Capitoli
- «Alea jacta est»: Il dado è tratto
- «Ad vitam aeternam»: Per la vita eterna
- «Amicus Plato sed major amicus veritas»: amo Platone, ma amo ancor più la verità
- «Audaces fortuna juvat»: La fortuna giova agli audaci
- «Aurea mediocritas»: Una dorata mediocrità
- «Ave Cesar, morituri te salutant»: Ave Cesare, i condannati a morte ti salutano
- «Beati pauperes spiritu»: Beati i poveri di spirito
- «Carpe diem»: Cogli l’attimo
- «Cogito, ergo sum»: Penso, quindi esisto
- «Deus ex machina»: il Dio che viene fuori dalla macchina
- «Errare humanum est»: Sbagliare è umano
- «Ex nihilo nihil»: Nulla viene dal nulla
- «Fluctuat nec mergitur»: È sbattuta dalle onde, ma non affonda
- «Habeas corpus»: Abbi il tuo corpo
- «Homo homini lupus»: L’uomo è un lupo per gli altri uomini
- «Nosce te ipsum»: Conosci te stesso
- «Panem et circenses»: Pane e giochi
- «Quae sunt Caesaris, Caesari»: Dare a Cesare quel che è di Cesare
- «Veto»: Ti vieto
- «Vulnerant omnes, ultima necat»: Tutti i colpi feriscono, l’ultimo uccide
A priori, et caetera, a posteriori, alter ego, ad hoc, nota bene, mea culpa…
Sai quante espressioni di origine latina hanno trovato posto nella lingua italiana? Centinaia di espressioni, in Italiano, discendono in via diretta dalla lingua dei romani.
Eccoti, a seguire, 20 citazioni latine (corso di latino) molto note e correntemente usate, in lingua originale, da noi italiani. Ne conosci bene il senso?
«Alea jacta est»: Il dado è tratto

È una delle frasi più citate. Queste parole furono pronunciate da Cesare quando passò il Rubicone, col suo esercito. In effetti, una legge romana stabiliva che bisognasse congedare i propri soldati prima di passare il fiume.
Cesare, violando la regola, sarebbe entrato in conflitto col Senato. «Alea» significa «gioco di dadi». Chi sfida la sorte è un fatalista e ... quel che sarà, sarà ...
Ma, quali sono le lingue che derivano dal latino?
«Ad vitam aeternam»: Per la vita eterna
Si può giurare amore o amicizia per l’eternità, «ad vitam aeternam».
L’espressione, all’origine, è piuttosto negativa…dato che implica la condizione di morte. Ma per i Cattolici che credono nel Paradiso si tratta di una semplice descrizione di quanto avverrà! La storia del latino non può trascurare l’approfondimento di questa espressione entrata da subito nella liturgia cristiana.
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«Amicus Plato sed major amicus veritas»: amo Platone, ma amo ancor più la verità
Ecco una citazione di Aristotele, che troviamo nella sua opera l’Etica a Nicomaco. Come discepolo di Platone, Socrate ammirava grandemente il filosofo. Tuttavia, nonostante questa grande ammirazione, egli non seguiva ciecamente le parole del maestro, ma osava anche rimettere in questione il suo insegnamento, sempre ricercando la verità.
Questa frase, oggi giorno, viene usata da chiunque voglia rimettere in discussione l’insegnamento del proprio maestro.
«Audaces fortuna juvat»: La fortuna giova agli audaci
Adattata da un verso dell’Eneide di Virgilio, questa espressione incita a sfidare il destino e superare le difficoltà.
Bisogna però saper utilizzare bene la frase, dato che non sempre l’audacia conduce al successo.
«Aurea mediocritas»: Una dorata mediocrità
Tratta dalle Odi di Orazio, questa frase non è peggiorativa, come potremmo pensare. La mediocrità è un’immagine che tende a mostrare che si può accontentarsi di condurre una vita gradevole e pacifica senza le difficoltà e le preoccupazioni che porta invece con sé una vita fatta di opulenza.
«Ave Cesar, morituri te salutant»: Ave Cesare, i condannati a morte ti salutano
Queste parole venivano pronunciate dai Gladiatori di fronte alla loggia imperiale prima dell’inizio dei Giochi. I Romani adoravano i Giochi del Circo e specialmente le lotte sanguinarie che vedevano la partecipazione di condannati a morte, schiavi e barbari volontari.
Se il gladiatore perdeva, era il pubblico a decidere della sua vita (o della sua morte), con un segno di pollice. Il motto ricorda l’orgoglio dei gladiatori che mettevano in gioco la propria vita.
«Beati pauperes spiritu»: Beati i poveri di spirito
Tratta dal Salmo della montagna (Matteo, V, 3), queste parole servono oggi a designare coloro che hanno successo, senza possedere intelligenza. All’origine, tuttavia, l’espressione era migliorativa, dato che serviva a designare coloro che sono in grado di staccarsi dai beni del mondo.
«Carpe diem»: Cogli l’attimo

Tratta da un poema di Orazio, la locuzione completa recita: «carpe diem quam minimum credula postero», ossia, letteralmente, «cogli l’attimo e confida il meno possibile nel giorno dopo». Nel tempo, l’espressione, tuttavia, è stata sempre più tradotta con frasi del tipo: “cogli l’attimo e non preoccuparti del domani”.
Orazio era noto per essere un epicureo, pronto a cogliere i piaceri che la vita gli offriva. Oggi giorno si ricorre spesso a questa frase per incitare qualcuno a vivere a pieno il presente, senza perdersi un istante della giovinezza.
Come capire le espressioni latine, se non conosci l'alfabeto latino e la sua storia?
«Cogito, ergo sum»: Penso, quindi esisto
Anche tradotta come «penso, dunque sono», questa citazione è tratta dal Discours de la mèthode de René Descartes del 1637. Essa esprime la sola certezza che rimane quando si pratichi il “dubbio metodico”.
Solo l’esistenza dell’essere umano che pensa è cosa certa. Descartes cerca di rifondare totalmente la conoscenza.
All’origine la frase fu redatta in lingua francese. Solo nel1644 Descartes la tradusse in latino, inserendola ne Les Principes de la Philosophie.
«Deus ex machina»: il Dio che viene fuori dalla macchina
Traduzione letterale di un’espressione greca, all’origine. La frase si riferisce al teatro e all’invenzione di dei e dee, che entravano in scena nel momento di maggiore difficoltà per la sorte di uno dei personaggi, e venivano calati sul palco tramite marchingegni e macchinari diversi. L’intervento di questa divinità, nella storia, risolveva i problemi di sviluppo del canovaccio della storia.
Oggi giorno, l’espressione è impiegata quando una situazione trova soluzione grazie ad un elemento inatteso. Essa è usata positivamente, oppure in senso peggiorativo, per designare un miracolo inverosimile e mal integrato al racconto, ma finalizzato ad un poco credibile happy end.
«Errare humanum est»: Sbagliare è umano
La frase completa è «errare humanum est, persevare diabolicum», «sbagliare è umano, ma perseverare nell’errore è diabolico». Spesso attribuita a Seneca, la frase esisteva già in precedenza.
Si tratta di una massima filosofica che incita a perdonare gli errori dell’uomo, invitandolo anche a non persistere nell’errore. La seconda parte della citazione è chiara: chi si intestardisce nell’errore non ha scusanti.
Altrimenti detto: «il solo vero errore è quello da cui non si traggono insegnamenti» (John Powell).
«Ex nihilo nihil»: Nulla viene dal nulla
Questi versi vengono attribuiti a Lucrezio e furono ripresi da Voltaire, nell’opera Dictionnaire philosophique. E a proposito di dizionari ….hai mai consultato un dizionario latino-italiano online per cavartela nelle tue versioni?
La citazione completa è «ex nihilo nihil, in nihilum posse reverti»: «nulla proviene dal nulla, né ritorna al nulla”. Altrimenti detto: nulla può essere creato dal nulla, né essere distrutto totalmente.
«Fluctuat nec mergitur»: È sbattuta dalle onde, ma non affonda

Motto ufficiale della città di Parigi dal 1853, esso è scritto accanto al blasone di Parigi. Henri Tausin spiega perfettamente perché questo motto sia stato scelto.
Si fa riferimento ai pericoli corsi da Parigi in occasione delle diverse rivoluzioni che l’interessarono nel corso della storia. Alle crisi di ogni sorta. La frase vuole esprimere vitalità, forza e perseveranza che hanno accompagnato la vita di questa gloriosa città».
«Habeas corpus»: Abbi il tuo corpo
Nell’insieme, la frase completa: “habeas corpus ad subjiciendum” si traduce con “abbi il tuo corpo, per poterlo presentare”. Essa si collega all’istituzione anglosassone di un principio volto a garantire la libertà individuale nei confronti di ogni incarcerazione arbitraria.
Il principio fu votato nel 1679 in Inghilterra. L’Habeas Corpus Act fu una reazione e una difesa nei confronti dell’assolutismo monarchico.
«Homo homini lupus»: L’uomo è un lupo per gli altri uomini
«L’uomo è un lupo per gli altri uomini» sta ad indicare che l’uomo è il peggior nemico dell’uomo. Avrai di certo sentito questa citazione studiando filosofia a scuola o durante una lezione di latino, un corso di letteratura latina, una lezione di educazione civica.
Per la prima volta, questa frase è riportata in Plauto, nella commedia dal titolo Asinaria.
Da un punto di vista filosofico, la visione che si collega alla massima è pessimista, relativamente alla natura dell’uomo. Questi sarebbe un essere senza scrupoli, individualista, pronto a schiacciare e mangiare gli altri, pur di riuscire. Chi ha portato alla conoscenza di tutti quest'espressione è il filosofo inglese Hobbes, che la riferì allo stato di natura in cui vive l'uomo.
«Nosce te ipsum»: Conosci te stesso
Tradotta dal Greco antico, questa espressione è uno dei tre precetti incisi all’ingresso del Tempio di Dafne. Per Platone, si tratterebbe anche di uno dei più antichi.
Questa formula è stata consacrata dall’Umanesimo che richiede all’uomo di prendere coscienza di sé e della propria esistenza. «Conosci te stesso» invita ad una introspezione per meglio conoscersi ed aver coscienza delle proprie qualità e dei propri limiti.
Una frase piuttosto complessa, che, fra l’altro, potrebbe anche ricordarti l’importanza di ben conoscere le declinazioni latine a menadito!
«Panem et circenses»: Pane e giochi

Letteralmente, «pane e circo». L’espressione latina denuncia la distribuzione del pane durante i Giochi, al fine di assicurarsi le grazie del popolo. Essa è tratta dalla Satira X di Giovenale.
Oggigiorno, si ricorre all’espressione per mettere in risalto la relazione tra poteri politici e popolino. Dove il primo si contenta di svaghi e mancette, mentre il secondo sfrutta l’appoggio ottenuto tramite elargizioni di tal sorta.
«Quae sunt Caesaris, Caesari»: Dare a Cesare quel che è di Cesare
Bisogna riconoscere la responsabilità di un atto , sia esso positivo o negativo.
Secondo il Vangelo, Gesù disse «diamo a Cesare quel che è di Cesare», quando i Farisei gli chiesero se dovessero pagare le tasse.
«Veto»: Ti vieto
All’origine, il veto era un lodo per opporsi ad un magistrato o una decisione del Senato romano.
Oggigiorno, il termine mantiene questo significato di opposizione rispetto ad una decisione. All’ONU lo si usa parlando di un Paese che contesti una decisione. Se un Paese mette un veto, la proposta non può essere accolta.
Puoi trovare molte altre citazioni in lingua latina oggi adoperate!
«Vulnerant omnes, ultima necat»: Tutti i colpi feriscono, l’ultimo uccide
Questa espressione latina è spesso scritta sugli antichi orologi solari dei monumenti pubblici. È un modo per ricordare il tempo che passa, la morte che può sopraggiungere a qualsiasi punto, per gli individui.