Gli accesi sostenitori di riforme volte a rimodernare il sistema educativo, osano affermare che lo studio del latino e quello del greco sono ormai sempre più privi di senso. Questo avviene, in particolar modo, in Paesi altri dall’Italia, culla della romanità. Tuttavia, di tanto in tanto insorgono dei detrattori delle lingue antiche anche qui da noi. Costoro tentano di svilire anche gli ultimi baluardi della cultura italiana. Il Liceo Classico e il Liceo Scientifico sono ad oggi le scuole in cui ancora si riconoscono grande importanza e peso a queste nobili discipline.
Il latino ha funzionato come una “lingua veicolo” delle élite europee fino a tutto il diciassettesimo secolo. L’insegnamento di questa cosiddetta “lingua morta” (lezioni di latino) iniziò a venir meno, gradualmente, in Paesi che pure molto hanno in comune con l’Italia.
In Italia, il vecchio “istituto magistrale”, rimpiazzato grazie alle riforme dal liceo psicopedagogico, vede ancora il latino fra le materie obbligatorie. Ma il numero di ore e l’importanza assegnata allo scritto sono andate nel tempo diminuendo, a favore di un semplice investimento nell’insegnamento della letteratura latina, a mo’ di cultura ed infarinatura generale.
Nel corso del tempo, l’insegnamento del latino fu associato ad un certo elitarismoo, ritenuto un simbolo di distinzione sociale. E così, dopo gli anni d’oro del latino, che veniva insegnato alla scuola di avviamento e poi alla scuola media, si iniziò a confinarlo agli anni del ginnasio. Una perdita, da una parte, una facilitazione, dall’altra.
Aiuta a sviluppare il senso logico: una lingua morfologicamente complessa come il latino ci costringe infatti a riflettere sul linguaggio e sulle scelte che facciamo quando parliamo o scriviamo.
Permette di approfondire le proprie radici: la lingua latina è una macchina del tempo in grado di trasportarci fino ai secoli d'oro della civilizzazione romana e non solo.
Offre uno sguardo diverso sul linguaggio e sulle parole che utilizziamo tutti i giorni: conoscere il vero significato delle espressioni latina in uso ancora oggi o risalire all'etimologia di parole italiane in cui il senso primario si è perso nei secoli sono solo alcune delle porta che ci apre la lingua latina.
Consente di conoscere i grandi autori del passato: da Virgilio a San Tommaso d'Aquino, moltissimi sono i grandi testi scritti in latino.
Aiuta a comprendere la realtà: lo sappiamo, il linguaggio è uno strumento di lettura della realtà; arricchirlo con la conoscenza di una lingua che per secoli ha dominato il continente europeo e non solo permette di allargare i propri orizzonti e abbracciare nuove prospettive.
Le lettere classiche contengono il segreto ed il fondamento delle attuali civiltà del sud e centro Europa, ecco perché oggi abbiamo deciso di affrontare la questione dell’insegnamento e dell’apprendimento del latino.
Ma sapresti come prendere lezioni di latino online?

Perché studiare il latino a scuola?
Anche se molti studenti del liceo, scottati da ore e ore passate a studiare le declinazioni e a cercare di comprendere i passi più difficili degli scrittori e dei filosofi dell’Antica Roma, sosterranno il contrario, la lingua latina continua ad avere una grande importanza nel mondo contemporaneo.
Su molti forum studenteschi regna la domanda: perché seguire corso latino? La risposta è molto semplice.
Il latino fa da tramite tra noi e gli antichi: è grazie al latino che abbiamo ereditato i fondamenti delle culture greca ed ebraica, e gran parte del sapere dei secoli successivi. Nel passato infatti il latino era una lingua universale e consentiva agli studiosi di comunicare tra loro in tutta Europa, proprio come oggi viene utilizzato l'inglese.
Vi è poi il fatto, non trascurabile, che molti linguaggi specifici, come quello ecclesiastico e quello giuridico, contengono moltissime espressioni latine, come del resto l'italiano contemporaneo: anche chi pensa di non sapere nulla di latino, e chi non l'ha mai studiato a scuola, in realtà ne fa molto spesso un uso inconsapevole mentre parla o scrive.
Per questi motivi, lo studio del latino non equivale ad apprendere una lingua morta, ma ad imparare molto del nostro passato, fino a comprendere le ripercussioni che esso ha sul nostro presente.
A riprova ulteriore di quanto il latino sia presente nella vita di tutti i giorni, possiamo citare alcune situazioni apparentemente in conflitto tra loro.
Da una parte, a scuola il latino è odiatissimo, dall’altra, nella letteratura per ragazzi degli ultimi anni, soprattutto quella con una componente fantastica, misteriosa, paranormale, il latino la fa da padrone. Il paradosso poi si spinge al punto che molti ragazzi si tatuano sul braccio o sulla schiena un motto latino trovato in un romanzo americano, magari preso dallo stesso autore classico che a scuola odiano e di cui ignorano la traduzione corretta!
Si ritorna allora ad un punto nodale della questione: il latino è più che altro una questione di didattica. Lo studio “compulsivo” della grammatica, imposto dagli insegnanti e dal programma ministeriale, rende difficile appassionare gli studenti a quanto di bello c’è, ad esempio, nella letteratura e nella filosofia latine. Oltre la grammatica, bisogna saper comunicare il gusto della parola, l'uso del lessico e il suo significato.
Forse si dovrebbe partire, come suggerisce qualcuno, dall’etimologia delle parole italiane, per arrivare, solo in seconda battuta alla grammatica.

Perché il latino è importante ancora oggi?
Ha ancora senso studiare latino al giorno d'oggi? Senza la benché minima esitazione, la nostra risposta è sì, e per diverse ragioni. Vediamole insieme.
Sviluppa il senso logico
Lo studio di una lingua antica e morta insegna a ragionare e quindi sviluppa il senso logico. Resta il fatto che si tratta di un metodo pesante per imparare a ragionare, e che gli studenti preferirebbero farlo con altre discipline, come la matematica. Come fare per trovare gli strumenti per approcciarsi a questa lingua tanto affascinante quanto complessa?
Aiuta ad approfondire le proprie radici
Il Latino spalanca la comprensione del presente in quanto epoca figlia di un passato, non troppo remoto. La cultura e la tradizione occidentali hanno le loro radici nella cultura greca, in quella romana e in quella cristiana.
Abbiamo ereditato la filosofia, il ragionamento, il gusto per la bellezza dai Greci; il diritto, il senso dell’unità dello Stato dai Romani; nuove concezioni della persona, della civiltà, della società dal cristianesimo.
Quindi, studiare la civiltà, la letteratura e la lingua latine significa conoscere le proprie radici e consente di capire cosa avvicini l’uomo di oggi all’uomo di 2.000 anni fa, facendoci capire i cambiamenti avvenuti nei secoli.
Offre uno sguardo diverso sul linguaggio e le parole che utilizziamo tutti i giorni
La lingua latina e la parola latina rappresentano la storia di una civiltà, dell’evoluzione umana, della cultura italiana.
Il vocabolo “cultura”, ad esempio, deriva dal verbo latino colo. Questo sottolinea e descrive il passaggio dell’uomo dalla condizione nomade a quella sedentaria, in cui l’uomo è diventato agricoltore. Il verbo infatti significa «coltivare», «abitare», «venerare».
Un popolo nomade che poi diventa sedentario ha imparato a coltivare la terra, la abita e venera le divinità del luogo. Nel termine «cultura» risiede questo radicamento nelle proprie origini e nella propria terra, senza il quale non è possibile crescere e dare frutti. Dal radicamento alla terra deriva l’opportunità di trarre linfa vitale, di germogliare, di crescere nel fusto e di dare frutti buoni. Il termine “cultura” non ha a che fare con la conoscenza pura e semplice, ma deriva da un passato (il terreno in cui siamo cresciuti, la tradizione).
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Consente di conoscere i grandi autori del passato
La lettura delle grandi opere della letteratura latina, di Virgilio, di Orazio, di Seneca, di Cicerone e di tanti altri permette di incontrare i “grandi del passato”, di confrontarci con loro (come scrive Machiavelli nella lettera a Francesco Vettori del 10 dicembre 1513), di scoprire il loro pensiero, i loro vertici artistici.
Aiuta a comprendere la realtà
La conoscenza della lingua dell’Antica Roma consente di apprezzare maggiormente molti aspetti della realtà: ovviamente questi aspetti non saranno gli stessi per tutti gli studenti di latino. Solo lo studio e l’esperienza potranno determinare i vantaggi che l’antica lingua porterà a ciascuno. Per riuscire in questa impresa, però, sarà necessario dedicare del tempo e dell’energia a declinazioni, dizionari e brani.
Il programma di latino al liceo classico
Come viene studiato oggi il latino nella scuola dedicata alla letteratura classica per eccellenza, ovvero il Liceo Classico?
Qual è il programma che Ministero dell’Istruzione? Vediamolo, suddiviso tra Ginnasio (primi due anni della scuola superiore) e Liceo (il triennio finale).
Il programma di Latino al Ginnasio
IV Ginnasio
- Studio della lingua: graduale conoscenza, anche mediante analisi di testi opportunamente scelti, delle strutture morfosintattiche, e loro sistemazione.
- Lettura di testi adeguati all'esperienza degli alunni, soprattutto al fine dell'apprendimento linguistico.
- Versioni dal latino ed esercitazioni dall'italiano.
V Ginnasio
- Studio della lingua: completamento e sistemazione dello studio della morfologia e della sintassi, anche mediante analisi di testi opportunamente scelti;
- Lettura di un'antologia di prosatori prevalentemente storici, adeguati all'esperienza che gli alunni hanno della lingua;
- Versioni dal latino ed esercitazioni dall'italiano
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Gli alunni in entrambe le classi poi devono cimentarsi in versioni scritte dal e in latino e in brevi composizioni latine.
Va detto come, fino a pochi anni fa fossero esplicitamente previste le letture di passi di Cesare e Sallustio, oltre ad alcuni episodi delle Metamorfosi di Ovidio, in quarta Ginnasio; alcune lettere e orazioni di Cicerone e la quasi totalità di un libro dell’Eneide, in quinta Ginnasio.
Liceo
I Classe
I ragazzi affrontano il disegno storico della letteratura dalle origini all'età di Cesare, integrato dalla lettura di testi, di:
- VIRGILIO (Eneide, un libro o buona parte di esso; qualcuna delle Egloghe; passi delle Georgiche).
- CESARE (un libro o ampia antologia) oppure Sallustio (ampia antologia).
- CICERONE (un'orazione oppure scelta da un'orazione maggiore oppure scelta dalle lettere).

II Classe
Disegno storico della letteratura dall'età di Cesare a tutta l'età di Augusto, integrato dalla lettura dei testi:
- LUCREZIO;
- CATULLO;
- ORAZIO;
- CICERONE oppure Livio.
III Classe
Disegno storico della letteratura dall'età di Tiberio al V secolo d.C., integrato dalla lettura dei testi:
- TACITO (Agricola o Germania o un libro di Historiae o uno degli Annales);
- SENECA (antologia o un'opera minore) oppure AGOSTINO (antologia).
- PLAUTO (buona parte di una commedia) oppure TERENZIO (buona parte di una commedia)
- Oppure ripresa e approfondimento di un poeta letto nelle classi precedenti (I o II liceale), con riferimento al parallelo svolgimento della letteratura greca.
In tutti e tre gli anni del Liceo, lo studio della lingua è poi integrato e approfondito attraverso la lettura dei testi (con particolare riguardo alle fondamentali strutture sintattiche). Inoltre, agli studenti vengono proposte brani di latino da tradurre di tipo diverso.










Già l’aspetto della prosa inutilmente complicata e pomposa è da considerare il lascito di un insegnamento dei docenti di italiano e latino totalmente scollegato dalla linguistica e dal suo metodo scientifico. Se i professori in primis non tengono in considerazione l’informalità richiesta dal mezzo che stiamo usando, come si pretende di insegnare agli allievi a essere adatti in ogni situazione linguistica gli si presenterà davanti?
Il secondo punto riguardo il fantomatico sviluppo di un senso logico. Innanzitutto, verrebbe da chiedersi perché non sfruttare lo strumento concettuale del rasoio di Occam e insegnare direttamente logica nelle ore di matematica. Oppure perché un’altra lingua moderna con strutture molto diverse dalle nostre, come il tedesco, il russo o il giapponese, non possa sviluppare la logica: eppure, sempre di lingue si tratta, col vantaggio che gli studenti non svilupperebbero solo capacità di comprensione scritta o traduzione, ma anche di comprensione orale e produzione, scritta e orale, esercitando anche la memoria con l’apprendimento del lessico, aspetto totalmente ignorato dalla didattica del latino. In secondo luogo, tornando sulla didattica, dove sono le prove scientifiche di questa affermazione? Gli studi di ricercatori ed esperti della scienza dell’apprendimento si applicano già a molte materie, tra cui le lingue moderne, ma mai a quello delle lingue morte. Perché questa intoccabilità? Odiosi privilegi derivanti da fasti di una cultura arretrata e che va scomparendo, sotto i colpi dei vostri cavalli di battaglia, la logica e la ragione umana?
Ciao Giulia,
L’insegnamento del latino è spesso oggetto di critiche, ma ha ancora un valore importante, sia dal punto di vista culturale che formativo. È vero che la sua utilità pratica può sembrare limitata rispetto alle lingue moderne, ma il latino non è solo una lingua: è una chiave di accesso alla storia, alla filosofia, alla letteratura e al pensiero occidentale.
Uno dei punti di forza dello studio del latino è lo sviluppo della precisione linguistica e della capacità di analisi. La sua struttura rigida e logica obbliga lo studente a ragionare con attenzione sulle relazioni tra le parole, affinando la capacità di comprensione e di costruzione del discorso. Questo non significa che altre lingue non possano sviluppare abilità simili, ma il latino, essendo una lingua “chiusa”, permette di concentrarsi sugli elementi fondamentali del linguaggio senza l’interferenza delle variazioni d’uso quotidiano.
Dal punto di vista storico e culturale, il latino è un ponte tra epoche e civiltà. Gran parte della letteratura, della filosofia e del diritto europei è stata tramandata in latino, e la sua conoscenza permette di leggere direttamente testi fondamentali senza passare attraverso traduzioni che, per quanto accurate, non possono mai restituire interamente il pensiero originale. Inoltre, lo studio del latino facilita l’apprendimento delle lingue neolatine, come l’italiano, il francese o lo spagnolo, fornendo una base etimologica solida e migliorando il lessico e la comprensione grammaticale.
Sulla questione della logica, è vero che il latino non è l’unico modo per svilupparla, ma ciò non significa che non sia efficace. La sua analisi richiede attenzione ai dettagli, deduzione e una mentalità analitica simile a quella necessaria in discipline come la matematica o il coding. Inoltre, a differenza della logica matematica, il latino è direttamente legato alla comunicazione umana e alla capacità di costruire un pensiero chiaro e articolato, qualità fondamentali in qualsiasi ambito professionale e intellettuale.
Naturalmente, la sua didattica potrebbe essere migliorata, magari integrandola con approcci più moderni e contestualizzati, ma eliminarlo del tutto significherebbe perdere un importante strumento per comprendere la nostra cultura e affinare il pensiero critico. Non si tratta solo di nostalgia per un passato glorioso, ma di riconoscere che alcune conoscenze, pur non avendo un’applicazione immediata, contribuiscono a formare una mente più strutturata e consapevole.