Capitoli
- 01. Focus sul cervello dei più piccoli: il bilinguismo è pericoloso?
- 02. Insegnare l’inglese fin dalle prime parole. Roba da famiglie bilingue?
- 03. L’iniziazione all’inglese dai 3 anni, attraverso il divertimento
- 04. Qual è dunque l’età migliore per apprendere l’inglese?
- 05. L’inglese a scuola: una relazione complicata dall’asilo alla maturità
- 06. Non esiste un’età minima per iniziare ad imparare l’inglese
Si tratta di una questione che assilla ogni genitore che intenda vedere il proprio figlio a suo agio con l’inglese per vivere e viaggiare senza preoccupazioni.
Il tema interessa molto le coppie genitoriali di nazionalità eterogenea, che parlano due lingue diverse come l’italiano e l’inglese e che vorrebbero che il proprio figlio parlasse fin da piccolo entrambe le lingue.
Madre e padre si domandano in tal caso come insegnare a parlare inglese ai piccoli.
Buona notizia: allo stato attuale non esiste nessuna solida raccomandazione anti-bilinguismo che stia in piedi. I benefici del parlare due lingue sono ben più numerosi degli svantaggi. Facciamo il punto della situazione prima di sapere quale sia l’età minima consigliata per l’apprendimento dell’inglese. Are you ready?
Focus sul cervello dei più piccoli: il bilinguismo è pericoloso?
Dall’età di tre mesi il neonato possiede un circuito neuronale dedicato alla comprensione del linguaggio. Ciò gli permette di acquisire i primi meccanismi della propria lingua madre. Ad oggi gli studi delle neuroscienze provano che il bilinguismo non è nocivo per il cervello del neonato, in passato ritenuto a torto troppo fragile. Il cervello dei piccolissimi, in realtà, adora e si diverte nell’essere stimolato!

Maria Kihlstedt, proessoressa all'Université de Paris Ouest Nanterre, afferma che esistono circuiti neuronali aperti, pronti a specializzarsi nell’apprendimento di una lingua come l’inglese, oppure in un’altra competenza; e ciò, prima dell’età di sette anni. Insomma, non vale proprio la pena di indugiare prima di insegnare al bebé a parlare in inglese.
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Insegnare l’inglese fin dalle prime parole. Roba da famiglie bilingue?
Insegnare l’inglese ai bambini è cosa ottima in un mondo in cui questa lingua conta molto in tutti i dominii. Naturalmente è importante padroneggiare innanzitutto la lingua madre. Successivamente, evitando problemi cognitivi, si punterà all’acquisizione ottimale dell’inglese (e degli insegnamenti in inglese), in aggiunta ad una conoscenza perfetta dell’italiano.
Ecco i tipici pregiudizi, per altro infondati. Studi recenti mostrano che l’apprendimento di una seconda lingua in parallelo non ha conseguenze negative sulla lingua madre. Si possono leggere storie in inglese ai piccolissimi, per aiutarli ad associare termini ad immagini. Naturalmente non si pensi di poter iniziare direttamente da Harry Potter.
Altro trucco è quello che consiste nel cantare filastrocche in inglese, sempre le stesse, affinché i piccoli si sentano a proprio agio con l’inglese. Visto che i bambini cercano sempre di attirare l’attenzione dei propri genitori, l’apprendimento dell’inglese può essere facile associando ad ogni conquista il piacere di una bella ricompensa (un bacio, un sorriso!).
Suscitando nel bambino la voglia di imparare ogni giorno un po’ d’inglese, gli offrirete la chiave per fargli assimilare facilmente questa seconda lingua. Insomma, non servono genitori bilingue inglese per portare avanti delle attività nella lingua di Shakespeare. Ogni iniziativa contribuirà allo sviluppo dell’orecchio e preparerà i piccoli ad un apprendimento più facile!
Consultate i nostri articoli sui benefici di insegnare l’inglese ai bambini!
E’ vero che i bambini bilingue sono più intelligenti?
Padroneggiare due lingue fin da piccoli significa che bilinguismo rimerebbe con una maggior intelligenza? Si è osservato che i bambini bilingue affrontano particolarmente bene molte situazioni diverse:
- Problemi non verbali
- Comunicazione d’ogni sorta
- Percezione spaziale
- Creatività
- Relazione positiva con le discipline matematiche (chi l’avrebbe detto?)

Uno studio condotto da Riccardielli nel 1992 su dei bambini poliglotti e su degli altri che parlano solo una lingua ha consentito di confermare questi argomenti. I bambini dovevano trovare tutti gli utilizzi possibili ed immaginabili di un mattone e di una lattina di Coca.
Il gruppo bilingue ha dato un numero di risposte nettamente superiore e con un grado maggiore di originalità. Che i bambini mono lingue si rassicurino: non sono meno intelligenti; ed esiste tutta una serie di attività per sviluppare anche le loro capacità: dallo sport, alla musica e al disegno.
Iniziare i bambini all'inglese è quindi una scelta giudiziosa!
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L’iniziazione all’inglese dai 3 anni, attraverso il divertimento
Grazie al suo cervello malleabile, il bambino possiede una straordinaria capacità di memorizzare. Per fargli esercitare l’orecchio e migliorare il vocabolario non esitate a fargli guardare cartoni animati in ingelse, comme quelli di Peppa Pig.

Prima dei 2 anni, è vero, gli schermi non sono affatto raccomandati... ma il posto dei tablet nella nostra vita quotidiana rende questa raccomandazione sempre più difficile da applicare. Sta ai genitori limitare l’esposizione alle immagini a delle sessioni di breve durata, privilegiando i momenti di gioco e di interazione.
Esistono diversi giochi per insegnare ai piccoli i rudimenti dell’inglese in versione digitale (www.maxetome.com), in DVD o in gioco di società (i giochi Oxybul ad esempio). Certi organismi propongono laboratori d’inglese come Mini Schools per i bimbi tra i 3 e gli 11 anni. Ogni settimana un gruppetto di bambini si ritrova attorno ad un animatore per cantare, leggere e parlare in inglese. C’è di più: un giornale da leggere per tutta la durata dell’anno destinato ai giovani allievi. Morale: proponetegli dei giochi e vedrete che vostro figlio adorerà imparare l’inglese!
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Qual è dunque l’età migliore per apprendere l’inglese?
Gli studiosi della vecchia scuola sostenevano l’importanza della precedenza accordata alla lingua madre. Il che portava ad indicare un’età successiva ai 7-8 anni. In realtà bisogna sapere che superati i 7 anni una lingua appresa non sarà più una lingua madre. Insomma, più presto si incontra una lingua più naturalmente essa viene assimilata. Gli sforzi di un bambino sono di gran lunga inferiori a quelli di un adulto.
Se la motivazione è uno dei motori principali dell’apprendimento dell’inglese per un bambino, essa può non bastare se i metodi non sono quelli appropriati. Niente panico, potete optare per delle lezioni di inglese con un insegnante di inglese, recuperando l’eventuale ritardo accumulato ed agevolando la sua fiducia in se stesso anche nell’ambito della scuola media. Nota Bene: un alunno "scarso in Inglese a scuola" potrà benissimo parlare inglese fluentemente da adulto, seguendo un metodo di apprendimento moderno, basato sulla memorizzazione e l’oralità (vedere il nostro articolo sull’argomento).
L’inglese a scuola: una relazione complicata dall’asilo alla maturità
Attualmente i bambini ascoltano filastrocche in inglese all’interno di molte scuole dell’infanzia, in alcuni casi seguono delle vere e proprie lezioni, a seconda degli asili. Il problema è che per molti insegnanti la priorità resta l’insegnamento dell’italiano e l’arricchimento del vocabolario di base in italiano. Cio è in parte comprensibile, se si pensa che all’interno di una sezione il numero di termini consciuti puo essere compreso tra 1 e 6.
Alla scuola elementare, quindi a partire dai 6 anni, quando le basi sono teoricamente ben acquisite, i programmi prevedono che l’insegnante faccia lavorare in inglese per un'ora alla settimana. Troppo poco per praticare la lingua, ciò che arena ad una mera iniziazione all’inglese. Sono quindi pochissimi gli alunni che arrivano alla fine del liceo parlando inglese. Mancano mezzi agli insegnanti per proporre una lingua viva in modo efficace. Le risorse per l’inglese ad alunno sono scarse. Gli eletti che parleranno inglese lo faranno grazie a delle situazioni vissute particolari: un’amicizia con dei giovani statunitensi, delle lunghe vacanze estive trascorse in compagnia di stranieri di lingua inglese, una passione per dei telefilm americani, l’incontro con una baby-sitter di lingua inglese, uno o più viaggi a fini linguistici...
Soggiorni linguistici già dai 7 anni?
7 anni, la famosa età della ragione. Ed è anche l’età in cui il bambino può desiderare scoprire le cose da solo e soprattutto partire con un gruppo di coetanei in colonia. Un bambino che realmente mostri il desiderio di imparare l’inglese, può partire per un soggiorno linguistico già dai 7 anni.

La full immersion deve esere presa come un gioco dal piccolo, cosa che gli permetterà di esplorare un’altra maniera di vedere il mondo e di accettare di diventare qualcun’altro, qualcuno in grado di parlare inglese. Ovviamente bisogna accertarsi del fatto che il bambino se la senta. Il rischio è altrimenti quello di traumatizzarlo definitivamente, se lo si mette di forza su un Eurostar al momento della partenza!
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Non esiste un’età minima per iniziare ad imparare l’inglese
In sintesi, non esiste un’età minima per cominciare ad imparare l’inglese. Si possono parlare l’italiano e l’inglese fin dal primo giorno della vita del bebé, senza rischiare affatto di rovinare il suo giovane cervello. La costanza resta la chiave della riuscita, per un apprendimento che si voglia efficace. Partite con dolcezza, non forzate i vostri piccoli... Rischiereste altrimenti di impaurirli e provocare in loro il disgusto nei confronti dell’inglese.

Bisogna tenere conto del fatto che il corso di inglese intensivo non sono adeguate, nel caso in cui si preconizzi un apprendimento precoce. È meglio servirsi della versione originale della vita quotidiana (dal risveglio all’andata a letto, passando dal bagnetto e dalla cena) e del divertimento in essa insiti.
Se desiderate che l’inglese divenga una seconda lingua madre, non dimenticate che l’apprendimento dovrà effettuarsi prima dei 7 anni.
Per contro, per quanto riguarda voi genitori, non dimenticate che, comunque, non si è mai troppo vecchi per parlare inglese. Potete sempre assistere i vostri nipoti quando fanno i compiti di inglese.
Per sapere come insegnare l'inglese ad un dislessico, consulta il nostro articolo!
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