Capitoli
Genova, città portuale, è conosciuta all'estero per il suo passato da Repubblica marinara, il faro chiamato Lanterna, la sua cucina, in particolare la focaccia e il pesto. Pochi turisti sanno che Genova è anche il luogo di nascita di uno dei simboli della Repubblica Italiana: l'inno nazionale.
Scopriamo come è nato l'inno nazionale e come è diventato il canto ufficiale d'Italia.
Come è nato l'Inno di Mameli?
L'inno nazionale porta il nome del giovane poeta genovese che ne scrisse le parole, Goffredo Mameli. La musica è di Michele Novaro, compositore, anche lui genovese, di stanza a Torino.
Mameli e Novaro erano convinti sostenitori dell'indipendenza dell'Italia in un periodo, quello del Risorgimento, in cui iniziavano le prime ribellioni contro l'Impero austriaco. Siamo nel 1847 e il giovane Goffredo Mameli compone a Genova una poesia intitolata il Canto degli Italiani.
Pochi mesi dopo, Michele Novaro, allora quasi trentenne, riceve il testo di quella poesia durante un incontro di indipendentisti a Torino. La sera stessa compone la musica di quella che sarebbe diventata la canzone simbolo dell'Unità d'Italia.

Goffredo Mameli, nel frattempo si arruola come volontario con le truppe di Garibaldi e partecipa alla creazione della Repubblica romana. Morirà il 6 luglio 1849 per le ferite riportate, un mese prima della resa alle truppe francesi.
Michele Novaro, torna a Genova dopo l'Unità d'Italia e continuerà a dedicarsi all'insegnamento della musica nella sua città natale.
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Come si diffonde il Canto degli Italiani?
Poco dopo la sua creazione, il Canto degli Italiani iniziò a diffondersi tra i soldati e le persone del popolo che partecipavano alle insurrezioni. Fu lo stesso Goffredo Mameli a chiedere di portarlo a Michele Novaro per fargli comporre una musica inedita su cui cantare l'inno patriottico.
La prima volta in cui venne usato "ufficialmente" il futuro inno d'Italia fu pochi mesi dopo la sua nascita, nel dicembre 1847, per commemorare la rivolta di Genova.
Visto che Mameli era un convinto repubblicano, inserì dei riferimenti agli ideali di Mazzini nella sua poesia. Per questo, non solo gli Austriaci ma anche i Savoia ne proibirono l'uso (o almeno cercarono di ostacolarlo), anche dopo l'unificazione dell'Italia.
Tra i soldati e la popolazione in generale, l'inno rimase comunque molto popolare.

In quale contesto storico nacque l'inno di Italia?
Nel periodo in cui nacque l'Inno di Mameli, il territorio dell'Italia era diviso in più stati con queste macroregioni:
- Il Nord faceva parte dell'Impero austriaco
- Il Centro era sotto lo Stato Pontificio
- Il Sud, con il Regno delle due Sicilie era in mano ai Borboni
Nel 1831 Giuseppe Mazzini teorizzava la nascita di una Giovine Italia unita e repubblicana, mentre Garibaldi, decisamente monarchico, si preparava a realizzare l'Unità sul campo di battaglia. Il giovane Goffredo Mameli era impregnato delle idee di Mazzini e in generale della Rivoluzione francese che creò la Repubblica sotto gli ideali di Unité, Egualité e Fraternité.
Ma fu proprio in uno scontro contro i francesi, che combatterono le truppe di Garibaldi a Roma, in difesa dello Stato Pontificio, che Goffredo Mameli trovò la morte nel 1849.
Il Canto degli Italiani rappresenta quindi le speranze per un'Italia unita e accompagnerà le tre guerre di indipendenza italiane.
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La storia dell'inno di Mameli e gli inni alternativi
Per quanto possa sembrare strano, la scelta dell'Inno di Mameli come inno d'Italia è piuttosto recente. Dalla sua nascita nel 1847 dovette attendere quasi 100 anni, con la nascita della Repubblica il 2 giugno 1946 per avere lo status di "inno provvisorio". I legislatori erano in dubbio su quale canzone potesse rappresentare l'Italia.
Il dubbio fu sciolto solo 2017, quando formalmente il Parlamento italiano approvò una legge che riconosceva "Il Canto degli Italiani" ufficialmente.
Durante i suoi 170 anni, dalla sua composizione alla proclamazione come ufficiale, l'Inno di Mameli dovette coesistere con altri inni ufficiali, opere e canzoni popolari che di volta si affermavano. Ecco alcuni dei più grandi "concorrenti" dell'Inno di Mameli nel corso della storia.
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La Marcia Reale dei Savoia
Quando si concluse l'Unità d'Italia nel 1861, fu scelto come inno nazionale la Marcia Reale dei Savoia, composta nel 1831 da Giuseppe Gabetti. Per l'Italia monarchica dei sabaudi, l'Inno di Mameli non era adatto visto lo spirito repubblicano che lo caratterizzava.
Nel 1862, in occasione dell'Expo di Londra, Giuseppe Verdi fu invitato a comporre una cantata che rappresentasse l'Italia; altri illustri maestri fecero lo stesso per il Regno Unito, la Francia e la Germania.
L' Inno delle Nazioni di Verdi non fu usato alla cerimonia inaugurale ma fu suonato in un concerto separato per motivi politici. La parte più interessante è che l'Inno delle Nazioni conteneva dei riferimenti a quelli che per Verdi erano i canti rappresentativi di Francia, Regno Unito e Italia.
Per la Francia scelse la Marsigliese, nonostante in questo periodo di Napoleone III il canto era stato messo da parte. Per la Gran Bretagna intonò God Save the King e per l'Italia scelse il L'Inno di Mameli e non la Marcia Reale dei Savoia.
Questo fa capire quanto potente fosse il Canto degli Italiani, nonostante non fosse ancora l'inno ufficiale.
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La Canzone del Piave
L'Inno di Mameli, in particolare i versi "Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò", continuò ad accompagnare i soldati durante la Prima Guerra Mondiale (1914-1918), ma dovette condividere il posto con una delle canzoni patriottiche per eccellenza dei soldati al fronte: La Canzone del Piave.
"Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio, dei primi fanti il 24 maggio" sono le parole usate dall'autore napoletano Giovanni Ermete Gaeta per descrivere la situazione dei soldati al fronte nel 1918. Gaeta si era arruolato nella Posta militare e questa posizione gli diede modo di scrivere diversi canti e versi patriottici.
I versi celebrano la vittoria italiana contro gli Asburgo nel giugno 1918, sul Piave, poco dopo la sconfitta di Caporetto.
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Giovinezza
Con l'avvento del fascismo nel 1922, la Marcia Reale dei Savoia fu ufficiosamente messa da parte e si intonarono altre canzoni, anche se non erano ufficiali, erano comunque molto diffuse.
Giovinezza, nasce da un un testo antecedente al fascismo il "Commiato", scritto da Giuseppe Blanc e cantato dai giovani per goliardia. Fu adottato durante la Prima guerra mondiale, poi dagli squadristi fascisti come canto di battaglia e nel 1925 divenne l'inno ufficiale del partito fascista.

Va' Pensiero
Il celeberrimo canto del Nabucco, l'opera di Giuseppe Verdi, presentata nel 1842, fu insieme alla Canzone del Piave, l'Inno di Mameli e l'Inno di Garibaldi uno dei candidati a diventare l'inno ufficiale d'Italia.
Nel Nabucco, ispirato al re babilonese Nabucodonosor, si racconta l'esodo del popolo ebraico, reso schiavo in Babilonia e il pensiero che va alla propria terra e al desiderio di tornarci.
Il suo successo si deve alle parole in cui possono riconoscersi anche gli Italiani, che pur essendo nella loro patria, si trovano comunque sotto il dominio straniero.
C'è da dire che lo stesso Giuseppe Verdi ha riconosciuto che il canto giovanile e ritmato di Mameli fosse più adatto a rappresentare l'Italia, la sua lunga tradizione classica e il desiderio di combattere per ottenere la libertà.
Come vedi, ci sono molti buoni motivi per imparare l'inno!
Cosa dice l'Inno di Mameli?
Nonostante sia stato più volte criticato, messo in secondo piano o bocciato anche dal punto di vista musicale, l'Inno di Mameli è riuscito a farsi riconoscere dallo stato italiano come il canto che ne rappresenta la storia e lo spirito d'unione.

La strada è stata in salita, dal punto di vista legislativo, ma l'accoglienza da parte delle persone comuni e di grandi maestri come Verdi è stata sempre calorosa e positiva.
A cosa si deve il successo del Canto degli Italiani? Di sicuro, il ritmo è allegro e coinvolgente, ma sono le parole a fare la differenza.
Ecco cosa dice la prima strofa dell'Inno di Mameli:
Fratelli d’Italia
L’Italia s’è desta,
Dell’elmo di Scipio
S’è cinta la testa.
Il verso originale di Mameli iniziava con "Evviva l'Italia", ma fu il compositore Michele Novaro a introdurre il celebre inizio "Fratelli d'Italia". Il verso dice che l'Italia si è alzata e ha indossato l'elmo di Scipione l'Africano, nel senso che si sta preparando a combattere per la propria indipendenza.
Dov’è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Vittoria è la dea che dovrebbe porgere la chioma, i capelli a Roma in segno di sottomissione. In altri termini, la vittoria è dalla nostra parte.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.
"Stringiamci a coorte" è un invito a formare le fila della coorte, una parte dell'esercito romano composto da 600 uomini. "Siam pronti alla morte " perché l'Italia chiama i suoi cittadini a prendere le armi e combattere per lei.
Di solito alle manifestazioni istituzionali e agli eventi sportivi come gli Europei, i Mondiali, i Giochi Olimpici viene cantata solamente la prima strofa.
Nelle strofe successive ci sono riferimenti storici alle battaglie in cui il popolo italiano ha dovuto lottare per resistere all'occupazione straniera. Ci sono anche riferimenti alla Polonia, anch'essa in quel periodo in lotta con l'Austria, ma anche con la Russia, per la creazione del proprio stato.
Per questi forti riferimenti alla storia della ricerca della libertà e dell'indipendenza dell'Italia, l'Inno di Mameli si è imposto nei cuori e nelle istituzioni come il più sentito "Canto degli Italiani".
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non è male
grazie,mi ha aiutto nella mia ricerca!
Ci fa molto piacere :)