“Ciò che dà alla tragedia il suo particolare slancio verso l’alto è il sorgere della convinzione che il mondo, che la vita non ci possano dare nessuna vera soddisfazione, e che perciò non meritino il nostro attaccamento: in ciò consiste lo spirito tragico, il quale conduce alla rassegnazione.” — Friedrich Wilhelm Nietzsche

Senza ombra di dubbio, tra i vari registri letterari, quello tragico è uno dei più antichi.

Alcuni tra i più grandi tragediografi della storia, ovvero Sofocle, Euripide e Eschilo, hanno infatti vissuto nell'Antica Grecia, e le loro opere sono giunte fino a noi.

Come per altri registri, la sua nascita non è da situare in ambito narrativo, bensì in ambito teatrale: le prime tragedie sono state scritte per essere rappresentate e non lette, anche perché si parla di un'epoca in cui l'oggetto libro non esisteva.

Facendo spesso leva su un’ideologia religiosa, politica sociale o semplicemente sentimentale, il registro tragico dà al testo una tonalità fatalista: l'eroe deve superare molte peripezie ma, al contrario di quello che avviene nel genere epico o drammatico, alla fine dovrà perire e non potrà fuggire al proprio destino.

Al fine di aiutarti ad approfondire le tue conoscenze letterarie classiche e contemporanee ed ampliare ciò che hai appreso nel corso italiano, studieremo più nel dettaglio quali sono le caratteristiche del registro classico, così come le opere che più ne hanno segnato la storia.

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Definizione del registro tragico

Così come gli altri registri letterari quali il comico o l'epico, il registro tragico si caratterizza per il ricorso a precisi processi letterari.

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La tragedia, così come la commedia, nasce nell'Antica Grecia.

Se questo registro non mira certo a suscitare le risate nello spettatore o il lettore, non bisogna però credere che abbia come finalità quella di far piangere o commuovere lo spettatore — elemento che caratterizza invece lo stile patetico.

Anche se gli epiloghi della tragedia sono perlopiù infelici e drammatici, la funzione di questo registro è quella di provocare diverse emozioni nello spettatore/lettore, tra cui:

  • Il timore di fronte alla potenza del destino,
    La pietà e la compassione verso i personaggi vittime della storia,
    La collera di fronte alla sorte inesorabile del protagonista.

Il tragico libera le passioni più infuocate e risveglia i sentimenti, e gli viene attribuita una funzione catartica.

Come scoprirai durante i tuoi corsi di italiano, le diverse tappe del cammino dell'eroe —la lotta, la sconfitta e infine la morte o l'esilio — spingono il lettore a riflettere e a cedere all'introspezione.

Di fronte alla sofferenza dell'eroe, siamo tutti chiamati a interrogare la natura umana e il nostro posto nell'universo, e a chiederci se vi sia una destino scritto per noi dal quale non possiamo sottrarci.

Inizialmente, la funziona tragica era proprio quella di ispirare paura e pietà negli spettatori, che attraverso questi sentimenti sarebbero diventati migliori cittadini e non avrebbero rischiato di peccare di hybris, parola greca che significa letteralmente, secondo quando riportato da Wikipedia, "tracotanza", "eccesso", "superbia", “orgoglio” o "prevaricazione" e che i greci applicavano a un'azione ingiusta compiuta da qualcuno nel passato, che avrebbe poi avuto conseguenze devastanti sul presente.

Ti ricorda qualcosa? Certo, perché l'hybris è il concetto che sta alla base della tragedia stessa, come potrai apprendere in qualsiasi corso italiano online. Gli eroi tragici si macchiano di questo peccato — tra i più gravi per la società greca classica — e devono quindi pagarne le conseguenze.

Nel registro tragico, le figure di stile e i processi di scrittura utilizzati più spesso sono:

  • La metafora,
  • La similitudine, il parallelismo,
  • L’antitesi e l’antifrasi,
  • Il chiasmo per mettere in evidenza una scelta impossibile,
  • Le iperboli per rappresentare sentimenti come la sofferenza o la collera,
  • Un linguaggio sostenuto,
  • Una marcata punteggiatura (esclamazioni, domande),
  • L’apostrofe e le invocazioni.

L’eroe tragico si caratterizza in generale per la propria grandezza: nobile, fuori dal comune, possiede il coraggio e la lucidità che gli permettono di affrontare il destino prendendo coscienza al contempo della sua evidente impotenza.

Molto resiliente, finisce spesso per accettare il proprio fato, il carattere ineluttabile del fallimento, o la sua fine programmata.

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Nelle tragedie, il fato e la volontà divina sono forze inarrestabili, e ogni tentativo di opporvisi è vano.

Nella tragedia greca, la situazione tragica prende origine all’esterno dell’eroe poiché quest’ultimo è sottomesso alla volontà degli dei.

Tuttavia, mantiene una parte di colpevolezza e il suo destino fatale è spesso la conseguenza di un errore commesso da lui/lei, dalla sua famiglia o dal suo popolo e a cui solo lui/lei può porre rimedio, sacrificando la propria vita.

Nella tragedia neoclassica invece si ha tendenza a interiorizzare ulteriormente il dramma dell’eroe, poiché il problema diventa di ordine morale e il conflitto è vissuto per di più all'interno della coscienza del protagonista.

Più di recente, nella tragedia contemporanea, il processo d’interiorizzazione s è spinto ancora più lontano: la tragedia si esprime di più con la meditazione e la presa di coscienza dell’uomo sulla sua condizione mortale e sull’assurdità del mondo che lo circonda.

Conosci le principali differenze tra il registro realistico e il registro fantastico?

I grandi scrittori tragici

Sapresti citare qualche tragedia scritta da autori italiani? Se la risposta è no, corri ai ripari con i nostri corsi di italiano!
Shakespeare ha regalato al mondo alcune tra le maggiori tragedie mai scritte, tra le quali non possiamo non menzionare Amleto, Macbeth e Othello.

Nel corso dei secoli, sono moltissimi gli scrittori che hanno regalato al mondo grandi tragedie entrate a far parte delle letture scolastiche ed extra-scolastiche di tutti noi. Studiamo insieme tre tra i più grandi tragediografi di tutti i tempi.

Eschilo

Nato intorno al 525 a.C. a pochi chilometri da Atene, Eschilo è il primo poeta tragico di cui ci siano giunte opere integrali, ed è per questo considerato unanimemente il padre della tragedia.

In tutto, possediamo oggi 7 tragedie scritte da lui, sebbene si stima che ne abbia prodotte più di 90. Se vuoi approfondire, ecco i titoli delle tragedie eschilane che puoi leggere per intero:

  • I Persiani,
  • I sette contro Tebe,
  • Le supplici,
  • Prometeo incatenato,
  • Agamennone,
  • Coefore,
  • Eumenidi (queste ultime tre costituiscono una trilogia note come Orestea).

Sapevi che nell'antica Grecia ha avuto origine anche il registro satirico?

William Shakespeare

Un nome che non ha bisogno di presentazioni. Nato a Stratford-upon-Avon, nel cuore delle Midlands occidentali, nel 1564, Shakespeare è riconosciuto da tutti come il più importante drammaturgo della storia occidentale.

Nella sua copiosa produzione, le tragedie occupano un posto di rilievo, poiché hanno definito il canone della letteratura occidentale moderna e contemporanea, sia per quanto riguarda il registro tragico, sia per quanto riguarda quello drammatico.

Scommettiamo che sei in grado di citare almeno tre tragedie shakespeariane senza il nostro aiuto, ma ti forniamo comunque l'elenco completo delle opere tragiche del "Bardo dell'Avon":

  • Romeo e Giulietta
  • Macbeth
  • Riccardo III
  • Re Lear
  • Amleto
  • Otello
  • Tito Andronico
  • Giulio Cesare
  • Antonio e Cleopatra
  • Coriolano
  • Troilo e Cressida
  • Timone di Atene

Vittorio Alfieri

Meno conosciuto dei suoi due predecessori, ma non per questo meno importante, Vittorio Alfieri è considerato il più importante drammaturgo italiano.

Nato nel 1749 ad Asti, in Piemonte, Alfieri ebbe un notevole successo durante la sua vita, come testimonia un commento di Stendhal in "Roma, Napoli e Firenze":

«27 febbraio 1817. Esco or ora dal Saul al Teatro Nuovo. Si direbbe che questa tragedia tocchi le corde segrete del sentimento nazionale italiano. Il pubblico va in visibilio […]»

Drammaturgo estremamente prolifico, Alfieri ci ha lasciato ben 20 tragedie, i cui titoli sono:

  • Saul,
  • Filippo,
  • Rosmunda,
  • Ottavia,
  • Merope,
  • Maria Stuarda,
  • Agide,
  • Bruto primo,
  • Bruto secondo,
  • Don Garzia,
  • Sofonisba,
  • Polinice,
  • Agamennone,
  • Antigone,
  • Oreste,
  • Mirra,
  • La congiura de' Pazzi,
  • Virginia,
  • Timoleone,
  • Cleopatra (pubblicata postuma).

I registri letterari che si ispirano al tragico

A lezione di italiano: scopri tutte le caratteristiche del registro tragico.
Nella tragedia classica l'eroe è sempre destinato alla sconfitta, e l'epilogo è in genere rappresentato dalla sua morte o dalla sua condanna.

Il registro tragico non si esprime solo all'interno della tragedia, ma ha anche avuto un'influenza importante su altre forme letterarie come:

  • La tonalità poetica,
  • Il registro epistolare,
  • Il registro argomentativo.

Questi registri si somigliano per alcuni aspetti fondamentali, ma differiscono in una serie di prerogative che li rendono unici.

Il registro poetico

Non si possono menzionare nella stessa frase tragico e poetico senza parlare di Baudelaire.

Con la sua raccolta “I Fiori del male”, pubblicata nel 1857, il poeta francese mette per iscritto alcune tematiche molto controverse per l’epoca.

Alcune delle sue poesie, che dipingono i grandi difetti della sua epoca, susciteranno l'indignazione dei potenti e saranno anche censurate.

Baudelaire dovrà così affrontare un processo per offesa alla pubblica morale, al termine del quale sarà condannato a pagare una multa di 300 franchi ed eliminare 6 poesie definite "oscene".

Ma "I Fiori del male" vinceranno invece la prova della storia. Quest’opera che mescola il linguaggio forbito con quello familiare, dando così una visione profonda e cruda della disperazione che caratterizza una certa parte della società ottocentesca, finirà per diventare un grande classico della letteratura mondiale.

Un buon numero di poesie è costruito con lo stesso procedimento: un movimento ascendente seguito da una caduta brutale che fa piombare il lettore in uno spleen profondo, un tema ricorrente dell’opera.

La poesia ti affascina? Scopri tutto quello che c'è da sapere sul registro lirico!

Il registro epistolare

Il registro epistolare è quello della corrispondenza, delle lettere scambiate tra i personaggi all'interno di un romanzo o tra due persone nella vita reale.

Si riconosce in genere per il suo stile di scrittura (sotto forma di lettera), ma anche per il contenuto del testo, colmo di confessioni e confidenze intime.

La distanza, la mancanza, l’assenza sono delle tonalità tragiche spesso utilizzate in questo registro.

Il registro argomentativo

Il registro argomentativo raggruppa diversi tipi di testi: racconti, discorsi, fiabe, articoli di stampa e persino le orazioni funebri possono essere classificati come tali.

Qui il narratore cerca attraverso un’argomentazione dettagliata di sviluppare le proprie idee, opinioni o i propri sentimenti (talvolta con una leggera esagerazione).

Un’orazione funebre somiglia al registro tragico per la sua funzione: rendere omaggio a una persona defunta.

La tonalità del discorso vuole essere commovente al fine di mettere in evidenza il sentimento di tristezza provocato dalla perdita di un essere caro.

È bene quindi ribadirlo: il registro tragico non si limita alla tragedia, ma si ritrova nella maggioranza degli scritti e ha influenzato diversi registri letterari della lingua italiana.

Scopri tutto quello che c'è da sapere sul tragico e gli altri registri letterari!

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Nicolò Superprof

Scrittore e traduttore laureato in letterature comparate. Vivo a Parigi, dove coltivo la mia passione per i libri, il cinema e la buona cucina.