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Il solfeggio è spesso visto come un esercizio non essenziale da molti musicisti. Sebbene alcuni grandi chitarristi siano diventati grandi star senza un'infarinatura ritmica, ti consigliamo di prendere in considerazione i corsi di solfeggio se vuoi arrivare ai livelli più alti di virtuosismo musicale. Le lezioni di solfeggio con Superprof sono una fantastica risorsa per tutti gli aspiranti musicisti!
Non c'è da stupirsi se il solfeggio sia considerato dai professionisti come una parte essenziale della formazione musicale. Per prima cosa, ti permetterà di imparare a leggere le note su spartiti e tablature
In seconda istanza, perché il solfeggio è una risorsa fondamentale per gli aspiranti musicisti, che spesso sottovalutano l'importanza del ritmo quando suonano. Con i corsi di solfeggio Superprof, ritmo e partiture non avranno più segreti!
Insomma, che tu voglia fondare una rock band o essere ammesso ai corsi del conservatorio della tua città, i corsi di solfeggio ti daranno quella spinta in più che ti permetterà di distinguerti dalla concorrenza. Con un po' di perseveranza, in poche settimane sarai capace di eseguire i ritmi più semplici e di leggere le note e le pause sul pentagramma senza difficoltà. Che tu voglia suonare il pianoforte, la batteria, il violino, la chitarra o qualsiasi altro strumento, il solfeggio è una materia che ti permetterà di di ambire a un livello avanzato!
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A Messina, la tariffa media per una lezione di solfeggio è di 22€ /ora. Il costo cambia a seconda dell'insegnante, poiché è l'insegnante stesso/a a stabilirlo.
Gli/le insegnanti tengono in conto l'esperienza e i titoli, il luogo dove le lezioni avvengono (a domicilio dell'allievo/a, a domicilio del/della maestro/a, oppure online); la frequenza, il tempo delle lezioni, o ancora l'offerta dei/delle professori/esse di solfeggio a Messina.
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Spesso, interessandoci alla musica e alla possibilità di saper suonare uno strumento musicale o di fare apprendere ciò ai nostri pargoli, ci ritroviamo faccia a faccia con un annoso dilemma ed impensierimento: il solfeggio.
Si tratta davvero di un grosso mostro a più teste, da sconfiggere per potersi godere un po’ di sana musica di propria mano?
Perché mai una cosa tanto importante sarebbe del tutto tediosa ed anche detestabile?
Come può essere che un’attività celestiale come la pratica musicale (o canora) possa trarre giovamento o comunque vedere la sua conditio sine qua non proprio in un’attività ardua ed opprimente?
È evidente che deve esservi un nodo concettuale nascosto, da qualche parte, utile a farci capire come stiano le cose.
Banalizzando, potremmo dire che, cosi come per contare, sommare, progettare e costruire è indispensabile scoprire i numeri, tracciarli, compararli ed operare secondo regole precise, allo stesso modo suonare viene ovviamente dopo il fatto di aver appreso le regole base sui suoni, il ritmo, i tempi, le durate e le altezze. Per non parlare, poi, di tutte le leggi armoniche…
Eppure, il paragone non è proprio calzante. La musica, infatti, esiste in noi, proprio come esiste la necessità di comunicare, dapprima a gesti e suoni indistinti, poi riproducendo le parole tipiche del nostro entourage.
Ecco che, in musica, proprio come nella lingua madre, ci comportiamo secondo tappe:
E la stessa cosa avviene in musica:
Ovviamente, molti di noi posseggono già al meglio il senso de ritmo. Ma trasferire il tutto su carta, sapendo leggere e scrivere note, pause, frasi musicali, consente di amplificare all’ennesima potenza la portata del sapere e le attitudini o doni personali.
In ogni asilo e scuola primaria di Messina, ormai, le maestre, come i genitori, sanno che i progetti legati alla musica sono importanti. I bambini si sentono un tutt’uno cantando e battendo il tempo. Dare sfogo all’innato senso del ritmo, consentendo di lavorare con piccoli rudimentali strumenti a percussione dà modo di sperimentare la musica giorno per giorno.
Questa esperienza non è, per i piccoli, qualcosa come una frontale lezione di solfeggio al Conservatorio di Messina (l’Arcangelo Corelli, di via Giuseppe Motta). Si tratta di un gioco per entrare in sintonia con il gruppo-classe, di essere capito e di comunicare con l’insegnante, di integrarsi all’ambiente fisico e relazionale dell’asilo o della scuola.
La musica, in questa tenerissima età è puro piacere e gioco.
Eppure … portata avanti con attenzione, essa contiene già moltissimo delle future lezioni di teoria musicale e solfeggio!
Incredibile? Non proprio.
Imitare i passi dell’elefante rispettando il tempo dettato dal maestro è già un rudimentale solfeggiare!
Spingersi, poi ad intonare suoni consonanti in piccoli gruppi è il buon inizio per poi giungere al futuro e temuto “solfeggio cantato”.
Eh già, solfeggiare, battere il tempo, mantenere la durata delle note, leggere i suoni di diversa altezza e coi diversi tagli addizionali viene dopo. Ed è niente altro che una codificazione formale di saperi già incontrati dai piccoli.
La scuola dell’infanzia e la scuola materna consentono di giocare e divertirsi con questi elementi dell’universo musicale. I gradi successivi della scuola, l’età che avanza, le lezioni di solfeggio eventualmente prese presso scuole private, con insegnanti a domicilio o al Conservatorio di Messina, invece, consentiranno di mettere nero su bianco questo sapere, confrontandolo con altri e con i maestri di musica e solfeggio.
Contato il tempo, pronunciando i nomi delle note e scandendoli per la durata necessaria, si trasforma l’apprendimento intuitivo (ad esempio l’abbaiare a tempo di un cagnolino) in una conoscenza ufficiale che diverrà canale di scambio e comunicazione fra i futuri musicisti.
Il solfeggio per codificare un sapere implicito, insomma, serve per corroborare ed affinare un sapere implicito.
Se i piccoli amano tanto cantare, non v’è motivo perché un più più grandi non debbano apprezzare il fatto di solfeggiare, ossia leggere le note tenendo la loro durata corretta, semplici melodie, brani noti, magari con l’armonizzazione di fondo da parte del maestro. Ed ecco che, automaticamente, essi si ritrovano a solfeggiare allegramente.
Il passaggio da una canzoncina cantata alla sua decodifica su carta, tramite lettura delle note, è un momento davvero emozionante, se avviene con estrema cura e consequenzialità da parte del maestro di musica che dà lezioni di solfeggio.
Una cosa, infatti, era il vecchio modo di fare, per cui i piccoli si ritrovavano a “parlare di un solfeggio” mai visto prima, di cui non conoscevano il senso, la melodia, l’interesse sonoro; un’altra è far passare i bambini da un brano noto che cantano con le parole allo stesso, letto però sul pentagramma, pronunciando le note che lo compongono.
I bambini capiscono al volo che sostituendo le note alle parole stanno identificando le posizioni dei suoni, stanno verificando la correttezza della melodia e soprattutto possono ora anche suonare loro stessi il brano amato su uno strumento.
Ecco la chiave del successo di una lezione di solfeggio: i giovani allievi devono capire che si tratta della possibilità di leggere e scrivere la musica che a loro piace. Proprio come le lettere dell’alfabeto hanno consentito loro, fino ad ora, di leggere i fumetti preferiti ed i comandi dei video giochi più usati.
Leggere le note, scriverle sul pentagramma consente di fare musica, cantando, inventando, eseguendo.
Un’idea musicale poi, - ossia una melodia inventata di sana pianta – potrà essere proposta ad altri proprio grazie alla sua trascrizione in note.
Ed ecco reso indispensabile, anche agli occhi dei più giovani, il pentagramma, con le sue cinque linee, i quattro spazzi, le note con tagli in testa e in gola.
Le tre chiavi, che danno origine al setticlavio in base alla posizione che occupano sul pentagramma, sono come la carta di identità ed anche il lascia passare per accedere ad una rappresentazione grafica della musica ed alla interpretazione di una scrittura musicale.
Andare a lezione di solfeggio, quindi, è un po’ come seguire le prime lezioni di una nuova lingua, di cui magari già si mastica molto – per averla sempre sentita – e di cui si voglia perfezionare la pratica, per poter comunicare con il maggior numero di individui nel mondo!
Michele
Insegnante di solfeggio
Eccellente! Super consigliato, anche per la acustica
Enrico, 2 anni fa