Nel XX secolo l’atteggiamento della società nei confronti delle donne nella matematica migliora sensibilmente rispetto al secolo precedente. Le donne iniziano gradualmente ad accedere all’università, senza le restrizioni che avevano affrontato matematiche come Sophie Germain e Sophie Kovalevskaya.

Nel 1900 le donne entrano in istituzioni matematiche a predominanza maschile, vincono importanti premi e soprattutto, sono libere di contribuire, con il proprio lavoro, all’avanzamento della società.

In questo articolo, vedremo la storia di quattro donne matematiche eccezionali che hanno segnato la storia della matematica pura e applicata a ridosso del nuovo millennio. Analizzando le loro vite, vedremo alcune costanti che ancora oggi possono aiutare altre ragazze e donne a occupare sempre più spazio nel mondo della matematica, della fisica e delle scienze in generale.

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Mary Cartwright: la scoperta del caos

Mary Cartwright è stata una matematica britannica nota per gli studi sulla teoria del caos e per essere stata la prima matematica donna a essere eletta alla Royal Society, l'associazione scientifica britannica fondata nel 1660.

A Mary Cartwright si devono gli studi sulla teoria del caos.

Nacque nel 1900 ad Aynho, una piccola cittadina dell’Inghilterra nella cui parrocchia lavorava il padre. Aveva due fratelli e due sorelle e trascorse un’infanzia tra libri e figure geometriche. La sua insegnante del corso di matematica delle superiori la spinse ad approfondire gli studi in questa disciplina. Mary Cartwright si iscrisse quindi al college St. Huge a Oxford.

Nel 1923 ottenne la laurea e iniziò a collaborare con J.E. Littlewood. I due matematici avviarono un’intensa collaborazione a distanza, tramite lettera, dedicandosi allo studio delle equazioni differenziali con cui implementare nuovi studi radio. Le ricerche in questo campo portarono alla risoluzione di diversi problemi matematici.

Nel 1936, Mary Cartwright iniziò a insegnare al Girton College a Cambridge, un istituto universitario femminile, poi aperto progressivamente anche alla frequenza maschile. Oltre a essere membro della Royal Society, Mary Cartwright fu anche presidente della London Mathematical Society nel biennio 1961-1962.

La celebre matematica inglese ricevette diverse onorificenze, tra cui la Sylvester Medal per la matematica della Royal Society nel 1964 e quella della Regina Elisabetta che la nominò Dame nel 1969.

Mary Cartwright morì a Cambridge nel 1998, dopo quasi un secolo dedicato all’analisi matematica.

La storia delle donne nella matematica ha origini antiche, come dimostra Ipazia di Alessandria.

Katherine Johnson: i calcoli spaziali

Katherine Johnson (1918-2020), fu una matematica afroamericana che contribuì ai voli della NASA nello spazio e sulla Luna con i suoi calcoli matematici. Insieme al suo supervisore, la matematica Dorothy Vaughan (1910-1998) e alla collega e ingegnere Mary Jackson (1921-2005), fu decisiva per il calcolo delle traiettorie delle navicelle spaziali.

Per questo il trio di scienziate afroamericane fu definito “computer umano”.

Katherine Johnson fu una matematica afroamericana che partecipò alle missioni sulla Luna calcolando la traiettoria delle navicelle spaziali.
Le doti di matematiche di Katherine Johnson contribuirono ai voli spaziali.

La prima donna afroamericana a laurearsi in matematica fu Euphemia Haynes (1890-1980), ma la segregazione e le disuguaglianze di genere impedivano a molte donne di accedere agli studi.

Katherine Johnson nacque nel 1918 nella Virginia dell’Ovest da una famiglia afroamericana. In quel periodo ancora era in vigore la segregazione e in alcune zone della Virginia era proibito alle persone di colore iscriversi agli istituti superiori.

La giovane, che era già un prodigio nella matematica, dovette trasferirsi con la famiglia in una contea diversa da quella di nascita per poter continuare a studiare. Si iscrisse a 16 anni al West Virginia State College in cui si laureò appena due anni dopo, seguendo un programma appositamente ampliato per lei dal suo professore William Claytor, matematico afroamericano.

Dopo la laurea, per un periodo insegnò matematica a una scuola per afroamericani, ma determinata a proseguire con la scienza dei numeri, sfidò la segregazione e riuscì a essere la prima afroamericana a iscriversi a una scuola di specializzazione nel 1939.

Nel 1941, spinti dalla seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti rimossero le barriere della segregazione razziale in settori strategici come l’aeronautica militare. Dorothy Vaughan fu la prima a entrare nel programma di calcolo di quella che sarebbe stata la NASA nel 1943.

L’agenzia spaziale americana aprì le sue porte a Katherine Johnson nel 1953 quando aveva bisogno di matematici in grado di calcolare le traiettorie di velivoli spaziali. Con Vaughan e Jackson, Katherine Johnson elaborò i calcoli complessi anche quando dal 1962 la NASA adoperò un calcolatore elettronico.

La missione Apollo 11 del 1969, che portò l’uomo per la prima volta sulla Luna, e la missione Apollo 13 furono condotte con successo proprio grazie alle capacità matematiche di Katherine Johnson e colleghe.

Johnson viene considerata una pioniera nella scienza spaziale e nell’informatica. Nel 2015 il presidente degli Stati Uniti Barack Obama le conferì una medaglia presidenziale. Nel 2016 la storia delle tre donne afroamericane che resero possibile il viaggio degli uomini nello spazio fu raccontata nel “Il diritto di contare”.

Katherine Johnson fece in tempo a vedere l’opera a lei dedicata perché era l’unica del gruppo ancora in vita. Morì nel 2020 all’età di 101 anni.

Ti appassiona il ruolo delle donne in matematica, fisica e altre branche della scienza? Scopri la storia di Maria Gaetana Agnesi e Sophie Germain.

Maryam Mirzakhani e la geometria iperbolica

Maryam Mirzakhani, matematica iraniana e professoressa all’Università di Stanford, è stata la prima donna a vincere la Medaglia Fields, il più importante riconoscimento al mondo nell’ambito della matematica creato nel 1936.

A Maryam Mirzakhani si riconosce il grande contributo dato alla geometria delle superfici di Riemann e alla geometria iperbolica, dinamica e algebrica.

Sono pochi i matematici nel mondo a occuparsi di geometria astratta e Maryam Mirzakhani, con il suo “pensare lento”, così come lei stessa ha descritto il proprio modo di fare in una delle rare interviste concesse, è riuscita a trovare delle leggi matematiche che spiegano la deformazione di un particolare tipo di superficie.

Maryam Mirzakhani nasce a Teheran nel 1977 e muore a soli 40 anni per via di un tumore, nel 2017. Durante la sua infanzia amava leggere e scrivere, ma presto, grazie ai racconti di suo fratello iniziò ad ammirare la matematica. Gli insegnanti di scuola notarono le sue competenze e le consigliarono un liceo adatto a studenti dotati.

Nel 1994 insieme a una sua coetanea, partecipò alle Olimpiadi di matematica, ed era la prima volta per due ragazze iraniane. Maryam Mirzakhani ne risultò vincitrice anche nell’edizione del 1995. Studiò matematica all’Università di Teheran dove si laureò nel 1999.

In seguito, si trasferì negli Stati Uniti dove conseguì un dottorato alla Harvard University con una tesi sulla geometria delle superfici iperboliche.

Da lì Maryam Mirzakhani continuò la sua carriera come docente universitario di matematica alla Princeton e poi alla Stanford. In un’intervista concessa dopo la vittoria della Medaglia Fields parlò di come nacque la passione per il suo lavoro e delle difficoltà che le donne hanno nel conciliare lavoro e famiglia, dovendo fare delle scelte difficili.

La foto di Maryam Mirzakhani senza velo che ritira il prestigioso premio matematico nel 2014 fu modificata dalla stampa ufficiale iraniana che le pose un velo in testa. La giovane matematica morì a soli 40 anni per via di un tumore, lasciando il marito matematico e professore alla Stanford, Jan Vondrak e la loro figlia.

Scopri la storia di Ada Lovelace e altre matematiche del XIX secolo come Florence Nightingale, Sofia Kovalevskaya ed Emmy Noether.

Maryna Viazovska: il problema dell’impacchettamento delle sfere

Maryna Viazovska è stata la seconda donna, dopo Maryam Mirzakhani, a vincere la Medaglia Fields. Questo prestigioso riconoscimento è come il premio Nobel per la matematica e viene assegnato ogni 4 anni a giovani scienziati sotto i 40 anni.

Risolvendo il problema dell'impacchettamento delle sfere, Maryna Viazovska ha vinto la Medaglia Fields 2022.

Maryna Viazovska nasce a Kiev nel 1985 e completa scolastico nella sua città natale fino alla laurea triennale in matematica. La sua dote per la matematica viene notata prima delle superiori e la ragazza è incoraggiata a frequentare il selettivo Liceo delle Scienze Naturali in cui si iscrive nel 1998. Qui incontra un professore di matematica d’eccezione, Andrii Knyazyuk (1960-2013) uno scienziato che aveva pubblicato 10 lavori sulle equazioni differenziali e membro dell’Accademia Ucraina delle Scienze.

Lasciata questa istituzione, Andrii Knyazyuk si dedicò all’insegnamento della matematica alle superiori e indirizzò Maryna Viazovska verso l’Università di Kiev Taras Schevchenko. Durante gli studi Maryna Viazovska partecipò più volte alle Olimpiadi di matematica, una manifestazione che aumentava il suo amore per la scienza dei numeri. Vinse per due volte la medaglia d’oro nel 2002 e nel 2005.

Dopo la triennale, Maryna Viazovska decise di trasferirsi a Berlino dove completò la magistrale e il dottorato. Dal 2017 insegna teoria dei numeri a Losanna, in Svizzera. Nel 2022 le è stata assegnata la Medaglia Fields per i suoi studi sulle sfere. Maryna Viazovska ha risolto il problema dell’impacchettamento delle sfere identiche posto da Keplero nel 1611. Altri studiosi avevano cercato una soluzione matematica al problema, ma la funzione scritta da Maryna Viazovska è stata ideata per le dimensioni 8 e 24.

Le donne e la matematica hanno avuto un rapporto costellato da pregiudizi e disuguaglianze. Gli ostacoli giuridici sono stati rimossi da tempo perché oggi chiunque, indipendentemente dal genere, può studiare matematica, fisica e seguire qualsiasi altro percorso scientifico.

Rimane ancora molto da fare per eliminare le disuguaglianze di fatto, per fare in modo che le donne siano presenti tanto quanto gli uomini in ogni ambito della vita, inclusa la matematica.

Forse serviranno ancora molti anni per poter raggiungere l'uguaglianza di genere nelle materie STEM e se pensiamo che questa battaglia sia solo delle donne, siamo sul cammino sbagliato.

La storia delle donne nella matematica dimostra che tutti possono fare la propria parte:

Genitori, fratelli e sorelle possono incoraggiare le bambine a studiare matematica

Gli insegnanti possono segnalare e aiutare le allieve particolarmente dotate con programmi stimolanti

I compagni di corso possono lavorare in team e promuovere la collaborazione

I contributi delle donne matematiche più influenti della storia non dovrebbero essere raccontati solo nella giornata delle donne nella scienza o per l'8 marzo, ma dovrebbero fare parte integrante delle lezioni di matematica.

Ecco a chi rivolgerti per un ripasso con ripetizioni di matematica torino, funzionale alle tue necessità!

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Catia Dos Santos

Traduttrice e scrittrice con una passione per le lingue