"Riforma ortografica", "riforma dell'ortografia" o "accento circonflesso" sono le espressioni più comunemente utilizzate dei francesi negli ultimi periodi. Soprattutto sui social network.

All'origine di tutto ciò, un improvviso sconvolgimento della lingua francese che ha seminato il panico Oltralpe.

Ma tra disinformazione ed emblemi, sono state dette molte stupidaggini! Anche su come scrivere più correttamente in francese.

Risaliamo dunque all'origine di questa riforma ortografica che deriva da una decisione presa da Michel Rocard nel 1989 e analizziamo insieme i suoi diversi punti.

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Riforma ortografica, accento circonflesso: i social network sono impazziti...

Il 4 febbraio 2016 sembrava un giorno qualunque sui social network. Uno di questi giorni in cui esce una notizia, che viene travisata, diffusa e smentita su tutto il web.

Così, quando TF1 e LCI pubblicarono, mercoledì 3 febbraio, l'articolo di Ludivine Le Henaff "Riforma ortografica: 10 parole che cambieranno nel mese di settembre", tutta la Rete si scatena. I social network si concentrano immediatamente sulla riforma e tutta la Francia ha paura di vedere i propri accenti circonflessi scomparire dall'oggi al domani.

Quindi, giovedì 4 febbraio 2016 è stato un vero modello di disinformazione. Twitter, Facebook, Instagram hanno dato spazio a un fenomeno molto strano, ma comunque sintomatico del nostro tempo: un misto di panico, rabbia, sentenze e molto altro. Per non parlare dell'hashtag #Jesuiscirconflex!

Ecco cosa è successo su Twitter per la riforma ortografica!
Twitter in tilt per la riforma ortografica!

La caccia alle streghe: chi è il responsabile?

Najat Valllaud-Belkacem e il governo di François Hollande sono stati immediatamente insultati e accusati di voler distorcere la lingua francese. I meme abbondano.

Molti hanno anche parlato di un abbassamento di livello della lingua francese, sostenendo che tutto ciò era solo una conseguenza delle difficoltà della "generazione SMS"  e dei suoi frequenti errori In francese.

Che cos'è realmente questa riforma ortografica? Torniamo alle origini

Chi c' è all'origine di questi cambiamenti ortografici? Perché si è deciso di cambiare la lingua di Molière? Torniamo alle origini di questa "polemica"...

Scopri da dove e come è nata la riforma dell'ortografia!
Le origini della riforma ortografica!

Come molti sapranno, è stato il Primo Ministro Michel Rocard (a Matignon dal 1988 al 1991) che, nel 1989, istituì un Consiglio Superiore della lingua francese, riunendo in particolare alcuni membri dell'Accademia francese. La sua ambizione: riformare la lingua, per farla evolvere.

Più di un anno più tardi, nel dicembre 1990, è stato consegnato un rapporto completo e letto al Primo Ministro da Maurice Druon, Segretario perpetuo dell'Accademia francese e presidente del gruppo di lavoro. Il minimo che si può dire è che la riforma non è moderna. Non c'è bisogno di biasimare la famosa "generazione SMS" o il governo attuale.

Silenzio stampa dal 1990 al 2008

La relazione elaborata da tutti questi grandi conoscitori della lingua menziona diverse correzioni da apportare e, soprattutto, da utilizzare "opzionalmente". Questi cambiamenti coinvolgono:

  • L'accento circonflesso,
  • Il trattino,
  • L'accento grave,
  • L'accento acuto,
  • Le parole composte al plurale,
  • Il participio passato dei verbi pronominali, oltre ad alcune anomalie.

Ma, tra il 1990 e il 2008, per quasi 18 anni, il ricco dossier istituito dal "Consiglio Superiore della lingua francese" resta nel limbo...

Il 2008 è stato un anno di resurrezione per la riforma ortografica avviata da Michel Rocard e da parte dell'Accademia francese. Il Ministero della Pubblica Istruzione decise di pubblicare un bollettino ufficiale per ricordare ai professori che "l'ortografia riveduta è il riferimento".

Da quel momento in poi, gli insegnanti e i libri di testo decidono se seguire la riforma o meno, che, ricordiamo, non è obbligatoria. La parola "riferimento" lo attesta.

Finalmente nel 2016 gli editori dei libri di testo decidono di concordare su questi cambiamenti.

Alcune riforme ortografiche nella storia

Osservando le reazioni talvolta sproporzionate e epidermiche dei francesi, in quel giovedì 4 febbraio 2016, si ha il diritto di interrogarsi sulla reazione dei francesi nelle precedenti riforme ortografiche.

Perché sì, ce ne sono state diverse nel corso della storia.

Una delle più significative risale al 1985 e riguardava la sostituzione della conclusione in "oi" in alcuni verbi con "ai", molto più in linea con le pronunce di allora.

Altri sviluppi sono stati precedentemente effettuati dall'Accademia francese, in particolare nel 1740, nel 1878 e nel 1935.

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Questa riforma cambierà inevitabilmente il nostro modo di scrivere?

È corretto ipotizzare che questa riforma ortografica porterà ad una nuova maniera di scrivere in francese.

Molte persone se lo sono domandato leggendo alcuni titoli di giovedì 4 febbraio 2017.

In che modo, dunque, bisogna scrivere ora? La risposta è molto semplice e di grande flessibilità: in entrambi i modi. Nel vecchio e nel nuovo!

Quale delle due trascrizioni è corretta?
Oignon o Ognon?

Un professore non potrebbe quindi correggere una parola scritta come prima o secondo la nuova riforma. È molto probabile che nei prossimi decenni il cambiamento sarà definitivamente accettato e assimilato, ma per il momento vige la regola della tolleranza.

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Quali sono i cambiamenti proposti dalla riforma ortografica?

Esaminiamo insieme le regole contenute nella riforma ortografica del 1990, con alcuni esempi delle parole direttamente coinvolte.

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Quali sono le novità della riforma ortografica?

Il trattino: porte-monnaie o portemonnaie?

La riforma ha preso in esame la questione dei trattini presenti nella lingua francese. Bisogna ammetterlo, sono spesso fonte di incomprensioni.

In questo caso, l'obiettivo delle modifiche proposte e accettate dall'Accademia francese è di semplificare la regola per ridurre al massimo gli errori. La nuova ortografia consente l'eliminazione del trattino, secondo un meccanismo denominato "saldatura". Queste parole sono ora considerate semplici.

Di conseguenza, la parola "porte-monnaie" si scriverà "portemonnaie", senza trattino.

Ecco altri esempi di "saldature":

  • Parole "ancorate nell'uso", del tipo "croquemitaine" o "piquenique"
  • Parole formate da preposizioni come "contro", "auto", "micro"...
  • Parole formate da prefissi latini come "extra", "intra", "ultra", "infra" o "supra".
  • Parole composte di origine straniera: "cowboy", "pinup", "weekend".

Tuttavia, la relazione afferma anche: "Il trattino rimane nei casi in cui la saldatura rischia di causare pronunce difettose, solitamente quando l'ultima lettera della prima parola e la prima della seconda diventano un dittongo se unite insieme. Esempio: extra-utérin».

Scopri subito quali sono gli errori più comuni in francese.

Le parole composte al plurale: pèses-personnes o pèse-personnes?

La regola sopra indicata ha pertanto una conseguenza diretta sulle esitazioni che si possono avere tutte sulle parole composte.

Su quale parola posizionare il plurale?

Con la nuova regola, quando la saldatura è fatta, non si pone più la questione!

Ma, nel caso di parole composte che mantengono il trattino, con verbo + sostantivo o preposizione + sostantivo, è il sostantivo a prendere il plurale: "pèse-personnes" o "après-midis" sono corrette.

L'accento circonflesso:  jeune o jeûne ? Apparaître o apparaitre ?

All'interno di questa riforma dell'ortografia, l'accento circonflesso è l'elemento che ha suscitato le più grandi paure e proteste.

L'accento circonflesso scomparirà dalla lingua francese? No! Le parole coinvolte devono ora essere scritte senza l'accento circonflesso: a te la scelta.

La regola è in realtà molto semplice. Quando la scomparsa dell'accento non provoca una modifica del significato della parola, è possibile rimuoverlo. Prendiamo l'esempio della parola "disparaître", che pertanto potrà essere scritta "disparaitre" d'ora in poi. Stesso discorso per parole come "apparaitre" e "naitre".

Invece, parole come "jeûne", "sûr", "mûr" o "dû" non possono essere cambiate. Il loro significato muterebbe. Allo stesso modo, non possono essere modificate nemmeno alcune terminazioni del passato-semplice ("nous suivîmes", "vous aimâtes"…), del congiuntivo imperfetto ("qu’il voulût") o del più che perfetto ("il eût voulu").

Infine, per completare il discorso, si scopre che l'eliminazione dell'accento circonflesso può essere fatta solo sulle vocali i e u. La a, la e la o non sono quindi interessate.

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Il participio passato dei verbi pronominali: elle s’est laissée faire o elle s’est laissé faire ?

Questa parte della riforma ortografica ha fatto molto meno rumore, eppure è altrettanto importante.

Il participio passato di verbi pronominali è invariabile quando viene seguito da un infinito. Se non vuoi più commettere errori, ti consigliamo di prestare attenzione a questa modifica  semplice, ma molto importante, che in realtà riguarda solo il verbo "faire". "Elle s’est laissée faire / mourir / aller / séduire /attendrir" non potranno più essere scritte così. Essendo invariabile il verbo pronominale seguito dall'infinito, si avrà quindi: "Elle s’est laissé faire".

Unica rettifica: si generalizzerà l'invariabilità del participio passato di "laisser" nel caso in cui sia seguito da un infinito.

Gli accenti "grave" e "acuto": événement o évènement ? Assener o asséner ?

La riforma prevede che vengano aggiunti gli accenti sulle parole in cui sono chiaramente pronunciati, ma su cui l'Accademia francese non aveva mai agito.

La priorità è pertanto data alla pronuncia, che deve riflettere l'ortografia della parola d'ora in poi.
"Assener", dovrà ora essere scritto "asséner". Lo stesso vale per "réfréner".

D'altro canto, anche altre parole devono adottare l'accento grave, dato che viene pronunciato: ad esempio "évènement" o "allègrement".

Le anomalie

Come spesso accade, le eccezioni alla regola non mancano mai.

Purtroppo, in questi casi, non si può applicare alcun ragionamento logico. La soluzione è una sola: imparare a memoria.

Ecco alcuni esempi:

  • "charriot" con due "r",
  • "cuisseau" avec la terminaison "eau",
  • "quincailler" al posto di "quincaillier",
  • "persifflage" con due "f ",
  • "greloter" con una "t",
  • "corole" con una "r",
  • "douçatre" e non "douceatre"
  •  o ancora "combattif" con due "t ".

Una riforma ortografica che non mira a sconvolgere la lingua francese

Ecco dunque, a grandi linee, il quadro generale della riforma ortografica avviata dal 1989 al 1990 da questo gruppo di lavoro composto da linguisti e membri dell'Accademia francese. Bisogna tenere ben presente che il suo scopo non è quello di semplificare la lingua francese o di abbassarne il livello, ma di eliminare le anomalie.

D'altra parte, l'altro punto importante sollevato dai riformatori resta la natura volontaria di questi cambiamenti.

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Francesca

Appassionata di musica, curiosa e sempre alla ricerca di novità: Acquario in tutto e per tutto.