Elsa Morante è stata una importantissima autrice di romanzi, poetessa, traduttrice e autrice di libri per bambini.

Morante è da molti considerata una delle autrici più importanti della storia della letteratura italiana: il suo celebre e monumentale romanzo La storia è stato infatti incluso nella Bokklubben World Library List dei 100 migliori romanzi di tutti i tempi.

Autrice sensibile, acuta e potente, Morante è stata capace di sondare l’animo umano in modo unico e di trattare grandi tematiche storiche con coraggio e autonomia, e per queste ragioni è senza dubbio una delle voci più importanti della letteratura italiana e di tutta la cultura novecentesca europea.

Scopriamo insieme la vita e le opere di Elsa Morante, purtroppo raramente oggetto di un corso di italiano al liceo!

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Vita e opere di Elsa Morante

Elsa Morante nacque a Roma nel 1912, figlia di Irma, insegnante di origine ebraica, e Augusto Morante. Da adolescente Morante scoprì che Francesco Lo Monaco, un vicino di famiglia, era il suo padre biologico. Fatta eccezione per un breve periodo durante la seconda guerra mondiale, Elsa visse a Roma fino alla sua morte, avvenuta nel 1985.

Elsa mOrante nacque a Roma da una famiglia di origine ebraica.
Una piccola Elsa Morante in braccio alla sua tata.

Morante iniziò a scrivere in tenera età, senza ricevere però grande sostegno dai suoi genitori. Elsa iniziò a scrivere racconti a metà degli anni '30, alcuni dei quali furono pubblicati in varie pubblicazioni e riviste, compresi alcuni periodici per bambini.

Prime opere e matrimonio

Il suo primo libro, una raccolta di racconti intitolata Il Gioco Segreto, fu pubblicato nel 1941. Nello stesso anno sposò il collega romanziere e critico cinematografico Alberto Moravia. Nel 1942 scrisse il suo primo libro per ragazzi, Le Bellissime avventure di Caterì dalla Trecciolina. Durante l'occupazione tedesca dell'Italia alla fine della seconda guerra mondiale, Morante e Moravia, timorosi per la propria incolumità a causa delle loro origini ebraiche, fuggirono da Roma per cercare rifugio nel Lazio meridionale, in un villaggio di pastori, i cosiddetti "ciociari”. L'esperienza ispirerà il romanzo La storia (1974) di Morante e La Ciociara di Moravia.

Morante e Moravia furono una delle coppie letterarie più celebri del Novecento.
Eldsa Morante sposò lo scrittore Alberto Moravia.

Durante la sua permanenza in campagna Morante iniziò a tradurre l'opera di Katherine Mansfield. L’autrice decise poi di tornare brevemente a Roma, tragicamente dilaniata dalla guerra, per recuperare il manoscritto di quello che sarebbe stato il suo primo romanzo, Menzogna e sortilegio, e per procurarsi degli abiti invernali.

Alla fine della guerra, Morante e Moravia incontrarono il traduttore americano William Weaver, che li aiutò a pubblicare le proprie opere nel mercato di lingua inglese. Il suo primo romanzo, Menzogna e sortilegio del 1948, vinse il Premio Viareggio e fu pubblicato negli Stati Uniti nel 1951.

L’Isola di Arturo e il Premio Strega

Ecco un romanzo ideale per un corso italiano che si voglia completo: il romanzo successivo di Morante, L'isola di Arturo, fu pubblicato nel 1957 e vinse il Premio Strega. L’opera è considerata un classico del Novecento, e contribuì ad accrescere la notorietà dell’autrice.

Nel 1961 Morante e Moravia si separarono (ma non divorzieranno mai) e la scrittura di Morante si fece più sporadica. Elsa distrusse gli scritti di questo periodo, a eccezione della raccolta di racconti Lo scialle andaluso e alcune poesie.

Nel 1963 Pier Paolo Pasolini invitò la Morante a selezionare la musica per il suo film Il Vangelo secondo Matteo, per il quale l’autrice si occupò anche del casting degli attori.

Il suo lavoro successivo, Il mondo salvato dai ragazzini, una raccolta di poesie e canzoni principalmente indirizzate al suo nuovo amante, l'artista Bill Morrow, fu pubblicato nel 1968.

Nel 1974 Morante pubblicò La storia, un romanzo che racconta le vicende di Roma durante la seconda guerra mondiale. L’opera divenne un bestseller nazionale in Italia, in parte grazie all'insistenza di Morante affinché l'editore Einaudi lo pubblicasse in un'edizione tascabile economica.

Nonostante il suo successo commerciale, il libro suscitò reazioni molto diverse, spesso negative, soprattutto da parte della critica letteraria di sinistra, che non ne apprezzò il tono anti-ideologico. Dopo che Pier Paolo Pasolini scrisse una recensione negativa del libro, Morante interruppe la loro amicizia. Il romanzo è stato in seguito adattato per una serie televisiva Rai negli anno ’80.

Elsa Morante ebbe moltissimi amici letterati, tra cui Pasolini.
Morante interruppe l'amicizia con Pasolini dopo che lui stroncò La Storia.

L'ultimo romanzo della Morante, Aracoeli (1982), è stato considerato come un sunto di tutti i temi presenti nella sua opera, come l'innocenza dell'infanzia e l'importanza di creare mondi fantastici per sfuggire alla triste realtà dell’esistenza.

La capacità di Morante di unire temi e registri differenti ricorda per certi versi la prosa fantastica e realista di Giovanni Boccaccio o di Alessandro Manzoni.

I temi delle opere di Morante

L'Italia meridionale è spesso impiegata come sfondo per gran parte del lavoro letterario di Morante, come nel caso del celebre romanzo L’isola di Arturo,in cui l’isola di Procida svolge un ruolo essenziale nella narrazione.

Uno dei temi centrali nell'opera di Morante è senza dubbio il narcisismo: la maggior parte dei personaggi usa la narrazione di sé come terapia personale.

Un altro aspetto importante dell'opera di Morante è la tematica amorosa: secondo Morante l'amore può essere passione e ossessione e può portare alla disperazione o alla distruzione.

Amore e narcisismo sono temi collegati tra loro nella sua produzione letteraria. La maggior parte dei personaggi di Morante cerca l'amore, non perché provi sentimenti sinceri, ma perché necessita di colmare il vuoto d’amore sperimentato durante l’infanzia.
È attraverso l'amore e il narcisismo che la Morante introduce altri temi come il ruolo della maternità e il significato delle esperienze infantili.

Il pessimismo che pervade le opere di Morante ricorda da vicino la visioni di grandi autori precedenti, quali Giacomo Leopardi e Italo Svevo.

La Storia

Il romanzo La Storia è considerato l’opera più famosa e controversa di Elsa Morante. Pubblicato nel 1974, narra la storia di una donna, Ida Ramundo, e dei suoi due figli Antonio (soprannominati "Ninnarieddu", "Ninnuzzu" ") e Giuseppe ("Useppe") che vive a Roma durante e subito dopo la seconda guerra mondiale.

La trama

Ciascuna delle otto sezioni del romanzo è preceduta da un riassunto degli eventi storici realmente accaduti durante l’esistenza della protagonista.

Il narratore interrompe frequentemente questa narrazione per notare come la sua stessa ricerca verifichi i resoconti soggettivi dei personaggi; da queste interruzioni è chiaro che il narratore deve essere un personaggio del romanzo, che però non verrà mai rivelato.

La madre di Ida Ramundo era ebrea e soggetta a una grave forma di epilessia; la donna annega durante una fuga in Palestina quando vengono annunciate le leggi razziali di Mussolini.

Ida subisce uno stupro da parte di un giovane soldato tedesco che nel gennaio 1941, il quale le aveva chiesto di salire a casa sua. Questo stupro provoca una gravidanza e un altro figlio, Useppe.

L'altro figlio, Nino, il primogenito di Ida, sta diventando un delinquente, e ben presto fugge di casa prima per arruolarsi nell'esercito, poi per unirsi alla resistenza, tornando solo occasionalmente a trovare la madre e il fratellastro.

All'inizio del 1943, il loro appartamento viene bombardato mentre Ida e Useppe stanno facendo la spesa, uccidendo il loro amato cane Blitz e costringendoli a vivere in un rifugio con una grande famiglia allargata per tutto il resto della guerra. Qui incontrano un uomo che afferma di essere un disertore di nome Carlo Vivaldi, che in realtà è un filosofo/poeta anarchico ebreo di nome Davide Segre. In ottobre, Ida e Useppe assistono al rastrellamento del ghetto ebraico

Sebbene Nino sia affettuoso nei confronti del fratello piccolo, le sue azioni nei suoi confronti non sono protettive. Promette di visitare spesso per portare soldi e giocattoli mentre la famiglia sta morendo di fame e soffrendo emotivamente le asprezze della guerra, ma raramente lo fa.

Durante una delle sue rare visite, Nino porta il fratellino in strada,dove, nel giro di poche ore, Nino partecipa a un'incursione che uccide tre soldati tedeschi.

Con la ritirata dei nazisti alla fine del 1944 e l'arrivo delle forze americane, la narrazione passa dall'enfasi sui pericoli fisici della guerra ai pericoli psicologici del dopoguerra, mentre i personaggi sono esposti a immagini e storie di atrocità sempre più terribili.

Ida è quasi paralizzata dalla paranoia e dal senso di colpa per essere sopravvissuta ai rastrellamenti. Nino continua a opporsi violentemente ai nuovi governi e alla fine viene ucciso mentre fugge dalla polizia mentre contrabbanda armi illegali nel paese.

L'ultimo quarto del libro si svolge nel 1947. Ida è così paranoica da riuscire a malapena a svolgere il suo lavoro di insegnante elementare. Useppe, dopo aver avuto violenti attacchi epilettici quando è stato costretto a frequentare la scuola, ora trascorre le sue giornate esplorando i boschi alla periferia di Roma con Bella, il cane pastore maremmano del fratello morto.

Lì incontrano Pietro Scimò, un ragazzino di 13 anni fuggito dal collegio, che sopravvive di cibo e biglietti del cinema regalati da alcuni uomini,e che racconta loro storie di temibili pirati che vivono dall'altra parte del fiume rispetto alla sua casa abbandonata.

Useppe e Bella visitano spesso anche Davide, che soffre di sintomi simili alla schizofrenia dopo la tortura per mano delle SS, e il senso di colpa per aver ucciso selvaggiamente lui stesso un ufficiale delle SS quando era stato brevemente con i guerriglieri di Nino.

Nella sezione più lunga del libro, Useppe e Bella ascoltano senza capire mentre Davide, automedicandosi con la morfina, espone la sua filosofia anarchica a un pubblico indifferente in un'osteria di San Lorenzo. Aspettando Scimò lungo il fiume, Useppe ha una crisi epilettica e cade nel fiume, ma Bella lo salva dall'annegamento.

Useppe assiste alla fatale overdose di Davide e infine, tornando nuovamente al fiume Useppe crede che un gruppo di bambini siano i pirati di cui Scimò gli aveva parlato e inizia a combatterli, e viene derubato..

I bambini scappano e Bella torna di corsa a Roma per andare a prendere Ida. Useppe riesce a tornare a casa con loro, ma la mattina dopo subisce una serie di convulsioni fatali mentre Ida è a scuola.

Ida torna a casa e trova il figlio morto, e si rende conto che tutta la storia umana e i governi sono solo una lunga serie inesorabile di metodi con cui le persone possono farla franca uccidendosi a vicenda, prima di cadere in uno stato di torpore catatonico in cui rimane fino alla sua morte nove anni dopo.

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Sandra

Educatrice, insegnante di meditazione, appassionata di storia, filosofia e di discipline spirituali.