Alessandro Manzoni è stato un poeta, romanziere e filosofo italiano, ed è noto per il suo importantissimo romanzo, I promessi sposi, considerato uno tra i capolavori della letteratura italiana e mondiale.
La sua opera è infatti un simbolo del Risorgimento italiano, sia per il suo messaggio patriottico, sia per il ruolo fondamentale ricoperto nello sviluppo della lingua italiana moderna. Manzoni contribuì infatti alla definizione della lingua italiana moderna e contribuì a creare una certa unità linguistica in tutta Italia. Ambientato in Lombardia nel 1628, la narrazione de I promessi sposi si svolge durante gli anni della dominazione spagnola e contiene una straordinaria descrizione della peste che colpì Milano intorno al 1630.
Scopriamo insieme la vita e l’opera più celebre di Alessandro Manzoni, proprio come viene raccontata nei corsi di italiano milano!
La vita
Infanzia e giovinezza
Manzoni nasce a Milano il 7 marzo 1785. Suo padre Pietro apparteneva a un'antica famiglia lecchese, mentre il nonno materno del poeta, Cesare Beccaria, era un noto scrittore e filosofo, e anche sua madre Giulia aveva un grande talento letterario. Nel 1792 i suoi genitori ruppero il matrimonio e per questo Alessandro fu allevato in diversi istituti religiosi.
Manzoni ebbe molte difficoltà a scuola, ma a quindici anni sviluppò un’enorme passione per la poesia e scrisse due sonetti di notevole pregio. Alla morte del padre, nel 1807, andò a vivere dalla madre ad Auteuil, e iniziò a frequentare l'ambiente letterario, stringendo amicizia con Claude Charles Fauriel e facendo proprio il credo anticattolico illuminista del tempo.
Nel 1806-1807, mentre era ad Auteuil, si presentò al pubblico come poeta, con due opere: Urania, in stile classico, e un'elegia in versi sciolti dedicata alla morte del conte Carlo Imbonati, dal quale ereditò notevoli proprietà. Come per l'opera di Ludovico Ariosto o per quella di Giacomo Leopardi, anche per Manzoni il mondo classico fu sempre un punto di riferimento.
Matrimonio e conversione
Nel 1808 Manzoni sposò Enrichetta Blondel, figlia di un banchiere di Ginevra; la donna proveniva da una famiglia calvinista, ma nel 1810 scelse di convertirsi al cattolicesimo. La sua conversione influenzò profondamente il marito, il quale nello stesso anno visse una crisi religiosa che lo portò ad abbracciare una forma piuttosto austera di cattolicesimo.

In questo periodo si dedicò alla composizione degli Inni sacri, una serie di liriche sacre, e di un trattato di morale cattolica, Osservazioni sulla morale cattolica.
Nel 1819 Manzoni pubblicò la sua prima tragedia, Il Conte di Carmagnola, severamente criticato da molti critici letterari, ma elogiato da Goethe. La morte di Napoleone nel 1821 ispirò invece i celebri versi del Cinque maggio, una delle poesie più celebri della letteratura italiana. Le vicende politiche di quell'anno, e la prigionia di molti suoi amici, gravarono molto sull’animo di Manzoni, e gli studi storici in cui cercò distrazione durante il suo successivo ritiro a Brusuglio suggerirono la sua grande opera, I Promessi sposi, pubblicati inizialmente nel 1827 (la versione definitiva fu infine pubblicata nel 1842).
Maturità e consacrazione
La vita di Manzoni fu poi caratterizzata da una sequela di lutti (morirono la moglie e alcuni figli), e nel 1837 si sposerà con Teresa Borri in seconde nozze. Anche Teresa morirà prima di lui, mentre dei nove figli nati dai suoi due matrimoni solo due gli sopravviveranno.
Nel 1860 il re Vittorio Emanuele II lo nominò senatore. La morte del figlio maggiore Pier Luigi nel 1873 fu il colpo di grazia che ne affrettò la fine. Manzoni era già debilitato per via di una brutta caduta verificatasi mentre stava uscendo dalla chiesa di San Fedele. Manzoni mori dopo cinque mesi a causa di una meningite casauta dal trauma della caduta.
I suoi funerali furono celebrati nel Duomo di Milano con grande pompa e partecipazione popolare. Le sue spoglie, dopo essere state deposte per alcuni giorni, furono traslate al Cimitero Monumentale di Milano con un grande corteo comprendente i reali e tutti i grandi ufficiali dello Stato. Il Requiem di Giuseppe Verdi, fu scritto per onorare il suo memoria. Se ne parla anche ai corsi di italiano roma!
I promessi sposi: il capolavoro di Manzoni
Per insegnare italiano online, devi conoscere benissimo questo autore. Prendiamo allora in esame l’opera di Manzoni più amata e letta, I promessi sposi. Romanzo storico pubblicato per la prima volta nel 1827 in tre volumi, fu rivisto e riscritto fino alla versione definitiva pubblicata tra il 1840 e il 1842. Come nel caso di Dante Alighieri, di Giovanni Boccaccio e di Torquato Tasso, l'opera di Manzoni è profondamente influenzata dal cattolicesimo.

Il romanzo è ambientato in Lombardia nel 1628, durante gli anni della dominazione spagnola e della peste che colpì Milano intorno al 1630.
Il romanzo tratta una vasta gamma di tematiche:
- la natura illusoria del potere politico
- l'ingiustizia intrinseca di qualsiasi sistema legale
- Le peculiarità del clero cattolico: dalla codardia di don Abbondio alla santità eroica di padre Cristoforo e del cardinale Borromeo
- la forza travolgente dell'amore (la relazione tra Renzo e Lucia, e la loro lotta per ritrovarsi e infine sposarsi)
- il tema centrale della Provvidenza, ossia l’insieme delle azioni e delle situazioni poste in essere da Dio in soccorso degli uomini per aiutarli a realizzare il loro destino.
Composizione: fonti e riscrittura
Manzoni creò le basi per il suo romanzo nel 1821 dopo aver letto un editto italiano del 1627 relativo alle sanzioni previste per i sacerdoti che si fossero rifiutati di celebrare un matrimonio quando richiesto. Un’altra fonte importante per la stesura del romanzo è rappresentata dalle Cronache milanesi di Giuseppe Ripamonti.
La prima versione dell’opera, intitolata Fermo e Lucia, fu scritta tra l'aprile 1821 e il settembre 1823. Manzoni revisionò il testo pesantemente, terminando il lavoro nell'agosto 1825. Il testo fu pubblicato il 15 giugno 1827, dopo due anni di revisione. Il nuovo titolo scelto da Manzoni, I promessi sposi, fu adottato dall’autore poco prima che fosse inviato in stampa.
La questione della lingua
Il nostro corso di italiano prosegue: all'inizio del XIX secolo era in corso una grande controversia su quale forma dovesse assumere l’italiano letterario standard. Manzoni era molto favorevole all’adozione del dialetto fiorentino e, come egli stesso ebbe a dire, dopo "aver lavato i panni nell'Arno" revisionò il linguaggio del proprio romanzo per la sua ripubblicazione (questa volta definitiva) avvenuta nel 1842, ripulendolo da molti regionalismi lombardi. Il nome originario di uno dei protagonisti, Fermo, fu proprio cambiato per lo stesso motivo in Lorenzo.
La trama dell’opera

- Antefatto. Renzo e Lucia, una coppia che vive in un paesino lombardo vicino a Lecco, sul lago di Como, progettano di sposarsi l'8 novembre 1628. Il parroco, don Abbondio, sta tornando a casa alla vigilia delle nozze quando viene avvicinato da due "bravi" (malfattori) che gli intimano di non celebrare il matrimonio, perché il barone locale (don Rodrigo) lo ha proibito. Quando si presenta per la cerimonia nuziale, Renzo rimane stupito nell'apprendere che il matrimonio deve essere rinviato, e dopo un alterco il ragazzo riesce a strappare al prete il nome di don Rodrigo. Scopriamo dunque che Don Rodrigo ha messo gli occhi su Lucia e che ha fatto una scommessa su di lei con suo cugino. La madre di Lucia, Agnese, consiglia allora a Renzo di chiedere consiglio al dottor Azzeccagarbugli, un avvocato della città di Lecco. Il dottor Azzeccagarbugli è inizialmente comprensivo, ma quando sente il nome di Don Rodrigo, va nel panico e scaccia Renzo. Lucia invia un messaggio a Fra Cristoforo, un rispettato frate cappuccino del monastero di Pescarenico, chiedendogli di venire il prima possibile.
- Fra Cristoforo. Manzoni racconta a questo punto la storia passata di Fra Cristoforo: figlio di un ricco mercante, il suo nome di nascita era Lodovico. Mentre il ragazzo percorreva una strada con il suo fidato attendente Cristoforo, ebbe una discussione con un avversario, alla quale seguì una violenta rissa nella quale il suo attendente perse la vita. Lodovico per reazione uccise allora l'assassino di Cristoforo. In seguito a questo tragico episodio Lodovico decise di lasciare la vita nel mondo entrando in monastero, prendendo il nome di Fra Cristoforo. Quando fra Cristoforo giunge da Lucia e ne ascolta la storia, si reca subito nella villa di don Rodrigo, dove trova il barone a pranzo con il cugino, insieme a quattro commensali, tra cui il sindaco e il dottor Azzeccagarbugli. Quando don Rodrigo viene preso in disparte dal frate, esplode di rabbia per la sua presunzione e lo manda via.
- Il piano di Agnese e la fuga. Agnese nel frattempo ha escogitato un piano: al tempo era possibile che due persone si sposassero davanti a un sacerdote e alla presenza di due testimoni. Quando fra Cristoforo torna e racconta dell’incontro avvenuto, Lucia e Renzo discutono su come procedere. Lucia è una donna timorata di Dio e non vuole sposarsi secondo la legge. A Renzo invece non importa e vuole sposarsi qualunque cosa accada. Alla fine, decidono di mettere in atto il loro piano: andranno di notte da don Abbondio per cercare di farsi sposare di nascosto, ma il piano fallisce e i giovani innamorati fuggono. Avvisati da un giovane amico del fatto di essere ricercati dagli sgherri di Rodrigo, Agnese, Lucia e Renzo si separano.

- Lucia e la monaca di Monza. Lucia viene affidata alla Gertrude, un suora di nobili natali strana e imprevedibile. Figlia della famiglia più importante della zona, il padre decise di mandarla in convento unicamente per questioni di gestione del proprio patrimonio. Gertrude vivrà con grande frustrazione e sofferenza la clausura, e troverà conforto in una relazione con un servitore. Quando suo padre lo scoprirà, furioso la minaccerà, manipolandola fino a farle accettare di diventare una suora in modo permanente. Gertrude, grazie alle manipolazioni paterne, diverrà la madre superiora nel convento di Monza. In seguito la donna cade vittima delle macchinazioni di un giovane senza scrupoli, Egidio, legato al peggior barone dell'epoca, l'Innominato. Egidio e Gertrude diventeranno amanti, e quando una sventurata consorella del convento scoprirà la loro relazione, verrà uccisa e seppellita vicino al muro del giardino.
- Renzo a Milano. Renzo nel frattempo giunge a Milano colpita dalla carestia e viene coinvolto in una rivolta popolare fuori da un forno, durante un assalto. Renzo attirerà l’attenzione di un agente di polizia in cerca di un capro espiatorio per la rivolta: aiutato dalla folla Renzo sfuggirà agli agenti, dirigendosi a Bergamo. Raggiungerà fortunosamente la casa del cugino, dove viene accolto come tessitore di seta con lo pseudonimo di Antonio Rivolta. Lo stesso giorno giungono a Lecco gli ordini per l'arresto di Renzo.
- Lucia e l'Innominato. In convento arriva la notizia della disgrazia di Renzo, e nel frattempo don Rodrigo, con l’aiuto di un grande barone rapinatore detto l'Innominato, ha organizzato un complotto per rapire Lucia. Gertrude, ricattata da Egidio, convince Lucia a fare una commissione che la porterà per breve tempo fuori dal convento. Per strada Lucia viene dunque sequestrata e caricata su una carrozza. Dopo un viaggio da incubo, Lucia arriva al castello dell'Innominato, dove è rinchiusa in una camera.
- L'Innominato con il cardinale Borromeo. L'Innominato è turbato dalla sua vista e trascorre un'orribile notte in cui i ricordi del suo passato e l'incertezza del suo futuro lo spingono quasi al suicidio. Nel frattempo, Lucia trascorre una notte altrettanto irrequieta, durante la quale giura di rinunciare a Renzo e di mantenere la verginità perpetua se verrà liberata dalla sua situazione. Verso la mattina, affacciandosi alla finestra, l'Innominato vede sfilare folle di persone. Ascolteranno il famoso arcivescovo di Milano, il cardinale Borromeo. D'impulso, l'Innominato lascia il suo castello per incontrarlo, e il loro incontro provoca una conversione miracolosa che segna il punto di svolta del romanzo. L'Innominato decide di riportare Lucia nella sua terra natale sotto la sua protezione.
- Peste e carestia. Manzoni descrive la terribile peste che colpisce Milano e le superstiziose teorie legate alla sua diffusione per opera di un sortilegio stregonesco. Don Rodrigo si ammala a peste. Anche Renzo la prende, ma miracolosamente ne guarirà e decide finalmente di andare alla ricerca di Lucia. Ritorna al suo villaggio natale per scoprire che molti degli abitanti sono morti e che la sua casa e la sua vigna sono state distrutte. Un amico d'infanzia di Renzo gli dice che Lucia è a Milano. Al suo arrivo a Milano, Renzo è stupito dallo stato della città. Viene a sapere che Lucia è nel Lazzaretto di Milano, insieme ad altre 16.000 vittime della peste.
- Ricongiungimento, perdono e matrimonio. Dopo ulteriori vicissitudini Renzo trova Lucia, che si sta già riprendendo. Renzo e Lucia vengono riuniti da Fra Cristoforo, che scioglie il voto di Lucia. Renzo fa visita e perdona il morente Don Rodrigo. Lucia e Renzo, tornati al paese natale vengono finalmente sposati da Don Abbondio.
Se l'opera di Manzoni ha segnato un cambiamento epocale per la letteratura italiana, la storia letteraria del nostro paese non si ferma certo qui: scopri ad esempio l'opera di Italo Svevo o i grandi romanzi di Elsa Morante!