Con l’arrivo dell’intelligenza artificiale nell’educazione si è aperta una nuova era dell’apprendimento per studenti di ogni età e settore. Contenuti personalizzati, metodi di valutazione divertenti e su misura, nuove forme di apprendimento e comunicazione, è tutto quello che ci dobbiamo aspettare dall’intelligenza artificiale o c’è dell’altro?
Perché l’intelligenza artificiale è considerata da fondatori di grandi aziende, come Bill Gates di Microsoft, la scoperta del secolo e soprattutto in cosa concretamente sta cambiando e cambierà il nostro modo di imparare e insegnare?
Dall’altra parte, quali sono i rischi dell’IA nel settore educativo? Saremo dipendenti dalle macchine anche per quel che riguarda il nostro modo di pensare, oltre che di apprendere?
Infine, qual è il futuro dell’intelligenza artificiale nell’educazione e come trarne il massimo tenendo lontani i rischi?
Per capirlo, in questo articolo partiremo dalla grande invenzione di cui tutti parlano: l’intelligenza artificiale generativa, meglio conosciuta con il nome del chatbot rivoluzionario che l'ha resa gratuita, ChatGPT.
Cos’è l’intelligenza artificiale in parole semplici
L’intelligenza artificiale è una parte dell'informatica che permette di programmare hardware o software per rendere le macchine in grado di ragionare e interagire come gli esseri umani. Tecnicamente, quello che fa una macchina intelligente è analizzare una grande quantità di dati per trovare delle risposte anche da sola, senza che siano gli uomini a darle gli input.

L’intelligenza artificiale si basa sul concetto di apprendimento automatico: la macchina non apprende solo quello che le diciamo, ma è in grado di fare connessioni tra i dati che le abbiamo fornito e trovare risposte da sola.
Sono anni ormai, che usiamo l’intelligenza artificiale intesa come apprendimento automatico, ma i programmi finora usati sono solo in grado di ritrovare le informazioni, come il motore di ricerca di Google. Altri, possono rispondere a una domanda specifica prendendo le risposte da una banca dati, come fa Alexa, per esempio quando le chiediamo di metterci una canzone.
Google è in grado di tradurre, anche se con qualche limite evidente, ma non può generare un testo al posto nostro o creare un video, e Alexa non sa creare canzoni.
Nel novembre del 2022, l’intelligenza artificiale ha fatto un enorme passo avanti con il lancio di ChatGPT, un chatbot molto sofisticato in grado di creare oltre che di rispondere alle domande.
Sam Altam e la sua azienda OpenAI hanno messo sul mercato un nuovo livello di intelligenza artificiale detta generativa: questa può generare video, immagini, testi di varia natura, oltre a tradurre in modo più sofisticato.
Nello stesso anno, Google ha creato Bard un’intelligenza artificiale in grado di dialogare con le persone.
Quello che è davvero rivoluzionario, quindi è l’intelligenza artificiale generativa!
Come funziona l’intelligenza artificiale generativa?
Generalmente, i computer non parlano il linguaggio umano, ma ne usano uno artificiale, quello della programmazione, quindi i codici. L’intelligenza artificiale sembra in grado di parlare il nostro linguaggio naturale perché tratta le parole come se fossero numeri.

Facendo un’analisi statistica delle parole, l’IA riesce a capire quante volte alcune espressioni sono usate insieme, quali argomenti sono correlati e basandosi sui numeri imita il linguaggio e il ragionamento umano.
La base dell’intelligenza artificiali sono i dati e l’imitazione dell’uomo. Pensa che, secondo Business Insider, per ChatGPT sono stati usati circa 300 miliardi di token (parole e segni di interpunzione)! È questo che si intende per Foundation Model e Large Language Models (LLMs), due modelli basati su dai ampi su cui viene addestrata l’intelligenza artificiale.
Ok, abbiamo delle macchine in grado di ragionare perché analizzano una gran quantità di dati e li organizzano in maniera logica, imitandoci. Possono produrre tutti i tipi di contenuti che ci sono su Internet, dai testi alle immagini ai video.
Cosa significa tutto questo per il settore istruzione e formazione? Potrebbe impattare sulle ripetizioni online?
Applicazione dell’intelligenza artificiale all’educazione
Per prima cosa, l’intelligenza artificiale generativa è in grado di creare qualsiasi tipo di contenuto. La prima applicazione dell’IA nell’educazione, quindi, è la creazione di contenuti didattici.
Anche per questo l'IA e i corsi di lingua formano un duo straordinario!
Chiunque può chiedere a ChatGPT di creare un corso online completo di testi, quiz finali e feedback da dare agli studenti per le risposte sbagliate, ma non basta. Come sottolinea la rivista Education Next, l’intelligenza artificiale può fornire a tutte le persone coinvolte nel processo didattico, studenti, insegnanti, genitori, personale amministrativo scolastico, alcuni vantaggi specifici.
I vantaggi dell’IA per gli studenti
L’IA è in grado di offrire agli studenti un apprendimento adattivo. Può analizzare i dati specifici di uno studente e sapere quali sono le sue lacune e proporre dei feedback o contenuti didattici adatti al suo grado e stile di apprendimento. Uno studente si stente più compreso e stimolato se gli vengono proposti compiti ed esercizi adatti nel formato giusto, per esempio un testo interattivo o un video tutorial.
Pensa a uno studente con diverse abilità che non può vedere un testo, ma ascoltarlo o uno studente che non parla bene la lingua madre dell’esercizio che riceve un potenziamento linguistico in tempo reale!
E se parlassimo di ripetizioni e di IA?
I vantaggi dell’IA per gli insegnanti
Preparare le lezioni con l’IA diventa sicuramente più pratico. All’insegnante basta dare comandi precisi all’IA che può preparare compiti e quiz in un attimo. Anche la parte amministrativa dell’insegnamento diventa molto più semplice: l’IA non solo assegna punteggi ai quiz con domande a scelta multipla, come fanno anche i software per la formazione online, ma sa valutare anche i temi e altri tipi di contenuti scritti.

Per gli insegnanti l’IA è quindi un supporto per preparare lezioni, quiz, materiale didattico e valutare anche gli scritti degli studenti.
I vantaggi dell’IA per il personale scolastico
Riuscire a gestire tutte le comunicazioni con un sistema che non solo ricorda scadenze, eventi, informa ma lo fa anche con il linguaggio giusto farebbe fare sicuramente un passo avanti alle relazioni scuola-famiglia.
Non dimentichiamoci, poi, che i dati analizzati possono aiutare a capire quali sono le difficoltà di studenti, insegnanti e genitori e come agire per superarle.
I vantaggi dell’IA per i genitori
Se le scuole mettessero a disposizione un registro elettronico con IA generativa, i genitori potrebbero avere dei servizi personalizzati, per esempio per poter capire come aiutare i figli a casa, come supportarli nella scelta della scuola, come comunicare nel modo giusto con gli insegnanti.
IA ed educazione: pro e contro
Di sicuro l’intelligenza artificiale generativa può giocare un ruolo positivo nell’educazione perché è in grado di supportare tutte le parti coinvolte:
- Gli studenti hanno un percorso di apprendimento sempre più personalizzato e interattivo che migliora la motivazione e l'IA include gli studenti con disabilità e bisogni educativi speciali;
- Gli insegnanti possono preparare più velocemente il materiale didattico, correggerlo e adattarlo alle esigenze degli studenti senza dover passare ore a lavorare di più;
- I genitori possono avere più dettagli sull’andamento scolastico dei figli per poterli supportare e orientare al meglio;
- La scuola come istituzione può trovare un modo più accessibile e autentico per comunicare con genitori, studenti e insegnanti.
Ma l’intelligenza artificiale non porta soltanto vantaggi.
Il dibattito sull’IA mette in evidenza tre rischi principali sull’uso dell’intelligenza artificiale: uno metodologico, uno giuridico e uno etico.
Il problema metodologico dell’IA è dato dalla grande quantità di dati che analizza per pensare, prendere decisioni logiche. Se i dati di partenza sono sbagliati, allora anche i suggerimenti possono essere incerti o del tutto falsi.
ChatGPT usa principalmente dati presi dalle pagine web (fino al gennaio 2022) e si sa che non sempre le fonti sono accurate e affidabili. Il rischio nell’educazione, come in ogni altro ambito, è quello di fornire contenuti falsi.
La principale questione giuridica legata all’IA riguarda la privacy. In ambito scolastico, l’IA può trovarsi a raccogliere dati sui voti degli studenti, sulle loro condizioni economiche e sociali, sulla loro origine e altri dati sensibili. Come vengono archiviati e usati questi dati genera preoccupazioni. Un altro rischio giuridico è quello di violare il diritto d’autore, come è successo con il giornale americano New York Times che ha fatto causa ad OpenAI.
La questione etica è molto ampia e va dalla preoccupazione sulla profilazione degli utenti che viene fatta tramite i dati raccolti dall’IA alla possibilità che alcune culture o minoranze siano escluse dai benefici dell’IA. Timnit Gebru, una delle informatiche che ha lavorato al team etico dell’IA in Google, è stata allontanata dall'azienda per aver sollevato la questione dei rischi di discriminazione legati ai dati di partenza in un paper non pubblicato.
Nell’educazione, il rischio etico è quello di creare ancora più dipendenza dalla tecnologia anche per lo svolgimento dei compiti a casa. Un conto è affidarsi all’IA per colmare le proprie lacune, un conto è chiedere all’IA di svolgere un compito al proprio posto.
Un altro rischio dell’IA nell’educazione è quello dell’isolamento sociale. Se ogni studente segue un programma quasi personalizzato, impara da solo e non può mai mettere in pratica quanto appreso insieme agli altri studenti, rischia di perdersi una parte importante dell’apprendimento: la socialità, che passa per lo scambio con gli insegnanti e con gli altri studenti.
Se tuo figlio ha bisogno di aiuto per la scuola, pensa al mondo delle ripetizioni!
Educazione e IA: quale futuro?
La strada per l’adozione dell’IA nell’educazione è già a buon punto, specie negli Stati Uniti dove le aziende hanno iniziato a occuparsi di IA fin dal 1956. In Italia, la pandemia del 2020 ha sicuramente accelerato la digitalizzazione del paese e dei docenti della scuola, ma ancora rimane molto da fare.

Per far sì che l’IA possa essere applicata è importante aumentare la formazione dei docenti e definire delle regole chiare per poterla usare per l’apprendimento nel rispetto dei diritti delle persone. Gli strumenti per applicarla devono andare oltre il registro elettronico.
Tutte le scuole adotteranno un LMS, sistema di gestione dell’apprendimento, o piattaforma e-leanring basata su IA. In questa piattaforma si assegnano compiti, materiali, si preparano lezioni, quiz, si analizzano dati. Le versioni più sofisticate offrono contenuti su misura e integrazione tra la didattica reale e quella della realtà aumentata e virtuale.
Per il futuro dell’IA ancora non basta.
Se c’è una cosa che abbiamo imparato è che l’IA cresce molto velocemente. Basti pensare che ChatGPT 4, la versione a pagamento lanciata un anno dopo il primo ChatGPT 3.5 è 100 volte più potente del suo predecessore!
Il futuro dell’IA nell’istruzione sarà legato anche ad alcuni sensori indossabili (wereable sensors). Dei piccoli auricolari, per esempio, secondo i neuroscienziati ci aiuteranno a conoscere meglio il nostro cervello e quindi a capire come impariamo, come gestiamo le nostre emozioni, il nostro pensiero, con tutti i rischi sulla nostra libertà.
In realtà, gli scenari che si possono aprire con l’intelligenza artificiale sono davvero tanti. Qui e ora è importante lavorare per addestrare l’IA con dati reali e rispettosi della privacy e del diritto d’autore. La chiave è usare l’IA nell’educazione per un’istruzione più inclusiva e attenta alle esigenze di ognuno, migliorando la comunicazione tra studenti, insegnanti e genitori.