E tuttavia nulla al mondo può impedire all’uomo di sentirsi nato per la libertà.
Simone Weil
Quanti di voi si sono ritrovati a canticchiare strofe come:
"Oh bella, ciao! Bella, ciao! Bella, ciao, ciao, ciao! È questo il fiore del partigiano, morto per la libertà!" Beh, questo è forse il più famoso dei canti popolari, diventato ad oggi parte della nostra cultura, riportato anche dagli insegnanti delle lezioni di storia. Quando pensiamo alla Resistenza italiana, a volte ci dimentichiamo che c’è un filo che ha unito donne e uomini in quel periodo di lotta per i propri ideali: la musica.
I canti della Resistenza sono stati veri e propri strumenti di lotta e di speranza, che diventarono poi di conseguenza una “colonna sonora” di quel periodo; oggi, li ritrovi anche nelle video lezioni storia!
Brani come Bella ciao, Fischia il vento o La badoglieide nascevano in modo spontaneo, circolavano tra le brigate partigiane e accendevano il cuore di chi li ascoltava. In quelle melodie c'era forza, identità, e un senso profondo di appartenenza. Ogni voce che si univa al coro era una piccola forma di resistenza, un modo per opporsi al silenzio imposto dalla paura e dalla repressione. Scopriamo le origini di questi canti a alcuni dei canti più famosi!
| Titolo | Descrizione |
|---|---|
| Bella Ciao | Inno simbolo della Resistenza, cantato dai partigiani contro il fascismo. |
| Fischia il Vento | Scritto da Felice Cascione, esprime la determinazione dei partigiani. |
| Canzone dell'otto settembre | Racconta gli eventi dell'8 settembre 1943, quando l'Italia firmò l'armistizio con gli Alleati. |
| Dopo Tre Giorni di Strada Asfaltata | Descrive le difficoltà del cammino dei partigiani. |
| Cosa Rimiri Mio Bel Partigiano | Canto che esprime l'affetto e il rispetto verso i partigiani. |
| E Se i Tedeschi | Conosciuta anche come "Bojorno", esprime il coraggio dei partigiani. |
| Festa d'Aprile | Celebra la liberazione e la fine del regime fascista. |
| Giovanna Mia | Canto che esprime l'amore e la speranza dei partigiani. |
| Siamo i Ribelli della Montagna | Conosciuta anche come "Dalle Belle Città", celebra la lotta dei partigiani montanari. |
| La Badoglieide | Canto che critica la figura di Pietro Badoglio, capo del governo italiano durante la Seconda Guerra Mondiale. |
| La Preghiera del Partigiano | Esprime la speranza e la fede dei partigiani. |
| Là su quei Monti | Canto che descrive la vita dei partigiani in montagna. |
| Portiamo l'Italia nel Cuore | Conosciuta anche come "Che importa se ci chiaman banditi?", esprime l'orgoglio dei partigiani. |
| Sutta a chi tucca | Canto che incita alla lotta contro l'oppressione. |
Canzoni sulla libertà, come sono nate?
Il contesto storico
Come sappiamo dai corsi storia e dai numerosi libri sulla Resistenza, tra il 1943 e il 1945 l’Italia era negli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale. In quel buio, si accese una scintilla: migliaia di uomini e donne armate di coraggio, dignità e di una voce pronta a cantare, scelsero la via della Resistenza. Le note in qualche modo avevano la funzione di far sentire unite le persone.

Così, tra le vette dell’Appennino, nei campi aperti della pianura padana, dalle finestre che si affacciavano sui vicoli delle città occupate, un’unica voce evocava la libertà. Alcuni canti erano adattamenti di canzoni popolari, altri veri e propri inni nati dal cuore del popolo, improvvisati intorno a un fuoco o durante una marcia estenuante. Nascevano per commemorare un compagno caduto, per evocare la libertà, per parlare di lontananza e di vicinanza, per raccontare una vittoria o semplicemente per sollevare gli animi in mezzo a tanta tragedia.
I testi si passavano a voce, oppure venivano scritti su foglietti stropicciati, nascosti nelle tasche delle giacche.
Cantare insieme significava sentirsi vivi, parte di qualcosa di più grande. Per questo oggi quei canti sono ancora così importanti, per il loro valore storico, sì, ma perché ci ricordano quanto la musica sia in grado di unire, soprattutto quando nasce dal desiderio profondo di libertà. Segui le lezioni di storia roma e canta!
I temi principali dei canti:
- Libertà: ovviamente il tema principale era la libertà, e il desiderio di liberarsi dall’oppressione del nazismo e da qualsiasi forma di dittatura. Questa parola isuona come un obiettivo da raggiungere per tutti, un diritto inalienabile da conquistare con coraggio, anche a costo della vita.
- Lotta: i canti raccontano l’esperienza concreta della guerra, dei sacrifici e della forza d’animo dei partigiani. La resistenza è più che altro una resistenza morale, identitaria e collettiva.
- Unione e solidarietà: il canto corale rafforza l’identità collettiva, fa sentire uniti. Ascoltando le canzoni possiamo sentire ancora oggi un sentimento profondo di solidarietà tra uomini e donne, tra diverse generazioni. Cantare significava resistere insieme.
- Speranza: nel buio di quei tempi, queste note accendevano scintille di speranza che illuminavano la visione del futuro dell'Italia, un'Italia libera, giusta e più umana. La primavera, il fiore che nasce sulla tomba, il ritorno della pace... sono queste le piccole scintille che accendono la speranza.
I canti della Resistenza più famosi
Non possiamo quindi non partire dal punto iniziale del nostro articolo: Bella ciao!
Bella Ciao!
Questa canzone è diventata il simbolo universale della resistenza contro ogni forma di oppressione. Il testo è una toccante lettera d’addio: un partigiano si congeda dalla sua amata, pronto a morire per la libertà. Due le figure centrali:
Il partigiano che muore per la libertà
rappresenta tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita per rendere il futuro migliore.
Il fiore
che cresce sulla sua tomba simboleggia la rinascita, la speranza che quel sacrificio non sia stato vano.
Oggi 'Bella ciao' viene cantata nelle piazze durante le manifestazioni per i diritti civili, nei cortei per la pace, nei festival, nelle scuole. È diventata la voce di chi non vuole arrendersi, ovunque nel mondo. Ecco il testo:
Una mattina mi son svegliato,
oh bella, ciao! Bella, ciao! Bella, ciao, ciao, ciao!
Una mattina mi son svegliato
e ho trovato l’invasor.
O partigiano, portami via,
oh bella, ciao! Bella, ciao! Bella, ciao, ciao, ciao!
O partigiano, portami via,
ché mi sento di morir.
E se io muoio da partigiano,
oh bella, ciao! Bella, ciao! Bella, ciao, ciao, ciao!
E se io muoio da partigiano,
tu mi devi seppellir.
E seppellire lassù in montagna,
oh bella, ciao! Bella, ciao! Bella, ciao, ciao, ciao!
E seppellire lassù in montagna
sotto l’ombra di un bel fior.
E le genti che passeranno
oh bella, ciao! Bella, ciao! Bella, ciao, ciao, ciao!
E le genti che passeranno
Ti diranno «Che bel fior!»
«È questo il fiore del partigiano»,
oh bella, ciao! Bella, ciao! Bella, ciao, ciao, ciao!
«È questo il fiore del partigiano
morto per la libertà!».
Dopo la Guerra, è diventata un simbolo del movimento antifascista, ma la sua "vita" era appena iniziata: negli anni ’60 e ’70 fu ricantata da artisti italiani come Giovanna Daffini, Fausto Amodei, Milva, Ivano Fossati, Modena City Ramblers...
Questi ultimi sono peraltro autori anche di un altro brano, Il Partigiano Johnny, ispirato all'omonimo romanzo di Beppe Fenoglio.
La prima volta che è stata cantata in televisione fu nella trasmissione Canzoniere minimo (1963), da Gaber, Maria Monti e Margot
Poi queste note si sono fatte strada, hanno seguito le scie di chi le cantava, hanno intrapreso percorsi inaspettati, superato i confini e sono arrivate anche oltre l’Italia, infatti Bella Ciao è stata cantata anche da:
- Manu Chao, in versione folk e internazionale
- Goran Bregović, in chiave balcanica
- Tom Waits
- Joan Baez
- Yves Montand
- ...e molti altri, in versioni commoventi e potenti
- La serie La Casa de Papel recentemente ha rilanciato il brano, facendolo conoscere alle nuove generazioni
Bella ciao significato
Secondo alcune ipotesi, il brano era originariamente cantato delle mondine (le donne che lavoravano nelle risaie del Nord Italia), per esprimere il loro malcontento verso le dure condizioni di lavoro. Secondo altre ipotesi però la sua origine risale agli anni '50.

Ciò che è certo è che divenne popolare dopo la Seconda Guerra mondiale e che diventò un simbolo della lotta per la libertà e la giustizia contro l'oppressione.
Il testo della canzone racconta di un combattente che si prepara a partire per la guerra, con l'auspicio di tornare, ma nel caso in cui non dovesse farlo, chiede che la sua salma venga sepolta "sotto l'ombra di un bel fiore".
I temi che emergono sono i seguenti
- libertà: "Bella Ciao" è un grido di resistenza contro ogni forma di tirannia e oppressione, sia politica che sociale.
- Sacrificio e coraggio: celebra il sacrificio di chi, anche a costo della propria vita, ha lottato per la libertà.
- Solidarietà e speranza: nonostante il tema del sacrificio, il messaggio finale è di speranza.
Fischia il vento
Il testo di questo brano è stato scritto dal colonnello Felice Cascione, comandante partigiano in Liguria e medaglia d'oro al valor militare. La canzone si ispira alla melodia del canto popolare russo "Katiuscia", scritto nel 1938 dal poeta sovietico Michail Isakowski, portato in Italia dai reduci della campagna di Russia.
Come è intuibile dal titolo, il testo evoca l'immagine del vento che soffia, simbolo del destino che si fa sentire con la sua forza. Si fa riferimento alla lotta armata dei partigiani contro il fascismo, ma anche alla speranza di un futuro migliore e di una libertà riconquistata. La canzone descrive il sacrificio dei giovani combattenti che, anche se destinati a non tornare, sono pronti a dare la vita per la causa.
Dopo la sua nascita, "Fischia il vento" si diffuse rapidamente tra i partigiani, diventando un inno di battaglia e una canzone di speranza.
Ecco il testo:
Fischia il vento e infuria la bufera
Scarpe rotte eppur bisogna andar
A conquistare la rossa primavera
Dove sorge il sol dell'avvenir
A conquistare la rossa primavera
Dove sorge il sol dell'avvenir
Ogni contrada è patria del ribelle
Ogni donna a lui dona un sospir
Nella notte lo guidano le stelle
Forte è il cuor e il braccio nel colpir
Nella notte lo guidano le stelle
Forte è il cuor e il braccio nel colpir
Se ci coglie la crudele morte
Dura vendetta sarà del partigian
Ormai sicura è la dura sorte
Del fascista vile e traditor
Ormai sicura è la dura sorte
Del fascista vile e traditor
Cessa il vento e calma la bufera
Torna a casa il fiero partigian
Sventolando la rossa sua bandiera
Vittoriosi e alfin liberi siam
Sventolando la rossa sua bandiera
Vittoriosi e alfin liberi siam
Fischia il vento e infuria la bufera
Scarpe rotte e pur bisogna andar
A conquistare la rossa primavera
Dove sorge il sol dell'avvenir
A conquistare la rossa primavera
Dove sorge il sol dell'avvenir
Le canzoni partigiane sono davvero tante e qui abbiamo messo le due più famose, ma ecco ad esempio che puoi ascoltare questa playlist:
La Badoglieide
Oltre ai canti solenni come Bella Ciao o Fischia il vento, vogliamo citare anche questo canto emblematico che si contraddistingue per il testo satirico. Questo canto è incentrato sull figura di Pietro Badoglio, il generale che, scelto dal re Vittorio Emanuele III, sostituì Mussolini alla guida del governo nel luglio 1943, dopo la sua destituzione. Sebbene avesse firmato l’armistizio con gli Alleati l’8 settembre 1943, Badoglio fu percepito da molti come una figura ambigua: né completamente antifascista né un vero alleato della nuova Italia democratica.
Ecco qui la canzone:
Già nel titolo possiamo scorgere la nota satirica, infatti è un eco scherzoso alle grandi opere epiche ("Iliade", "Eneide"), ma qui non c'è un eroe, il protagonista della "storia" è simbolo di opportunismo.
Il brano ricorda diversi momenti salienti della storia italiana di quegli anni: la Guerra d’Etiopia e il ducato di Addis Abeba, la guerra di Francia, la campagna italiana di Grecia, il paese natale di Badoglio: Grazzano, il giorno della caduta del fascismo (25 luglio 1943), i bombardamenti americani sull’Italia, l’Armistizio di Cassibile, la fuga di Vittorio Emanuele III, la guerra di liberazione italiana.
Altre canzoni sulla libertà: Va' pensiero
Uno dei cori più celebri dell'opera "Nabucco" di Giuseppe Verdi, noto anche come Coro degli Ebrei. Il brano è uno dei più iconici del repertorio operistico italiano.

al Teatro alla Scala di Milano
Nabucco è un'opera ambientata nell'antica Babilonia e Gerusalemme e racconta il conflitto tra gli Ebrei e il re babilonese Nabucodonosor (Nabucco). Il coro, che è uno dei momenti più emozionanti e riconosciuti dell'opera, esprime il dolore e la speranza degli Ebrei che, prigionieri in Babilonia, sognano di tornare nella loro terra natia, Gerusalemme. "Va' Pensiero" è un inno alla speranza, alla resistenza e alla voglia di liberarsi dalla schiavitù.
Va, pensiero, sull'ali dorate Va, ti posa sui clivi, sui colli ove olezzano tepide e molli l'aure dolci del suolo natal
Giuseppe Verdi
La sua melodia dirompente e il testo evocativo sono diventati simbolo di speranza e di lotta contro l'oppressione in senso universale. Durante il periodo del Risorgimento italiano, il brano fu interpretato come un inno di libertà, con i patrioti italiani che lo consideravano un'espressione della loro lotta contro gli occupanti stranieri.
La connessione tra "Va' Pensiero" e i canti della Resistenza è evidente nel modo in cui entrambi riflettono temi universali di oppressione e speranza di liberazione.
Quale tra queste 3 canzoni preferisci? 🎙️
Canzoni 25 aprile: il ruolo della musica nel tempo
C'è una data dedicata alla commemorazione della fine della Seconda Guerra Mondiale e all'inizio della liberazione dal fascismo: il 25 aprile. In questa giornata le voci della Resistenza si fanno sentire più del solito. Oltre a "Bella Ciao" e "Fischia il vento", ci sono molti altri brani significativi che sono diventati simboli della Resistenza e vengono cantati durante le celebrazioni del 25 aprile.
Nelle piazze italiane, da nord a sud, risuonano le note dei canti della Resistenza. Le bande musicali aprono i cortei, i cori popolari si esibiscono in teatri e spazi pubblici, e sono previste anche letture e momenti di condivisione.
Nelle scuole, docenti e studenti rileggono questi canti, li analizzano, li cantano. Alcuni istituti organizzano concerti commemorativi o attività di laboratorio per riscoprire il significato delle parole e il contesto storico.
Oggi questi canti continuano a evocare l'impegno e il sacrificio di coloro che hanno combattuto per la libertà, e a rinnovare il legame tra il passato e il presente, ricordando a tutti l'importanza di difendere i valori della democrazia e della giustizia sociale.
Grazie alla forza della loro melodia e alla potenza dei loro testi, questi canti sono riusciti a resistere al passare del tempo, diventando anche strumenti di educazione e di unione per le generazioni future. È vero, sono stati scritti in un contesto di guerra ma sono diventati voci che parlano di un futuro migliore, ispirando ancora oggi le lotte per la libertà in Italia e nel mondo.









