Se chiedessi a chiunque di parlarti di Ivan Pavlov probabilmente otterresti una risposto del tipo “lo scienziato dei cani” oppure "il ragazzo russo che faceva sbavare i cani con un campanello". Presso il grande pubblico Pavlov è unicamente ricordato per via dei suoi esperimenti con i cani, non certo per le sue opere o per la sua biografia.
Nonostante ciò, Ivan Pavlov è stato senza dubbio uno scienziato straordinario e un fisiologo di grande talento. Le sue abilità chirurgiche erano così precise che fu in grado di sezionare anche i delicati nervi cardiaci.
In effetti, il lavoro che gli è valso il premio Nobel non ha nulla a che fare con il condizionamento pavloviano. Diamo un'occhiata a un breve elenco di ciò che Pavlov ha fatto:
- Ha diretto (e organizzato) il dipartimento di Fisiologia dell'Istituto di Medicina Sperimentale
- Ha presieduto il dipartimento di fisiologia presso l'Accademia medica militare
- Ha dato ampi contributi alla fisiologia e alla neurologi
- Ha condotto molti esperimenti sui cani, non solo "l'esperimento del cane di Pavlov"
- Ha vinto il premio Nobel per la fisiologia per il suo lavoro sulla fisiologia della digestione
- Perfezionò la sacca di Heidenhain (sacca di Pavlov), uno "stomaco" esterno collegato al sistema nervoso
Considerando tutto ciò, è assolutamente riduttivo pensare a lui solo come "lo scienziato russo che ha lavorato con i cani ".
Ivan Pavlov ha prodotto un impressionante corpus di opere e ha avuto un enorme impatto sulla fisiologia. Le sue leggi sui riflesso condizionato hanno rivoluzionato il mondo della psicologia e della psicoanalisi, sebbene non fosse uno specialista della mente.
Diamo allora un sguardo a questo rivoluzionario studioso, alla sua vita e al suo lavoro!
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Ivan Pavlov: primi anni di vita e istruzione
Pavlov è stato il primo di 11 figli nati dal sacerdote ortodosso russo Peter Pavlov e sua moglie, Varvara. La famiglia numerosa e felice viveva nella Russia centrale, a Ryazan. Il giovane Ivan amava giocare, prendersi cura dei suoi fratelli e del giardino. Quando non era così occupato, il ciclismo era la sua attività preferita, mentre canottaggio, nuoto e sport di squadra riempivano le sue estati.

Per quanto fosse intelligente, Ivan non iniziò la scuola fino all'età di 11 anni. Una caduta dall'alto su un pavimento di pietra richiese diversi anni di riposo e recupero. Quando finalmente andò a scuola ebbe modo di scoprire quanto fosse acuto il suo intelletto, in particolare in scienze e matematica. In questo senso, come nel caso di altri pionieri della psicoanalisi quali Melanie Klein, il suo talento fu evidente sin dal principio. Infine rinunciò alla prospettiva di una carriera sacerdotale a metà frequenza del seminario.
Lasciò la casa dei genitori per iscriversi al programma di fisica e matematica all'Università di San Pietroburgo, seguendo corsi di scienze naturali per completare il suo curriculum. In quegli anni vinse un ambito premio universitario per le sue ricerche in fisiologia, in particolare per il suo articolo sui nervi pancreatici. Quegli studi lo aiutarono a focalizzare meglio quale fosse la sua passione, e pertanto decise di intraprendere la carriera di fisiologo, trasferendosi all'Accademia medica militare, conosciuta come l'Accademia Imperiale di Chirurgia Medica. Lì affinò le sue capacità chirurgiche sotto l'occhio vigile del dottor Elias von Cion, di cui successivamente Pavlov sarebbe diventato assistente didattico.
Non ci volle molto prima che si diffondesse la voce circa il talento del giovane Ivan come chirurgo e fisiologo. Otto anni dopo aver lasciato il seminario, mentre stava ancora lavorando alla sua tesi, il famoso clinico Sergey Botkin gli offrì la posizione di leader nel laboratorio di fisiologia.
Per molti aspetti, Ivan Pavlov e Wilhelm Wundt avevano molto in comune. Entrambi provenivano da famiglie religiose e inizialmente progettavano di guadagnarsi da vivere nella chiesa. Entrambi avevano una curiosità irrefrenabile e una mente acuta e analitica. Entrambi sono stati pionieri nei loro campi e hanno lavorato per stabilire le loro discipline come aree legittime di indagine scientifica oltre ad altre aree di studio.
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Ivan Pavlov il fisiologo
A dire il vero la fisiologia era una disciplina già consolidata molto prima che Ivan Pavlov entrasse in campo. I suoi sforzi servirono però a definire l'estensione di questo campo di studi. Solo sei anni dopo le sue prime incursioni formali in laboratorio, le società di fisiologia iniziarono a spuntare negli Stati Uniti (1877) e nel Regno Unito (1876). Non è tuttavia chiaro quanta influenza abbia realmente avuto il lavoro del dottor Pavlov .
Sappiamo che, dopo aver conseguito il dottorato, andò in Germania per studiare con Rudolf Heidenhain. Questo scienziato aveva sezionato una piccola parte dello stomaco di un cane al di fuori del suo corpo per studiare i processi digestivi dell'animale. Le sue conclusioni rimasero incomplete finché Pavlov non escogitò un modo per estendere i nervi dello stomaco alla sacca. Oggi chiamiamo quelle borse Heidenhain o “buste di Pavlov”.
Il suo mandato a Breslavia si concluse dopo due anni, e, una volta tornato in Russia, gli furono offerti diversi incarichi. Fu poi nominato professore di farmacologia presso la sua alma mater. Cinque anni dopo ricevette l’invito a dirigere il Dipartimento di Fisiologia presso l'Istituto di Medicina Sperimentale dove lavorò per il resto della sua carriera.
Mentre Jean Piaget, lo psicologo svizzero, si concentrò sullo sviluppo del bambino e sugli studi della mente fin dall'inizio della sua carriera, Pavlov iniziò la sua vita professionale con l'intento di capire come funziona il corpo, “inciampando” nella teoria del condizionamento per puro caso. Quella teoria e le sue leggi sul riflesso condizionato lo avrebbero quindi spinto a muoversi verso il mondo della psichiatria.

Condizionamento pavloviano
Ormai sicuro della sua professione, Pavlov si dedicò seriamente allo studio della digestione, concentrandosi sulle funzioni gastriche e sulle modalità con le quali il cibo viene digerito. Isolò infatti la ghiandola salivare di un cane spostandola fuori dal corpo dell'animale, come ebbe modo di imparare in Germania. In questo modo poteva misurare la quantità di saliva prodotta dall'animale e in quali condizioni. Fu allora che notò che i cani salivavano ancor prima che fosse presente del cibo. Voleva esplorare le cause di questa “secrezione psichica”, come la chiamava.
Finalmente giungiamo ai famosi stimoli! Pavlov addestrò i suoi cani ad aspettarsi il cibo dopo che "avevano sentito suonare un campanello". Almeno, così viene raccontata la leggenda (ne parleremo più avanti)!
Questa fase del lavoro del dottor Pavlov lo vide misurare le reazioni salivari dei suoi animali a qualsiasi stimolo. Alcuni erano stati precedentemente associati alla ricezione di cibo, altri no. Pavlov avrebbe perseguito questa linea di indagine per oltre 30 anni arrivando a distillare tutte le sue osservazioni in quelle che poi definì “le leggi del riflesso condizionato”.
Lo psicologo americano B.F. Skinner, che con Willhelm Wundt condivideva modalità e approcci, trovò affascinante il lavoro di Pavlov: voleva testare le possibilità di tale condizionamento come forma di comportamento appreso. Così, il riflesso condizionato divenne un concetto chiave in psicologia e uno dei temi trattati in tutti i corsi di psicologia a roma. Gli esperimenti che Pavlov ha condotto non erano progettati per testare la teoria del condizionamento classico. Mentre conduceva esperimenti sulle funzioni digestive, il fisiologo notò che i suoi soggetti salivavano prima che fosse presente qualsiasi cibo.

La risposta pavloviana
Molti credono erroneamente che Pavlov abbia usato solo una campana per stimolare la famosa risposta pavloviana. In verità il grande scienziato ha usato una varietà di stimoli. Alcuni uditivi - come la famosa campana, alcuni visivi (indicazioni di luci lampeggianti) e alcuni fisici. Non furono escluse scosse elettriche e prodotti aggressivi. I cani salivano persino quando si presentava la persona che di solito li nutriva, anche se si presentavano senza cibo. Quegli assistenti di laboratorio servivano quindi anche loro da stimolo.
Dobbiamo ricordare che l'obiettivo del suo lavoro era studiare la secrezione gastrica, non addestrare i cani a una risposta programmata. Tuttavia, i cambiamenti nella secrezione di saliva hanno spinto Pavlov a chiedersi se le sue leggi del riflesso condizionato potessero spiegare la psicosi umana.
Il fisiologo aveva infatti rivelato da tempo che il sistema nervoso provoca dei riflessi. E cosa sono i riflessi, se non manifestazioni fisiche di risposta agli stimoli?
Pavlov credeva che i pazienti psicotici mostrassero psicosi in risposta a un mondo caotico. Più caotico è l'ambiente, maggiore è il riflesso psicotico. Non molto tempo dopo aver esposto questo concetto, gli ospedali russi hanno iniziato a curare i pazienti psicotici in ambienti calmi e non stimolanti, riportando un successo sbalorditivo. A poco a poco il mondo iniziò a seguire il loro esempio. Oggi ridurre o eliminare gli stimoli ambientali è una pratica standard nell'assistenza psichiatrica.
Ironia della sorte, il lavoro di Pavlov è alla base della teoria del condizionamento classico usata oggi nell'educazione. Pur avendo concentrato i suoi studi sulla fisiologia degli animali, Pavlov eseguì i suoi test basati sulle teorie del condizionamento sui bambini orfani. Per quanto contreversi, i suoi studi hanno avuto un ruolo enorme anche per chi, come Albert Bandura, si occupò di apprendimento sociale.
Pavlov aveva bisogno di soggetti ragionevolmente sani da testare ed esistono molte prove che abbia nutrito e ospitato bene i suoi cani, ma li ha anche sottoposti a stimoli dolorosi e interventi chirurgici non necessari. Ai bambini non sono stati risparmiati quegli aspetti della sua ricerca.
Quando consideriamo i metodi di Pavlov oggi, ci viene in mente la parola "disumano". Nessuno contesterà che deve essersi preso cura dei suoi cani, tuttavia la carità e compassione che si potrebbe supporre mostrasse loro, animali e bambini allo stesso modo, è guastata dalla sensazione (fondata) che a lui importasse di loro solo nella misura in cui aveva bisogno che fossero sani per i propri esperimenti. I suoi metodi oggi sarebbero senza dubbi criticati e ritenuti non accettabili.










Ho subito scosse elettriche pavloviane nel 43/44 per controllare l’Evacuazione dell’intestino.
Ottimo articolo
Daniele Dallari Modigliana SALUTI Daniele da Modigliana pìazza pretorio 10
Grazie Daniele, ci fa molto piacere che l’articolo ti sia piaciuto!