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Quante volte tuo figlio ti ha chiesto un aiuto per svolgere i compiti? E quante volte sei riuscito a darglielo nel migliore dei modi possibili? L’evoluzione dei programmi scolastici e del metodo didattico, spesso, rende complesso, anche per un genitore laureato, seguire i compiti e lo studio dei propri figli. Quando una o due generazioni si infrappongono tra padre e madre, da una parte, e figlio, dall’altra, le difficoltà possono iniziare già alle scuole elementari (che, non a caso, hanno recentemente cambiato nome, divenendo scuole primarie),
Le difficoltà aumentano con:
Ci sono poi i libri di testo, che, al pari del metodo di insegnamento, sono mutati sensibilmente rispetto a qualche anno fa: la terminologia impiegata, in alcuni casi, non è la stessa di quella che trovavano i genitori nei propri testi; e già questo può dare origine a qualche incomprensione o a qualche difficoltà. Il metodo per risolvere le divisioni, poi, cambia di quel tanto che basta per mandare in crisi alcune mamme o alcuni papà. E lo stesso dicasi per l’italiano, per l’analisi grammaticale e molto altro ancora.
Insomma, quello che, per molti genitori di studenti di oggi, sembrava essere un dato oramai acquisito (ovvero le conoscenze di base della scuola elementare e della scuola media), è venuto, almeno in parte, sgretolandosi sotto il peso della marcia, se non proprio in direzione della buona scuola, almeno verso una scuola migliore, che, negli intenti ministeriali, dovrebbe produrre studenti pronti ad affrontare un mercato del lavoro in continuo mutamento.
Se, da un lato, i genitori, o buona parte dei genitori, non sembrano essere all’altezza della situazione, dall’altro, non si può sempre dire che gli insegnanti siano in grado di mostrare la corretta via.
Anzi, le variazioni di metodo e gli incrementi nel carico didattico sembrano aver colto di sorpresa anche la classe insegnante, che, di certo, almeno nel nostro Paese, non brilla per giovinezza: l’età media degli insegnanti è piuttosto avanzata e anche i maestri e gli insegnanti più giovani, purtroppo, non sembrano essere stati formati adeguatamente.
Dall’alto del Ministero, calano i programmi, le circolari e i regolamenti; i presidi si forzano di farli applicare, pur dovendo, allo stesso tempo, fare i conti con budget ristretti, programmi europei di sviluppo dell’offerta educativa e progetti di internazionalizzazione della scuola. E gli insegnanti, nel mezzo tra Ministero e Direttore scolastico da una parte, genitori e studenti dall’altra, cercano di fare del loro meglio, almeno per salvare la faccia. In tutto questo, chi ne fa le spese sono gli studenti, che si trovano a dover rincorrere maestri e insegnanti, che a loro volta rincorrono il tempo, per portare a termine un programma, cui fanno fronte con un senso di inadeguatezza e sconforto.
Il problema è che, nel dover portare a termine il programma entro la fine dell’anno, il corpo insegnante non ha tempo di verificare se tutti gli studenti riescano effettivamente a stare al passo e a capire quello che viene spiegato a scuola.
Per non parlare di tutti quei casi in cui l’insegnante è veramente inadeguato, costretto, ad esempio, dalla limitatezza di risorse economiche e umane della scuola, ad insegnare una materia che non è la sua (non sono rari i casi in cui un laureato in lettere o un semplice diplomato insegni inglese, ad esempio).
È a questo punto che si presentano i problemi: i bambini o i ragazzi si trovano a casa di fronte a libri di testo, ad esercizi o ad appunti che non riescono a capire, a risolvere, a studiare. E vanno, dunque, alla ricerca di un aiuto dai genitori: normale, no? Certo, se non fosse che non è il ruolo del genitore, quello di aiutare il bambino o il ragazzo a svolgere i compiti e a studiare. Questo, in un sistema educativo funzionante, è il ruolo che deve essere svolto dalla scuola, la quale, però, come detto poc’anzi, nel nostro Paese non è in grado di svolgerlo.
La preparazione del genitore, come già detto, potrebbe non essere all’altezza della situazione; oppure, il tempo a disposizione di papà e mamma, potrebbe non essere sufficiente per consentire loro di sedersi accanto al figlio e seguirlo durante lo svolgimento dei compiti.
Una soluzione che si prospetta, allora, è quella dell’aiuto esterno. E l’aiuto ai compiti, in Italia, dove mancano strutture organizzate di sostegno scolastico pomeridiano, che siano diffuse su tutto il territorio nazionale, è quello dell’insegnante privato. Questi ha il tempo e la capacità di sostituirsi al genitore e all’insegnante. Se sia eticamente corretto, questo non è oggetto di discussione, qui. Ma non si può negare che sia necessario ed utile allo stesso tempo.
Necessario, per venire in contro alle incoerenze e alle incapacità della scuola italiana, che, da un lato, pretende tanto dai suoi ragazzi, dall’altro, non sa offrire nella stessa misura delle sue richieste. Utile, per evitare che il singolo studente resti indietro, non segua i programmi scolastici, non capisca quello che si sta studiando a scuola, non accumuli ritardi rispetto ai compagni di classe. Insomma, l’insegnante privato deve svolgere un compito: quello di inserirsi tra scuola e genitore, tra insegnanti e genitori, per sopperire alle inefficienze dei primi e alle mancanze dei secondi: in un caso, inefficienze strutturali, organizzative e contenutistiche, nell’altro, mancanze di competenze e di tempo da dedicare ai figli.
È importante che genitori e studenti capiscano che ricorrere all’aiuto per i compiti in Italia non deve essere una vergogna, qualcosa da evitare a tutti i costi o qualcosa da tenere nascosto. Decidere di richiedere un aiuto nei compiti dimostra, al contrario, la maturità di capire che, da soli, non ce la si fa. Significa aver capito che un piccolo sostegno esterno, extra scolastico, potrà dare quella spinta, anche motivazionale che mancava al ragazzo.
L’aiuto nei compiti a casa consentirà allo studente di capire quel passaggio di algebra che non gli è chiaro, evitando così di accumulare ritardo rispetto ai compagni e rispetto al programma.
A volte, possono bastare poco lezioni, una volta a settimana, per uno o due mesi, e lo studente si rimetterà chiaramente in carreggiata, riuscendo a recuperare la motivazione e la fiducia necessarie per proseguire da solo la parte restante dell’anno.
Altre volte, l’aiuto può essere necessario solo nel secondo quadrimestre, per far fronte ad una stanchezza fisiologica, che impediva di tenere lo stesso passo del resto della classe.
Altre volte ancora, l’aiuto ai compiti può rendersi necessario per tutto l’anno scolastico o per più anni di seguito: difficoltà in una o più materie, periodo della vita dello studente difficile per diverse ragioni di ordine personale, familiare o di salute, sono altrettante ragioni che dovrebbero far riflettere sulla necessità di un sostegno nelle ore pomeridiane.
Non è difficile trovare qualcuno disposto ad aiutare bambini delle scuole elementari o ragazzi delle scuole medie e degli istituti superiori a studiare e svolgere i compiti per casa.
Spesso sono gli stessi neo laureati o gli studenti universitari che, per finanziare gli studi o per iniziare a fare un po’ di esperienza formativa, mettono annunci fuori dalle scuole, li appendono alle bacheche dei supermercati e dei negozi di quartiere. Internet, poi, facilita ulteriormente l’incontro tra domanda e offerta: la piattaforma di Superprof è l’esempio migliore in questo senso.
Il vantaggio nel richiedere aiuto ad uno studente universitario o ad un neo laureato sta nella giovane età e, quindi, nella vicinanza di età tra lui e tuo figlio: sarà molto semplice che tra i due si instauri una relazione di fiducia e di empatia. A differenza di quello che succede invece, a scuola con gli insegnanti meno giovani!
Digitando aiuto ai compiti e il nome della città nella quale risiedi, otterrai la lista di tutti i Superprof disponibili ad offrire un sostegno agli studenti della scuola dell’obbligo. Parliamo di centinaia, a volte migliaia di persone, proprio accanto a casa tua. Non devi far altro che scorrere le pagine e selezionare in base ai profili dei potenziali insegnanti di sostegno: metodo di insegnamento, vicinanza a casa, percorso di studi e professionale, …
Con tariffe a partire da 10 – 12€ l’ora, troverai sicuramente l’insegnante privato che risponda alle esigenze tue e di tuo figlio.
Riccardo
Insegnante d'aiuto compiti
Riccardo è molto comprensivo ma soprattutto molto concreto, arriva dritto al punto senza troppi giri di parole e ti aiuta a capire subito il concetto
Claudio, Un giorno fa
Davide
Insegnante d'aiuto compiti
Ho contattato Davide per mio figlio, studente quindicenne di scuola superiore assai poco incline allo studio. Davide ha sempre saputo stimolare il suo interesse e con pazienza portarlo a estrarre dei libri delle nozioni fondamentali. Ho sempre...
Gisella, 2 giorni fa
Mary clare
Insegnante d'aiuto compiti
Mary Clare è stata un vero angelo per mia figlia. Spiega con esempi semplici e chiari, con tanta pazienza ed empatia. Per la terza media conosce tutte le materie molto bene e sa aiutare sia nei compiti scritti sia nell’organizzazione dello...
Romina, 2 giorni fa
Giulia
Insegnante d'aiuto compiti
Molto preparata, ottima insegnate, spiega in maniera semplice e coincisa, mi sta preparando per il test di med!! La consiglio vivamente.
Alicja, 2 settimane fa
Elena
Insegnante d'aiuto compiti
Elena ha aiutato mia figlia Bianca la scorsa estate per il debito di inglese che poi ha ampiamente superato. Posso solo parlarne bene, è una ragazza molto disponibile, competente ed empatica!!!
Diletta, 2 settimane fa
Iulia
Insegnante d'aiuto compiti
Iulia è una brava insegnate per ripetizioni di ogni materia, consigliatissima!
Leonardo, 3 settimane fa