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C’è un’età in cui iniziare a studiare le lingue? C’è un’età prima della quale è preferibile tralasciare l’apprendimento di un idioma straniero, per rinviarlo a più tardi?
Assolutamente no! Anzi, prima i bambini si lanciano (o meglio: vengono lanciati) nello studio del francese (come di qualsiasi altra lingua straniera), migliori saranno i risultati che riusciranno a raggiungere. Ma vediamo più nel dettaglio quello che emerge da anni, decenni di studi e ricerche di psicologi dell’infanzia, linguisti, pedagogisti sul funzionamento dell’apprendimento delle lingue straniere.
L’interesse di tutto ciò? È molteplice:
Attenzione, genitori: “maggiore sforzo cognitivo” non significa “maggiore fatica”!
Nella valutazione del bilinguismo e dei vantaggi cognitivi e cerebrali che questo comporta rispetto al bilinguismo, si prendono solitamente in considerazione tre concetti chiave:
Considerato che dal primo elemento dipendono strettamente anche gli altri due (proficiency e code switching), è proprio l’age of acquisition che deve essere indagata per prima.
Tutti gli psicologi dell’infanzia e gli altri scienziati che si occupano dell’argomento sono concordi nel sostenere che il processamento delle informazioni da parte del cervello muta al mutare dell’età in cui le informazioni stesse vengono assimilate.
Chi inizia presto (durante i primissimi mesi o i primissimi anni di vita) a studiare il francese stimola l’attività temporale e la parte più uditiva del cervello, coinvolgendo un’elaborazione più sensoriale delle nozioni. Questo significa che per questi bambini (anche quando saranno grandi) risulterà normale utilizzare una forma grammaticale anziché un’altra, proprio come accade in italiano.
Proprio come accade nella lingua madre, gli stessi bambini non sapranno spiegare il perché della scelta grammaticale; sapranno solo che è corretta (salvo se poi andranno ad approfondire le regole grammaticali che determinano la struttura della lingua in questione). Questo elemento meccanico sensoriale è tipico di un apprendimento precoce delle lingue straniere.
Cosa accade invece quando la stessa lingua francese viene insegnata in età più tarda (preadolescenziale, adolescenziale, giovane, adulto, anziano)? In questo caso, gli input linguistici attivano altre regioni, ovvero quelle del lobo frontale, quello dedicato alla razionalità. La differenza tra il meccanismo sensoriale e quello razionale si manifesta in una maggiore difficoltà nell’imparare e nell’utilizzare la lingua imparata successivamente.
Sono le lingue imparate nei primissimi mesi di vita a dare l’imprinting a quelle imparate dopo: ovvio, quindi che per chi ragiona solo in termini di lingua italiana, parlare il francese avendolo imparato in età tarda lo obbligherà a mettere in campo meccanismi più complessi (razionali e non sensoriali) e, quindi, più faticosi. In poche parole, chi impara italiano e francese entro i primi 3 – 5 anni di vita, nel passare da un codice linguistico all’altro non dovrà tradurre la frase prima di dirla; al contrario, chi impara il francese in età adulta, nella sua testa si troverà a trasformare quello che deve dire, passando i contenuti da un contesto linguistico all’altro.
I modi di pensare, l’accento, il suono, la grammatica sono acquisiti sin da bambini: il fatto di acquisire la lingua prima possibile renderà naturali tutti questi aspetti, semplificando il parlare italiano e francese. Del resto, lo stesso fenomeno si manifesta anche in altre attività praticate dall’uomo, come lo sport.
Sappiamo, da decenni di studi, osservazioni, sperimentazioni, che i bambini riconoscono i suoni già in utero; questo vale ovviamente anche per le lingue. Se un nascituro si sviluppa in un ambiente bilingue, alla nascita sarà in grado di riconoscere i suoni di entrambe le lingue: sembra che già a partire dai 4 mesi di età sia possibile distinguere le differenze di suoni tra un idioma e l’altro.
Torniamo alla questione principale: a quale età è preferibile iniziare a studiare il francese?
Volendo fornire una risposta unica e che non dia adito a dubbi, dovremmo dire: prima possibile!
Questo significa che chi cresce imbevuto in una cultura bilingue è certamente avvantaggiato rispetto a chi inizia a un anno di età; chi inizia a tre anni è avvantaggiato rispetto a chi inizia a sette anni; e così via.
Ogni tappa (in utero, un anno, tre anni, sette anni, …) è fondamentale e superarla senza aver iniziato lo studio del francese significa aver perso un potenziale vantaggio (quello di imparare in modo spontaneo la lingua straniera). Allo stesso tempo, questo non significa che superati i sette anni, i vent’anni, i quarant’anni o i sessant’anni non sia più possibile imparare una lingua: semplicemente il francese che si acquisirà sarà meno spontaneo, meno completo rispetto a quello che si sarebbe ottenuto, iniziando prima.
Ma tranquilli, over 20: il lobo temporale sinistro è legato allo sviluppo della lingua e non smette di evolvere fino ai 40 anni di età!
Inoltre, non bisogna dimenticare che la lingua è qualcosa di vivo e, in quanto tale, va mantenuta: anche chi studi il francese da piccolo, non dovrà tralasciare di ascoltare il francese, di parlare il francese, di scrivere il francese. Diversamente, la conoscenza si opacizzerà, si arrugginirà!
Sylvie
Insegnante di francese
Sylvie è disponibile e attenta a creare la lezione più adatta a te. Ti coinvolge e ti spiega bene ogni aspetto!!
Claudia, Un giorno fa
Frédérique
Insegnante di francese
Frédérique is a great teacher. She always prepares classes in advance and finds very interesting discussion topics. She's French native speaker (many say it even if not entirely true), so she can teach you both perfect grammar and pronunciation....
Matteo, Un giorno fa
Lucia
Insegnante di francese
Lucia ha l'esperienza di chi ha vissuto in Francia, ottimo metodo di insegnamento.
Miriana, 5 giorni fa
Simon
Insegnante di francese
Esperienza ottima, sia per quanto riguarda la capacità di adattarsi alle esigenze e livello necessario, sia per la comunicazione e organizzazione della lezione e non ultimo per il feeling tra insegnante e alunno.
Olga, Una settimana fa
Giulia maria
Insegnante di francese
Giulia Maria è una prof molto professionale, empatica e puntualissima. Con lei è un piacere studiare francese!!! Consigliatissima
Angelina, Una settimana fa
Lorenzo
Insegnante di francese
Lorenzo è un ottimo insegnante (livello C2) che sa come strutturare le lezioni in base agli obiettivi dello studente. È particolarmente raccomandato per studenti italiani che approcciano al francese poiché riesce progressivamente a correggere gli...
Carlo, Una settimana fa