Tre cose formano una nazione: la sua terra, il suo popolo, e le sue leggi.

Abraham Lincoln

E tutte queste tre cose, aggiungeremmo noi, si possono ritrovare nell'inno che le rappresenta!

Sai tutto del nostro?

Genova, città portuale, è conosciuta all'estero per il suo passato da Repubblica marinara, il faro chiamato Lanterna, la sua cucina, in particolare la focaccia e il pesto. Ma pochi turisti sanno che Genova è anche il luogo di nascita di uno dei simboli della Repubblica Italiana: l'inno nazionale!

Un canto importantissimo perché è una forma di celebrazione e un simbolo che rafforza il legame tra i cittadini e il loro paese, stimolando sentimenti di orgoglio, appartenenza e unità. Ti piacerebbe trovare un corso di canto milano e iniziare a esercitarti?

Intanto, scopriamo come è nato l'inno di Mameli e come è diventato il canto ufficiale d'Italia.

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Inno di Mameli: storia breve

L'Inno di Mameli, conosciuto anche come "Il Canto degli Italiani", fu scritto da Goffredo Mameli il 10 settembre 1847. La musica fu composta da Michele Novaro il successivo 24 novembre 1847. Questo inno divenne simbolo dell'unità nazionale italiana ed è uno dei tre principali simboli patriottici, insieme al Tricolore e al Presidente della Repubblica.

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Inno di Mameli storia e origini

L'inno nazionale porta il nome del giovane poeta genovese che ne scrisse le parole, Goffredo Mameli. La musica è di Michele Novaro, compositore, anche lui genovese, di stanza a Torino.

Mameli e Novaro erano convinti sostenitori dell'indipendenza dell'Italia in un periodo, quello del Risorgimento, in cui iniziavano le prime ribellioni contro l'Impero austriaco.

Goffredo Mameli
Nascita
Genova, 5 settembre 1827
Per cosa è ricordato
Per aver scritto "Il canto degli italiani", divenuto il simbolo della lotta per l'indipendenza e l'unificazione d'Italia.
Morte
Roma, 6 luglio 1849
Le sue ultime parole
Muore un uomo, ma non muore un'idea.

Siamo nel 1847 e il giovane Goffredo Mameli compone a Genova una poesia intitolata il Canto degli Italiani. Pochi mesi dopo, Michele Novaro, allora quasi trentenne, riceve il testo di quella poesia durante un incontro di indipendentisti a Torino. La sera stessa compone la musica di quella che diventerà la canzone simbolo dell'Unità d'Italia.

Goffredo Mameli, nel frattempo, si arruola come volontario con le truppe di Garibaldi e partecipa alla creazione della Repubblica romana. Morirà a soli 21 anni, il 6 luglio 1849, per le ferite riportate nello scontro, un mese prima della resa alle truppe francesi.

Michele Novaro torna a Genova dopo l'Unità d'Italia e continuerà a dedicarsi all'insegnamento della musica nella sua città natale.

Come si diffonde il Canto degli Italiani?

Doco dopo la sua creazione, il Canto degli Italiani iniziò a diffondersi tra i soldati e le persone del popolo che partecipavano alle insurrezioni.

spartiti musicali inno di Mameli
Fu lo stesso Mameli a chiedere di portare il suo testo a Michele Novaro per fargli comporre una musica inedita su cui cantarlo

La prima volta in cui venne usato "ufficialmente" il futuro Inno d'Italia fu pochi mesi dopo la sua nascita, nel dicembre 1847, per commemorare la rivolta di Genova.

Visto che Mameli era un convinto repubblicano, inserì dei riferimenti agli ideali di Mazzini nella sua poesia. Per questo, non solo gli Austriaci ma anche i Savoia ne proibirono l'uso (o almeno cercarono di ostacolarlo), anche dopo l'unificazione dell'Italia.

Tra i soldati e la popolazione in generale, l'inno rimase comunque molto popolare.

Inno di Mameli: il contesto storico in cui nacque

Nel periodo in cui nacque l'Inno di Mameli, il territorio dell'Italia era diviso in più stati con queste macroregioni:

  • Il Nord faceva parte dell'Impero austriaco
  • Il Centro era sotto lo Stato Pontificio
  • Il Sud, con il Regno delle due Sicilie era in mano ai Borboni

Nel 1831 Giuseppe Mazzini teorizzava la nascita di una Giovine Italia unita e repubblicana, mentre Garibaldi, decisamente monarchico, si preparava a realizzare l'Unità sul campo di battaglia. Il giovane Goffredo Mameli era impregnato delle idee di Mazzini e in generale della Rivoluzione francese che creò la Repubblica sotto gli ideali di Unité, Egualité e Fraternité.

Ma fu proprio in uno scontro contro i francesi, che combatterono le truppe di Garibaldi a Roma, in difesa dello Stato Pontificio, che Goffredo Mameli trovò la morte nel 1849.

Il Canto degli Italiani rappresenta quindi le speranze per un'Italia unita e accompagnerà le tre guerre di indipendenza italiane.

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La storia dell'inno di Mameli e gli inni alternativi

Sai come si sceglie un inno nazionale? Per quanto possa sembrare strano, la scelta dell'Inno di Mameli come inno d'Italia è piuttosto recente. Dalla sua nascita nel 1847 dovette attendere quasi 100 anni, con la nascita della Repubblica il 2 giugno 1946, per avere lo status di "inno provvisorio". I legislatori erano in dubbio su quale canzone potesse rappresentare l'Italia.

Il dubbio fu sciolto solo nel 2017, quando formalmente il Parlamento italiano approvò una legge che riconosceva "Il Canto degli Italiani" ufficialmente.

Durante i suoi 170 anni, dalla sua composizione alla proclamazione come ufficiale, l'Inno di Mameli dovette coesistere con altri inni ufficiali, opere e canzoni popolari che di volta si affermavano. Ecco alcuni dei più grandi "concorrenti" dell'Inno di Mameli nel corso della storia.

La Marcia Reale dei Savoia

Quando si concluse l'Unità d'Italia nel 1861, fu scelto come inno nazionale la Marcia Reale dei Savoia, composta nel 1831 da Giuseppe Gabetti. Per l'Italia monarchica dei sabaudi, l'Inno di Mameli non era adatto visto lo spirito repubblicano che lo caratterizzava.

veduta di Londra

Nel 1862, in occasione dell'Expo di Londra, Giuseppe Verdi fu invitato a comporre una cantata che rappresentasse l'Italia; altri illustri maestri fecero lo stesso per il Regno Unito, la Francia e la Germania.

L' Inno delle Nazioni di Verdi non fu usato alla cerimonia inaugurale ma fu suonato in un concerto separato per motivi politici.

La parte più interessante è che l'Inno delle Nazioni conteneva dei riferimenti a quelli che per Verdi erano i canti rappresentativi di Francia, Regno Unito e Italia.

Per la Francia scelse la Marsigliese, nonostante in questo periodo di Napoleone III il canto fosse stato messo da parte. Per la Gran Bretagna intonò God Save the King e per l'Italia scelse il L'Inno di Mameli e non la Marcia Reale dei Savoia.

Questo fa capire quanto potente fosse il Canto degli Italiani, nonostante non fosse ancora l'inno ufficiale.

La Canzone del Piave

L'Inno di Mameli, in particolare i versi "Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò", continuò ad accompagnare i soldati durante la Prima Guerra Mondiale (1914-1918), ma dovette condividere il posto con una delle canzoni patriottiche per eccellenza dei soldati al fronte: La Canzone del Piave.

"Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio, dei primi fanti il 24 maggio" sono le parole usate dall'autore napoletano Giovanni Ermete Gaeta per descrivere la situazione dei soldati al fronte nel 1918. Gaeta si era arruolato nella Posta militare e questa posizione gli diede modo di scrivere diversi canti e versi patriottici.

I versi celebrano la vittoria italiana contro gli Asburgo nel giugno 1918, sul Piave, poco dopo la sconfitta di Caporetto.

Giovinezza

Con l'avvento del fascismo nel 1922, la Marcia Reale dei Savoia fu ufficiosamente messa da parte e si intonarono altre canzoni, anche se non erano ufficiali, erano comunque molto diffuse.

"Giovinezza", nasce da un un testo antecedente al fascismo il "Commiato", scritto da Giuseppe Blanc e cantato dai giovani per goliardia. Fu adottato durante la Prima guerra mondiale, poi dagli squadristi fascisti come canto di battaglia e nel 1925 divenne l'inno ufficiale del partito fascista.

Va' Pensiero

Il celeberrimo canto del Nabucco, l'opera di Giuseppe Verdi, presentata nel 1842, fu insieme alla Canzone del Piave, l'Inno di Mameli e l'Inno di Garibaldi uno dei candidati a diventare l'inno ufficiale d'Italia.

Nel Nabucco, ispirato al re babilonese Nabucodonosor, si racconta l'esodo del popolo ebraico, reso schiavo in Babilonia e il pensiero che va alla propria terra e al desiderio di tornarci.

Il suo successo si deve alle parole in cui possono riconoscersi anche gli Italiani, che pur essendo nella loro patria, si trovano comunque sotto il dominio straniero.

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Curiosità

Lo stesso Giuseppe Verdi ha riconosciuto che il canto giovanile e ritmato di Mameli fosse più adatto a rappresentare l'Italia, la sua lunga tradizione classica e il desiderio di combattere per ottenere la libertà.

Come vedi, ci sono molti buoni motivi per imparare l'inno, magari con uno dei corsi di canto genova se sei un concittadino del suo autore!

Inno di Mameli significato: cosa dice?

Nonostante sia stato più volte criticato, messo in secondo piano o bocciato anche dal punto di vista musicale, l'Inno di Mameli è riuscito a farsi riconoscere dallo stato italiano come il canto che ne rappresenta la storia e lo spirito d'unione.

La strada è stata in salita, dal punto di vista legislativo, ma l'accoglienza da parte delle persone comuni e di grandi maestri come Verdi è stata sempre calorosa e positiva.

A cosa si deve il successo del Canto degli Italiani? Di sicuro, il ritmo è allegro e coinvolgente, ma sono le parole a fare la differenza. Prenota la tua prima lezione di canto oggi stesso e scopri nel dettaglio il testo e il loro significato, per dargli ancora maggior valore!

Ecco cosa dice la prima strofa dell'Inno di Mameli:

Fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta, dell'elmo di Scipio s'è cinta la testa.

Il verso originale di Mameli iniziava con "Evviva l'Italia", ma fu il compositore Michele Novaro a introdurre il celebre inizio "Fratelli d'Italia". Il verso dice che l'Italia si è alzata e ha indossato l'elmo di Scipione l'Africano, nel senso che si sta preparando a combattere per la propria indipendenza.

Dov'è la Vittoria? Le porga la chioma, ché schiava di Roma Iddio la creò.

Vittoria è la dea che dovrebbe porgere la chioma, i capelli a Roma in segno di sottomissione. In altri termini, la vittoria è dalla nostra parte.

Stringiamci a coorte, siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò!

"Stringiamci a coorte" è un invito a formare le fila della coorte, una parte dell'esercito romano composto da 600 uomini.  "Siam pronti alla morte " perché l'Italia chiama i suoi cittadini a prendere le armi e combattere per lei.

Di solito alle manifestazioni istituzionali e agli eventi sportivi come gli Europei, i Mondiali, i Giochi Olimpici viene cantata solamente la prima strofa.

Nelle strofe successive ci sono riferimenti storici alle battaglie in cui il popolo italiano ha dovuto lottare per resistere all'occupazione straniera. Ci sono anche riferimenti alla Polonia, anch'essa in quel periodo in lotta con l'Austria, ma anche con la Russia, per la creazione del proprio stato.

Per questi forti riferimenti alla storia della ricerca della libertà e dell'indipendenza dell'Italia, come potrai imparare ad un corso canto bologna, l'Inno di Mameli si è imposto nei cuori e nelle istituzioni come il più sentito "Canto degli Italiani".

Testo inno di Mameli: buoni motivi per impararlo

In tutte le occasioni lo canti a squarciagola? Scopri la nostra offerta di corso di canto roma e preparati a farlo al meglio! Ecco alcune buone ragioni per cui, ma proprio tutti, dovrebbero intonare l'inno nazionale.

Imparare l'Inno di Mameli per cultura generale

L'Inno di Mameli è parte integrande della cultura italiana ancora prima che si facesse l'Unità d'Italia il 17 marzo 1861. Di fatto e di diritto, l'inno è uno dei simboli della Repubblica italiana, insieme alla bandiera, allo stemma, allo stendardo e all'altare della patria.

Imparare il Canto degli Italiani è quindi un modo per arricchire la propria cultura generale. Conoscere la storia dell'inno nazionale, significa conoscere la storia d'Italia in generale e del Risorgimento, in particolare.

Inno di Mameli: cantare durante una cerimonia

Imparare l'inno di Mameli può essere necessario quando bisogna partecipare a una cerimonia di carattere sportivo o istituzionale. In effetti, l'Inno di Mameli si canta durante gli incontri politici ufficiali, le commemorazioni, gli omaggi o nei tornei in cui partecipa la nazionale italiana.

Se partecipi a una di queste cerimonie è fondamentale conoscere le parole dell'inno.

@eurosportitalia

Cosa c’è di piu bello di cantare l’inno di Mameli sul primo gradino del podio? 🇮🇹💙 #Tamberi #Atletica #WorldAthleticsChamps #Budapest2023

♬ suono originale - eurosportitalia

Naturalmente ogni cittadino è libero di decidere se cantare o meno l'inno nazionale, ma se vuoi accompagnare questo canto ti conviene imparare almeno il testo della prima strofa:

Fratelli d’Italia
L’Italia s’è desta,
Dell’elmo di Scipio
S’è cinta la testa.
Dov’è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Imparare l'inno nazionale per la scuola primaria

Secondo la legge 222 del 23 novembre 2012, le scuole di ogni ordine e grado dovrebbero celebrare la Giornata dell'Unità d'Italia il 17 marzo, con attività e percorsi didattici che promuovono e diffondono i valori della cittadinanza e della Costituzione.

L'obiettivo generale è quello di:

"...suscitare la riflessione sugli eventi e sul significato del Risorgimento nonché sulle vicende che hanno condotto all'Unità nazionale, alla scelta dell'Inno di Mameli e della bandiera nazionale e all'approvazione della Costituzione, anche alla luce dell'evoluzione della storia europea" - art, 1 par. 1, Legge 23 novembre 2012, n. 222

L'insegnamento dell'Inno di Mameli "e dei suoi fondamenti storico-ideali" è quindi previsto come parte delle iniziative di educazione alla cittadinanza e alla Costituzione che si possono trasmettere fin dalla scuola d'infanzia.

Le modalità possono essere:

  • percorsi didattici
  • iniziative
  • incontri

Il tutto, viene fatto nel rispetto dell'art. 6 della Costituzione sui diritti delle minoranze e in base alle disponibilità finanziarie, umane e strutturali di ogni scuola.

Online si possono trovare schede didattiche e video di insegnanti che insegnano la prima strofa dell'Inno d'Italia ai bambini della scuola d'infanzia e primaria.

Celebrare orgoglio e patriottismo... poeticamente!

L'inno nazionale evoca emozioni di orgoglio e amore per la propria patria. È un'espressione di rispetto per la storia, la cultura e i sacrifici fatti da chi ha contribuito alla creazione del Paese.

Vuoi impararlo a memoria? Nessun problema!

Il testo integrale dell'inno nazionale italiano è composto da 176 parole, per cui la lunghezza non è il vero problema. Inoltre il ritornello "Stringiamci a coorte, siam pronti alla morte. L'Italia chiamò" si ripete alla fine di ogni strofa.

La maggiore difficoltà nell'imparare l'Inno di Mameli è il significato delle parole. Trattandosi di una poesia scritta quasi due secoli fa, l'italiano usato è sicuramente "arcaico" alle orecchie di piccoli e grandi di oggi. Inoltre, ci sono tanti riferimenti che per i bambini potrebbero essere difficili da associare: personaggi storici, miti, condottieri, battaglie, simboli di potenze straniere.

La strategia per imparare l'inno a memoria potrebbe essere quella di trattarlo come una poesia.

Scendere in campo

Naturalmente, avrai notato che durante gli incontri internazionali di calcio, la nazionale italiana canta l'inno prima dell'inizio della partita. Anche se non c'è un'orchestra che suona dal vivo, i giocatori fanno sentire forte e chiaro le proprie voci, anche con l'aiuto del pubblico partecipe e affiatato!

Telefono che inquadra campo di pallone

Se anche tu intendi partecipare a una partita ufficiale dell'Italia, dovrai imparare a cantare l'inno nazionale con trasporto.

Come per le cerimonie, il Canto degli Italiani non viene cantato nella sua interezza durante gli incontri sportivi.

Ascolterai soltanto la prima strofa, quindi non ci vorrà molto per cantare all'unisono con i tuoi giocatori preferiti.

Inno di Mameli inclusivo: cantare per sentirsi uniti

L'inno nazionale rappresenta spesso anche la libertà e l'indipendenza del paese, ricordando i momenti di lotta per ottenere la sovranità e l'autodeterminazione.

Inoltre, l'inno nazionale rappresenta un simbolo di appartenenza e identità per tutti i cittadini di un paese. Quando viene suonato o cantato, le persone si uniscono sotto lo stesso simbolo, indipendentemente dalle differenze sociali, culturali o politiche, rafforzando il senso di comunità e di unità nazionale.

Capire la storia attraverso il suo testo

L'incipit "Fratelli d'Italia" viene usato a volte per denominare l'inno nazionale italiano. In realtà, nel testo originale di Mameli si diceva "Evviva l'Italia". Fu Novaro a modificare l'inizio della prima strofa per enfatizzare lo spirito d'unione e ad aggiungere un sonoro "Sì" alla fine, a manifestare l'entusiasmo di una generazione che si è battuta per vedere unito il popolo e il proprio paese.

biblioteca con libri antichi
La storia non è solo quella che si impara sui libri... l'Inno di Mameli ne porta tantissima dentro di sé!

La storia dell'Inno di Mameli è la storia di un giovane convinto che un giorno non molto lontano l'Italia sarebbe stata unita. Mameli aveva appena 20 anni quando scrisse l'inno e appena 21 quando morì sul Gianicolo, a Roma, durante la lotta della Repubblica Romana contro i francesi.

Conoscere l'età dell'autore e il contesto in cui ha scritto l'opera fa capire molto di più lo spirito giovanile e pieno di speranza di un canto che si è imposto per la sua apparente semplicità. I riferimenti a Scipione, alla dea Vittoria, ai Vespri siciliani e altri momenti di lotta contro il dominio straniero, dimostrano invece la grande consapevolezza del proprio passato e delle difficoltà riscontrate per essere indipendenti.

Imparare l'inno nazionale per lavorare sulla tecnica vocale

Cantare un inno nazionale richiede una certa tecnica vocale, a meno che non sia un componimento esclusivamente strumentale. Durante le lezioni di canto online o in presenza, il tuo insegnante potrà mostrarti come posizionare la voce, respirare correttamente e avere abbastanza aria da completare le frasi musicali.

In effetti, l'inno d'Italia è un canto che richiede del fiato, visto che è un canto di ricerca della rinascita e della libertà! Imparare l'inno nazionale non potrà quindi che farti bene dal punto di vista culturale, personale e canoro.

Come imparare l'inno nazionale italiano

Vuoi imparare a cantare l'inno d'Italia? L'inno nazionale è un canto corale che richiede forza e ritmo. La maggiore difficoltà nell'imparare a cantare l'inno di Mameli, in realtà sono le parole. Il testo è pieno di riferimenti storici, culturali, mitologici e usa alcune forme che possono risultare arcaiche.

Per imparare a cantare l'inno bisogna quindi partire dal testo, rileggendolo più e più volte. Quello che sentiamo alle competizioni sportive o alle cerimonie istituzionali è solo una parte dell'inno. Per cantare l'Inno di Mameli nella sua interezza bisogna conoscerne il testo integrale. Se vuoi memorizzarlo velocemente, potresti ascoltare l'inno la sera, prima di andare a dormire. Il cervello rielabora le informazioni ricevute e le conserva nella memoria a lungo termine. O in alternativa, trovare corsi di canto torino per esercitarti e perfezionarti!

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Pensa all'inno come se fosse una poesia da studiare a versi. Memorizza un verso alla volta, prima di procedere al successivo e ripetere entrambi. Potresti anche fare delle schede con la parafrasi del verso per ricordarti anche il significato delle parole dell'inno.

Ecco il testo completo dell'Inno d'Italia:

Fratelli d’Italia
L’Italia s’è desta,
Dell’elmo di Scipio
S’è cinta la testa.
Dov’è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un’unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l’ora suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Uniamoci, amiamoci,
l’Unione, e l’amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
Il suolo natìo:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Dall’Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
Ogn’uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d’Italia
Si chiaman Balilla,
Il suon d’ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Son giunchi che piegano
Le spade vendute:
Già l’Aquila d’Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d’Italia,
Il sangue Polacco,
Bevé, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

(Evviva l’Italia
Dal sonno s’è desta
Dell’elmo di Scipio
s’è cinta la testa
Dov’è la vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò).

L'inno spinge il popolo italiano a svegliarsi e unirsi per liberare l'Italia dal dominio straniero. L'elmo di Scipio, ossia di Scipione l'africano, e la coorte, una parte dell'esercito romano, simboleggiano la lotta con le armi, avendo dalla propria parte la dea Vittoria.

Negli altri versi si fa riferimento ad altri momenti di ribellione contro l'occupazione straniera nel corso della storia d'Italia. Infine, ci si riferisce alla sconfitta dell'Austria e alla sua decadenza.

Sei pronto a cantarlo? Riscalda la voce e vai!

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Catia Dos Santos

Traduttrice e scrittrice con una passione per le lingue