La nascita della Costituzione italiana segna il passaggio definitivo dell'Italia dalla Monarchia alla Repubblica e da un regime autoritario alla democrazia.
Dopo il referendum del 2 giugno 1946, i membri dell'Assemblea costituente hanno avuto il compito di riscrivere una carta fondamentale dove si stabilivano una nuova forma di stato e si garantivano diritti e doveri dei cittadini. La Festa della Repubblica del 2 giugno è anche la festa della Costituzione.
Rispetto allo Statuto albertino che l'ha preceduta, la nuova Costituzione è più attenta alla divisione dei poteri, più rigida perché non può essere modificata facilmente, proprio per garantire che siano rispettati i diritti politici, civili e sociali di tutto il popolo italiano.
In questo articolo vedremo come è nata la Costituzione e qual è il suo significato.
Nascita della costituzione italiana: la storia

La Costituzione italiana nasce il 31 gennaio 1948, quando entra in vigore. La sua origine, si deve però a lungo e meticoloso lavoro di scrittura di tutti gli esponenti dei partiti politici eletti per diventare membri dell'Assemblea costituente il 2 giugno 1946.
L'Italia era appena uscita dalla seconda guerra mondiale liberandosi dal nazifascismo con la Resistenza e l'aiuto degli Alleati anglo-americani.
Con l'avvento del regime di Benito Mussolini, dal 1922 al 1943, si impose il partito unico, quello fascista. Tutti gli altri partiti politici furono vietati prima di fatto, poi di diritto con le leggi fascistissime del 1925-1926.
Alle elezioni parlamentari del 1928 gli elettori potevano solo scegliere se accettare in blocco un elenco di candidati scelti dal Partito fascista oppure no.
Le elezioni del 1939 non si tennero neanche, perché fu il Gran Consiglio del fascismo a nominare i parlamentari. Questo organo supremo si era dato anche il potere di scegliere il Re.
Alla popolazione non fu tolo solo il potere di voto, ma di fatto tutte le libertà vennero limitate. Nel 1938 furono introdotte le leggi razziali che discriminavano i cittadini ebrei.
L'entrata in guerra nel 1940, sconvolse ulteriormente la società italiana, fino a quando il Re, approfittando di un voto sfiducia dato a Mussolini dal Gran Consiglio del fascismo, non lo fece arrestare nel luglio del 1943 e nominò Primo ministro Pietro Badoglio.
Questi firmò l'armistizio con gli Americani e gli Inglesi, e il giorno successivo all'annuncio dell'8 settembre 1943, nacque il Comitato di Liberazione Nazionale, un organo che racchiudeva tutti i partiti italiani che erano stati messi a tacere durante il regime.
Il CNL fece da coordinamento alla resistenza armata, politica e civile ai fascisti che si erano arroccati a Salò, creando la Repubblica Sociale con l'appoggio delle truppe naziste che, nel frattempo, avevano occupato l'Italia.
La Resistenza e l'intervento armato degli Alleati, portarono alla sconfitta del nazifascismo. L'Italia festeggiava la ritrovata libertà e iniziava a lavorare per decidere se continuare con la Monarchia o passare alla Repubblica e darsi una nuova Costituzione, visto che era stata propria la flessibilità dello Statuto albertino (e del Re) a rendere possibili la privazione della libertà portata dal fascismo.
E' in questo quadro storico e con questo spirito che nacque la Costituzione italiana.
La Costituzione italiana: riassunto

Che cos'è la Costituzione?
La Costituzione italiana è la carta fondamentale dello Stato italiano su cui si basano tutte le leggi successive. Questa legge scritta determina i diritti e i doveri dei cittadini, l'ordinamento dello stato e le norme per modificarla.
A differenza delle leggi ordinarie approvate dal Parlamento, questa legge fondamentale può essere modificata solo dalle leggi costituzionali approvate dalle Camere a maggioranza assoluta, più un referendum popolare, o a maggioranza di 2/3 dei votanti.
Un'altra particolarità della Costituzione è che solo alcune parti della Costituzione possono essere modificate, perché la forma repubblicana e i diritti fondamentali, come il diritto di parola per fare un esempio, non possano essere cancellati legalmente da nessuno.
Per questo la Costituzione italiana si definisce rigida.
Un'altra caratteristica della Costituzione italiana è che è una legge fondamentale approvata dall'Assemblea costituente, a differenza dello Statuto albertino che era stato "concesso" dal Re.
Proprio perché votata, la Costituzione rappresenta una mediazione tra le forze politiche che l'hanno discussa, cercando di ideare un documento che garantisse la democrazia e la libertà conquistata con la vittoria sul nazifascismo e allo stesso tempo continuasse in futuro ad applicare in Italia i principi di libertà, uguaglianza ecc.
Scritta con le lezioni apprese dal passato, la Costituzione italiana è anche una legge fondamentale programmatica che guarda al futuro; e progressiva perché gli obiettivi futuri si devono raggiungere passo dopo passo, con leggi apposite.
Chi ha scritto la costituzione?
La Costituzione è stata scritta da un Comitato di redazione composto da 18 membri e creato dall'Assemblea costituente perché potesse raccogliere i lavori delle sottocommissioni della Commissione costituzionale.
Ecco come si sono organizzati i lavori dell'Assemblea costituente per lavorare al progetto di Costituzione (Fonte nascitadellacostituzione.it di Fabrizio Calzaretti):
- 2 giugno 1946, vengono eletti a suffragio universale 556 membri dell'Assemblea costituente.
- 25 giugno 1946, l'Assemblea sceglie 75 membri che faranno parte della Commissione costituzionale, comprese 5 donne.
- Luglio 1946, la Commissione costituzionale si divide in 3 sottocommissioni che trattano tre tematiche: diritti e doveri, ordinamento dello stato e potere giudiziario e Corte costituzionale.
- Novembre 1946 viene creato il Comitato di redazione per scrivere i testi approvati dalle sottocommissioni e presentarle in Assembla.
- Febbraio 1947 l'Assemblea inizia a discutere il progetto di Costituzione e approva i singoli articoli o Titoli.
- Il Comitato di redazione riscrive i titoli approvati e sottopone il testo finale all'Assemblea.
- 22 dicembre 1947 il testo viene votato con scrutinio segreto e nasce la Costituzione della Repubblica italiana con 453 voti favorevoli e 62 contrari.
Quanti articoli ha la costituzione?
La Costituzione italiana ha 139 articoli e 18 disposizioni transitorie. Viene considerata una costituzione lunga. Alcuni articoli del Titolo V della Costituzione sono stati abrogati con la legge costituzionale 3/2001 (Fonte Altalex).
La Costituzione italiana è suddivisa in 3 parti:
- Principi fondamentali, i primi 12 articoli
- Parte prima su diritti e doveri del cittadino, artt.13-54
- Parte seconda sull'ordinamento della repubblica, artt. 55-139
I principi fondamentali della costituzione italiana

I primi 12 articoli della costituzione italiana sono dedicati ai "Principi fondamentali". Sono principi che riconoscono diritti civili e politici ritenuti immodificabili, quindi non possono essere cancellati. Ecco il testo e il significato dei primi 3 articoli della Costituzione italiana. Approfondisci il tema con le nostre lezioni di storia:
Art. 1 Costituzione
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Il primo articolo della Costituzione mette in chiaro che l'Italia è una Repubblica, come stabilito con il referendum costituzionale del 2 giugno 1946. Per questo il 2 giugno è la Festa della Repubblica!
Il potere non appartiene al monarca o a una figura autoritaria, ma al popolo che lo esercita in base a quanto viene stabilito dalla Costituzione. La democrazia prevede che il popolo scelga i propri rappresentanti esprimendo il voto per il Parlamento, o che partecipi direttamente con i referendum abrogativi alle scelte legislative.
Art. 2 Costituzione
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
La Repubblica italiana riconosce i diritti fondamentali dell'uomo come singolo cittadino o come parte di un gruppo, ma chiede anche che il cittadino e la collettività rispettino le leggi in materia di diritti politici, economici e sociali. Il singolo e la collettività hanno quindi diritti e doveri.
Art. 3 Costituzione
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
L'articolo 3 della Costituzione sancisce l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. Donne e uomini di qualunque razza, lingua, fede o idea politica hanno il diritto di non essere discriminati. Non solo, lo stato italiano ha il compito di garantire che l'uguaglianza non sia solo di diritto ma anche di fatto.
In concreto significa eliminare tutti gli ostacoli che impediscono alle persone di crescere e dare il proprio contributo alla società.
Gli altri articoli della costituzione contenenti i principi fondamentali stabiliscono:
- Diritto al lavoro
- Unitarietà della Repubblica e decentramento alle autonomie locali
- Diritti delle minoranze linguistiche
- Indipendenza tra Stato e Chiesa
- Libertà religiosa
- Tutela e promozione della ricerca scientifica, del paesaggio e del patrimonio storico e artistico nazionale
- Diritto d'asilo e rispetto del diritto internazionale
- Il ripudio della guerra come strumento di offesa
- La bandiera tricolore
L'art.3 della Costituzione è un ulteriore passo avanti verso l'emancipazione femminile apertasi con il suffragio femminile che ha portato le donne al voto in Italia proprio nel 1946, prima con le amministrative di marzo e poi con il referendum del 2 giugno.
I corsi di storia in Italia dovrebbero spingersi fino alla Costituente, almeno. Ma non sempre i professori ce la fanno.
Costituzione: ordinamento dello Stato

Dal punto di vista istituzionale, la Costituzione sancisce che l'Italia è una Repubblica, come deciso nel referendum del 2 giugno. Come nelle costituzioni moderne e democratiche, i tre poteri legislativo, esecutivo e giudiziario sono separati.
Il potere legislativo è detenuto dal Parlamento, costituito dalla Camera dei Deputati e dal Senato i cui membri vengono eletti dai cittadini che hanno rispettivamente più di 18 e 25 anni. Per essere eletti alla camera bisogna avere 25 anni per essere eletti al Senato bisogna averne 40.
Gli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione sono stati modificati dal referendum del 2020 sulle leggi costituzionali che hanno portato alla riduzione del numero dei deputati da 630 a 400 e dei senatori da 315 a 200.
Il potere esecutivo è affidato al Governo, formato dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dai singoli Ministri. Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio, tenendo conto dei risultati delle elezioni parlamentari.
Il Presidente della Repubblica è il garante della Costituzione, che custodisce avendo il diritto di rinviare al Parlamento le leggi che potrebbero violarla. Il Presidente della Repubblica viene eletto dal Parlamento con una maggioranza di due terzi fino al terzo scrutinio, quando poi basterà la maggioranza assoluta (la metà dei voti più uno).
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