Corso criptovalute 93 insegnanti

L’importanza di seguire un corso di criptovalute in Italia

C’è ancora tanto, tantissimo da capire e da scoprire sulla tecnologia Blockchain e sull’universo delle criptovalute, per questo i corsi e le lezioni sull’argomento, oggi, a Milano, come a Roma, fanno oggetto di un interesse crescente da parte di giovani e adulti, studenti e professionisti.

La prima apparizione di una moneta crypto (il Bitcoin, nome con cui erroneamente molti fanno riferimento alle diverse valute crypto in circolazione) risale al 3 gennaio 2009, anche se il fenomeno ha acquisito una dimensione più vasta solo quattro anni dopo. Per il primo corso si è dovuto attendere ancora un po’ di tempo.

All’origine del Bitcoin c’è Satoshi Nakamoto: pseudonimo dietro cui si nasconde una persona reale o nome che un gruppo di informatici si è dato per restare nell’anonimato? Ad oggi, non è dato saperlo e su di lui/loro si possono fare solo congetture; l’unica certezza è che si tratta di geni informatici e visionari.

L’obiettivo (pienamente conseguito) di Satoshi Nakamoto, infatti, era quello di realizzare e far circolare una moneta crypto, grazie alla quale ognuno possa conservare e scambiare valore senza ricorrere (come accade oggi) a nessun intermediario, nessun operatore finanziario, nessun garante.

La palla è stata lanciata, ora il mercato finanziario e i professionisti del trading si occuperanno del resto.

Perché cittadini, investitori e professionisti dovrebbero seguire corsi e lezioni sulle criptovalute?

E i singoli cosa possono fare? Seguire almeno un corso, certo.

Informarsi è la prima e fondamentale regola, qualsiasi ruolo si voglia giocare in questa partita: senza le nozioni di base, acquisibili anche grazie ad uno qualsiasi dei tanti corsi disponibili in Italia, erogati in presenza o in modalità online, non si può pensare di “giocare”.

Dopo di che, le possibilità offerte dalla tecnologia blockchain sono davvero tante: si può pensare di rivestire il ruolo di operatore di trading finanziario online con valuta virtuale, ma anche di partecipare in modo più attivo e maggiormente in profondità, come fanno gli informatici che si occupano della realizzazione della tecnologia blockchain.

Programmatori back-end e front-end, analisti di dati (il cui nome tecnico è blockchain analyst), project manager, fino al ruolo di graphic designer per la progettazione di interfacce utente delle piattaforme di trading e di vendita e acquisto di criptovalute: anche se questi ruoli richiedono dei prerequisiti in termini di conoscenze informatiche avanzate, corsi e lezioni specifiche su criptovalute e tecnologia blockchain rappresentano comunque un passaggio obbligato prima di pensare ad un’assunzione presso una delle imprese del settore (trading e non solo).

Un corso per comprendere la blockchain e le criptovalute

In questo momento, sono diverse le imprese che in Italia sfruttano la tecnologia blockchain, non necessariamente per operazioni di trading o per acquisti e cessioni di beni e servizi. Va, infatti, detto che tale tecnologia ha e avrà infinite applicazioni nel business a 360°.

Il sistema della “catena a blocchi”, infatti, consiste in un database costituito, per l’appunto, di “blocchi” chiusi; in tutto il mondo sono distribuiti migliaia di computer nei quali si trovano migliaia di copie identiche di uno stesso documento. Ogni singola modifica del documento in questione viene scritta in un nuovo documento, mentre la prima versione rimane immodificabile per sempre. Per restare al caso dello scambio di criptovalute, in questo documento, o per meglio dire, libro mastro (distributed ledger, registro distribuito), sono registrate le informazioni che riguardano i portafogli nei quali sono “inserite” le monete crypto; ogni transazione della valuta da un portafoglio all’altro è registrata e la sua traccia sarà sempre disponibile!

La tecnologia blockchain serve per rendere più sicure e automatizzate le operazioni che, fino ad oggi, sono state svolte da notai, banche e borse (nel caso dei passaggi di proprietà), dagli albi (per i professionisti), dall’ufficio brevetti (per le idee), dai periti (per i rimborsi), dai Casino (per le scommesse) e così via.

Per questa ragione, in Italia, non sono solo le banche e gli istituti di credito ad interessarsi e a fare uso di criptovalute e tecnologia blockchain, ma qualsiasi azienda di ogni genere di business: Barilla, Carrefour Italia, Comune di Bari, Consorzio arance rosse di Sicilia, Crea (ente che fa capo al ministero delle politiche agricole), itTaxi, oltre a Unicredit, Poste Italiane e Banca Mediolanum sono solo alcuni dei soggetti del nostro paese attivi nel settore.

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