Istruttore riconosciuto dalla Federazione Scacchistica Italiana (FSI) offre lezioni di scacchi a principianti adulti e bambini

Saperne di più su Tommaso

• Quando hai cominciato a seguire questa disciplina? E perché?

  Come spesso capita, è stato mio padre ad insegnarmi da piccolo.
  Vedendo che gli scacchi mi appassionavano, mi ha regalato qualche
  libro che ho letto autonomamente. Infine, mi sono ritrovato per caso a
  partecipare a un torneo informale organizzato dall’allora circolo di
  Grosseto, la mia città. Lo stesso circolo di cui adesso sono giocatore
  attivo, istruttore e membro del Consiglio di Amministrazione.

• Quali sono gli artisti o le opere che ti emozionano di più?

  Le partite che apprezzo di più sono quelle in cui le idee la fanno da
  padrone. Per questo motivo ritengo meno emozionanti le “correttissime”
  varianti che i computer di oggi riescono a calcolare. La mossa
  migliore non varrà mai quanto un’idea, bella o brutta che sia. In
  questo senso ritengo esemplari ed estremamente didattiche le partite
  di molti campioni del mondo meno conosciuti come Euwe, Botvinnik o
  Bronstein. Un altro giocatore di cui apprezzo moltissimo lo stile di
  gioco è Korchnoi, estremamente solido ma anche fantasioso.

• Quali sono, secondo te, le qualità necessarie per riuscire in questo campo?

  Per giocare a scacchi servono sicuramente concentrazione, sangue
  freddo e capacità logiche. Tutte qualità che chi ha già, potrà
  sfruttare nel gioco ma che chi non ha potrà sviluppare prendendo lezioni!

• Quale consiglio daresti ad un allievo per incoraggiarlo a fare progressi?

  Come ogni disciplina, anche gli scacchi richiedono molto allenamento e
  quindi molta pazienza. Non basta giocare qualche partita per diventare
  bravi, bisogna allenarsi e migliorare i propri punti deboli. È qui che
  il ruolo dell’istruttore entra in gioco in quanto è fondamentale
  riuscire a capire insieme quale percorso intraprendere.

• Che cosa ti apporta questa passione? Ne hai delle altre?

  Sicuramente gli scacchi apportano molti benefici, molti dei quali
  utilissimi nella vita quotidiana. Migliorano la fiducia in sé stessi
  (sono io che ho vinto la partita!) ma contemporaneamente
  responsabilizzano, in quanto muovendo i pezzi ci si prende tacitamente
  la responsabilità di tutte le nostre azioni. Per non parlare della
  forma mentis che offrono per l’analisi di qualsiasi problema. E
  ovviamente insegnano ad accettare le sconfitte e anzi a imparare da
  esse, aspetto estremamente importante per i bambini. Quando non gioco
  a scacchi, suono la chitarra e mi diletto con qualche gioco di
  prestigio.

• C'è una delle tue opere di cui sei particolarmente orgoglioso?

  La partita che mi ha permesso di vincere l’Open B del prestigioso
  XXVIII Festival Internazionale “Città di Lucca”. Ho giocato con
  coraggio riuscendo prima a guadagnare un pedone con un tatticismo e
  poi, sfruttando una svista dell’avversario, la partita. Ne vado così
  orgoglioso che spesso la mostro anche ai miei allievi a lezione come
  esempio di intrappolamento della Donna!

• Ti è già capitato di sorprenderti per le capacità o per il talento di un allievo?

  Assolutamente sì, e questo capita molto spesso con i bambini. I
  miglioramenti che riescono a fare in brevi archi di tempo sono spesso
  sorprendenti. La cosa migliore che ho però riscontrato in tutti gli
  allievi che mi si presentano è la grande passione che li spinge a
  giocare, che sul lungo termine è sicuramente più importante del
  talento.

• Essere un Superprof è una vera arte! Qual è il tuo segreto?

  La passione senza dubbio! E la voglia di condividerla con gli altri 😉