libro dei Morti o formule rituali.

urante il Periodo Tardo, lo ieratico fu progressivamente sostituito dal demotico nella maggior parte dei contesti amministrativi, mantenendo un ruolo limitato nei testi sacerdotali.

Il demotico

Il demotico, che significa "scrittura del popolo", si sviluppò intorno al VII secolo a.C. durante la XXVI dinastia (periodo tardo). Derivava dallo ieratico, ma con una semplificazione ancora maggiore, rendendolo adatto alla crescente complessità della vita sociale e commerciale nel tardo Egitto.

Il demotico fu un ulteriore passo verso la praticità. I ​​segni erano piccoli e curvilinei, progettati per essere scritti rapidamente, spesso su documenti legali, contratti e lettere. Era infatti la scrittura preferita per registrare transazioni, decreti, atti di proprietà e controversie legali.
Il demotico veniva utilizzato anche per testi narrativi e, sebbene vigessa una predominanza dello ieratico e dei geroglifici nei contesti religiosi, esso occasionalmente apparve anche in testi liturgici successivi.

Con l'avvento dell'ellenismo, il demotico continuò a essere utilizzato accanto al greco fino al III secolo d.C., quando iniziò a cedere il passo alla scrittura copta, legata al cristianesimo.

In Egitto la scrittura era appannaggio degli scribi, una classe sociale impegnata nella registrazione e della trasmissione della conoscenza.

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Gli scribi

Gli scribi padroneggiavano sistemi di scrittura complessi, utilizzandoli per documentare ogni aspetto della vita egiziana: amministrazione, economia, religione e cultura. Lavoravano nei templi, nei palazzi reali e nelle strutture governative, gestendo registri, contratti e testi religiosi. La loro formazione era rigorosa e si svolgeva nelle scuole nelle case della vita, dove studiavano lingua, matematica e arte. Gli scribi godevano di rispetto sociale, poiché la scrittura era considerata un dono divino di Thoth e il loro lavoro garantiva l'ordine cosmico, essenziale per la civiltà egizia.

La letteratura sacra dell'antico Egitto

Come puoi apprendere durante lezioni di storia online, la letteratura egizia antica è un tesoro culturale che riflette le credenze, i valori e le aspirazioni di una civiltà durata oltre 3.000 anni. Divisa principalmente tra testi religiosi e testi secolari (letterari, morali e amministrativi), tla letteratura dell'antico Egitto estimonia una straordinaria capacità narrativa e un forte legame con il divino.

La letteratura dell'antico Egitto.
La carta di papiro rappresentò una rivoluzione nel campo della scrittura, poiché era facilmente pieghevole, leggera e di colore chiaro.

I testi religiosi rappresentano il corpus più ricco e significativo della produzione scritta egizia: concepiti per guidare i vivi e i defunti nel mantenimento del maat (ordine cosmico) e nell'interazione con le divinità, questi testi rappresentano il cuore pulsante della civiltà egizia.

Testi funerari

I testi funerari avevano lo scopo di garantire un passaggio sicuro del defunto nell'aldilà e di proteggerlo dai pericoli spirituali.

  • Testi delle piramidi (Antico Regno): incisi all'interno delle camere funerarie delle piramidi, questi testi sono tra i più antichi documenti religiosi conosciuti. Contenevano formule magiche e invocazioni per garantire la resurrezione del faraone e la sua unione con gli dei.
  • Testi delle bare (Medio Regno): simili ai Testi delle piramidi, ma più accessibili alla nobiltà e agli alti funzionari, erano scritti su bare di legno.
  • Libro dei morti (Nuovo Regno): una raccolta di formule e incantesimi scritti su papiro e posti accanto al defunto. Guidava l'anima nel suo viaggio nell'aldilà, fornendo istruzioni per superare le prove, come la pesatura del cuore.

Testi cosmogonici e teologici

Questi testi esploravano tematiche di natura cosmogonica (creazione dell'universo) e il ruolo e la funzione degli dei nel contesto del complesso pantheon egizio. Tra i più importanti possiamo ricordare:

  • Enneade di Eliopoli: descrive la creazione del mondo attraverso il dio Atum e i suoi discendenti, le divinità fondamentali del pantheon egizio.
  • Ogdoadi di Ermopoli: si concentra sugli otto elementi primordiali che hanno dato origine all'universo.
  • Testo del tempio di Esna: narra la creazione secondo la dea Neith, una variante teologica successiva.

Oltre ai testi funerari, cosmogonici e teologici non possiamo non menzionare i bellissimi inni dedicati alle divinità, veri e propri capolavori di poesia e devozione.

I testi letterari e religiosi egizi sono stati fondamentali per la conservazione delle antiche credenze e della cultura dell'antico Egitto, e hanno influenzato profondamente la letteratura del Vicino Oriente (inclusa la bibbia!), lasciando un segno indelebile nella storia delle civiltà antiche.

La loro scoperta e traduzione, iniziata con la decifrazione della Stele di Rosetta, continua a rivelare il mondo complesso e affascinante di una civiltà che ha basato la sua identità sulla parola scritta.

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Sandra

Educatrice, insegnante di meditazione, appassionata di storia, filosofia e di discipline spirituali.