Secondo l’organizzazione UN Women la parità di partecipazione e leadership delle donne nella vita politica e pubblica sono essenziali per raggiungere gli obiettivi di uno sviluppo sostenibile a livello mondiale.
Purtroppo,però, i dati più recenti mostrano che le donne nel mondo sono ancora ampiamente sottorappresentate a tutti i livelli dei processi decisionali, e che il raggiungimento della parità di genere nella vita politica è ancora molto lontano.
Sebbene la maggior parte dei paesi del mondo non abbia raggiunto la parità di genere, negli ultimi decenni il numero delle donne in politica è cresciuto sensibilmente e tale presenza ha contribuito in modo sostanziale al progresso della condizione femminile nel corso degli anni.
In questo articolo scopriremo quali sono state le conquiste del movimento delle donne zin ambito politico e legale e le attuali istanze portate avanti dalle attiviste.
Donne in politica: riflessioni e dati
La scarsa presenza delle donne in politica e nelle posizioni di potere in generale costituisce un grave problema delle democrazia moderne, che mina alla radice la legittimità dell’ideale democratico contemporaneo.
La promozione delle donne in posizioni decisionali di rilievo è infatti un aspetto essenziale nel processo di piena e completa emancipazione femminile. Una democrazia pienamente realizzata dovrebbe infatti prevedere una rappresentanza paritaria tra donne e uomini in politica. Ricordiamo inoltre che le donne non costituiscono una minoranza: rappresentano più della metà dell’umanità e una delle sue componenti imprescindibili.
Alcuni dati: sovrarappresentazione degli uomini
Proviamo a dare uno sguardo ad alcuni dati rappresentativi relativi alla presenza delle donne nelle istituzioni politiche :
- L’attuale Parlamento Europeo è composto per il 63% da uomini
- In tutta l’Unione Europea, l’85% dei sindaci sono uomini.
- In numerosi Stati membri dell’Unione Europea come Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Cipro, Irlanda, Lettonia, Ungheria, Malta, Romania , Slovacchia – gli uomini costituiscono almeno l’80% del parlamento nazionale.
- In numerosi Stati membri dell’Unione Europea i principali partiti politici sono guidati da uomini. L’Italia solo di recente ha visto un cambiamento con il successo elettorale di Giorgia Meloni e con l’arrivo di Elly Schlein alla guida del Partito Democratico (la prima volta nella storia del più grande partiro social democratico del nostro Paese).
Come è evidente da questi dati, oggettivamente sconfortanti, è evidente che stereotipi e limitazioni fanno sì che ancora oggi le donne non abbiano gli stessi diritti degli uomini.
A tutti gli effetti le donne sono ancora una minoranza nel contesto della leadership politica, è questo è un dato estremamente importante, poiché è la leadership politica che determina legislazioni e regolamenti, pertanto è fondamentale che le donne accedano sempre di più ai processi decisionali prendendovi parte in modo attivo.
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Legislazione e diritti delle donne in Italia
In Italia sono stati compiuti grandi passi in avanti negli ultimi due secoli nell’ambito dei diritti delle donne, le quali, grazie a una serie di iniziative legislative, godono oggi di pieni diritti in termini sociali e politici.
Scopriamo insieme le principali conquiste legali e politiche delle donne italiane a partire dal secolo scorso:
- Accesso agli impieghi pubblici (la legge n.66 consentì alle donne di accedere a tutte le cariche e impieghi pubblici)
- Divorzio (legge n. 898)
- Referendum abrogativo con il quale la maggioranza degli italiani scelse di mantenere in vigore la legge sul divorzio.
- Riforma del diritto di famiglia (parità dei coniugi, abolizione della potestà del marito, comunione e separazione dei beni)
- Diritto all’aborto (la legge n. 194 eliminò il reato di aborto e legalizzò l’interruzione volontaria di gravidanza
- Abolizione del delitto d’onore e del matrimonio riparatore
- Parità sul lavoro (il decreto legislativo n. 5 condannò i comportamenti discriminatori nei confronti delle lavoratrici)
- Quote rosa nei consigli di amministrazione (la legge 120 impose alle società quotate in borsa un equilibrio tra i generi nell’elezione degli amministratori)
2009 . Legge anti-stalking (la legge 38 del Codice Penale condanna i comportamenti molesti e persecutori)
- Legge contro la violenza sulle donne (legge contro il femminicidio e la violenza sulle donne, volta a inasprire la pena per il reato di femminicidio)
Come possiamo evincere dalle leggi e dalle conquiste elencate qui sopra le innumerevoli battaglie portate avanti dal movimento delle donne hanno prodotto grandi risultati, sebbene, come nel caso del diritto all’aborto, si sia ancora molto lontani da una piena ed effettiva applicazione (e fruibilità) di alcuni diritti sanciti dalla legge.
Il femminismo in Italia tra passato e presente
Le prime tracce di un pensiero proto-femminista in Italia sono riscontrabili già a partire dal XIII secolo, per poi svilupparsi in un sistema coerente di idee basate sulla parità di genere e sulla necessità dei diritti individuali per tutte le donne nel corso dei secoli.
Sebbene il movimento delle donne abbia subito una tragica battuta d'arresto sotto il governo fascista di Benito Mussolini, nel XX secolo -in particolar modo nel secondo dopoguerra- i movimenti femministi aumentarono e giunsero, come abbiamo visto, al conseguimento di grandi conquiste.
Negli ultimi decenni il femminismo italiano ha conosciuto una grande crescita , in particolare durante i governi di Silvio Berlusconi, durante i quali il movimento si è concentrato sull'opposizione all'oggettivazione delle donne negli spettacoli televisivi nazionali e nella politica.
Ma qual è la situazione attuale del movimento femminista italiano? Cosa se ne dice durante i corsi di filosofia online?
Per avere un’immagine completa e ampia della situazione attuale del movimento delle donne possiamo fare riferimento a un’indagine recentemente pubblicata dal fondo femminista Semia.
I dati dell’indagine Semia
Semia è una fondazione di diritto italiano e un fondo femminista indipendente da qualsiasi ideologia politica, interesse economico o credo religioso, la cui missione consiste nell’offrire supporto al movimento per i diritti delle donne e per l’uguaglianza di genere in Italia.
Nelle parole delle attiviste di Semia:
“Crediamo nella parità tra i generi in ottica di femminismo intersezionale dove genere, orientamento sessuale e relazionale etnia, classe, religione, disabilità, istruzione e territorio sono le direttrici del nostro sguardo. Pensiamo che un’Italia femminista e intersezionale non sia solo una dimensione possibile, ma il tempo presente.”
Semia ha dunque l’obiettivo di “sostenere le organizzazioni, i gruppi, i collettivi, le attiviste e gli attivisti che lavorano ogni giorno nelle nostre comunità per rendere l’Italia un paese più inclusivo, equo e sicuro per bambine, ragazze, donne, persone trans e non-binarie.”
Secondo la loro indagine questa è, in breve, la situazione del movimento delle donne in Italia oggi:
- 1047 organizzazioni formali e informali sparse su tutto il territorio
- le organizzazioni femministe sono localizzate in prevalenza al nord (441), rispetto al centro (305) e al sud Italia (297), con una maggiore concentrazione nel Lazio (19,39%) in Lombardia (11,27%) e in Emilia-Romagna (8,9%)
- oltre il 40% delle organizzazioni si trova nelle aree metropolitane
- il 61,41% delle organizzazioni lamenta l'insufficienza di fondi (dato piuttosto allarmante!)
- il 67,24% delle organizzazioni è di piccole dimensioni (massimo di 15 persone), nella maggioranza dei casi volontarie
- il 27% delle organizzazioni vive grazie all’autofinanziamento
- il 38% ha ricevuto nel tempo fondi pubblici
- 14% ha ricevuto donazioni da fondazioni italiane
- 53% delle organizzazioni che include il supporto alla comunità Lgbtqia+
Il contrasto alla violenza di genere e le altre battaglie del movimento italiano
Attualmente le associazioni femministe sono particolarmente impegnate nelle campagne di contrasto alla violenza di genere, tristemente motivate dal numero sempre crescente di femminicidi (nel 2023 sono stati 109, stando ai dati forniti dal Ministero dell'Interno).
Oltre al tema della violenza di genere e della parità uomo-donna, in Italia un’associazione femminista su due mostra un approccio intersezionale, e include quindi la difesa dei diritti delle persone Lgbtqia+ e il contrasto al razzismo, sebbene il movimento nella sua totalità fatichi ancora ad abbracciare pienamente la difesa dei diritti delle persone con disabilità e delle donne migranti.
Il futuro del femminismo nella politica
Senza dubbio il femminismo ha contribuito al conseguimento di numerosi diritti fondamentali delle donne attraverso un’attività decennale indefessa, senza la quale diritti quali il divorzio, l’interruzione volontaria di gravidanza e la legge contro lo stalking non avrebbero probabilmente visto la luce.
Tuttavia la strada per una piena parità di genere è ancora molto lunga, stando ai dati occupazionali e al numero di donne coinvolte in politica.
Sicuramente in futuro sempre più donne saranno coinvolte nei processi decisionali, poichè si rileva un notevole incremento della presenza femminile in politica negli ultimi decenni , e il trend è certamente destinato a crescere, soprattutto perché le tematiche dell’empowerment femminile e della necessità di una partecipazione attiva nella società da parte delle donne sono estremamente sentite presso le generazioni più giovani.
Questo dato non può che far ben sperare in un futuro più equo ed egalitario, nel quale le donne, grazie a una crescente educazione al femminismo, potranno partecipare in modo davvero paritario ai processi politici, legislativi e amministrativi del nostro Paese.
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