Virgilio è stato un antico poeta romano vissuto durante il periodo dell’imperatore Augusto ed è considerato uno dei poeti più importanti di tutti i tempi.
Virgilio compose tre dei poemi più famosi della letteratura latina: le Bucoliche, le Georgiche e l'Eneide, la più celebre e influente, interamente incentrata sulle origini mitiche dell’Antica Roma.
Le opere di Virgilio, come vedremo in questo nostro breve corso di latino letteratura, hanno avuto un'ampia e profonda influenza sulla letteratura occidentale: pensiamo in particolare alla Divina Commedia di Dante, in cui Virgilio appare come guida dell'autore attraverso l'Inferno e il Purgatorio.
Le opere di Virgilio sin dal momento della loro pubblicazione rivoluzionarono i canoni della poesia latina, diventando i testi fondamentali nell’istruzione e nella formazione letteraria dei romani colti. Molti poeti si ispirarono a Virgilio, citandolo nelle proprie opere e facendo spesso riferimento ai suoi versi.
Nelle epoche successivo Virgilio continuò a essere molto amato: tra i suoi ammiratori più celebri possiamo infatti menzionare Sant’Agostino, Gregorio di Tours, Milton, Spenser ed Eliot.
Scopriamo allora la vita e le opere di Virgilio!
La vita e le opere di Virgilio

Si ritiene che la tradizione biografica di Virgilio dipenda da una biografia perduta del poeta romano Lucio Vario Rufo, la quale fu incorporata in un resoconto dello storico Svetonio, così come nei commenti successivi di Servio e Donato, i due grandi commentatori della poesia di Virgilio.
Secondo questi resoconti, Publio Virgilio Marone nacque nel villaggio di Andes (attuale Pietole), vicino a Mantova nella Gallia Cisalpina (Italia settentrionale, annessa all'impero romano durante la vita del poeta).
L'analisi del suo nome ha portato alcuni a credere che discendesse da precedenti coloni romani. La speculazione moderna, tuttavia, alla fine non è supportata da prove narrative né dai suoi stessi scritti né dai suoi successivi biografi.
Macrobio afferma infatti che il padre di Virgilio fosse di umili origini, sebbene gli studiosi generalmente credano che Virgilio provenisse da una famiglia di proprietari terrieri equestri che poteva permettersi di garantirgli un'istruzione formale. Virgilio ebbe effettivamente modo di formarsi a Cremona, Milano, Roma e Napoli, e , dopo aver considerato brevemente una carriera nella retorica e nel diritto, il giovane Virgilio scelse di dedicarsi alla poesia.
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Le prime opere: Bucoliche e Georgiche
La tradizione biografica afferma che Virgilio iniziò a comporre delle egloghe in esametri nel 42 a.C. circa, le quali andranno a costituire la sua prima opera, intitolata le Bucoliche, un gruppo di dieci poemi modellati sulla poesia bucolica (cioè "pastorale" o "rurale") del poeta ellenistico Teocrito.
Le dieci egloghe che compongono le Bucoliche presentano temi pastorali tradizionali affrontati con una nuova prospettiva. Le tematiche sono piuttosto varie: dalle confische dei terreni e i loro effetti sulle campagne italiane all’amore erotico di natura omosessuale (come nei componimenti di Catullo), da temi mitologici e proto-messianici a tematiche più classicamente pastorali.
Qualche tempo dopo la pubblicazione delle Bucoliche Virgilio entrò a far parte della cerchia di Mecenate, l'abile agente d'affari di Ottaviano che cercò di contrastare la simpatia per Antonio tra le principali famiglie radunando numerosi intellettuali romani al fianco di Ottaviano. Virgilio conobbe molte altre importanti figure letterarie dell'epoca, tra cui Orazio, Publio Ovidio Nasone e Vario Rufo, che in seguito contribuì a terminare l'Eneide.
Su insistenza di Mecenate Virgilio trascorse gli anni successivi a comporre il lungo poema in esametri intitolato le Georgiche, che il poeta dedicò al suo mentore. Il tema delle Georgiche è l'istruzione circa i metodi di gestione di una fattoria. Nel trattare questo tema Virgilio segue la tradizione didattica del poeta greco Esiodo e dei successivi poeti ellenistici. I quattro libri delle Georgiche sono dedicati alla coltivazione dei campi e alla gestione degli alberi, all’allevamento del bestiame e all’apicoltura. Il tono dell’opera è molto peculiare, poiché alterna ottimismo e pessimismo. Come tutte le opere di Virgilio anche le Georgiche rappresentano una pietra miliare della letteratura occidentale.
Il capolavoro di Virgilio: l’Eneide
Ma giungiamo ora ad analizzare l’opera senza dubbio più celebre e influente di tutta la produzione virgiliana, l'Eneide, considerata l'opera più bella di Virgilio e uno dei poemi più importanti nella storia della letteratura occidentale.

L'opera, composta tra il 29 e il 19 a.C. ed esplicitamente modellata sui poemi omerici, narra la storia di Enea, eroe troiano sopravvissuto alla guerra di Troia, e il suo viaggio e le sue tribolazioni per portare a compimento il destino del suo popolo. Enea intende infatti raggiungere l'Italia, dove i suoi discendenti Romolo e Remo fonderanno la città di Roma, al fine di donare una seconda patria ai troiani sconfitti.
Virgilio lavorò al suo capolavoro durante gli ultimi anni della sua vita, su commissione dell’imperatore Augusto. Il poema è composto da dodici libri, nei quali viene descritto il viaggio di Enea, un guerriero in fuga dal sacco di Troia, verso l’Italia e la sua battaglia con il principe italiano Turno, e la successiva fondazione di una città dalle cui vestigia sarebbe infine nata Roma.
Virgilio si avvalse di diversi modelli nella composizione della sua epopea, in particolare è possibile individuare l’influenza dei seguenti autori:
- Omero, autore preminente dell'epica classica, la cui influenza è onnipresente nell’Eneide.
- Ennio, poeta latino
- Apollonio, poeta ellenistico
Sebbene l'Eneide si inserisca saldamente nella modalità narrativa tipica dell’epica, spesso cerca di espandere i confini del genere includendo elementi tratti dalla tragedia e dalla poesia eziologica.
Gli antichi commentatori ritenevano che l'Eneide fosse divisa in due sezioni basate sulla poesia di Omero: i primi sei libri darebbero stati influenzati dall’Odissea, mentre gli ultimi sei sarebbero stati influenzati dall'Iliade.
I contenuti dell’opera
Approfondiamo brevemente i contenuti dei dodici libri che compongono l'Eneide:
- Il primo libro si apre con una tempesta chela dea Giunone, nemica di Enea per tutto il poema, scatena contro la sua flotta. La tempesta spinge l'eroe sulle coste di Cartagine, città storicamente avversa a Roma. Didone, la regina di Cartagine, accoglie l'antenato dei romani, e sotto l'influenza degli dei se ne innamora perdutamente.
- Nel secondo libro si svolge un banchetto, durante il quale Enea racconta ai cartaginesi la storia del sacco di Troia, della morte di sua moglie e della sua fuga.
- Nel terzo libro Enea racconta loro le sue peregrinazioni nel Mediterraneo alla ricerca di un luogo adatto per fondare la sua nuova patria.
- Nel quarto libro il dio Giove richiama Enea al suo dovere di fondare una nuova città; l’eroe lascia Cartagine, gettando nella disperazione la regina Didone, la quale si suiciderà maledicendo Enea e invocando vendetta, simbolica anticipazione delle feroci guerre tra Cartagine e Roma.
- Nel quinto libro si celebrano i riti funebri per il padre di Enea, Anchise, morto l’anno precedente.
- Nel sesto libro Enea giunge a Cuma, in Italia, dove consulta la Sibilla Cumana, che lo conduce attraverso gli Inferi dove Enea incontra il defunto Anchise, il quale rivela al figlio il destino di Roma.
- Il settimo libro, che sancisce l’inizio della seconda parte dell’opera, ispirata all’Iliade, si apre con un’invocazione alla Musa e narra dell'arrivo di Enea in Italia e del suo fidanzamento con Lavinia, figlia del re Latino. Lavinia era già stata promessa a Turno, re dei Rutuli, il quale viene incitato a combattere da Aletto, una delle tre Erinni (o Furie) e da Amata, la madre di Lavinia.
- Nell’ottavo libro Enea si allea con il re Evandro, che occupa il sito su cui sorgerà Roma, e riceve una nuova armatura e uno scudo raffigurante tutta la storia romana.
- Il libro nono racconta dell’assalto di Niso ed Eurialo ai Rutuli.
- Nel decimo libro Virgilio racconta della morte del giovane figlio di Evandro, Pallante
- Nell’undicesimo libro viene narrata la morte della principessa guerriera dei Volsci Camilla e della decisione di risolvere la guerra con un duello tra Enea e Turno.
- Il dodicesimo libro conclude la narrazione dell’Eneide con la presa della città di Latino, la morte di Amata e la sconfitta e l'uccisione di Turno da parte di Enea, che respinge le suppliche di dell’avversario. L'ultimo libro si conclude con l'immagine dell'anima di Turno che si lamenta mentre fugge negli inferi.
Gli ultimi anni di Virgilio

Secondo la tradizione, Virgilio si recò in Grecia intorno al 19 a.C. per revisionare l'Eneide. Dopo aver incontrato Augusto ad Atene e aver deciso di tornare a casa, Virgilio purtroppo si ammalò, e, indebolito irrimediabilmente dalla malattia, morì nel porto di Brindisi il 21 settembre 19 a.C.
Augusto ordinò agli esecutori letterari di Virgilio, Lucio Vario Rufo e Plozio Tucca, di ignorare il desiderio di Virgilio che il poema fosse bruciato, ordinando invece che fosse pubblicato con il minor numero possibile di modifiche editoriali. Per questo motivo il testo che noi conosciamo contiene alcuni errori, pochi a dire il vero e tutti legati a questioni metriche.
L’opera di Virgilio, insieme a quella di Marco Tullio Cicerone, rappresenta una dei grandi capolavori della letteratura classica e la sua influenza sugli autori successivi è quasi incalcolabile!









