Il rapporto tra le donne e la matematica è sempre stata attraversata da un doppio filo: da una parte la genialità delle studiose che ne hanno fatto la storia, dall’altra tutte le avversità che hanno dovuto affrontare per potersi affermare nella scienza dei numeri.

Il risultato dei pregiudizi che colpiscono le donne nella matematica e che si creano fin dai primi anni dell’educazione delle bambine è che la scienza dei numeri e le scienze in generale, continuano a essere settori a prevalenza maschile.

Secondo l’OCSE, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, il 71% degli uomini con una laurea nelle materie scientifiche trova lavoro nel campo contro il 43% delle donne, dedite principalmente all'insegnamento. Questo vuol dire che per le donne è più difficile lavorare nella ricerca o nelle scienze applicate dopo la laurea.

La bella notizia, è che questa tendenza sta cambiando. Da millenni, le donne continuano a sfidare i preconcetti e a poco a poco a diventare sempre più numerose nelle cosiddette materie STEM, scienze, tecnologia, ingegneria e matematica.

In questo particolare "corso di matematica", vedremo la storia della più importante matematica nell’antichità, Ipazia di Alessandria e della portata delle sue teorie. Ma prima, una domanda: davvero i maschi sono più bravi delle femmine in matematica?

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Le ragazze e la matematica: un rapporto in evoluzione

Le ragazze sono molto più brave nelle materie letterarie dei ragazzi e in media leggermente al di sotto nelle materie scientifiche nella minoranza dei paesi.
Davvero i ragazzi sono più bravi delle ragazze in matematica?

Le ragazze vanno davvero peggio dei ragazzi in matematica? Quante ragazze e quanti ragazzi chiedono di frequentare ripetizioni matematica? Secondo l’ultimo gender report elaborato dall’Unesco, l’agenzia delle Nazioni Unite per l’educazione e la scienza, le differenze tra ragazzi e ragazzi nelle materie scientifiche stanno scomparendo, anche nei paesi più poveri.

La vera differenza la fa l’accesso all’educazione che spesso priva le bambine del proprio diritto allo studio nei paesi a basso reddito. Nei paesi medi e in quelli a reddito elevato, come l’Italia, il vero ostacolo è l’educazione che si riceve.

Le bambine non vengono educate a perseguire degli studi scientifici; c’è una generale accettazione del fatto che le bambine riescano meglio nelle materie letterarie e questo è sufficiente per indirizzare le loro scelte. Anche quando si intraprendono studi scientifici, rimangono delle differenze nel salario, nelle promozioni che di fatto lasciano le donne sempre un gradino indietro rispetto agli uomini con le stesse funzioni.

Cosa si dovrebbe fare per spingere sempre più donne a dare il proprio contributo alla ricerca scientifica e cosa per garantire uguale paga e uguali diritti ai lavoratori è tuttora oggetto di dibattito.

Una cosa è certa: le prove Invalsi che si fanno nelle scuole italiane rivelano che nella scuola primaria non ci sono particolari differenze tra ragazze e ragazzi in matematica. Anzi, le maggiori differenze sono nelle materie letterarie dove le bambine rendono molto di più.

Secondo l'indagine PISA del 2018, realizzata tra i quindicenni di circa 79 paesi dell’Ocse, le ragazze superano i ragazzi di 30 punti nella lettura. I dati interessanti sono due, in tutti i paesi analizzati le ragazze superano i ragazzi in lettura, trattandosi di una media ci sono differenze che scendono a 20 punti in paesi come Argentina o Cina e salgono a 50 punti in Arabia Saudita, sempre a favore delle ragazze. Nei paesi con risultati in lettura, matematica e scienze superiori alla media OCSE, le differenze di genere sono più basse.

Per quanto riguarda la matematica, i ragazzi vanno leggermente meglio, ottenendo 5 punti in più rispetto alle ragazze.

Ci sono due dati interessanti: il primo è che non in tutti i paesi i ragazzi riescono meglio in matematica. Il secondo dato è che la differenza di genere, rispetto alla lettura è molto meno pronunciata.

I dati PISA 2018 mostrano che i ragazzi sono andati molto meglio in 32 paesi sui 79 che hanno partecipato all’indagine. La differenza di genere più alta in matematica è stata registrata in Colombia, con i ragazzi che in media hanno preso 20 punti in più delle ragazze. ù

La differenza tra ragazzi e ragazze in matematica in Italia è tra 15-18 punti. Le ragazze sono andate decisamente meglio dei ragazzi in matematica in paesi come l’Arabia saudita e la Norvegia. Per quanto riguarda le scienze, non si verificano grandi differenze tra ragazzi e ragazze: le ragazze vanno meglio di 2 punti in media.

Qualunque programma dovrebbe intervenire proprio prima dei 15 anni per spronare le ragazze ad approfondire le materie STEM. Politiche attive di promozione di uguali opportunità nelle assunzioni, nell’accesso allo stipendio, farebbero il resto.

Solo così ci saranno più matematiche come Maryam Mirzakhani.

Intanto, per chi cerca un po’ di ispirazione, abbiamo preparato un breve racconto sulla vita della più influente donna matematica nell’antichità: Ipazia di Alessandria.

Percé non programmare un bel ripasso matematica?

Ipazia di Alessandria: tra matematica e filosofia

La vita di Ipazia fu dedita alla ricerca della verità in matematica e filosofia.
Ipazia fu filosofa e matematica d'eccezione!

Ipazia di Alessandria fu una matematica, astronoma e filosofa neoplatonica dalle straordinarie abilità. Di lei non ci sono rimasti molti scritti, ma la sua figura viene ricordata nelle opere di altri studiosi contemporanei e probabilmente anche per come finì la sua vita.

Ipazia nacque ad Alessandria d’Egitto nel 370 d.c. e qui fu assassinata nel 415 da un gruppo di fanatici religiosi per tutto quello che rappresentava: una donna, insegnante di matematica e filosofia che osava insegare liberamente ed era apprezzata anche dai più potenti della città, che le chiedevano consiglio.

Si dice che a ordinare il massacro di Ipazia, fu il vescovo di Alessandria, Cirillo, probabilmente invidioso per il rapporto di Ipazia con i potenti, in particolare con il prefetto romano, Oreste. In questo periodo, Alessandria era il centro culturale dell’Impero romano d’Oriente e in essa convivevano diverse culture, lingue e tradizioni.

Nel 380 il cristianesimo fu proclamata la religione ufficiale e iniziarono le prime persecuzioni nei confronti delle minoranze ebraiche, dei credenti pagani, legati ai culti di Iside e Osiride e dei filosofi e degli scienziati come Ipazia.

Il padre di Ipazia, Teone di Alessandria era un matematico che la istruì fin da bambina non solo alla scienza dei numeri, all’astronomia, ma anche gli insegnamenti filosofici che si rifacevano alla scuola neoplatonica. Oltre a studiare in casa, Ipazia approfondì le sue conoscenze ad Atene e in Italia e ben presto, da discepola, divenne insegnante di matematica e filosofia.

Ipazia dedicò tutta la sua vita allo studio, rifiutando qualsiasi tipo di amore terreno che non fosse l’amore per la verità.

Mai sentito parlare di Agnesi e Germain?

Ipazia di Alessandria e le materie STEM

A Ipazia si devono studi di geometria, astronomia e invenzioni.
Ipazia si dedicò non solo matematica pura, ma anche applicata.

Anche se nelle lezioni di matematica non se ne parla molto, grazie agli scritti di alcuni illustri studenti e colleghi di Ipazia che assistevano alle sue lezioni pubbliche e private, sappiamo che la matematica alessandrina si dedicò ai commenti degli studiosi che l’avevano preceduta come Diofanto, Apollonio e Tolomeo.

Di Diofanto risolse i problemi con soluzioni alternative, mentre il commento all’opera di Apollonio partiva dallo studio approfondito delle sezioni del cono. La geometria servì a Ipazia per studiare astronomia, intuendo probabilmente che, a differenza di quello che pensavano Aristotele e Tolomeo, non c’era la terra al centro dell’universo.

Ipazia completò la sua formazione in tutte le materie STEM, occupandosi anche di meccanica e tecnologia. Sarebbero di sua invenzione almeno due strumenti di misurazione: l’aerometro e l’astrolabio.

L’aerometro è un semplice tubo aperto con un peso all’estremità che veniva immerso nei liquidi per misurarne il peso. L’astrolabio piano era un macchinario fatto di due dischi rotanti che servivano per misurare il tempo e osservare il movimento del Sole e delle stelle.

L’eredità di Ipazia di Alessandria

L'eredità lasciata da Ipazia di Alessandria è che la matematica e la scienza non hanno genere, solo sete di conoscenza.
Ipazia sfidò i pregiudizi e la scienza anche a costo della vita.

In tanti modi, la figura di Ipazia aveva sfidato le tradizioni del tempo, un po' come hanno fatto Ada Lovelace e altre matematiche del XIX secolo. Innanzitutto la sua formazione la portò a insegnare al Museion, un’istituzione un simbolo della centralità culturale di Alessandria, la città della famosa biblioteca e il polo scientifico dell’epoca.

Secondo diversi contemporanei, come l’allievo Sinesio e il filosofo Dalmascio, Ipazia aveva superato il stuo stesso padre quanto a preparazione. Il suo posto di insegnante non era stato ereditato, ma conquistato con le sue grandi doti di matematica e filosofa.

Per Ipazia, lo studio non era solo teorico, come per la maggior parte dei sapienti della sua epoca. In qualche modo ruppe gli schemi dedicandosi anche all’applicazione dei suoi studi alla tecnologia. L’astrolabio era un perfetto esempio di invenzione perfezionata. Grazie alle conoscenze di matematica, geometria e meccanica di Ipazia non serviva solo per misurare il tempo, come per Tolomeo, ma per calcolare il moto dei corpi celesti.

Dal punto di vista filosofico, Ipazia era improntata alla ricerca costante della verità. La filosofia è anche religiosità ma non nel senso di adorazione di un Dio o più Dei, ma dell’uso della ragione come mezzo per comprendere. Anche se non sappiamo molto del pensiero filosofico di Ipazia, le sue conoscenze erano talmente alte che divenne il capo della scuola neoplatonica di Alessandria fondata da Plotino. La sua influenza fu tale che secondo il suo allievo, era Alessandria e non più Atene il centro degli studi filosofici.

Tra il 380 e il 390 il cristianesimo era diventato ormai la religione di stato e in questo periodo di convivenza con le credenze pagane preesistenti, ci furono distruzioni di templi e nella migliore delle ipotesi la conversione di questi in chiese. Ipazia rappresentava proprio quelle credenze elleniche pre-cristiane che bisognava distruggere.

La studiosa, a differenza di altri, si mantenne sempre neutrale alle lotte religiose, difendendo sempre la libertà di parola. Fu questa la grande forza di Ipazia, ossia la capacità di indurre al ragionamento anche chi la pensava diversamente. Probabilmente fu proprio questa la causa della sua uccisione.

Nel Rinascimento, la figura di Ipazia è stata ripresa come modello di prevalenza della ragione. Le sono stati dedicati molti libri e nel 2009 è stata impersonificata dal Rachel Weich nel film Agora.

Ipazia non fu certamente la prima donna matematica nella scienza. Fin dagli albori della civiltà le donne presero parte agli studi in diversi ambiti: filosofia, matematica, chimica, astronomia, medicina, per citarne alcuni. Abbiamo fonti che testimoniano il ruolo delle scienziate tra i Babilonesi, passando per i Greci antichi.

Ciò che rende particolare la figura di Ipazia è stata la sua capacità di affermarsi come leader scientifico e culturale della sua città e di aver pagato con la vita per questo.

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Catia Dos Santos

Traduttrice e scrittrice con una passione per le lingue